Un approccio semiotico alla traduzione: Dalla prospettiva informatica alla scienza traduttiva
By Aleksandar Lûdskanov and Bruno Osimo
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Un approccio semiotico alla traduzione - Aleksandar Lûdskanov
Aleksandăr Lûdskanov
Un approccio semiotico alla traduzione
Dalla prospettiva informatica
alla scienza traduttiva
a cura di Bruno Osimo
Copyright © Bruno Osimo 2023
Bruno Osimo è un autore/traduttore che si autopubblica
La stampa è realizzata come print on sale da Kindle Direct Publishing
ISBN 9788831462938 per l’edizione hardcover
ISBN 9788831462952 per l’edizione elettronica
Contatti dell’autore-editore-traduttore: osimo@trad.it
Nota sulla traslitterazione
Nel 1995 l’ente internazionale di uniformazione ISO ha pubblicato il più recente aggiornamento della norma sulla traslitterazione latina delle lingue scritte con caratteri cirillici. Con questa versione, si è raggiunto lo scopo fondamentale di ottenere una corrispondenza biunivoca tra carattere cirillico e carattere latino. Se prima alcuni caratteri cirillici erano traslitterati con due caratteri latini, ora anche questi caratteri corrispondono a un solo carattere latino, ciò che permette non solo di traslitterare dal cirillico al latino, ma anche dal latino al cirillico senza conoscere nessuna delle lingue coinvolte.
â si pronuncia come ‘ia’ in ‘fiato’ /ja/
c si pronuncia come ‘z’ in ‘zozzo’ /ts/
č si pronuncia come ‘c’ in ‘cena’ /tɕ/
e si pronuncia come ‘ie’ in ‘fieno’ /je/
ë si pronuncia come ‘io’ in ‘chiodo’ /jo/
è si pronuncia come ‘e’ in ‘lercio’ /e/
h si pronuncia come ‘c’ nel toscano ‘laconico’ /x/
š si pronuncia come ‘sc’ in ‘scemo’ /ʂ/
ŝ si pronuncia come ‘sc’ in ‘esci’ /ɕː/
û si pronuncia come ‘iu’ in ‘fiuto’ /ju/
z si pronuncia come ‘s’ in ‘rosa’ /z/
ž si pronuncia come ‘s’ in ‘pleasure’ /ʐ/
Il cognome dell’autore di questo libro contiene uno di questi caratteri, perciò nella pronuncia corretta del cognome occorre inserire il suono di una «i» italiana tra la «L» e la «u»: «liudskanov». Nella trascrizione prevalente per anglofoni (e quindi spesso anche nella parte non cirillica di internet), questo cognome è trascritto «Lyudskanov».
Nota terminologica
Come in molte lingue slave, anche in bulgaro quella che da noi è spesso chiamata «traduzione letteraria» (ossia la traduzione di testi di narrativa e poesia) viene descritta con una radice (hudožestv-) che rimanda all’arte: «traduzione artistica». Dato che in questo lavoro si compie una distinzione fondamentale tra l’approccio linguistico e quello letterario (literaturovedski) alla teoria della traduzione, per evitare confusione fra «approccio letterario» teorico (literaturovedsko napravlenie) e «traduzione letteraria» pratica (hudožestveniât prevod) ho tradotto quest’ultima come «traduzione di testi artistici» o «traduzione artistica» o, dove il contesto lo permette, «traduzione narrativa» o «traduzione di poesia». Non avrei certo potuto optare per «traduzione creativa», dal momento che uno dei punti di forza della concezione di Lûdskanov sta proprio nel fatto che qualsiasi forma di traduzione è creativa.
Nota all’edizione
Questa non è la traduzione integrale del saggio del 1967, che contava centosessanta pagine. Alcuni capitoli, dedicati alla traduzione automatica, sono stati interamente omessi (come il primo e il secondo capitolo della quarta parte). Gli altri capitoli sono stati sottoposti a editing, in modo da eliminare le trattazioni tecniche degli aspetti più cibernetici
che non avevano molto da dire a chi oggi si occupa di traduzione. Nell’insieme, il testo è stato ridotto dei due quinti circa.
Rispetto all’originale bulgaro, che conteneva molte sigle e molte formule, si è proceduto a rendere il testo più discorsivo, eliminando le abbreviazioni e svolgendole.
Sommario
Attualità di Aleksandăr Lûdskanov per la scienza della traduzione
Premessa bibliografica
Cenni biografici
Difficile comunicazione tra mondi
della traduttologia
Versatilità dell’approccio alla traduzione automatica
Metalinguaggio e linguaggio interno
Significato come traduzione. Informazione traduttiva necessaria
Invariante
Una concezione semiotica
Riferimenti bibliografici
Nota dell’autore
Premessa
1 - La pratica e la teoria della traduzione
1.1 La pratica della traduzione nel passato e nel presente
1.1.1 Tipi storici di traduzione
1.1.1.1 Traduzione parola per parola
1.1.1.2 Traduzione a senso
1.1.1.3 Traduzione libera
1.1.1.4 Traduzione adeguata
1.1.2 La traduzione nel mondo contemporaneo
1.1.3 La nascita e i primi passi della traduzione automatica
1.2 Concezioni e tendenze nella scienza della traduzione
1.2.1 Concezione linguistica
1.2.2 Concezione teorico-letteraria
1.2.3 Interpretazione e traduzione
1.2.4 Concezione traduttiva nelle opere sulla traduzione automatica
2 - Traduzione e teoria della traduzione
2.1 Posizioni e fatti
2.1.1 Specificazioni preliminari
2.1.1.1 Il concetto di «linguaggio» e di «lingua»
2.1.1.2 Il concetto di «messaggio»
2.1.1.3 Il concetto di «segno»
2.1.1.4 Il concetto di «significato»
2.1.1.5 Il concetto di «comunicazione»
2.1.1.6 Il concetto di «comprensione» di un segno
2.1.2 Che cos’è?
2.1.2.1 Natura linguistica del processo traduttivo
2.1.2.2 Comunicazione e trasformazione
2.1.2.3 Altri processi di trasformazione semiotica
2.2 Definizione semiotica di «traduzione»
2.2.1 Tipi di traduzione
2.3 La scienza della traduzione e il suo sistema
2.3.1. Oggetto e ruolo della disciplina
2.3.2. Il sistema della scienza della traduzione
3 - Alcuni problemi della traduzione
3.1 La traduzione interlinguistica
3.2 Il meccanismo della traduzione verbale interlinguistica
3.2.1 L’informazione traduttiva necessaria
3.2.2 Il principio funzionale
3.2.3 Approccio linguistico e approccio letterario
Riferimenti bibliografici
Nota bio sul curatore
Dello stesso editore
Attualità di Aleksandăr Lûdskanov per la scienza della traduzione
Premessa bibliografica
Questo saggio, Preveždat ĉovekăt i mašinata [Traduzione umana e automatica], è uscito, nella sua prima edizione bulgara, nel 1967, per i tipi di Nauka i izkustvo. L’edizione francese ciclostilata in due volumetti a tiratura limitatissima, Traduction humaine et traduction mécanique, a cura del Centre de linguistique quantitative de la Faculté des sciences de l’Université de Paris, è del 1969: versione non tradotta, ma per così dire secondo originale
, dal momento che il compilatore del testo francese è, pur tra mille difficoltà anche tecniche, Lûdskanov stesso. L’edizione tedesca Mensch und Maschine als Übersetzer, a cura di Jäger von Gert e Walter Hilmar, è del 1972. Nel 1975 su Language Sciences usciva invece l’articolo «A semiotic approach to the theory of translation», firmato «Alexander Ludskanov», ma in realtà elaborazione di un discorso tenuto da Lûdskanov in francese, trascritto in inglese da Brian Harris. In coda a detto articolo si annuncia l’imminente uscita della versione polacca e inglese del testo, ma poi se ne perdono le tracce.
Cenni biografici
Aleksandăr Konstantinov Lûdskanov nasce a Sofia il 21 aprile 1926, figlio di un diplomatico bulgaro e di una nobile russa della famiglia Ermolov. In famiglia, oltre al bulgaro, si parla francese e russo. Studia giurisprudenza all’Università di Sofia e diventa assistente del professor Torbov; ma nel 1944 vengono espulsi entrambi dall’università in séguito a un’epurazione di stampo staliniano.
Oltre a quest’onta, agli occhi del regime filosovietico, portava anche quella di discendente di un russo controrivoluzionario
della guardia bianca. In questa situazione di ostilità, lavorò dapprima come elettricista, poi come traduttore dal russo per la rivista Sovetsko-bulgarskaâ družba [Amicizia bulgaro-sovietica], divenendo poi docente di lingua russa presso la Facoltà di filologia. Le autorità soprassedettero alla sua provenienza poco proletaria
perché c’era un enorme bisogno di insegnare il russo alle giovani leve che dovevano diventare i quadri dello Stato satellite sovietico. Da queste circostanze del tutto fortuite si sviluppa l’interesse di Lûdskanov per la scienza della traduzione. Nella tesi di dottorato intitolata Sul tema, il ruolo e il metodo di una teoria generale della traduzione – embrione del presente saggio –crea un modello unico per il processo traduttivo, narrativo, saggistico e settoriale, umano e meccanico. Il solo fatto di accostare, anche solo sul piano teorico, questi tipi di traduzione gli vale alcune inimicizie: nei circoli accademici la locuzione «traduzione meccanica» era considerata un ossimoro, dato che si considerava incompatibile con qualsiasi trattazione di tipo tecnico
la componente creativa del processo traduttivo, peraltro ampiamente riconosciuta da Lûdskanov.
In quel periodo cominciavano gli esperimenti con i calcolatori
di prima generazione. All’Istituto di matematica dell’Accademia bulgara delle scienze venivano condotte simulazioni di vari tipi di attività umana che, benché eseguite da macchine oggi assai obsolete, entusiasmavano i matematici di ogni età.
Nel giugno 1963 Sofia ospita il quinto Congresso internazionale di slavistica. Allora i convegni internazionali non erano necessariamente specialistici. Vi si riunivano persone che osavano guardare al linguaggio da punti di vista diversi. Lûdskanov presentò uno studio dei problemi relativi all’analisi grammaticale nella traduzione meccanica e uno sulla specificità della traduzione meccanica di lingue appartenenti alla stessa famiglia. Allo stesso congresso diversi giovani matematici presentarono documenti legati all’entropia della lingua bulgara. La delegazione sovietica annoverava personaggi del calibro di Andrej Zalinznâk e Igor Mel´čuk, mentre nella delegazione statunitense figurava addirittura Roman Jakobson. L’incontro tra matematici e linguisti si dimostrò decisivo per lo sviluppo della traduzione meccanica in Bulgaria: nel 1964 venne allestito un laboratorio di traduzione meccanica che Lûdskanov diresse per il resto della sua vita. In Bulgaria, come in altri paesi, si cominciò con un sistema sperimentale per la traduzione di alcune frasi. Nel caso bulgaro si trattava di cinque frasi tradotte dal russo al bulgaro. Lo scopo era semplicemente dimostrare che la macchina era in grado di gestire la lingua.
Per una decina d’anni Lûdskanov lavorò a stretto contatto con matematici e (pochi) linguisti. Nel 1975 a Varna organizzò la prestigiosa conferenza internazionale Applicazione di modelli matematici e computer in linguistica. Morì nel novembre 1976 per le complicazioni del diabete.
Perché considero attuale un saggio di quarant’anni fa e perché considero le osservazioni avanzate a proposito della traduzione automatica
o meccanica
fondamentali per la traduzionetout court, e per la traduzione di poesia come per gli altri tipi di traduzione? Le osservazioni di Lûdskanov, frutto di una ricerca finalizzata alla traduzione automatica
, sono valide e attuali per tutti i tipi di traduzione.
Difficile comunicazione tra mondi
della traduttologia
Nell’ultimo mezzo secolo la scienza della traduzione ha conosciuto una fioritura di contributi non sempre circolati in modo omogeneo in tutto il mondo. In particolare, ravviso una cesura fra tre mondi
: da un lato, il mondo ex sovietico, con la scuola semiotica di Tartu, ma anche i contributi di Levý, Popovič, Lûdskanov e molti russi, come Revzin, Rozencvejg, Švejcer, Recker; dall’altro, Peirce e la semiotica peirciana – base teorica per lo studio della traduzione nel solco di Locke, Kant e Bolzano – fino a pochi anni fa confinati