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Il mio caro covid B.S.
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Ebook130 pages1 hour

Il mio caro covid B.S.

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About this ebook

Difficile poter immaginare come deve essere stato “conoscere” il Covid da vicino, quando questo ti conduce in un letto di ospedale, per un tempo lungo, lunghissimo, in cui accanto a te altre persone lottano disperatamente per rimanere attaccate alla vita. Quello di Ciro Nasta, però, non è solo il racconto di questa esperienza vissuta in prima persona: è piuttosto il diario di un percorso introspettivo alla ricerca di quel bene che si cela anche negli angoli più bui, in un toccante viaggio tra le nostre paure più profonde ma anche tra le nostre speranze più luminose. Un racconto unico nel suo genere, prezioso per chi non vuole mai arrendersi alle avversità.

Ciro Nasta è nato a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, nel 1957. Naturopata, Bioterapeuta, Sonoroterapeuta. Si occupa da sempre di salute, alimentazione naturale, equilibrio bioenergetico e fitoterapia, nella veste di consulente del benessere fisico e psicofisico e operatore olistico, e da sempre scrive. Ha pubblicato per conto dell’editrice Stampa Democratica 95 Il mio modo di essere (La vita in vita) nel 2006, con poesie e saggi.
LanguageItaliano
Release dateOct 31, 2022
ISBN9788830672314
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    Il mio caro covid B.S. - Ciro Nasta

    LQ.jpg

    Ciro Nasta

    Il mio caro covid B.S

    Una storia vera

    © 2022 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma

    www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com

    ISBN 978-88-306-6353-4

    I edizione settembre 2022

    Finito di stampare nel mese di agosto 2022

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa

    Il mio caro covid B.S

    Una storia vera

    Introduzione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: «Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere».

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi:

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi, ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei Santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i quattro volumi di Guerra e pace, e mi disse: «Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov».

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre, è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi, potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    Ad ogni singola persona che leggerà questo libro.

    In ogni circostanza anche oscura si nasconde un lato di luce: anche nell’immaginare una lacrima che scende sul viso c’è tanta tristezza, ma intanto scendendo sul viso... ti accarezza.

    Nota introduttiva

    Non si tratta di una storia immaginata.

    Quello che è scritto è il racconto in presa diretta di un’esperienza che in questi tempi è stata ed è comune a molti, e che non tutti purtroppo possono raccontare.

    È il covid, il mio caro covid del titolo, vissuto in una stanza del reparto di rianimazione del Covid Hospital di Boscotrecase, e poi in ogni fase della lenta uscita dall’incubo. Con gli incontri, spesso drammatici, fatti nella degenza in ospedale, i report delle chat con le persone care, unico contatto possibile con la normalità del quotidiano. E naturalmente le riflessioni, le meditazioni, i propositi per il futuro fatti da un osservatore acuto e profondo, che riesce a mantenere lucidità e positività anche quando vacillano tutte le certezze, quando le strutture portanti del suo universo diventano in un nulla fragili come pareti di carta velina.

    Il tempo che scorre lento nel sibilo dell’ossigeno ed i rumori ritmici degli apparecchi di monitoraggio servono all’autore a riconsiderare anche altri momenti della sua vita, talvolta drammatici, alla luce di quello che gli sta accadendo. Tra questi la sconvolgente vicenda della lunga malattia della moglie, che ha vissuto con uno stoicismo davvero esemplare.

    E da questa miscela di silenzi e paure, solitudine e raccoglimenti, attimi di sconforto e momenti di speranza, che come in un viaggio (mistico) alla scoperta di se stesso si rivelano i valori fondamentali dell’esistenza, si riconoscono le gioie autentiche, si identificano i sentieri da percorrere in futuro.

    Un futuro che lentamente diventa sempre più possibile con la guarigione che avanza.

    E così anche questa lettura diventa un viaggio, da intraprendere condividendo l’esperienza di un uomo che racconta se stesso, le speranze ed i propositi nati in un momento estremamente drammatico, condiviso da tante persone in questi giorni, ancora sconvolti da questo virus terribile, con l’auspicio che l’ottimismo cui l’autore arriva, malgrado tutte le vicissitudini, possa essere di conforto, di riflessione e di stimolo al lettore.

    Il mio caro Covid B.S.

    Ognuno di noi ha il suo tempo terreno... destinato e delineato da una miriade di varianti in un ventaglio di infinite sfumature, che ondeggiano e fluttuano dentro e fuori di noi, con costanza e continuità, senza sosta fino alla fine del nostro tempo...

    Tutto prende forma con le nostre scelte, dalle più piccole e banali a quelle più importanti e portanti...

    Delineiamo così il nostro intimo e personale percorso della nostra vita terrena.

    Tutto il nostro tempo terreno e quindi la nostra vita viene costantemente intrisa dal bene e dal male.

    Sentimenti, sensazioni, emozioni... pensieri che nella loro naturale spontaneità spesso risultano essere tendenzialmente intrisi di negatività che a volte diventa anche estrema; oppure possono essere positivi e a volte propositivi.

    Se ci fosse stato solo l’estremo positivo, la vita sarebbe stata paragonabile al paradiso terrestre. Adamo ed Eva erano nel paradiso terrestre, ma non ne avevano la consapevolezza. Erano nell’unicità dell’estremo bene... nel bene incondizionato, e di ciò ne ebbero coscienza solo quando scelsero di peccare.

    Con la conoscenza e la consapevolezza del male, l’unicità del bene si trasformò in dualità: il bene e il male; ed iniziarono le scelte, le fatidiche scelte... Che bello!

    Tutto ha inizio dal concepimento.

    Quando veniamo concepiti, tra i tanti spermatozoi e i tanti ovuli, solo due si scelgono... e in un soffio vitale nasce una vita, unica nell’eternità (non c’è stata una vita uguale prima, non ce ne sarà una uguale dopo). È semplicemente meraviglioso.

    Meraviglioso è il dono della vita.

    La dualità.

    Naturalmente nessuno nella propria natura,

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