Filatelia antisemita. Il razzismo fascista e i francobolli
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Filatelia antisemita. Il razzismo fascista e i francobolli - Filippo La Fauci
1
La rivista La Difesa della Razza
Il fascismo provò in molti modi a rendere il razzismo cibo per tutti
², attraverso una propaganda ampia e pervasiva presente in libri, quotidiani e in ogni genere di periodici, alcuni dei quali espressamente dedicati al tema. Tra questi ultimi un ruolo fondamentale fu svolto dalla rivista La Difesa della Razza
, il cui primo numero, uscito in edicola il 5 agosto 1938, precedette di poche settimane la promulgazione delle prime leggi razziali. La rivista, la cui redazione dal novembre 1938 trovò sede all’interno di Palazzo Wedekind, nella centralissima Piazza Colonna a Roma (fig. 1)³, fu pubblicata con cadenza quindicinale fino al 20 giugno 1943, per un totale di 118 numeri⁴.
(Fig. 1)
2 maggio 1939.
I presidenti del Senato e della Camera dei Fasci e delle Corporazioni si recano dal re Vittorio Emanuele III, insieme a una delegazione dei due rami del Parlamento, per presentare al sovrano l’indirizzo di risposta al Discorso della Corona. A sinistra Palazzo Wedekind con la redazione de La Difesa della Razza
, a destra Palazzo Chigi, sullo sfondo Piazza Montecitorio⁵.
___________________
² Giorgio Almirante, …Chè la diritta via era smarrita…
in La Difesa dellaRazza
, anno V, numero 13, p. 11.
³ Francesco Cassata, La Difesa della razza. Politica, ideologia e immagine del razzismo fascista
, 2008, p. 56.
⁴ In realtà i numeri fisici furono 117, in considerazione del numero doppio 21-22 del III anno.
⁵ Da collezione privata.
2
L’autore dell’articolo: Troilo Salvotti
Troilo Salvotti de Bindis scrisse dieci articoli per La Difesa della Razza
, oltre a una lettera pubblicata nel Questionario
, la rubrica che chiudeva i vari numeri della rivista. Sulla sua figura non sono molte le notizie disponibili, ma i paragrafi che seguono contribuiscono a delinearne il profilo di fascista, combattente e convinto sostenitore del più rigido antisemitismo⁶.
2.1
La visita di Troilo Salotti al Minculpop
In un promemoria del 17 gennaio 1940 della Direzione Generale per i Servizi della Propaganda del Minculpop, il Ministero della Cultura Popolare, il barone Salvotti risultava essersi presentato alla Direzione stessa, dichiarando di essere ben conosciuto dal Gabinetto ministeriale, che lo aveva indirizzato in tal senso. Egli aveva riferito che in qualità di impiegato della Ditta Cook (per la quale lavorava come accompagnatore di turisti poiché conosceva cinque lingue) aveva la possibilità di tenere contatti con molti stranieri e ne approfittava per compiere propaganda anticomunista, antiebraica e antimassonica. Assicurava anzi di essere in possesso di un ricchissimo schedario e di tenersi in contatto con il prefetto di Firenze,