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Io mi ricentro: Impara il nuovo e straordinario metodo Dema per ritrovare rapidamente il benessere psicologico
Io mi ricentro: Impara il nuovo e straordinario metodo Dema per ritrovare rapidamente il benessere psicologico
Io mi ricentro: Impara il nuovo e straordinario metodo Dema per ritrovare rapidamente il benessere psicologico
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Io mi ricentro: Impara il nuovo e straordinario metodo Dema per ritrovare rapidamente il benessere psicologico

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About this ebook

Ti sei mai trovato in situazioni stressanti che ti creavano malessere?
Sei consapevole che i tuoi pensieri negativi e le tue convinzioni limitanti possono condizionarti la vita?
Pensi spesso di non essere in grado e hai sensazioni di inadeguatezza e di non essere all'altezza?
Ho voluto creare un metodo che nel più breve tempo possibile permettesse alle persone di recuperare l'equilibrio interiore.
Con il metodo Dema aiuto le persone a cambiare la loro percezione dei problemi, ad affrontare con coraggio le paure e a sciogliere velocemente blocchi psicologici.

Immagina la possibilità di ricentrarti rapidamente dopo aver subito un trauma o un tradimento.

Pensa di poter trasformare una credenza limitante o di superare una fobia utilizzando un metodo semplice.

In questo libro trovi descritti i disagi e i disturbi psicologici più diffusi e il metodo Dema per superarli. Conoscerai a fondo le fobie, l'elaborazione del lutto,le convinzioni limitanti, l'ansia e i pensieri negativi, gli attacchi di panico, lo stress, l'autostima, le emozioni e la loro gestione, i blocchi emotivi, le sensazioni negative di fondo, gli schemi mentali disfunzionali, i traumi e le ferite. Scoprirai il metodo Dema che ti aiuterà a ritrovare il benessere psicologico.

Leggere questo libro ti permetterà di prendere in mano la tua vita e di diventare più sicuro e più forte. Imparerai il metodo Dema che ti permetterà di attivare cambiamenti rapidi, efficaci e permanenti. Avrai così uno strumento sempre a tua disposizione per affrontare le difficoltà che incontrerai.
LanguageItaliano
PublisherBookness
Release dateMar 2, 2023
ISBN9791254891810
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    Book preview

    Io mi ricentro - Alfredo De Marinis

    INTRODUZIONE

    Ho inventato questo metodo dopo anni di studio caratterizzati da un percorso in psicoterapia cognitiva e dalla frequenza costante di diversi corsi di crescita personale. Ho letto tantissimi libri, anche relativi a discipline vicine alla psicologia.

    Ora sono diventato uno psicoterapeuta con un modello tutto mio, che mi piace definire Psicoterapia Rapida del Profondo; molto del mio lavoro si concentra sull’aiutare le persone a lasciare andare via le sensazioni di fondo che limitano e condizionano la vita, come ad esempio sensazioni di tristezza, di paura, di colpa, di ansia, di rabbia ecc. Queste sensazioni di solito hanno origine nel passato, nei primi 10 anni di vita, e poi vengono immagazzinate e interiorizzate a livello profondo e vissute in età adulta. Nel mio lavoro aiuto le persone a superare vecchi traumi e fobie in modo veloce e duraturo. Aiuto le persone a riconoscere, comprendere, accettare e cambiare le convinzioni negative e limitanti, convinzioni sul mondo, su se stessi e sugli altri.

    Mi sono concentrato, negli ultimi anni, a costruire un metodo che aiuti le persone a sciogliere i blocchi e le relative paure in poche sedute (a volte ne basta una). Ho scritto due libri, uno per superare gli attacchi di panico e uno per rinforzare l’autostima; in entrambi questi campi sono diventato esperto e ho costruito metodi standardizzati, la cui efficacia è stata dimostrata negli anni con centinaia di persone. L’obiettivo di questi metodi è aiutare le persone a uscire rapidamente dalle loro sofferenze e dai loro incastri, fornendo strumenti e tecniche che portano a una costante evoluzione e crescita personale.

    A un certo punto, nel mio percorso professionale, mi sono reso conto che l’utilizzo di alcune parole e di alcune frasi ha un effetto incredibilmente terapeutico. Le parole sono straordinarie, hanno la capacità di evocare immagini, sensazioni ed emozioni. Le parole hanno un effetto differente a seconda del vissuto del soggetto, a seconda del significato che hanno per lui; per qualcuno la sensibilità ha un’accezione positiva perché associata all’empatia e all’altruismo, per altri invece è negativa perché è associata alla debolezza e alla fragilità.

    Ho scoperto che alcune parole dette in un certo modo possono creare pensieri, sensazioni, emozioni e immagini positive. Queste parole lavorano a livello inconscio e comunicano con le parti più profonde di noi, costruendo un nuovo equilibrio psicologico. Ho constatato, centinaia di volte, che la ripetizione di alcune frasi porta a cambiamenti immediati degli stati d’animo, contribuisce a creare punti di vista differenti, aiuta a sentire e percepire in modo diverso le situazioni e permette di modificare le convinzioni e le credenze limitanti. Avendo l’opportunità di seguire le persone in varie sedute, ho potuto osservare che i cambiamenti determinati da queste frasi, da queste ripetizioni di frasi, portano a cambiamenti duraturi nel tempo.

    Ho creato un metodo ( ) che utilizzo con qualsiasi tipo di problema psicologico e con cui le persone guariscono. Te ne parlo in modo approfondito nel libro.

    Nel testo sono menzionati diverse parti di alcuni colloqui. Si tratta di trascrizioni reali, anche se per privacy i nomi e i tratti dell’identità sono stati inventati. In alcuni casi, invece, i pazienti mi hanno chiesto di pubblicare i loro tracciati e in questo caso i nomi sono reali.

    Durante i colloqui la P sta per Psicoterapeuta Alfredo De Marinis.

    Buona lettura…

    LE FOBIE

    Le fobie sono pazzesche e incredibili, possono invalidare e condizionare la vita profondamente.

    Ricordo perfettamente Silvia, una donna di 40 anni sposata e con due figli che aveva il terrore dei piccioni. Se non hai paura dei piccioni non li vedi, ma se ne hai la fobia li vedi ovunque!

    Silvia non poteva stendere i panni, non poteva aspettare il pullman alla fermata e non poteva passeggiare in centro sotto i portici perché li vedeva ovunque.

    Capisci? Le fobie tante volte limitano in maniera davvero importante la vita di una persona.

    Se lavoro vicino a casa e ho la fobia dell’aereo è accettabile; ma se mi devo spostare in diverse città per affari diventa insostenibile. Alcune fobie svaniscono in pochi minuti con le tecniche giuste, altre necessitano di una comprensione profonda.

    Cosa sono le fobie? Sono delle paure irrazionali legate a uno stimolo specifico. Questi stimoli possono essere degli oggetti, degli animali, alcune persone o delle situazioni. Potrei avere paura degli aghi, dei cani, dei gatti, degli insetti; potrei avere paura di alcune situazioni sociali, come ad esempio stare in mezzo alla gente o parlare in pubblico, o degli spazi chiusi (claustrofobia), come la paura di prendere l’ascensore, o degli spazi aperti (agorafobia) come le grandi piazze.

    Ci possono essere fobie legate ad alcune modalità: potrei avere una reazione di panico di fronte a qualcuno di molto aggressivo o a qualcuno di molto autoritario. Succede qualcosa dentro il soggetto nel momento in cui percepisce lo stimolo fobico: c’è una sorta di blocco interno, una paura profonda o uno spavento che porta il soggetto a immobilizzarsi oppure a scappare via. La reazione di blocco può essere caratterizzata da un vero e proprio attacco di panico.

    Come mai ci sono le fobie? I motivi sono diversi, facciamo degli esempi. Un giorno è arrivata una persona di 40 anni in studio che mi ha detto: «Io sono qui perché voglio risolvere la mia paura di volare con l’aereo. È un grandissimo problema perché lavoro all’estero e tutte le volte che sto per salire in aereo ho degli attacchi di panico, devo prendere delle medicine e fare degli sforzi pazzeschi». Una domanda cruciale da farle è: «Da quando hai questa fobia?». La risposta: «Da due anni, prima non l’avevo». Questo è un dato molto interessante e la domanda successiva da porre alla persona sarà: «Due anni fa ti è successo qualcosa su qualche aereo? Per caso ti sei spaventato per un atterraggio o per una tempesta? Cosa ti è successo due anni fa?». La persona dice che c’è stato un atterraggio difficoltoso mentre era sull’aereo e da quel momento ha sempre avuto paura che potesse ricapitare o che accadesse qualcosa di peggio. In questo caso si usano delle tecniche per sciogliere quel trauma, quella memoria che è diventata troppo condizionante e invalidante. Elaborato il trauma, la persona torna liberamente a prendere l’aereo con tranquillità.

    Ipotizziamo che la causa sia un’altra. La persona, alla mia domanda se due anni prima fosse successo qualcosa, risponde: «È da due anni che ho paura di prendere l’aereo, non l’ho mai avuta prima e non mi è successo niente. Ogni volta che ho viaggiato in aereo, l’ho sempre fatto con tranquillità, però a un certo punto non sono più riuscito a essere tranquillo stando in aereo». Questo inizia a essere un dato estremamente interessante e la domanda da porgli sarà: «Cosa è cambiato nella tua vita due anni fa? Cosa è cambiato dal punto di vista personale, professionale e relazionale?». Risponde: «In effetti, circa due anni fa è cambiato notevolmente il mio lavoro. L’arrivo di un nuovo capo ha comportato un cambio di ruolo e una serie di aspettative che mi hanno fatto sentire costretto e oppresso». Potrebbe essere che queste nuove dinamiche lavorative, non essendo risolte o elaborate, vengano riversate o proiettate nell’aereo che, essendo un luogo chiuso e senza via d’uscita, metaforicamente riproduce il luogo di lavoro. L’aereo viene vissuto, quindi, come un posto costrittivo e soffocante proprio perché nella vita si sta vivendo quelle sensazioni in un altro ambito. La fobia dell’aereo, in questo caso, è una metafora, un segnale che indica un problema non risolto sul luogo di lavoro. Ci si dovrà concentrare su quell’aspetto, risolverlo, e la fobia automaticamente andrà via.

    C’è un altro caso che può essere importante. La persona potrebbe dire: «Io ho sempre avuto paura dell’aereo». Significa che ha la fobia da quando era piccola. Allora potrebbe essere che sua mamma, suo papà o qualcuno di molto significativo nella sua vita gliel’abbia decisamente trasferita; la persona ha copiato questa paura, l’ha interiorizzata perché l’ha vista in qualcuno di importante. Ad esempio, uno dei due genitori, avendo la fobia, ha esplicitato più volte la paura dell’aereo attraverso gesti, parole, commenti o comportamenti. Il figlio ha assorbito quella paura, attraverso il modello genitoriale.

    A seconda di quale sia la causa della fobia, si interviene in modo diverso: tecniche, esercizi o psicoterapia profonda (spesso psicoterapia breve).

    Se la causa invece è vecchia, come nel caso delle paure ereditate, occorrerà staccarsi da quel modello.

    Ricordo una donna che sviluppò la paura di prendere l’aereo dopo che le era nato un figlio, un maschietto; era spesso in vacanza e amava visitare luoghi nuovi, per cui viaggiava moltissimo. Poco dopo la nascita del figlio ha iniziato a sentire molta ansia quando doveva partire, fino ad avere veri e propri attacchi di panico.

    Durante il colloquio divenne presto consapevole che non riusciva più a concedersi spostamenti con l’aereo perché si sentiva in colpa nel lasciare il bimbo a casa. Quindi, il senso di colpa per non essere una buona madre nel momento in cui decideva di fare un viaggio per svago o per divertimento ha fatto sì che questa donna costruisse la fobia dell’aereo. Alla fine di un colloquio disse: «Ho capito tutto. Mi sono fatta venire la paura dell’aereo per non sentirmi una cattiva madre! Se continuassi a viaggiare trascurerei mio figlio e questo mi farebbe stare malissimo. Quindi, la fobia dell’aereo mi serve per essere una buona madre; se non viaggio resto vicino a mio figlio e così non ho sensi di colpa! Se ci penso ora mi sembra talmente chiaro. Eppure non riuscivo a fare i collegamenti». I colloqui successivi si sono concentrati sulla sua idea di madre, sui significati del ruolo e sulle aspettative sue e degli altri.

    Ricapitolando, le fobie si possono sviluppare:

    I traumi possono essere anche vecchi o infantili. Simona aveva subito diverse umiliazioni a scuola: ricordava episodi in cui i professori, durante le interrogazioni, la prendevano in giro procurando fragorose risate negli alunni. Lei si sentiva bloccata, immobile e incapace di reagire. Simona, in età adulta, ha costruito la paura di parlare in pubblico e nelle riunioni di lavoro. Capisci? Situazioni simili riattivano emozioni simili.

    A volte i traumi infantili possono essere rimossi, dimenticati, perché la coscienza non tollera la sofferenza associata. È il caso di Alessia, donna di 30 anni, che aveva la fobia della sessualità; in particolare aveva il terrore della penetrazione. In seguito al percorso di psicoterapia è riuscita a far emergere ricordi infantili di abusi subiti. Elaborando questi traumi, Alessia ha potuto iniziare a vivere liberamente la propria sessualità.

    Simona e la paura del Covid

    Simona arriva da me e chiede una consulenza perché ha una grande paura del Covid; infatti si presenta indossando due mascherine. Nel mio studio io ho la mascherina e sono presenti un divisore in vetro, che mi distanzia dal paziente per più di due metri, e il gel per disinfettarsi le mani, ma lei si presenta comunque come se fosse in pericolo. Mi dice che non ce la fa più perché ha il pensiero fisso di potersi contagiare e che si sta isolando in modo drammatico.

    P: Prima di tutto descrivimi la tua paura, cosa senti?

    Simona: Allora, la paura mi viene innanzitutto quando sono nei luoghi chiusi.

    P: Quando sei in luoghi chiusi con altra gente?

    Simona: Sì, sì. Poi mi viene il fiato corto, sento subito che mi si chiude la gola. Faccio un esempio: quando qualcuno mi ha detto di avere avuto il Covid, appena l’ho sentito mi è venuta paura.

    P: Quindi ti spaventi subito e

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