Utopia Razionale
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Book preview
Utopia Razionale - Mirco Mariucci
Utopia
Razionale
31 Agosto 2019
Mirco Mariucci
Quarta di copertina
All’interno di quest’opera l’autore espone i tratti caratteristici della sua concezione di società ideale, l’Utopia Razionale, fornisce indicazioni su come trasformare l’utopia in realtà ed illustra un metodo per misurare il livello di evoluzione sociale di una civiltà.
Parte I
L’Utopia Razionale
L’Utopia Razionale
All’interno di questo scritto esporrò, per la prima volta, i tratti essenziali di un nuovo paradigma socio-economico-culturale denominato Utopia Razionale.
Introduzione
Nel corso delle mie riflessioni in ambito sociologico ho compreso, con grande chiarezza, che le numerose distorsioni presenti nell’odierna società non possono essere risolte continuando ad agire all’interno del paradigma corrente, perché è proprio da esso che sono causate.
Parafrasando il premio Nobel per la fisica Albert Einstein, si può sostenere che non è possibile risolvere un problema utilizzando il medesimo livello di pensiero che è stato impiegato per generarlo.
Tutto ciò, ricondotto all’ambito della sociologia, significa che bisogna avere l’onestà intellettuale di riconoscere che gli odierni problemi sociali sono intrinsechi al paradigma che si sta adottando.
Le criticità che ottenebrano le esistenze dell’umanità non sono un male incurabile, bensì una conseguenza di ciò che gli esseri umani hanno posto a fondamento del loro agire.
Ne consegue, che per risolvere i problemi della società bisogna rimettere in discussione gli assunti di base dell’attuale modello socio-economico-culturale.
In verità, si tratta d’indurre un tale incremento del livello di coscienza da consentire l’attuazione di un cambiamento di paradigma in senso rivoluzionario, volendo usare una terminologia cara al filosofo della scienza Thomas Kuhn.
Per questo motivo, nelle pagine che seguono, ho cercato di delineare, nei suoi tratti essenziali, il funzionamento di una società ideale appositamente concepita per porre rimedio alle eclatanti distorsioni causate dall’attuale concezione del mondo.
Tratti essenziali della società capitalistica
In estrema sintesi, la società capitalistica è sostanzialmente basata:
sulla legittimazione della proprietà privata; sull’utilizzo del denaro; sui concetti di Stato e confine; sul (libero) mercato; sul consumismo; sulla globalizzazione; sullo spreco e l’inefficienza; sull’ingiustizia; sulla menzogna; sullo sfruttamento indiscriminato dell’uomo sull’uomo, degli altri esseri viventi e della natura; sull’obbligo; sul ricatto; sul controllo sociale; sulla competizione; sull’egoismo; sulla disuguaglianza; sull’inseguimento del profitto e sulla ricerca di una crescita economica illimitata.
Avvalendosi di pressanti processi di condizionamento mentale e di uno stringente ricatto economico, il modello capitalistico si è ormai diffuso pressoché ovunque sul pianeta Terra e la maggior parte degli individui regola il proprio agire sociale sulla base dei suoi assunti.
Il sistema capitalistico è totalizzante e non risparmia nessuna forma di vita. Lo sfruttamento è trasversale: esseri umani, animali, natura. Tutto è sacrificato sull’altare del dio Denaro.
Vige la legge del più forte e gli esseri umani competono agendo l'uno contro l'altro per conseguire un profitto personale: o si sfrutta, o si viene sfruttati.
Chi non si adegua alle dinamiche economiche rischia la miseria; chi vi si oppone viene screditato, ridicolizzato, censurato, minacciato, manganellato, imprigionato o ucciso, a seconda dei casi. Chi invece vi si adegua, diviene complice e rende possibile l’odierna Distopia, causando il proprio malessere e quello degli altri esseri viventi.
L’agire sociale ha reso l’esistenza infelice e miserabile e sta trasformando la Terra in un luogo inospitale non più adatto alla vita.
Le attività antropiche hanno compromesso l’ecosistema a tal punto che alcuni scienziati prospettano un collasso del sistema mentre altri denunciano l’avvento della sesta estinzione di massa.
Il capitalismo è il fascismo del XXI secolo, dal quale l’umanità deve liberarsi, se vuole realizzare un futuro di pace, benessere e libertà.
Tratti essenziali di una società ideale
All’opposto di quanto fin qui illustrato, la mia visione di società ideale è sostanzialmente basata:
sull’abolizione della proprietà privata, mediante una gestione condivisa delle risorse e dei beni comuni; sul superamento del concetto di Stato e confine, con la riorganizzazione della società in una rete globale di piccole comunità interagenti e autosufficienti, per quanto utile e possibile;
su di un'innovativa organizzazione economica fondata sulla fisica che funziona senza denaro, senza mercato e senza baratto, avvalendosi di un calcolo economico basato sulle risorse scientificamente pianificato con un processo decisionale localizzato e distribuito totalmente svincolato dal concetto di crescita, PIL e profitto, che guarda ai veri bisogni di tutti gli esseri viventi ed alla complessiva sostenibilità ambientale;
sull’obiettivo della realizzazione del benessere collettivo ottenuto mediante: la realizzazione e la fornitura gratuita di beni e servizi effettivamente utili prodotti al massimo della qualità resa possibile dallo stato della tecnica e in quantità tali da essere disponibili per l’intera umanità; la massimizzazione del tempo libero da dedicare alla vita, ovvero la minimizzazione del lavoro umano, scientemente perseguiti mediante l’automazione ed un approccio volto alla qualità ed alla condivisione dei beni; la massimizzazione dell’efficienza e la minimizzazione degli sprechi e dell’inquinamento; il ripudio dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo e degli altri esseri viventi; la realizzazione di un’effettiva condizione di giustizia e uguaglianza sociale; l’esaltazione dell’etica e dei valori della cooperazione, dell’altruismo e della verità.
Se siete arrivati fin qui nella lettura, vi chiedo di avere un po’ di pazienza, prima di esprimere un giudizio, e di approfondire i dettagli di questa nuova concezione assai distante dall’usuale modo di vedere le cose.
Cercate di allontanare la mente dai condizionamenti che avete ricevuto nel corso della vostra vita ed immaginate di visitare, insieme a me, il pianeta dell’Antiterra, la cui esistenza è stata teorizzata dall’astronomo, matematico e filosofo greco antico Filolao, seguace dei Pitagorici.
Stiamo parlando del decimo pianeta del sistema solare, posizionato sulla medesima orbita della Terra ma dalla parte diametralmente opposta rispetto ad essa, così che noi non riusciamo ad individuarlo perché la presenza del Sole ce ne preclude la vista, eclissandolo.
Io, che ho avuto il privilegio di visitarlo, posso assicurarvi che quel pianeta è in tutto e per tutto identico alla Terra ma, a differenza di quanto accade quaggiù, i suoi abitanti, anch’essi umani proprio come lo sono gli esseri umani, hanno organizzato una società su basi scientifico-razionali guardando al più nobile dei fini, vale a dire il raggiungimento del benessere di tutti gli esseri viventi.
Architettura
Sull’Antiterra non ci sono grandi città, ma soltanto piccole comunità popolate da un migliaio di abitanti, o poco più. Gli edifici che compongono i paesi si combinano in modo armonioso con l’ambiente, tanto da abbellirlo.
La densità abitativa è bassa e si vive a diretto contatto con la grande bellezza della natura. Alberi, fiori e ruscelli decorano le vie.
L’architettura si sviluppa in modo concentrico: la parte più esterna, quella più vasta, è dedicata alla produzione del cibo e via via che ci si avvicina al centro dei paesi si possono trovare, in ordine: gli alloggi, le strutture adibite alla fornitura di beni e servizi e quelle finalizzate alla convivialità.
Ci sono case progettate per ospitare da una sola persona ad un’intera famiglia, a seconda delle esigenze di ciascuno, ma non v’è traccia né di alberghi, né di grattacieli.
Gli architetti dell’Antiterra hanno previsto una certa percentuale di abitazioni in più rispetto alle effettive esigenze della popolazione locale, e quelle strutture vengono utilizzate per accogliere temporaneamente i visitatori provenienti dalle altre comunità.
All’interno dei centri abitati ci si sposta prevalentemente a piedi, percorrendo le vie colorate presenti nei paesi: gli abitanti dell’Antiterra non hanno fretta, perché dispongono di molto tempo libero.
Globalmente, invece, vi è una rete di collegamento basata su sistemi di trasporto pubblici ad emissioni zero, che consentono di spostarsi rapidamente tra le varie comunità sparse un po’ per tutto il territorio.
Se si vuole raggiungere un luogo che non è coperto dalla rete pubblica, ci si reca nella comunità più vicina alla meta, e si prosegue percorrendo l’ultima parte del tragitto noleggiando gratuitamente uno dei mezzi di trasporto messi a disposizione di tutti.
Mi è stato spiegato che i luoghi di vita hanno assunto questa conformazione perché sono stati concepiti per assicurare le migliori condizioni psicofisiche degli abitanti.
Le piccole comunità integrate nel verde favoriscono la salute fisica e mentale, le relazioni umane vere e sincere, nonché il corretto sviluppo dei bambini, i quali possono arricchire la loro infanzia con dei genuini contenuti emozionali.
La vita in comunità favorisce l’empatia, rinsalda i legami di fratellanza e lo spirito di cooperazione, e rende anche possibile la partecipazione diretta ai processi decisionali riguardanti la collettività.
Scopi del sistema economico
Sull’Antiterra non v’è traccia né di Stati, né di confini, ci sono soltanto esseri umani che popolano un pianeta in modo sereno e pacifico.
Così come le cellule di un organismo, che cooperano per mantenerlo in vita, ogni comunità agisce in sinergia con le altre per dar luogo ad un’unica armoniosa società globale.
Il segreto di questo grande successo risiede in un’innovativa concezione economica denominata EconoFisica, che mi accingo ad illustrarvi, con grande impazienza, per la prima volta: si tratta di un’economia stazionaria basata sulle risorse, completamente pianificata con il rigore della scienza in modo distribuito, che non fa uso né della moneta, né del mercato, né del baratto per funzionare.
Prima di procedere, converrà chiarire subito le finalità del modello economico adottato sull’Antiterra.
Sostanzialmente, i loro economisti si sono posti un unico obiettivo: produrre e garantire a tutti gli esseri umani l’accesso gratuito a beni e servizi fondamentali di elevata qualità, in modo quanto più efficiente possibile, minimizzando al contempo il lavoro umano e l’impatto ambientale.
L’ho scritto tutto d’un fiato - passatemi il termine - ma è importante che sia così!
Se preferite un’altra formulazione, vi posso dire che lo scopo è di dare a tutti il necessario per vivere in modo più che dignitoso, massimizzando il tempo libero ed assicurando la complessiva sostenibilità ambientale delle attività antropiche.
Il sistema che si occupa della produzione e della fornitura dei