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La cacciatrice dell'West. Il rapimento di Jessy Johnson
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Ebook175 pages2 hours

La cacciatrice dell'West. Il rapimento di Jessy Johnson

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About this ebook

Un gruppo di banditi assaltano la fattoria dei Johnson

e rapiscono il giovane Jessy.

L'unica in grado di salvarlo è Dead Queen, cacciatrice

di taglie il cui destino è legato a doppio filo alla

famiglia Johnson. Riuscirà nell'intento?
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateMar 31, 2023
ISBN9791221471809
La cacciatrice dell'West. Il rapimento di Jessy Johnson

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    La cacciatrice dell'West. Il rapimento di Jessy Johnson - Manuel Mura

    Pericoli all'orizzonte

    L'aprire brusco della tenda fece irrompere il sole del mattino nella stanza da letto di William Johnson, scatenando la sua protesta.

    <> tuonò l'anziana governante.

    <> protestò l'uomo.

    <>

    <>

    <>

    <>

    Per tutta risposta Jayira gli scostò le coperte, fermata all'ultimo istante dall'uomo.

    <>

    <> ribadì Jayira non intenzionata ad arrendersi finché non si fosse alzato.

    William comprese di non avere speranze di spuntarla con lei: l'anziana governante era più testarda di un mulo e più inflessibile dell'acciaio.

    Si trattava di una donna di colore non tanto alta ma molto robusta, con i capelli ormai bianchi ma dallo sguardo deciso, il viso pieno e il seno abbondante, che rappresentava la sua caratteristica migliore perché per il resto la bellezza proprio non le si addiceva, come la magnanimità. Fin da piccolo le era parsa simile a un generale e come tale metteva in riga le sue truppe, costituite da lui e dai suoi fratelli, ma anche gli altri inservienti e persino i numerosi vaccari che lavoravano lì alla fattoria non si sognavano di mettere in discussione la sua autorità. Spesso si domandava se non fosse proprio lei a comandare lì dentro invece che sua madre, ma per quel che lo riguardava non cambiava, il suo destino era prendere ordini dall'una o dall'altra donna. Quasi si sentì soddisfatto di non avere moglie, se no rischiava che ce ne fosse una terza a dargli ordini.

    <>

    <>

    <>

    A pensarci c'erano solo due anni di differenza con suo fratello James e quattro con Colin, però sembrava più il padre. Non che fosse un brutto uomo, anzi l'incontrario. Era alto, ben piazzato, con un viso solcato da qualche cicatrice di troppo ma comunque ben fatto, perfettamente sbarbato e contornato da capelli biondi folti e occhi chiari. Aveva inoltre un fare pratico e uno sguardo deciso ed era bravo sia come cowboy che come allevatore e addestratore di cavalli ma sapeva anche sparare bene quando era il caso e mantenere la disciplina tra gli uomini. L'unico suo difetto, se così si poteva definire, era apparire molto più grande della sua età, dimostrando non ventiquattro anni ma non meno di quaranta ad andarci piano.

    Quando si trovava con sua madre gli sconosciuti pensavano che fosse suo marito e non suo figlio, ma lui non era tipo da prendersela per quelle cose, e vedeva quella sua condizione come simbolo di una maturità che i suoi fratelli si sognavano, irruenti e scapestrati com'erano.

    <>

    Pensare a quel ragazzino di otto anni che spacciava per suo figlio un po' lo intristì, soprattutto perché cresceva senza madre, anche se la sua ne faceva le veci e lo considerava come un quarto genito.

    Ma del resto la vera madre era chissà dove e chissà se ancora viva mentre lì alla fattoria il giovane Jessy aveva tutto l'occorrente per crescere sano, forte e istruito, oltre persone che gli volevano bene e si prendevano cura di lui. E poi era un ragazzo serio e intelligente che non disubbidiva mai, tutto l'incontrario suo.

    <>

    <>

    <> Aguzzando l'orecchio gli parve di sentire la voce forte di sua madre provenire dal cortile, stava di sicuro parlando con qualcuno. <>

    <>

    <<È già qui di prima mattina quel vecchio furfante? Scommetto che cerca di venderle qualche pistolero da strapazzo, come suo solito.>>

    <>

    <>

    <>

    <>

    <>

    <>

    <>

    <>

    Si fermò, accorgendosi che stava parlando troppo rischiando di rivelare segreti che dovevano rimanere tali.

    <>

    <>

    Lui sapeva che era stata tutt'altra persona a dare una lezione ai banditi cinque anni orsono e far capire a grandi lettere di non infastidire la famiglia Johnson, ma il merito era andato a quel codardo di sceriffo che senza i suoi vice non avrebbe saputo cavare un ragno dal buco.

    <>

    <>

    William pensava che Jayira ribadisse come suo solito invece rimase insolitamente silenziosa. Seguì il suo sguardo che andava oltre la finestra, spaziando per la grande fattoria.

    <>

    <>

    <>

    <>

    Il tono della donna era preoccupato ma William non ci dette troppo peso. Il nuovo secolo era alle porte ma la vita nel Far West rimaneva dura per tutti e praticamente nessuno viaggiava disarmato.

    <>

    Sparì alla vista del giovane che quasi non ci credette, ma ormai era sveglio e poi meglio essere prudenti con dodici sconosciuti alla porta, considerando che quel giorno c'erano pochi inservienti e a quell'ora solo tre cowboy a vigilare la fattoria, mentre il signor Morris nemmeno lo considerava un uomo. Si alzò rapido e andò a cambiarsi, curioso di vedere gli uomini in avvicinamento.

    Anche la signora Johnson vi buttò un'occhiata quando Jayira venne ad avvisarla. Procedevano lenti ma erano ormai entro i confini della fattoria.

    <> chiese Morris.

    Era un uomo alto e magro dal viso lungo e due folti baffi scuri, colore che si ripeteva negli occhi e nei radi capelli protetti da un largo berretto. Vestiva sempre elegante e manteneva un tono serio apparendo come il classico gentiluomo, invece che un abile mercante.

    <> ribadì Marta Johnson.

    Era una donna di media altezza, dal fisico compatto, il seno abbondante e fianchi ancora apprezzabili, mentre il viso un tempo pieno era ora scarno e contornato da capelli rossi che le crescevano solo in altezza e occhi verdi acuti. Nell'insieme era ancora una bella donna ma come il figlio maggiore appariva più vecchia dei suoi quarant'anni, dimostrandone almeno dieci in più. Del resto, avere avuto tre figli in giovane età ed essersi ritrovata vedova poco dopo l'aveva segnata molto, ma la sua grande determinazione le aveva permesso di trasformare quel pezzo di terra un tempo arida in una fiorente fattoria, che dopo tanti anni di duro lavoro aveva dato i suoi frutti. Ora i soldi non le mancavano e aveva molte persone al suo servizio ma c'era sempre bisogno di nuova manodopera, che magari quei forestieri potevano rappresentare.

    <>

    <>

    <>

    <>

    Jayira buttò una rapida occhiata attorno ma la fattoria Johnson era davvero vasta. Tra abbeveratoi, stalle, recinti per il bestiame, cavalli da sellare, fienili, coltivazioni e animali che correvano da una parte all'altra trovare un ragazzino di otto anni senza alcun indizio era pressoché impossibile. Infatti, non lo vide, notò invece il vecchio George, un uomo di colore della sua età ma i cui anni si facevano sentire, a pochi metri di distanza. Gli urlò dove fosse il signorino Jessy e l'uomo rispose che stava aiutando Sam al fienile.

    <> intervenne Marta.

    L'uomo annuì ma visto il suo passo lento e malfermo delegò il compito a suo nipote Jotaro, un bambino di sei anni intento a rincorrere una gallina. In effetti, non fu entusiasta di interrompere il divertimento per un incarico che reputava inutile.

    <>

    <>

    <> lo riprese Rosita.

    Era una messicana di pochi anni più grande di lui ma che già appariva una donna in fiore. Adottata dal vecchio George considerava Jotaro come un fratello minore.

    Il ragazzo, sbuffando, corse al fienile, mentre l'uomo rise e la ragazza tornò ad occuparsi della coltivazione degli ortaggi.

    Era così intenta nel suo lavoro che notò solo all'ultimo istante gli uomini a cavallo che irrompevano nella fattoria. Procedevano lenti nei loro destrieri ma apparivano forti e risoluti, soprattutto l'uomo in testa al gruppo. Era un messicano d'età indefinita, alto il giusto e dal fisico asciutto, con il viso butterato e dal naso pronunciato ma coperto da baffetti scuri che gli conferivano un tocco di fascino, mentre i capelli dello stesso colore erano coperti da un sombrero. Indossava un largo vestito arancione tipico del Messico che nascondeva qualunque cosa avesse sotto, armi comprese. In effetti, era l'unico del gruppo a non averne di visibili.

    Gli altri, tutti bianchi e per lo più giovani tranne due che arrivavano alla mezza età, avevano pistole ben visibili e pronte all'uso e attaccati alle selle non mancavano diversi fucili. Faceva eccezione l'ultimo della fila - un uomo alto quasi due metri e molto robusto, dal viso pieno contornato da una folta barba castana, colore che si ripeteva negli occhi e nei capelli già radi - che portava solo un machete legato alla cintura. Proprio questi sorrise alla ragazza che ricambiò benevola. Invece i tre cowboy intenti a sellare i cavalli misero d'istinto le mani ai fucili come videro entrare gli stranieri.

    Questi si diressero con calma, guardandosi attentamente attorno, dalla signora Johnson, fermando i cavalli a un passo da lei.

    Jayira era al suo fianco e guardava quegli uomini con timore, intuendo che non avessero buone intenzioni, ma a sorpresa di tutti si fece avanti il signor Morris, ostentando sicurezza.

    <> chiese con voce pacata.

    <>

    <>

    <>

    <>

    Ora che dopo tanto era quasi riuscito a convincere la signora Johnson ad assumere alcuni dei suoi pistoleri non intendeva di certo farsi sfuggire l'affare da quegli straccioni.

    <> rimarcò il capo. <> e buttò un'occhiata ai tre cowboy fermi a una certa distanza con i fucili in mano.

    Nel mentre il giovane Jessy uscì dal fienile, seguito da Jotaro, dirigendosi da sua nonna, ma venne fermato dai cowboy che gli fecero segno di aspettare.

    <> ribadì Morris cercando di sostenere lo sguardo duro del capo e di apparire deciso quando invece se la faceva sotto dalla paura, <>

    Il capo gli sorrise e buttò un'occhiata proprio verso il giovane Jessy, per poi rivolgersi alla padrona di casa.

    <>

    <>

    <> Buttò una rapida occhiata tutt'intorno. <

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