Leggenda Eterna - Intermezzo - Risveglio
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Dall’incipit del libro:
Mamma Cara, Tu hai vinto tutte le mie antiche e vivissime ripugnanze con tre parole: «Fallo per me.» — Eccoti dunque il volume delle mie liriche. Chi seppe dei miei pertinaci rifiuti agli stimoli dei ma e- stri e degli amici, e ai cortesi inviti degli editori, dirà ora co n un sogghignetto beffardo: — «Oh f inalmente, ecco dunque il famoso topo della leggendaria montagna!» — Ma io col pensiero vedo il mio volumetto nelle tue mani — la mia anima nelle tue mani — ti vedo sorridere …
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Leggenda Eterna - Intermezzo - Risveglio - Vittoria Aganoor Pompilj
Vittoria Aganoor Pompilj
decorationLa Leggenda Eterna - Intermezzo - Risveglio
Leggenda Eterna - Intermezzo - Risveglio
di Vittoria Aganoor Pompilj
Copyright © 2023 Barbara Di fiore Editore
Tutti i diritti riservati compresi i diritti
di riproduzione totale o parziale in qualsiasi forma
ISBN: 9788831201988
Per ulteriori informazioni sulle nostre pubblicazioni
https://www.barbaradifioreditore.com
Indice dei contenuti
VITTORIA AGANOOR POMPILJ
A GIUSEPPINA PACINI AGANOOR
PREFAZIONE
LEGGENDA ETERNA
I. CANTO DELL'AMORE
II. IL CANTO DEL DUBBIO
III. IL CANTO DELL'ODIO
ADOLESCENTULA
FINALMENTE!
L'AVE
O DOLCE NOTTE...
RITORNO
DUE NOVEMBRE
A UN COLIBRÌ IMBALSAMATO
APRILE
IMPRESSIONI DI SALOTTO
IL TRENO
SOTTO LE STELLE
STELLE CHIARE
LA VECCHIA ANIMA SOGNA...
DIARIO
I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
INTERMEZZO
PAESAGGI
NEL VECCHIO PARCO.
IMPRESSIONI VENEZIANE
UNA PROCESSIONE IN CANNAREGIO.
SCHIZZO
DICEMBRE
GRANDINATA
VESPERO
VISIONE
VAL DI SELLA
(TIROLO).
PAESAGGIO ESTIVO
PIOGGIA
CANTO D'APRILE
PER MIA SORELLA MALATA
PIOGGIA D'AUTUNNO
NOVA PRIMAVERA
L'ULTIMA PRIMAVERA
NOTTURNO
DALLA TERRAZZA
PAGINA DI DIARIO
«È NEL MIO SOGNO...»
RISVEGLIO
RISVEGLIO
«NOI VOGLIAMO...»
VESPERO D'APRILE
LA BREZZA
La BREZZA
IL VENTO
RINUNCIA
ACCANTO AL FOCO
MADRIGALE
SOTTO IL CIEL...
5 MARZO 1896
LA STREGA
GLORIA
DOMANI
FEBBRE
PEL MONUMENTO A G. ZANELLA
REVERSIBILITÀ
LA COMETA DI TEMPEL
BIASIMO
ORE TRISTI
VINTO
INFERMA
NATALE..... 1894!
«SOTTO LA MIA FINESTRA...»
I CAVALLI DI SAN MARCO
ALBA
VARO
A MIO PADRE
O MORTI!...
L'EQUIVOCO
FANTASMI DI GRANDI
I.
II.
PEL MONUMENTO A SHELLEY
PASQUA DI RESURREZIONE
MYSTICA
DEBILITAS
AGONIA
TRIONFO...
NEL BOSCO
I.
II.
III.
TENTAZIONE
PAX
LA PORTA DI BRONZO
FANTASIA
«L'EGRO DICEA...»
L'ORA
PER VIA
PER LA LUNA
LEGGENDO MAETERLINCK
CHE COSA IO TEMO
SOGNO
DIALOGO
ABENÈZER
ANCORA NEL VECCHIO PARCO
POIESIS
NATALE 1895!
IL CANTO DELL'IRONIA
PER LE NOZZE DI DONNA LAURA RUSPOLI
La Serenata.
L'ANELLO DEL MORTO
SILENZIO
«O PAROLE...»
GLORIA
VITTORIA AGANOOR POMPILJ
26 maggio 1855 – 8 maggio 1910
Vittoria Aganoor è un'icona di ispirazione per tutti coloro che la conoscono. La sua storia ci ricorda che la forza, l'impegno e la dedizione possono superare qualsiasi barriera. Con perseveranza ed entusiasmo, la sua spirito incoraggia gli altri a seguire le proprie aspirazioni. Per Vittoria, nulla poteva essere più prezioso della libertà di inseguire i propri sogni: sapeva che i fallimenti e gli ostacoli incontrati nel cammino fossero fondamentali per apprendere e capire meglio se stessa e il mondo che la circondava. Durante ogni passo del viaggio verso il raggiungimento della sua meta, Vittoria si manteneva focalizzata sul risultato finale. Incontrava amici, mentori e persone ispiranti che facevano di tutto per sostenerla lungo il cammino. Sebbene affrontasse prove difficili ed esperienze dolorose, Vittoria non ha mai smesso di credere nei suoi sogni: il suo cammino continua ad illuminare la via per molti altri.
A GIUSEPPINA PACINI AGANOOR
A GIUSEPPINA PACINI AGANOOR
MIA MADRE
Mamma Cara,
Tu hai vinto tutte le mie antiche e vivissime ripugnanze con tre parole: «Fallo per me.» — Eccoti dunque il volume delle mie liriche. Chi seppe dei miei pertinaci rifiuti agli stimoli dei maestri e degli amici, e ai cortesi inviti degli editori, dirà ora con un sogghignetto beffardo : — «Oh finalmente, ecco dunque il famoso topo della leggendaria montagna!» — Ma io col pensiero vedo il mio volumetto nelle tue mani — la mia anima nelle tue mani — ti vedo sorridere... e mi basta ................................................................................................................................................................
Venezia '99.
Questa la dedica che ti destinavo, mamma, quando la notte di dolore non era ancora discesa sulla mia anima... Tu non vedesti la dedica, non vedesti il volume... «Ma soltanto adesso nella tua nuova vita (consentite Antonio Fogazzaro ch'io ripeta le vostre parole) «soltanto adesso con la tua potente visione di spirito» hai potuto leggere tutto il libro nel suo fondo oscuro, vedere gl'incerti pensieri, le varie fantasie, le passioni onde uscì verso a verso, lento e triste, portandone seco l'ombra; soltanto adesso che meglio mi sai e meglio mi ami, non curando lodi nè censure altrui, cingendoti, nella memoria, con le mie braccia, lo consacro a te.
Venezia, aprile 1900 .
La tua Vittoria .
PREFAZIONE
MAI!
Sotto la luna i mille cavalieri,
come a squillo che chiami alla raccolta,
vanno, volano, ansanti, a briglia sciolta,
curvi sul crine dei cavalli neri.
Ciechi, folli, non vedono, sui vaghi
poggi, il grappolo offrirsi dalle viti,
nè i casolari lampeggiar gl'inviti
di pace, in riva agli assopiti laghi.
No, no, no! Solo, luminoso, alato,
bello d'una terribile bellezza,
con voce di comando e di carezza
chiama il sogno da tanti anni sognato.
Laggiù laggiù tenacemente chiama
e laggiù l'orda turbinosa vola
credula, dove una crudel parola
spegnerà il foco dell'accesa brama.
Sta l'orrenda parola nel profondo
dell'abisso, che attira avido e inghiotte
chi le malìe sfidando della notte
corre ai miraggi che non son del mondo.
Ma che val! me che importa! — il sogno mente;
tutto è invano! — Che importa? Avanti! io sono
con voi, fratelli! e sprono e sprono e sprono
il mio cavallo disperatamente.
LEGGENDA ETERNA
I. CANTO DELL'AMORE
Può dunque una parola, una sommessa
parola, detta da un labbro che trema
balbettando, valer più d'un poema,
prometter più d'ogni miglior promessa?
Può levarsi, a quel suono, una dimessa
fronte, raggiando, qual se un diadema
la cinga, e può dar tanto di suprema
gioia, che quasi ne rimanga oppressa
l'anima?... Io credo svelga oggi dai cuori
ogni ricordo d'amarezza, ormai
sazio d'umane lagrime, il destino.
È così certo! non mai tanti fiori
ebbe la terra, e il cielo non fu mai
nè così azzurro, nè così vicino!
II. IL CANTO DEL DUBBIO
Tace nella notturna estasi il cielo:
come d'oblìo profondo
in un magico avvolto immenso velo
cade nel sonno il mondo.
—