Il pensiero dei presocratici
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Il pensiero dei presocratici - Mirco Mariucci
Indice generale
Che cos'è la filosofia?
Secondo Aristotele
Secondo Bertrand Russell
La Scuola di Mileto
Talete di Mileto
Anassimandro di Mileto
Anassimene di Mileto
Eraclito di Efeso
Pitagora e la setta dei pitagorici
Pitagora di Samo
La Scuola Eleatica
Senofane di Colofone
Parmenide di Elea
Zenone di Elea
I fisici posteriori
Empedocle di Agrigento
Anassagora di Clazomene
Gli Atomisti
Leucippo e Democrito
La Sofistica
Il carattere della Sofistica
Protagora
Gorgia
Socrate
Socrate
Che cos'è la filosofia?
«La filosofia è un prurito». Wittgenstein
Secondo Aristotele
100000000000020B000001ACFF7C65BBAristotele: filosofo, scienziato e logico greco antico. È considerato uno dei padri del pensiero filosofico occidentale.
«Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia.
Mentre da principio restavano meravigliati di fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a porsi problemi sempre maggiori.
Per esempio, i problemi riguardanti i fenomeni della Luna e quelli del Sole e degli astri, o i problemi riguardanti la generazione dell’intero universo.
Ora, chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere; ed è per questo che anche colui che ama il mito è, in certo qual modo, filosofo.
Il mito, infatti, è costituito da un insieme di cose che destano meraviglia.
Cosicché, se gli uomini hanno filosofato per liberarsi dall’ignoranza, è evidente che ricercarono il conoscere solo al fine di sapere e non per conseguire qualche utilità pratica.
E il modo stesso in cui si sono svolti i fatti lo dimostra: quando c’era già pressoché tutto ciò che necessitava alla vita ed anche all’agiatezza ed al benessere, allora si incominciò a ricercare questa forma di conoscenza.
É evidente, dunque, che noi non la ricerchiamo per nessun vantaggio che sia estraneo ad essa e, anzi, è evidente che, come diciamo uomo libero colui che è fine a se stesso e non è asservito ad altri, così questa sola, tra tutte le altre scienze, la diciamo libera: essa sola, infatti, è fine a se stessa.
La filosofia non serve a nulla, dirai; ma sappi che proprio perché priva del legame di servitù è il sapere più nobile.
Non dobbiamo perciò preoccuparci se la filosofia non si dimostra utile o vantaggiosa perché non affermiamo innanzi tutto che sia vantaggiosa, ma piuttosto che è buona, e che la si debba scegliere non per qualcos’altro, ma per se stessa.
La conoscenza e il pensiero filosofico costituiscono dunque il compito proprio dell'anima.
Questa è la cosa più desiderabile per noi, paragonabile, io credo, alla vista, che certamente si apprezzerebbe anche nel caso in cui grazie ad essa non si ottenesse altro risultato se non appunto e soltanto il vedere.
Il filosofo soltanto vive mirando costantemente alla natura ed al divino.
Come il buon capitano di una nave, egli ormeggia la sua vita a ciò che è eterno e costante, là getta l'ancora e vive padrone di sé.
L'attività filosofica ha un grande vantaggio rispetto a tutte le altre, non si ha cioè bisogno di un particolare strumento, né di una sede particolare per esercitarla, ma in qualunque punto della terra uno si ponga all'opera con il pensiero, dovunque gli sarà allo stesso modo possibile afferrare la verità, come se essa fosse presente.
Così dunque è provato che è possibile dedicarsi alla filosofia, che essa è il maggiore di tutti i beni, e che è facile conseguirla.
Per tutti questi motivi, vale la pena di coltivarla con passione».
Aristotele
Fonti:
Opere varie di Aristotele. In particolare, Metafisica e Protreptico.
Secondo Bertrand Russell
100000000000022700000149D5EBE588Bertrand Arthur William Russell: filosofo, logico, matematico, attivista e saggista gallese.
«Filosofia
è una parola che è stata usata in molti sensi, alcuni più ampi, altri più ristretti.
Io propongo di usarla in un senso molto largo, che ora cercherò di spiegare.
La filosofia, nel senso in cui io intenderò la parola, è qualcosa di mezzo tra la teologia e la scienza.
Come la teologia, consiste in speculazioni riguardo alle quali non è stata finora possibile una conoscenza definita; come la scienza, si appella alla ragione umana piuttosto che alla autorità, sia quella della tradizione che quella della rivelazione; tutte le nozioni definite, direi, appartengono alla scienza; tutto il dogma, cioè quanto supera le nozioni definite, appartiene alla teologia.
Ma tra la teologia e la scienza esiste una Terra di Nessuno esposta agli attacchi di entrambe le parti; questa Terra di Nessuno è la filosofia.
Quasi tutte le questioni di maggior interesse per le menti speculative sono tali che la scienza non può rispondervi, e le fiduciose risposte dei teologi non sembrano più tanto convincenti come nei secoli precedenti.
Il mondo è diviso in spirito e materia, e, se lo è, che cos’è spirito e che cos’è materia? Lo spirito è soggetto alla materia o è investito di poteri indipendenti?
L’universo ha un’unità di scopi? Sta evolvendo verso qualche meta? Vi sono realmente leggi di natura, o noi crediamo in esse soltanto per il nostro innato amore dell’ordine?
L’uomo è ciò che appare all’astronomo, una minuscola massa di carbone impuro e di acqua, che striscia impotente su un piccolo ed insignificante pianeta? Oppure è ciò che appare ad Amleto? Forse entrambe le cose insieme?
Esiste un modo di vivere nobile ed un altro abbietto, o tutti i modi di vivere sono semplicemente futili? Se esiste un modo di vivere nobile, in che cosa consiste e come possiamo raggiungerlo?
Il bene deve essere eterno per meritare che gli si dia un valore o val la pena di cercarlo anche se l’universo cammina inesorabilmente verso la morte? Esiste qualcosa come la saggezza, o quella che sembra tale è soltanto l’ultimo perfezionamento della follia?
A tali domande non si può trovare nessuna risposta in laboratorio.
Le teologie hanno preteso di dare delle risposte, tutte troppo definitive, e la loro stessa definitezza fa sì che le menti moderne guardino ad esse con sospetto. Lo studio di questi problemi, se non la loro soluzione, è compito della filosofia.
La scienza ci dice ciò che possiamo sapere, ma ciò che possiamo sapere è poco, e se dimentichiamo quanto non possiamo sapere diventiamo insensibili a molte cose di grandissima importanza.
La teologia, d’altra parte, porta alla fede dogmatica, che si sappia ciò che in realtà si ignora, generando così una sorta di insolenza nei riguardi dell’universo.
L’incertezza tra la speranza ed il timore è penosa, ma deve essere sopportata se desideriamo vivere senza ricorrere a favole belle e confortanti.
Non è bene né dimenticare le domande che la filosofia pone né persuaderci di aver trovato incontrovertibili risposte.
Insegnare a vivere senza la certezza e tuttavia senza essere paralizzati dall’esitazione è forse la funzione principale cui la filosofia può ancora assolvere, nel nostro tempo, per chi la studia».
Bertrand Russell
Fonti:
Storia della Filosofia occidentale, di Bertrand Russell.
La Scuola di Mileto
«Tale fu Talete, fra i Sette Sapienti, portento nell'astronomia». Timone di Fliunte
«Anassimandro di Mileto, discepolo di Talete, per primo ardì disegnare su una carta la terra abitata: dopo di lui Ecateo di Mileto, viaggiatore instancabile, la perfezionò sì da farne un'opera mirabile». Eratostene
«Anassimene, figlio di Euristrato, milesio, sostenne che l'aria è il principio delle cose: dall'aria tutto deriva e in essa poi tutto si risolve. Come l'anima nostra – egli dice – che è aria, ci tiene insieme, così il soffio e l'aria abbracciano tutto il mondo». Aezio
«L'erudizione non insegna ad avere intelligenza... perché in una sola cosa consiste la sapienza, nell'intendere la ragione, che governa tutto il mondo dappertutto». Eraclito di Efeso
«La maggior parte di coloro che per primi filosofarono pensarono che i principi di tutte le cose fossero solo quelli materiali». Aristotele
Talete di Mileto, l'acqua e le piramidi
1000000000000082000000C86DF96C4CTalete di Mileto, il primo filosofo della storia del pensiero occidentale.
La nascita della filosofia è fissata, ad arbitrio, con la figura di un uomo descritto come il primo filosofo della storia occidentale: Talete di Mileto (-624; -545 circa).
Lo scrittore e filosofo Lucio Apuleio lo definisce come: «Il più importante tra quei sette uomini famosi per la loro sapienza» che tra i Greci «fu il primo scopritore della geometria, l'osservatore sicurissimo della natura, lo studioso dottissimo delle stelle».
La summa della filosofia di Talete può essere riassunta con un motto: «Tutto è fatto d’acqua»; tanto basta a suscitare nelle menti di chi si avvicina per la prima volta a queste tematiche la convinzione che sia inutile studiare la filosofia.
Eppure, se il pensiero di un uomo è considerato degno d'esser studiato, ci dev'essere un valido motivo, che forse può essere compreso considerando Talete non tanto come filosofo, così come ce lo saremmo aspettato oggi, ma come uomo di scienza.
Infatti, per formulare la sua tesi, Talete si basò sull'osservazione diretta della Natura e dei fenomeni naturali manifesti.
Il motivo della scelta dell'acqua probabilmente deriva dalla sua abbondate presenza sotto forma di mari, fiumi e precipitazioni, dall'importanza di questo composto chimico nella crescita e nell'esistenza di tutti gli esseri viventi e anche dal fatto che il nutrimento è sempre, in qualche misura, umido.
L'affermazione attribuita a Talete può quindi essere considerata, a ragione, come un’ipotesi scientifica.
In verità, questo tipo di approccio scientifico
fu un tratto peculiare di tutti quei filosofi presocratici di quella che è nota come Scuola di Mileto, della quale, oltre a Talete, fecero parte Anassimene, Anassimandro ed Eraclito.
Alcuni dubitano del fatto che i filosofi di Mileto avessero formato una vera e propria scuola e sostengono che più che altro si trattò di una corrente filosofica con caratteristiche peculiari comuni; ma Teofrasto ci parla di Anassimandro come «cittadino» e «compagno» (etairos) di Talete, che è proprio l'appellativo riservato agli scolari della Grecia antica, solitamente detti «compagni» (etairoi).
A proposito dei membri della Scuola di Mileto il grande filosofo Aristotele si espresse in tal senso:
«La maggior parte di coloro che per primi filosofarono pensarono che principi di tutte le cose fossero solo quelli materiali.
Infatti essi affermano che ciò di cui tutti gli esseri sono costituiti e ciò da cui derivano originariamente e in cui si risolvono da ultimo, è elemento ed è principio degli esseri, in quanto è una realtà che permane identica pur nel trasmutarsi delle sue affezioni.
E, per questa ragione, essi credono che nulla si generi e che nulla si distrugga, dal momento che una tale realtà si conserva sempre.
E come non diciamo che Socrate si genera in senso assoluto quando diviene bello o musico, né diciamo che perisce quando perde questi modi di essere, per il fatto che il sostrato - ossia Socrate stesso - continua ad esistere, così dobbiamo dire che non si corrompe, in senso assoluto, nessuna delle altre cose: infatti deve esserci qualche realtà naturale, o una sola o più di una, dalla quale derivano tutte le altre cose, mentre essa continua ad esistere immutata.
Tuttavia, questi filosofi non sono tutti d’accordo circa il numero e la specie di un tale principio.
Talete, iniziatore di questo tipo di filosofia, dice che quel principio è l’acqua e per questo afferma anche che la Terra galleggia sull'acqua, desumendo indubbiamente questa sua convinzione dalla constatazione che il nutrimento di tutte le cose è umido, e che perfino il caldo si genera dall'umido e vive nell'umido.
Ora, ciò da cui tutte le cose si generano è, appunto, il principio di tutto. Egli desunse dunque questa convinzione da questo fatto e dal fatto che i semi di tutte le cose hanno una natura umida e l’acqua è il principio della natura delle cose umide».
Senza alcun dubbio, il principale elemento di continuità dei membri della Scuola di Mileto fu l'indagine condotta con metodi razionali e laici inerente l'archè, la forza primigenia che, secondo la concezione degli Antichi Greci, domina il mondo, da cui tutto proviene e a cui tutto tornerà, ovvero il principio unico, la sostanza che