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Viaggio tra l'inglese e l'italiano. The verbs and beyond
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E-book690 pagine8 ore

Viaggio tra l'inglese e l'italiano. The verbs and beyond

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Viaggio tra l'inglese e l'italiano. The verbs and beyond
LinguaItaliano
Data di uscita20 mar 2023
ISBN9791221453850
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    Anteprima del libro

    Viaggio tra l'inglese e l'italiano. The verbs and beyond - Ken Dee Smith

    IL VERBO

    Nisciuna pausa può essere concessa in questa sempre più delirante corsa che si nutre di verbi all’infinito: nascere, mangiare, studiare, scop.. re, produrre, zappingare, accattare, vendere, cac.. re e morire. (L’odore della notte, Il Commissario Montalbano, di Andrea Camilleri)

    Una Premessa: ‘La paesaggistica del verbo è fatta dalle immagini degli eventi che si voglia presentare.…dalle immagini che presenta il verbo reggente in un determinato frangente, giacché sono proprio le immagini a determinare le forme e le espressioni del verbo in quel frangente …sono le immagini. Immagini che diventano una sorta di bacchetta magica che per magia ed incanto schiude e svela quasi tutto l’intero operato del verbo.’

    Premessa

    Dunque imparare l’Inglese può essere come guardarsi un gran bel film, specialmente per quanto riguardano i verbi, siccome le azioni dei verbi di riflesso presentano delle immagini, le quali rispecchiano a loro volta gli eventi espressi dal verbo. Praticamente per intendersi ed esprimersi bene vi è da capire dapprima il tipo d’immagine che vi sia in mente, oppure che si veda o si creda di vedere. Poi si pensi a quale sia la struttura più indicata a presentare quel tipo d’immagine. Ed infine si pensi a collocare la detta struttura nel presente, passato o futuro a seconda delle esigenze proprie.

    Quindi l’intesa, il valzer, comincia effettivamente dall’immagine, ossia dall’aspetto verbale, che si voglia presentare dell’evento espresso dal verbo, al di là di un riferimento temporale specifico. Un percorso, itinerario o iter che ha come finalità di collocare l’immagine giusta di un evento espresso dal verbo mediante la struttura giusta nel tempo verbale giusto, cioè nel verb tense giusto.

    Allora si dia il caso che in ogni dato momento o frangente di tempo il verbo è capace di presentare o proiettare quattro principali tipi di immagini virtuali degli eventi, praticamente le immagini di sé in azione, dette aspetti verbali, le quali a loro volta richiederanno quattro diversi tipi di strutture verbali corrispettive per esprimersi. E poi questi diversi tipi di strutture verbali corrispettive determineranno o porteranno a delle funzioni verbali o grammaticali ben distinte, sempre in base alle strutture verbali e alle immagini effettive associatevi. Praticamente l’attuazione o l’attività del verbo implica sempre un processo, e quindi poter capire e stabilire la fase o il momento d’attuazione in cui effettivamente si trova il verbo in un determinato frangente di tempo aiuta molto a risalire direttamente alla struttura verbale corrispondente, e adatta ad esprimere l’evento in quel contesto preciso, ed anche a intuire di conseguenza le funzioni che tali strutture svolgeranno, sempre in base alle rispettive immagini. Tale approccio rende alquanto più facile l’intesa di come si adoperano i verbi in Inglese. Quindi in sintesi avviene il seguente ;

    1. Se in un dato momento o periodo mentalmente o realmente si immagina o si vede l’evento espresso dal verbo in una fase statica, ferma e attuata, cioè nella quale non si muove affatto, ossia è fisso, si dice che l’immagine, ossia l’aspetto, che evoca è semplice, simple aspect, e per esprimerla serve una struttura verbale altrettanto semplice, simple, la quale il più delle volte corrisponde a una struttura verbale da parola singola. Quindi in teoria struttura semplice significa parola singola, la quale d’istinto riflette un’immagine ferma, statica e attuata dell’evento. Per es. I love you. = Ti amo. – Evento che si presenta completo e preciso, da fermo immagine nello stesso preciso momento di parlare o periodo di riferimento.

    2. Se in un dato momento o periodo si immagina o si vede l’evento espresso dal verbo in una fase in via di svolgimento, ossia è dinamico o durativo, si dice che l’immagine, cioè l’aspetto, è progressiva, progressive aspect, e serve subito una struttura verbale altrettanto progressiva, progressive, per esprimerla, la quale corrisponde alla struttura to be + verb+ing. Per es. We are learning English. = Stiamo imparando l’Inglese. – Evento che si presenta dinamico e in evoluzione nello stesso preciso momento di parlare o periodo di riferimento.

    3. Se si immagina o si vede l’evento espresso dal verbo in una fase di perfezionamento, di compiutezza o compimento, tesa tra due momenti o tempi, precisamente che si compie, si completa, nello spazio tra due momenti o tempi, si dice che l’immagine, ossia l’aspetto, è perfettiva, perfect aspect, e serve allora una struttura verbale altrettanto perfettiva, il perfetto, perfect, per esprimerla, la quale corrisponde alla struttura to have + verb+ed. Per es. Susan has arrived. = Susan è arrivata., We have finished. = Abbiamo finito. – Evento che si compie tra due tempi o momenti distinti, nel caso specifico tra il presente e un dato momento nel passato non ben precisato.

    4. Se l’evento che si immagina o si vede espresso dal verbo è dinamico, durativo, e teso tra due momenti, cioè che si stia svolgendo entro lo spazio tra due momenti o tempi, si dice che l’immagine è in continuo perfezionamento, ossia continuous perfect aspect, e per esprimerla serve una struttura verbale corrispettiva detta continuous perfect o perfect progressive, la quale corrisponde alla struttura to have + been + verb+ing. Per es. They have been waiting since morning. = Aspettano/Stanno aspettando da stamattina., È da stamattina che aspettano/stanno aspettando. – Evento che si presenta in svolgimento, durativo, tra due tempi o momenti distinti, nel caso specifico tra il presente e un dato momento nel passato, ossia da stamattina.

    Quindi vi è un nesso diretto tra immagine, ossia aspetto, e struttura verbale, ovverosia una rispecchia l’altra. Per cui saper cogliere l’immagine giusta da presentare può essere di gran vantaggio nell’intendere effettivamente la struttura verbale giusta per esprimere un evento in un contesto preciso. Per essere più precisi si tratta delle immagini che vi si presentano i. in un dato preciso momento o tempo solo, ossia un’immagine completa e statica o un’immagine dinamica e durativa, e ii. l’immagine che vi si presenta tra due momenti o tempi ben distinti, cioè un’immagine che si completa tra due tempi o un’immagine dinamica e durativa tra due tempi.

    Dunque infine : i. un evento che si presenta per intero e completo in un dato preciso momento o periodo = simple aspect e simple structure, ii. un evento che si presenta dinamico e durativo in un dato preciso momento o periodo = progressive aspect e progressive structure, iii. un evento che si compie e si completa entro due momenti o tempi = perfect aspect e perfect structure, e infine iv. un evento che si presenta dinamico e durativo entro due momenti o tempi = continuous perfect aspect e continuous perfect structure.

    Prima di procedere oltre si saranno potuti constatare forse come in alcune delle strutture verbali su citate vi sono più verbi insieme a formare l’unità verbale. Dunque in tal caso il verbo in posizione finale dell’unità si chiama il verbo lessicale reggente, nucleare o principale, e in alcuni passaggi della sua azione, detti categorie grammaticali, i quali fanno parte del Sistema di Coniugazione, il Tense System, cioè il sistema attraverso il quale il verbo reggente si esprime per svolgere la sua attività, il verbo lessicale reggente si serve di certi altri verbi o meglio si fa accompagnare da certi altri verbi, detti ausiliari, che lo aiutano a definirsi ed a completarsi grammaticamente, e vengono posti prima del verbo reggente nell’unità verbale. Questi ausiliari, detti veri, intervengono e agiscono su due livelli diversi che si susseguono nel Sistema di Coniugazione, cioè il Tense System, appena nominato.

    Il primo livello interessa degli ausiliari detti verbi modali o verbi servili come will, shall, must, can, would should, could, ecc, i quali agiscono come dei modificatori al livello grammaticale che si chiama il modo verbale, ossia quello della configurazione del verbo, avendo il compito di aiutare a modificare e a modulare l’impostazione o la presentazione del verbo lessicale ai fini di presentare delle situazioni e delle sfumature diverse arricchendo così l’espressività del verbo. Più precisamente aiutano il verbo reggente a esprimere delle modalità diverse.

    Il secondo livello riguarda invece tre specifici verbi lessicali di particolar interesse che si trasformano in ausiliari, ovverosia to do, ossia fare, to be, cioè essere e to have, ovverosia avere, per assistere il verbo lessicale reggente o principale a definirsi ed a completarsi al livello grammaticale delle strutture che presentano le fasi di attuazione in cui si trova il verbo in un dato frangente di tempo, ovvero che presentano le principali immagini virtuali degli eventi espressi dal verbo in un dato momento, e tali immagini si chiamano gli aspetti verbali. Quindi in essenza agiscono al livello degli aspetti verbali, i quali rispecchiano le immagini virtuali del verbo senza un tempo cronologico specifico di riferimento. Cioè presentano soltanto l’idea del tipo d’immagine di cui si tratta astrattamente, però una volta che dette immagini, ossia gli aspetti verbali, vengano successivamente collocate nei rispettivi tempi cronologici specifici, ossia presente, passato e futuro, diventano allora dei tempi verbali veri e propri che si conoscono, the verb tenses, per es. simple present tense, simple past tense, simple future tense, eccetera.

    Si tenga ancora presente che questi si dicono degli ausiliari veri proprio perché il verbo lessicale stesso è capace di far da verbo ausiliare direttamente ad altri verbi lessicali, formando delle unità verbali con delle diverse funzioni grammaticali come i verbi semi-modali, i verbi causativi, i verbi fraseologici, le locuzioni verbali dette verbi frasali, nonché i già menzionati verbi lessicali di particolar interesse, quali to do, ossia fare, to be, cioè essere, e to have, ovverosia avere, i quali hanno anche il compito di aiutare le forme dei modi detti indefiniti del verbo a definirsi ed a completarsi grammaticamente.

    I Modi Indefiniti del Verbo

    Allora vi sono tre importantissimi modi verbali detti Indefiniti (Non-Finite Moods) a differenza di quelli già definiti (Finite Moods) perché di per sé non possiedono nessun asse cronologico né tempo verbale preciso, cioè nessun’indicazione di futuro, presente o passato, nessun soggetto, nessun numero o genere (tranne il caso specifico del participio in Italiano, ma non in Inglese). E per definirsi richiedono appunto l’intervento degli ausiliari to do, to be e to have.

    Essi sono the Infinitive mood (il modo Infinito), the Present Participle mood (il modo gerundio) ed il Past Participle mood (il modo del participio).

    The Infinitive (L’lnfinito) è l’espressione dell’infinità, ovverosia il lemma originario del verbo dal valore senza tempo – l’assoluto. Esempi; (to) be, (to) do, (to) like.

    Quasi sempre affinché the Infinitive possa attuare veramente in funzione di verbo, debba per modo di dire, ‘spogliarsi’, mettersi a desnudo, cioè disfarsi del ‘ to’ per diventare il base infinitive. Eh sì!, perché in Inglese l’infinito per intero, detto the to-infinitive, svolge delle altre funzioni grammaticali come sostantivo, avverbio e aggettivo, ma non verbo. Sarà perché il to-infinitive è l’espressione del verbo al massimo, l’assoluto, a rasentare il divino. Quindi per poter esprimere in primis le azioni e gli stati relativi ai comuni mortali esso si deve disfare, spogliare, della sua aura ‘divina’, e dunque ecco che il to-infinitive diventa il base infinitive, cioè senza ‘to’, in funzione di verbo.

    The Present participle (il gerundio) è l’espressione del moto in situ nell’universo, detto in termini più mortali è semplicemente il verbo in movimento che conferisce durata o continuità all’evento – being, doing, happening, ‘base infinitive + ing’.

    The Past participle (il participio) è l’espressione della compiutezza di un atto entro certi limiti confinanti ponendo fine all’evento. Per es. been, seen, done, ecc. (irregular verbs) e ‘base infinitive + ed’(regular verbs).

    Inoltre va precisato che ciascun modo indefinito è rappresentato da una forma che si sdoppia in due distinte funzioni grammaticali, inserite all’interno di strutture contestuali diverse. Ovverosia la stessa forma del verbo presenta grammaticamente due paradigmi distinti del verbo, aventi naturalmente delle funzioni diverse.

    1.L’Infinito è rappresentato da i) il to-infinitive e ii) il base infinitive (senza to).

    Per es. It pays to be honest. (to-infinitive come complemento, complement)

    I must be honest with you. (base infinitive come verbo, verb)

    2.Il Verb+ing (base infinitive+ing) rappresenta i) il present participle e ii) il gerund.

    Per es. We’re going there tomorrow. (present participle come verb, verbo)

    Going there so often isn’t necessary. (gerund come subject, soggetto – frase nominale)

    3.Il Verb+ed (base infinitive+ed/regular verbs) rappresenta i) il past participle e ii) il simple past tense.

    Per es. You will be contacted tomorrow. (verb+ed come past participle, il participio)

    They contacted me yesterday. (verb+ed come simple past tense, il passato remoto)

    L’Aspetto Semplice – The Simple Aspect

    Praticamente l’aspetto si definisce semplice, simple, perché l’evento espresso dal verbo instaura un rapporto momentaneo o puntuale col tempo. Il processo avviene o si attua all’interno di un singolo momento o periodo ed i margini dell’evento coincidono precisamente coi margini del tempo, senza durata né vicende interiori o risvolti di alcun tipo, tanto da diventare un blocco unico, detto appunto semplice. Si vede o si intravede un’immagine completa ed intera in un dato momento, un fermo immagine in pratica. È il fatto semplice e puro, il quale nel suo complesso proietta un’immagine attuata, ferma e statica.

    L’immagine ferma, statica e attuata di un evento espresso dal verbo, detta semplice, simple, porta ad una struttura verbale altresì semplice, simple, per esprimerla, la quale il più delle volte significa un’unità verbale da parola singola. In sintesi la visione o l’immaginario di un’immagine ferma, statica e attuata, cioè simple, equivale subito ad una struttura verbale semplice, simple, perlopiù da unità verbale da parola singola, e le corrispettive frasi negative ed alcune delle frasi interro