Cuore Di Pietra: La Famiglia Stone. Riley. Libro 3
By Lisa Hughey
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Lisa Hughey
USA Today Bestselling Author Lisa Hughey started writing romance in the fourth grade. That particular story involved a prince and an engagement. Now, she writes about strong heroines who are perfectly capable of rescuing themselves and the heroes who love both their strength and their vulnerability. She pens romances of all types—suspense, paranormal, and contemporary—but at their heart, all her books celebrate the power of love. She lives in Cape Ann Massachusetts with her fabulously supportive husband, two out of three awesome mostly-grown kids, and one somewhat grumpy cat. Yoga, hiking, and traveling are her favorite ways to pass the time when she isn’t plotting new ways to get her characters to fall in love. Facebook: https://www.facebook.com/LisaHugheyRomanceAuthor/ (Facebook reader group https://www.facebook.com/groups/1461466603883492/) Twitter: http://www.twitter.com/lisahughey Instagram: https://www.instagram.com/lisa.hughey/ Pinterest: https://www.pinterest.com/lisahugheyautho/ www.lisahughey.com
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Cuore Di Pietra - Lisa Hughey
1
CAPITOLO UNO
Due settimane prima
Riley Stone non aveva un tipo di donna ideale.
Amava tutte le donne allo stesso modo. Basse, alte, magre, in carne. Estroverse, timide, giovani, vecchie. Dolci, sexy o anche bisbetiche.
E tutte s’innamoravano di lui.
Quando era più giovane, era giunto alla felice conclusione che poteva usare il suo fascino in qualsiasi situazione, anche la più delicata, e uscirne vittorioso.
Aveva sviluppato quell’abilità fin da ragazzino. Quando aveva capito che non era portato per lo studio e la cultura in generale, aveva deciso di fare affidamento su…le qualità nascoste. Aveva imparato a sfoderare il suo fascino sugli insegnanti, quando gli assegnavano i voti, una cosa molto utile visto che non riusciva a combinare molto a scuola.
Aveva la parlantina giusta. E il suo sex appeal, da adulto, era diventata una seconda pelle. Ormai non doveva più nemmeno fingere, gli veniva spontaneo.
Diventato uomo, si era reso conto che quelle doti avevano un effetto positivo sulle persone, che stavano bene in sua compagnia.
Chiaramente ogni persona era a sé, ma lui riusciva sempre a trovare il modo giusto per metterle a proprio agio.
Era abbastanza superficiale da utilizzare il suo dono soprattutto per portarsi a letto le donne che gli piacevano.
O almeno era stato così fino a poco fa. Da che era entrato nell’azienda di famiglia, la GHR & Stone Consulting, era più impegnato a mettersi in mostra con i suoi fratelli, piuttosto che a sollazzarsi col sesso.
Anche se non riusciva a perdere del tutto il suo brutto vizio, specialmente se si trovava davanti a una bella donna.
Come va, tesoro?
Si fermò a chiacchierare con Ava Sanchez, l'assistente di suo fratello Jack, facendola arrossire e balbettare. Lei non capiva di essere una vera bomba sexy. Ma Riley aveva una regola: mai andare a letto con colleghi e i dipendenti.
Era riuscito a mantenere ottimi rapporti con tutte le donne con cui aveva avuto un'avventura. Il che era un ulteriore vanto per lui. Ma le probabilità che, a un certo punto, le cose potessero volgersi al peggio erano molto, molto alte. Diamine, avrebbe potuto perfino mettere a repentaglio il suo lavoro nella Global Humanitarian Relief & Stone Consulting, quindi la dolce Ava era off limits.
Le sorrise dolcemente.
E' pronto a ricevermi?
Sì. Puoi entrare.
rispose lei con un cenno del capo. Ma non è solo.
Cliente femmina?
Ava annuì, abbassò lo sguardo e sorrise.
Ottimo.
Riley perse un secondo a sistemarsi per bene i polsini della sua camicia di cotone egiziano, e lisciare con la mano la cravatta dal disegno geometrico e iridescente Jhane Barnes.
Ci teneva ad apparire sempre al massimo della sua eleganza, soprattutto davanti alle clienti. Non accadeva spesso, ma qualche volta sì. E quello era il suo giorno fortunato. Diede una sbirciatina alla donna seduta di fronte alla scrivania di Jack. Gli era di spalle, quindi non riusciva a vedere molto. Sembrava carina, elegante, ben pettinata. La sua chioma era tutta riccioli dorati, ma dalla postura del suo corpo Riley capì che era molto nervosa.
Atteggiò le labbra in un sorriso sensuale e si diresse nell’ufficio del fratello. Jack sembrava molto impegnato a discutere con la signora.
Non appena lo vide entrare, tirò un sospiro di sollievo.
Ah Ry, sei qui!
Gli sorrise con disperazione, mentre si alzava dalla poltrona e si affannava a presentare il fratello alla sua cliente, come se fosse la sua unica àncora di salvezza. Vorrei presentarti la signorina Diana Lundberg, di Tools for Schools.
La donna si alzò di scatto e gli tese la mano con piglio…abbastanza virile.
Era alta, più magra che robusta, e tutt’altro che sinuosa. Quando si strinsero la mano, il contatto con le sue dita tozze e umidicce, ed esageratamente grandi, colpì Riley come un pugno allo stomaco. Una botta di lussuria assolutamente ingiustificata, che lo spinse a stringere la mano con forza e a fissare la donna direttamente nei suoi occhi azzurri e freddi.
Piacere.
mormorò, stordito.
Lei ritrasse la mano e si voltò verso Jack.
Ha intenzione di riportare Tarzan nella giungla?
Aveva uno sguardo duro e il tono caustico, che rasentava l’insolenza.
Jack corse in difesa di Riley. Mio fratello è bene addestrato, signora, e conosce la zona come il palmo delle sue mani.
Sono più intelligente di quanto sembri.
ridacchiò Riley, sfoderando il suo miglior sorriso. Stava tirando fuori tutto il suo fascino, ma non intendeva fermarsi lì.
Quella donna gli piaceva. Male. Affondò le mani nelle tasche per resistere all’impulso di toccarla. Non lo faceva quasi mai, perché detestava rovinare la linea dei suoi pantaloni in gabardine di lana pregiata, ma in certi casi bisognava ricorrere a misure estreme. Mai mostrarsi interessati a una cliente.
La donna sbuffò. Certo, come no.
Quel comportamento da arpia stava per scalfire la nascente passione di Riley.
Dove andiamo?
Filippine. - ribatté Jack - Sulu, nello specifico.
Perfetto. Conosceva bene quei posti. Non erano i suoi preferiti, data il pessima clima politico che faceva schifo quasi quanto quello atmosferico.
La stagione dei monsoni era quasi finita, ma laggiù il tempo era pazzo, e seguiva regole del tutto a sé. Per non parlare degli insetti. Rabbrividì. Ma si sarebbe fatto coraggio.
Carico?
Materiale scolastico.
rispose Jack.
Il mio preferito.
Riley sorrise, mostrò la dentatura bianca e perfetta e cercò di sciogliere la virago. Si perse nella carica magnetica che trasudava da lei come un campo di forze, mescolata ad una stratosferica rabbia repressa.
La dolce arpia non si era affatto sciolta. Anzi, sembrò irrigidirsi ancora di più, con gli occhi che lanciavano fuoco. Forse è meglio che ci vada da sola, nelle Filippine. Lui non mi convince affatto.
Riley piombò miseramente sulla terra.
Come?
Inarcò le sopracciglia e si voltò di scatto verso Jack. Drizzò le spalle e affondò con forza le mani in tasca. Non penserai di affibbiarmi questa amabile signorina!
Abbassò il tono di voce, cercando di mantenere il controllo. Fino all'isola di Sulu
.
La vide arrossire lievemente, e i muscoli della mascella contrarsi sugli zigomi alti e delicati. La donna strinse le labbra in una smorfia di contrarietà, e il suo corpo vibrò di stizza.
Assolutamente da escludersi.
sibilò. Lanciò un’occhiata feroce a Riley e si rivolse di nuovo a Jack. Ha qualcosa di meglio da offrire?
Sebbene risentito dal suo atteggiamento di rifiuto, Riley si sentiva più preoccupato per l’ intenzione della donna di recarsi nelle Filippine. Nell'isola di Jolo, in particolare. Non vorrai andare davvero in quel posto!
esclamò scuotendo la testa, nel tentativo di comprendere le sue ragioni. Non dirai sul serio.
Invece sì. Ed è lì che andrò.
Guarda, tesoro...
Mi chiamo Diana! - esclamò la donna, a denti stretti - Ti prego di non dimenticarlo!
Okay, Di. - azzardò Riley, sfoderando il suo rinomato fascino, in grado di far cadere chiunque ai suoi piedi - Ma stai parlando di un luogo affollato di pirati e terroristi, il quartier generale del MNLF, un posto da dove tutti cercano di scappare per restare vivi, soprattutto i civili. Non è certo un posto adatto a una donna...
Ma stai scherzando? - ringhiò la donna - Certo che lo è! Fa parte del mio lavoro. E ci andrò, a qualsiasi costo!
Riley sbatté le palpebre. Perché diamine non lo stava ascoltando?
Quel posto non è sicuro per nessuno.
Lo so. Ecco perché ho deciso di consegnare quella roba di persona.
chiarì Di.
E’ troppo pericoloso per te.
ribatté Riley.
Lei incrociò le braccia sul petto con pazienza, e lo sguardo di Riley non poté fare a meno di scivolare sulle sue morbide rotondità, coperte e quasi amorevolmente accarezzate dal girocollo blu ghiaccio di Henley.
Questo è il motivo per cui mi sono rivolata alla GHR.
Le scuole vengono continuamente rase al suolo, laggiù.
puntualizzò Riley, con una fitta al cuore.
Quei bambini avevano bisogno di tutto l'aiuto possibile.
So anche questo, e così mi sono affidata a Jack.
In realtà non aveva chiesto aiuto solo a lui, ma all’intera Organizzazione. E Riley sapeva di essere sputato per quel tipo di lavoro. Pensò ai bambini, al materiale scolastico e ai libri di cui avevano bisogno. C’erano mille ragioni per cui li avrebbe aiutati a ricevere tutta quella roba. Ma lo avrebbe fatto da solo.
Tools for Schools ha assoldato la GHR.
aggiunse Jack, con fermezza.
Lanciò un'occhiata sui due antagonisti e un sorriso sbilenco gli apparve sulla faccia.
E posso assicurare che Riley è il nostro uomo più qualificato, per una missione del genere.
Diana si diresse verso la porta.
Ne riparleremo poi. Vi spedirò il materiale scolastico e tutto il resto la prossima settimana.
Per un attimo sembrò che avesse l’intenzione di sbattere la porta; invece si drizzò compunta sulle spalle e, a testa alta e con aria altezzosa, da antica donna del sud, uscì dall’ufficio.
Riley si limitò a fissarla, senza riuscire a distogliere lo sguardo dalla forma del suo culo in quei jeans attillati, mentre usciva dalla porta.
Alla fine esclamò, sconcertato. Cosa cavolo è successo ?
Non riusciva a fare mente locale, attizzato com’era dalla lussuria.
Ti hanno appena messo KO.
esclamò Jack, con la mano sullo stomaco e piegato in due dal ridere, come se non riuscisse a trattenersi. Finalmente hai trovato una donna che non ti sbava dietro!
2
CAPITOLO DUE
Oggi
Di si trovava davanti al cancello. Aveva ritrovato la sua sicurezza in tempi record, ed era felice. Nelle ultime due settimane non aveva fatto altro che pregare Jack Stone, incessantemente, di farla accompagnare da qualcun altro, da una persona a cui non importasse che ci fosse anche lei in quel viaggio, uno che non fosse Riley Stone. In definitiva chiunque, ma non lui.
Persino Jack aveva tentato di dissuaderla dall’andare a portare di persona quel materiale scolastico. E Riley Stone non aveva fatto altro che tormentarla al telefono perché non si recasse a Jole, ma se ne restasse a casa inviando solo lui.
Avevano avuto molteplici... discussioni, ognuna sempre più accesa.
Fortunatamente, da quando era lei che gestiva i rifornimenti del materiale scolastico, si era ormai abituata a queste cose. Quel tipo non riusciva a ficcarsi in testa che lei doveva assolutamente partire. Era una questione di fiducia. Gli abitanti di Jolo rifiutavano decisamente i contatti con gli estranei. Senza di lei, non avrebbero accettato nulla di quanto inviato.
Se la GHR non le fosse stata così caldamente consigliata dai suoi amici Lailani e Magtanggol, o se fosse riuscita a trovare un’altra Organizzazione di pari livello, li avrebbe certamente scaricati. Ma ormai era bloccata, e se intendeva inviare i libri, i quadri e l’intero materiale didattico in tempo non aveva altra scelta. Quei bambini contavano sul suo aiuto e quello del Distretto Scolastico per continuare gli studi.
La scuola era l’unico modo per interrompere il circolo vizioso che dalla povertà portava all’ignoranza, e viceversa. I maschi, ma soprattutto le femmine. E mai e poi mai Di avrebbe deluso le speranze di quei poveri ragazzi.
Per non parlare del fatto che la GHR si era accollata tutte le spese di trasporto e di consegna.
La Global Humanitarian Relief si basava su sostanziose donazioni, ma una buona fetta di quei soldi venivano direttamente dalla famiglia Stone. Con tutto quello che le avevano permesso di risparmiare, avrebbe potuto aiutare anche altre scuole: era stato già così difficile selezionarne solo alcune, e tenere le altre in