Racconti in cucina
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About this ebook
In questo piccolo volume di storia personale e ricette della tradizione napoletana, Giuseppina Del Signore rende omaggio alla sua famiglia, a partire dalla nonna del marito Paolo, di cui i due coniugi ritrovano un quaderno di ricette anni ’60. Racconti in cucina è un viaggio culinario semplice e dai sapori forti, con delle splendide illustrazioni che restituiscono tutta l’allegria contagiosa di stare insieme in cucina, prima preparando e poi assaporando i grandi piatti della tradizione, quelli per cui si può rinunciare quasi a tutto!
Giuseppina Del Signore vive sul lago di Bracciano. È stata ricercatrice nel campo della genetica vegetale e attualmente si occupa di comunicazione scientifica presso la Divisione Biotecnologie e Agricoltura dell’ENEA. Nel 2010 fonda a Viterbo l’Associazione Culturale ProgettArte3D con l’obiettivo di favorire artisti emergenti e offrire ulteriori opportunità di incontri culturali per la città. Nei dieci anni di attività dell’Associazione ha curato 24 mostre di arte contemporanea e decine di eventi tra presentazioni di libri e spettacoli. Nel 2019 con Racconti in cucina si aggiudica il terzo posto nella IV edizione del Premio letterario “Donne tra Ricordi e Futuro”, sezione cucina. Per l’Associazione Culturale Scrivi la tua Storia, nel 2020 cura l’edizione del Libro Letterine di Natale, inoltre progetta e realizza il sito della stessa: www.scrivilatuastoria.com.
Marina Santaniello vive a Roma. È biologa e docente presso gli Istituti superiori. Alla fine della sua carriera lavorativa si è laureata in pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma. Da alcuni anni la sua principale ricerca artistica è incentrata sull’analisi del mondo femminile che tenta di riassumere e illustrare su borse vintage e nuove. «Perché le borse? Perché le borse siamo noi». Ha pubblicato un suo contributo nell’Antologia 2020 della FUIS dal titolo Diario in Coronavirus. Nel 2021 ha avuto una menzione speciale alla V edizione del concorso letterario “Donne tra Ricordi e Futuro” per la novella Mia nonna è una pazza fumata.
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Book preview
Racconti in cucina - Giuseppina Del Signore
Giuseppina Del Signore
Racconti in cucina
Illustrazioni di Marina Santaniello
© 2022 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma
www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com
ISBN 978-88-306-6919-2
I edizione gennaio 2023
Finito di stampare nel mese di gennaio 2023
presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)
Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa
Racconti in cucina
A Paolo
Nuove Voci
Prefazione di Barbara Alberti
Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.
È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.
Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi
Non esiste un vascello come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesia che s’impenna.
Questa traversata la può fare anche un povero,
tanto è frugale il carro dell’anima
(Trad. Ginevra Bompiani).
A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.
Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.
Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.
Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov
.
Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.
Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.
Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute.
Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.
NOI
«Paolo, Paolo, vieni a vedere cos’ho trovato!».
Cercavo uno strofinaccio pulito a casa di mia suocera e, aprendo un cassetto, vidi un curioso quaderno, di quelli anni ’60 con la tabellina sull’ultima pagina. Scritte in bella calligrafia c’erano una serie di ricette napoletane.
«Guarda», dissi a mio marito mostrandogli le pagine aperte.
Paolo guardò il quaderno e disse: «È di mia nonna, me lo ricordo. Povera nonna, se n’è andata troppo presto. Viveva con noi e cucinava benissimo. Ricordo ancora quanto tempo passava a sbattere sul tavolo di marmo l’impasto spugnoso per preparare il babà».
Era un breve ricettario scritto a mano e decidemmo di portarlo con noi.
È così che è cominciata questa mia avventura pseudoletteraria.