Il Ladro del Tempo: Racconti
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Il Ladro del Tempo - Claude de Bray
Incipit
Anima gemella e ammore
Tanto tempo fa, ma non molto, la notte mi piaceva assaje, molto.
Ehh perché lo so che parlo una lingua strana, mi capisco solo io, non perché sia più intelligente ma solo chiù strunze, più stupido.
A me mi
piace assaje fare riferimenti, sottintesi, a cose che ho visto, letto, sentito e lo so che non le potete comprendere a meno che non tenete la stessa capa vacante come la mia… che naviga alla velocità della luce, che sarebbe quella di un Corricolo che un tempo attraversava la Napoli borbonica.
Poi ci sono pure fatti e misfatti che ammesco, mischio, inconsapevolmente e che mi inducono in errori colossali che un tempo non avrei mai commesso; ora mi sfuggono i nomi, i ricordi e confondo pensieri a volte attribuiti a Belli e invece sono di Trilussa.
Il giorno che poi dimenticherò le persone amate, be… confido in una letterina che ho scritto ed affidato ad una specie di Babbo Natale.
E di amore riflettevo in queste notti, di anime gemelle, di bellezza, in queste notti che stranamente non dormo come non accadeva da tempo, come se aspettassi qualcuno o qualcosa.
Allora se tenete pacienza, pazienza, e seguite la cape, la testa, di caxxx che tengo, consapevoli che spesso lo piglio per la banca dell’acqua, provo a dire la mia.
Stanotte mi sono ricordato, vagamente, i dialoghi di Platone ammiscati, mischiati, con Aristofane e altri nullafacenti e ho capito che, in fondo, nella vita è stato sempre quello che ho cercato, pur non riuscendoci.
Non ho cercato avventure di cui vantarsi, ho cercato la bellezza.
La cosa inizia da lontano, da questi maledetti greci che pure se ti dovevano dire buongiorno facevano un simposio, ed erano capaci di discutere se con tale parola si augurava un buon giorno agli altri, se era la conferma di un buon giorno, se fosse un buon giorno per colui che lo diceva…. insomma quando si mettevano a fare i simposi era uccelli senza zucchero!!!
Androgini, Socrate, Platone, Eros e Aristofane… questo pensavo stanotte e tramutato il tutto in immagini tipo Il ratto di Prosperina, Amore e Psiche, Apollo e Dafne ammiscando quindi pure Canova, Bernini tralasciando l’arte pittorica che francamente ho difficoltà ad inquadrare…. È un fatto che ho sempre avuto; le immagini per me sono più complicate delle parole o delle cose materiali come blocchi di marmo, ci metto troppo tempo a mettere a fuoco l’arte pittorica perciò mi rompo il caxxo e vado avanti.
Ue... uno è bravo in matematica, un altro in fisica quantistica, altri a scrivere canzoni, poesie ed altri, come me, a scrivere un cumulo di cazzate.
Dunque partiamo dagli androgini, che nella mitologia greca erano con quattro mani, quattro gambe, due volti e da una parte tenevano il pisellino e dall’altra la farfallina, insomma avevano la parte maschile e femminile insite in un tutt’uno.
Erano autosufficienti, forti, e temuti. Gli dei, che hanno sempre tenuto la cazzimma, iniziarono a temerli e Zeus, mi pare, scagliò una saetta e li divise; come Ercole perdeva la sua forza quando si tosava, gli androgini diventarono uomo e donna a cui l’uno mancava all’altra.
Iniziò così per queste due nuove entità la ricerca dell’altra parte senza la quale la loro esistenza appariva inutile; cercavano di abbracciarsi, nella speranza di riunirsi, fondersi, e diventare ancora un tutt’uno… ma non ci riuscivano proprio.
Siccome gli dei avevano, oltre alla cazzima, pure un egocentrismo sfrenato si resero conto che senza gli uomini, oramai tristi ed infelici, rischiavano a loro volta di essere infelici e allora mandarono a Eros per insegnare agli uomini e donne il kamasutra.
Confidando che con il ricongiungimento fisico potessero avere una sorta di rimembranza androgina ed essere più felici, nel procreare gli Dei si sarebbero assicurarti la