Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Vivere e praticare l'Outdoor
Vivere e praticare l'Outdoor
Vivere e praticare l'Outdoor
Ebook736 pages9 hours

Vivere e praticare l'Outdoor

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

La pratica Outdoor, mette in grado le persone di scoprire i segreti della natura umana, proponendo un incontro suggestivo con la natura all’aria aperta (plen air). Attraverso lo sport e l’avventura, intendendo con questo soprattutto un’avventura umana, la natura può essere usata come strumento per andare incontro a se stessi e agli altri. L’attività sportiva proposta dell’Outdoor, contiene un carattere audace o inusuale, che chiama al superamento del sé, e che permette di vivere momenti forti e costruttivi di gruppo. Lo scopo di questa guida, è anche quello di far passare l’individuo e lo sportivo, da uno stato emozionale negativo, a uno positivo di equilibrio, condizione necessaria per il ripristino e il mantenimento della salute, inteso come stato di benessere fisico, psichico e sociale, attraverso la conoscenza e la somministrazione di sostanze e alimentari e la corretta pratica delle discipline Outdoor. Anche il rapporto tra alimentazione e malattie, riveste un ruolo importante nella vita di tutti i giorni; ormai sembra chiaro che molte sostanze contenute negli alimenti, sono dotate di potere salutistico, nel mantenere e far raggiungere lo stato di benessere generale.
LanguageItaliano
PublisherAbel Books
Release dateJan 2, 2023
ISBN9788867522552
Vivere e praticare l'Outdoor

Read more from Augusto Fortis

Related to Vivere e praticare l'Outdoor

Related ebooks

Sports & Recreation For You

View More

Related articles

Reviews for Vivere e praticare l'Outdoor

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Vivere e praticare l'Outdoor - Augusto Fortis

    AUGUSTO FORTIS

    VIVERE E PRATICARE L’OUTDOOR

    Guida a colori per conoscere le 180 discipline

      e le tematiche dell’Outdoor

    ABEL BOOKS

    Presentazione di Veronica Maier

    Dello stesso autore nel catalogo Abel Books     www.abelbooks.net

    - Outdoor Canoa. 250 itinerari in Italia e nel sud Europa

    - Outdoor Canoa. 50 itinerari nei parchi italiani, dalle Alpi alla Sicilia

    - Canoa Outdoor Whitewater. 500 itinerari in Italia, in Europa e nel mondo

    - Outdoor e Avventura. 300 itinerari in Italia, in Europa e nel mondo

    - Tutto il Po dal Monviso al Delta

    - I più bei percorsi di canoa-kayak nei parchi italiani dalle Alpi alla Sicilia

    - I più bei percorsi di canoa kayak in Italia

    - I più bei percorsi di canoa kayak in Corsica

    - World Whitewater. Canoa, kayak, rafting

    - Le Alpi. Il paradiso dell’Outdoor. 600 itinerari

    Dediche e ringraziamenti

    Il libro è dedicato a: Walter Bonatti (1930 – 2011), scrittore, giornalista, fotoreporter, esploratore, una delle figure più eminenti dell’alpinismo mondiale, che con l’Outdoor delle     sue imprese e viaggi, seppe creare una filosofia dell’avventura esemplare.

    Ringraziamenti: Maurizio Pattoglio, David Pearson, Tim Paton, Ken Olmet, Richard Curt, Norman Bellamy, Erik Cook, Enrica Gobetti, Veronica Maier

    Progetto editoriale e realizzazione: Augusto Fortis

    Referenze fotografiche: Augusto Fortis, Maurizio Pattoglio

    Copertina e quarta di copertina: Augusto Fortis

    Foto di copertina. La disciplina Outdoor dello Snowshoeing (Ciaspole), consiste nella scoperta di percorsi innevati, con l’ausilio delle racchette da neve, le ciaspole appunto. Che cos’è lo sport    Outdoor invernale? Per capirlo basta semplicemente affacciarsi a una finestra, guardare un lago o le montagne che sono sullo sfondo. Prima caratteristica è di svolgersi in un ambiente non strutturato per accogliere grandi numeri e che bisogna impostare in modo essenziale tenendo conto della fragilità e delle problematicità di questi ambienti. Nella foto un’escursione Outdoor dello Snowshoeing al passo del Sempione a 2005 m, nel Piemonte settentrionale, in alta valle Divedro, al confine tra le Alpi Pennine e le Alpi Lepontine.

    Impaginazione a cura della Casa Editrice

    Proprietà letteraria riservata

    Copyright 2023   Abel Books

    http://www.abelbooks.net/

    Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione,

    anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la

    fotocopia, anche a uso interno o didattico.

    Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di

    essa in un contesto che non sia la lettura privata devono

    essere inviate a:

    AbelBooks – Piergiorgio Leaci Editore

    Via Milano 44 - 73051 Novoli (Le)

    ISBN 9788867522552

    AUGUSTO FORTIS

    img1.jpg

    Scrittore, alpinista, è uno dei massimi esperti mondiali nelle discipline dell’Outdoor. Ha dedicato gran parte del suo tempo libero, alla scoperta delle grandi possibilità che offrono i percorsi Outdoor in Italia, in Europa e nel mondo. L'autore pratica diverse discipline dell’Outdoor, tra cui lo scialpinismo a carattere esplorativo, collabora con le più prestigiose riviste specializzate del settore e da alcuni anni si occupa di protezione della natura.

    https://www.google.com/search?q=augusto+fortis&oq=augusto+fortis&aqs=chrome..69i57j46i512j69i59l2j69i60l3j69i65.7203j0j7&sourceid=chrome&ie=UTF-8

    È autore dei libri:

    In canoa 47 itinerari dall'Appennino Ligure alle Alpi Lepontine. Piemonte, valle d’Aosta e Canton Ticino. CDA Torino 1984; I più bei percorsi in Italia e Corsica di canoa, kayak, rafting, hydrospeed 157 itinerari d’acqua selvaggia in Italia e in Corsica. Graphot Torino.1997; Canoa wildwasser. 157 itinerari d’acqua selvaggia nelle Alpi italiane ed europee. Italia-Francia-Svizzera-Austria-Slovenia-Germania (Alta Baviera) di canoa-kayak-rafting-hydrospeed-tubing-floating. GB Padova.1997; Wildwasser. The most beautiful river courses in Italy, Europe and over the World. I più bei percorsi d’acqua selvaggia in Italia, Europa e nel mondo. 8000 km in canoa, kayak, rafting, hydrospeed, nei 5 continenti, Europa-Asia-America-Oceania-Africa.  Alberti Arezzo.1998; Canoa. 50 itinerari scelti in Italia, dalle Alpi alla Sicilia, di canoa, kayak, rafting, tubing, floating, hydrospeed. GB Padova.1999; Canoa, kayak, rafting, hydrospeed, floating, tubing. Conoscere l’Italia e l’Europa sulle vie d’acqua, dall’Islanda alla Turchia. Hoepli Milano.2011; Outdoor canoa, kayak, rafting. World Whitewater. A global guide for river runners. 320 itinerari in Italia, in Europa e nel mondo. Guida a colori con i migliori percorsi nei cinque continenti. Macchione Varese.2012; Outdoor Canoa, 250 itinerari in Italia e nel sud Europa. Guida a colori con i più bei percorsi. Abel Book.2014; Parchi e aree protette. Canoa-kayak-rafting-hydrospeed. Il turismo, l’avventura e il tempo libero. Equipeco 2013; Outdoor. Cibo e natura. Conoscere la natura dei cibi per la prevenzione delle malattie. Guida al benessere fisico e interiore. Fusta 2016; Outdoor. 50 itinerari nei parchi Italiani, dalle Alpi alla Sicilia. Canoa, kayak, rafting, hydrospeed, SUP, sit on top, sit on side. Italy, natural and national parks. Whitewater guide e-book. Abel Books 2016; Outdoor Canoa Whitewater. 500 itinerari in Italia in Europa e nel mondo. Canoa-kayak-rafting-hydrospeed-sit on top-sit on side, tubing-floating, in Africa-America-Oceania-Asia. Abel Books 2016; Outdoor e avventura. 300 itinerari in Italia e nel mondo. Corsica-Canada-Alaska-Ladakh-India-Nepal-Patagonia, di canoa-kayak-rafting-trekking-scialpinismo-MTB-alpinismo. Abel Books 2017; Tutto il Po dal Monviso al Delta. Guida a colori per conoscere il fiume più lungo d’Italia, in canoa-kayak-cicloturismo-escursionismo-scialpinismo. Abel Book 2018; I più bei percorsi di canoa-kayak nei parchi italiani dalle Alpi alla Sicilia. Abel Books 2019; I più bei percorsi di canoa-kayak in Italia. Abel Books 2020; I più bei percorsi di canoa-kayak in Corsica. Abel Books 2020; World Whitewater. Guida a colori con i più bei percorsi di acqua viva in Italia, in Europa e nel mondo. 250 itinerari, 18 mila km percorsi. Abel Books 2021; Le Alpi. Il paradiso dell’Outdoor. 600 itinerari. Canoa-kayak, escursionismo-trekking, scialpinismo, ciclo-escursionismo-MTB, alpinismo. Abel Books 2022. Vivere e praticare l’Outdoor. Guida a colori per conoscere le discipline e le tematiche dell’Outdoor. Abel Books 2023.

    INDICE GENERALE

    - Presentazione di Veronica Maier

    - Introduzione di Augusto Fortis

    - Come consultare questa guida

    Capitolo 1

    L’OUTDOOR E LE SUE DISCIPLINE SPORTIVE

    - 1.1. La nascita dell’Outdoor e le sue 180 discipline moderne

    - 1.1.1. Storia della disciplina della canoa-kayak

    - 1.1.2. Kayak

    - 1.1.3. Canoa

    - 1.1.4. Sintesi della storia della canoa-kayak in Italia dal 1884

    - 1.1.5. Storia dell’eskimo

    - 1.1.6.1. Storia della nascita dello sci in Italia. Adolfo Kind

    - 1.1.6.1.1. Paolo Kind, leader storico dello Sci Club Torino, dal 1908 al 1914, figlio maggiore di Adolfo Kind

    - 1.1.6.2. Storia dello sci alpinismo da raid, analisi storica e considerazioni

    - 1.1.6.3. Con chi fare il raid di sci alpinismo

    - 1.1.6.4. Storia dello snowboard e sua evoluzione

    - 1.1.6.5. Storia del Telemark e sua evoluzione

    - 1.1.6.6. Storia dello sci da fondo e sua evoluzione

    - 1.1.6.7. Storia delle ciaspole e loro evoluzione

    - 1.1.6.7.1. Le ciaspole dalla preistoria fino ai giorni nostri

    - 1.1.7. Storia della bici e della MTB

    - 1.1.7.1. Codice di comportamento   della MTB e della bici in generale

    - 1.1.7.2. Il futuro della bici

    - 1.1.8. Storia dell’alpinismo sulle Alpi

    - 1.1.8.1. Dalla scoperta delle Alpi, alla sua esplorazione

    - 1.1.8.2. La fine dell’alpinismo classico e la nascita dell’alpinismo acrobatico

    - 1.1.8.3. La nascita del VI grado

    - 1.1.8.4. Storia dell’arrampicata sportiva

    - 1.1.8.5. L’arrampicata sportiva oggi

    - 1.1.8.6. La storia della disciplina Outdoor del canyoning. L’evoluzione, i pericoli, e l’attrezzatura

    - 1.2. L’avventura, il turismo e il tempo libero. I professionisti dell’Outdoor

    - 1.2.1. L’Outdoor inteso come stile di vita

    - 1.2.1.1. L’avventura

    - 1.2.1.2. Il turismo e il tempo libero

    - 1.2.1.3. I professionisti

    - 1.2.1.4. Il turismo Outdoor e quello di avventura

    - 1.2.1.5. Il turismo sportivo Outdoor

    - 1.2.1.6. Abbigliamento sportivo Outdoor

    - 1.2.1.7. L’invenzione del tempo libero e del turismo sostenibile

    - 1.3. Che cos’è l’Outdoor

    - 1.4. Alcune regole di base per un corretto stile di vita nelle pratiche Outdoor

    - 1.5. La prevenzione a tavola

    - 1.6. Come sono composti gli integratori alimentari e le loro proprietà salutistiche

    - 1.7. Il costo energetico e il dispendio di energia

    - 1.8. I benefici sul controllo della P.A. (Pressione Arteriosa) con la pratica delle discipline Outdoor

    - 1.9. Il cibo, il turismo, il viaggio e l’Outdoor

    - 1.10. Il cibo Outdoor conviviale è cultura

    - 1.10.1.Il cibo come relazione

    - 1.10.2. Il cibo, inteso come fattore-chiave dell’Outdoor

    - 1.10.3. Condividere o non condividere il cibo

    - 1.10.4. Le grigliate Outdoor conviviali

    - 1.10.5. La celta del barbecue

    - 1.10.6. Pulizia del barbecue

    - 1.10.7. Alimenti da preferire

    - 1.10.8. Preparazione degli alimenti

    - 1.10.9. Posizionamento della griglia

    - 1.10.10. La cottura

    - 1.11. Tecniche di rilassamento dopo le pratiche Outdoor per mantenere energia e buonumore

    - 1.11.1. Tecniche di allenamento ideomotorio nelle pratiche Outdoor

    - 1.11.2 . Acido lattico nei muscoli dopo la pratica delle discipline Outdoor. Come si forma, come prevenirlo e come smaltirlo

    - 1.12. L’importanza del sonno ristoratore dopo le pratiche Outdoor

    - 1.13. Il problema della stanchezza nelle pratiche Outdoor e del disturbo di stagione (SAD)

    - 1.13.1. Ecoansia, questa sconosciuta

    - 1.13.2. Come avvicinarsi allo Zen Ipnotico del Mental box nelle discipline Outdoor

    - 1.13.3. Come allenare la resistenza aerobica e l’endurance nelle discipline Outdoor

    - 1.14. Influenza stagionale. Potenziare il sistema immunitario per combattere i virus

    - 1.14.1. L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale per contrastare i disturbi stagionali

    - 1.15. Indicazioni di base per il trattamento del pronto soccorso nelle pratiche Outdoor

    - 1.15.1. Trattamento di ferite con sanguinamento

    - 1.15.2. Strappi e distorsioni

    - 1.15.3. Lussazioni

    - 1.15.4. Fratture

    - 1.16. L’importanza del pronto soccorso

    - 1.16.1. Che cos’è l’anossia

    - 1.17. Terapia di soccorso in caso di anossia

    - 1.18. Il massaggio cardiaco

    - 1.19. Avvertimenti per la sicurezza e buone pratiche eco–sostenibili

    - 1.20. Come trasportare in sicurezza le attrezzature per l’Outdoor sulle auto

    - 1.21. Lussazione del ginocchio

    - 1.21.1. Anatomia del ginocchio

    - 1.21.2. Lesioni dei crociati

    - 1.21.3. Lesioni meniscali

    - 1.22. Ipotermia, un pericolo da evitare

    - 1.23. Lussazione della spalla, un pericolo sempre in agguato

    - 1.24. Disturbi cronici intestinali invalidanti

    - 1.24.1. Alimentazione e stile di vita

    - 1.25. La fibromialgia. Conoscere e combattere questa patologia invalidante nelle discipline Outdoor

    - 1.26. La fragilità ossea e la perdita di massa muscolare nella menopausa e andropausa. Un pericolo per le discipline Outdoor

    - 1.26.1. La cura

    - 1.27. I pro e i contro sull’uso del caffè nelle discipline Outdoor

    - 1.28. Il diabete è compatibile con le discipline Outdoor

    - 1.29. La medicina cinese nella cura delle patologie derivanti dalla pratica delle discipline Outdoor

    - 1.30. Gli over 65 nelle discipline Outdoor e nella canoa kayak sono una risorsa

    - 1.30.1. Demografia e salute nella società moderna

    - 1.31. Outdoor Training

    - 1.32. Outdoor Learning

    - 1.32.1. I punti forza  dell’Outdoor Learning

    - 1.32.2. Possibili criticità dell’Outdoor Learning

    - 1.33. Elementi che contribuiscono a determinare la competitività di una destinazione turistica Outdoor

    - 1.34. Le discipline Outdoor sono una risorsa turistica

    - 1.34.1. Quanto vale a livello europeo il turismo dello sport  Outdoo

    - 1.34.2. Possibilità di praticare sport durante la vacanza Outdoor

    - 1.34.3. Impiego di tessuti tecnici

    - 1.35. Come si colloca l’estremo nelle discipline Outdoor

    - 1.35.1.Le attività Outdoor estreme piacciono a molti perché sono eco dinamiche ed eco compatibili

    - 1.36. Etica e lessico dell’Outdoor

    - 1.36.1. Comitato Outdoor e Sport Eco dinamici

    - 1.37. Esiste il doping nelle pratiche Outdoor

    - 1.37.1. Le conseguenze dal punto di vista etico

    - 1.37.2. Le conseguenze dal punto di vista fisico

    - 1.38. L’Outdoor è uno spazio di libertà

    - 1.38.1. La società del "no limits", per chi pratica l’avventura Outdoor

    - 1.39. La spiritualità nella pratica delle discipline Outdoor

    - 1.40. Come praticare le discipline Outdoor sull’acqua

    - 1.41. È possibile praticare discipline Outdoor come la canoa kayak, se si è ciechi

    - 1.42. È possibile praticare discipline Outdoor come la canoa kayak e l’escursionismo, con i bambini

    - 1.42.1. Escursionismo con i bambini sull’acqua con la canoa-kayak

    - 1.42.2. Escursionismo con i bambini in montagna

    - 1.43. Come vivere l’esperienza Outdoor in tutte le sue forme, dalla canoa-kayak all’escursionismo

    - 1.43.1. Canoa-kayak

    - 1.43.2. Escursionismo montano

    - 1.43.3. La filosofia del camminare Outdoor. Una scelta di vita

    - 1.43.4. I consigli per vivere al meglio l’esperienza del camminare Outdoor

    - 1.44. Cosa si deve fare, dopo un incidente mortale. La pratica del "debriefing"

    - 1.44.1. La seduta di "debriefing" non è una psicoterapia o una cura

    - 1.45. Il mal di montagna. Come prevenirlo e curarlo

    - 1.45.1. Prevenzione del mal di montagna

    - 1.45.2. Cause del Mal di Montagna

    - 1.45.3. Adattamento

    - 1.45.4. Mal di Montagna Acuto (AMS)

    - 1.45.5. Mal di Montagna Moderato

    - 1.45.6. Mal di Montagna Grave

    - 1.45.7. Prevenzione Farmacologica

    - 1.45.8. Terapia del mal di montagna

    - 1.45.9. Come attraversare un corso d’acqua in sicurezza

    - 1.45.9.1.Metodi di attraversamento di un guado

    - 1.45.9.2. Come si misura la larghezza di un guado

    - 1.45.9.3. I fulmini un pericolo sempre in agguato

    - 1.46. Sicurezza nelle discipline Outdoor e le tecniche di sopravvivenza

    - 1.46.1. La sicurezza sulla montagna innevata

    - 1.46.1.1. Discesa sulle piste da sci

    - 1.46.1.2. Le attività fuori pista

    - 1.46.1.3. Il ruolo di chi apre e chiude il gruppo, in una escursione di sci alpinismo.

    - 1.46.1.4. Le valanghe. Un pericolo sempre in agguato

    - 1.46.1.5. I santi patroni delle discipline Outdoor

    - 1.46.2. La sicurezza nella disciplina Outdoor della   canoa-kayak

    - 1.46.2.1. Il noleggio delle imbarcazioni e la sicurezza

    - 1.46.2.2. Le compagnie commerciali, dove affittare le imbarcazioni

    - 1.46.2.3. Auto salvamento. Come comportarsi autonomamente senza l’aiuto dei compagni, in sicurezza, nelle situazioni da capovolgimento

    - 1.46.2.4. Le regole generali per la sicurezza in canoa–kayak

    - 1.46.2.5. Avvertimenti per la sicurezza e buone pratiche eco sostenibili

    - 1.46.2.6. Equipaggiamento per la canoa–kayak

    - 1.46.2.7. Lo studio tecnico del percorso

    - 1.46.2.8. Le informazioni da raccogliere sul percorso

    - 1.46.2.9. Classificazione internazionale delle difficoltà promosso dalla I.C.F.

    - 1.46.2.10. L’estremo nella canoa-kayak

    - 1.46.2.11. L’Extreme Slalom, promosso dalla I.C.F.

    - 1.46.3. Dispositivi di sicurezza nelle disciplina del SUP (Stand Up Paddler)

    - 1.47. Alcuni validi motivi per andare in MT.B

    - 1.47.1. I rischi più comuni

    - 1.47.2. Qualche consiglio per incominciare

    - 1.47.3. Come si programma un raid di ciclo escursionismo

    - 1.47.3.1. L’itinerario di massima

    - 1.47.3.2. Il chilometraggio

    - 1.47.3.3. Le tappe e le soste

    - 1.47.3.4. Le caratteristiche del percorso

    - 1.47.3.5. La tabella di marcia

    - 1.47.3.6 Il profilo altimetrico

    - 1.47.3.7. Il tema del raid

    - 1.47.3.8. Con chi fare il raid: da soli o in coppia?

    - 1.48. Il bivacco Outdoor sul fiume. Un’esperienza da provare

    - 1.49. Come leggere il fiume e le manovre per affrontare l’acqua viva

    - 1.50. Il percorso ideale in canoa-kayak

    - 1.51. Attrezzatura per la canoa-kayak

    - 1.52. Quale kayak scegliere

    - 1.52.1. Quale kayak per iniziare

    - 1.52.2. Quale kayak scegliere per il fiume

    - 1.52.3. Quale kayak per il lago

    - 1.52.4. Dove acquistare

    - 1.52.5. Come trasportare l’imbarcazione

    - 1.53. Consigli per i principianti che vogliono iniziare

    - 1.54. La cura e la manutenzione dei materiali per le discese

    - 1.55. Attrezzatura per trekking leggero di bassa e media montagna

    - 1.56. Le rapide e i salti nella canoa–kayak. Che emozione

    - 1.57. Un momento di allegria comune, i raduni

    - 1.58. Il trasporto di un infortunato durante le discipline Outdoor

    - 1.59. La manovra del futuro nella canoa–kayak. Squirting

    - 1.59.1. Bibliografia e materiali dello Squirting

    - 1.60. Canoa canadese. La pagaiata in Canoa fluviale chiusa (C1)

    - 1.61. I segreti della pagaiata nel kayak fluviale (K1)

    - 1.62. Come si confeziona e ripara una muta in neoprene   nelle discipline Outdoor sull’acqua

    - 1.63. Come costruirsi da soli una pagaia di legno per la canoa-kayak.

    - 1.64. Come riparare da soli una canoa o un kayak

    - 1.64.1. Imbarcazioni in plastica di polietilene

    - 1.64.2. Imbarcazioni in vetroresina

    - 1.65. Le caratteristiche concatenate   fra di loro, che determinano il tipo di fiume

    nelle discipline Outdoor fluviali

    - 1.65.1. Tipi di apporti idrici che ricevono

    - 1.65.2. La lunghezza del fiume

    - 1.65.3. L’estensione del bacino

    - 1.65.4. La geologia dei terreni nei quali il fiume scorre

    - 1.65.5. La collocazione geografica e le caratteristiche concatenate fra di loro

    - 1.65.6. La portata dei fiumi e caratteristiche morfologiche dei corsi d’acqua

    - 1.66. Le imbarcazioni consigliate nelle discipline Outdoor fluviali

    - 1.67. La storia dell’escursionismo e del trekking

    - 1.67.1. Cosa deve fare un escursionista per frequentare la montagna in sicurezza

    - 1.67.2. I vantaggi della propriocezione nelle discipline Outdoor dell’escursionismo e del trekking

    - 1.68. La differenza tra Trekking – Hiking – Escursionismo

    - 1.68.1. Il significato della parola Trekking

    - 1.68.2. Il significato della parola Hiking

    - 1.68.3. Il significato della parola Escursionismo

    - 1.68.4. L’equipaggiamento

    - 1.68.5. Cosa mettere nello zaino

    - 1.69. Storia del SUP (Stand Up Paddler) e la sua evoluzione

    - 1.69.1. La preistoria del SUP

    - 1.69.2. La storia moderna del SUP

    - 1.69.3. Le discipline del SUP

    - 1.69.4. Le tavole da SUP

    - 1.69.5. Le pagaie da SUP

    - 1.69.6. Materiali delle pagaie da SUP

    - 1.69.7. Componenti della pagaia da SUP

    - 1.70.   Le manovre del S.U.P.

    - 1.70.1. Tecniche di base (senza movimento dei piedi)

    - 1.70.2. Tecniche di coordinamento

    - 1.70.3. Le tecniche avanzate del SUP

    - 1.70.4. Il SUP – Rescue è diventata una tecnica di salvataggio in mare

    - 1.70.5. La disciplina Outdoor del Fitness SUP (FITSUP) per migliorare capacità di equilibrio e flessibilità

    - 1.70.6. La disciplina Outdoor del DogSUP. L’interazione tra il SUP, il conducente e il suo cane

    - 1.71. Analisi storica e distinzione tra i diversi tipi di imbarcazioni e pagaie

    - 1.72. La fotografia nelle discipline Outdoor

    - 1.72.1. I fondamenti della tecnica fotografica

    Capitolo 2

    TEMATICHE DEL VIVERE E PRATICARE L’OUTDOOR

    - 2.1. L’importanza dell’alimentazione nelle discipline Outdoor

    - 2.2. Rotazione degli alimenti nel menu giornaliero

    e sinergie nutrizionali

    - 2.3. Sinergie nutrizionali degli alimenti e effetti salutistici

    - 2.3.1. Il costo energetico e il dispendio di energia

    - 2.4. La dieta mediterranea

    - 2.5. Altre diete consigliate nelle discipline Outdoor

    - 2.6. Come curarsi con la fitoterapia nelle pratiche Outdoor

    - 2.7. Buone e cattive abitudini nella combinazione dei cibi

    - 2.8. Le intolleranze alimentari e le allergie nell’assunzione dei cibi Outdoor

    - 2.9. Come curarsi dalle allergie alimentari

    - 2.10. Come curarsi con l’Omeopatia e la Fitoterapia nelle intolleranze alimentari e nell’assunzione dei cibi Outdoor

    - 2.11. Avvertenze nell’uso dei rimedi fitoterapici

    - 2.12. Principi attivi anti–tumori presenti negli alimenti.

    - 2.13. La conservazione degli alimenti e consigli per il loro acquisto

    - 2.14. Sitografia sulle tematiche cibo e Outdoor

    - 2.15. Glossario generale dell’alimentazione. Scienze dell’alimentazione

    - 2.16. Sitografia con i libri più venduti dell’autore Augusto Fortis

    - 2.17. L’estremo nelle discipline Outdoor della canoa-kayak, nell’alpinismo, nello sci alpinismo e nell’escursionismo

    - 2.17.1. Alcune discipline Outdoor di avventura, hanno un qualcosa di filosofico e introspettivo

    - 2.18. Buone pratiche ecologiche e sostenibili per chi pratica le discipline Outdoor

    - 2.18.1. Esempio di gestione sostenibile e concordata di protezione dei bacini fluviali (River Basic Agenda)

    - 2.18.2. Wild & Scenic River. L'unica legge di tutela al mondo, per la protezione dei fiumi. Un esempio da imitare.

    - 2.18.3. I conflitti sull’accesso all’acqua necessaria anche per le discipline Outdoor

    - 2.18.4. Lo sfruttamento idroelettrico

    - 2.18.5. Riqualificazione fluviale, inquinamento delle acque e opere artificiali

    - 2.18.6. I problemi della cementificazione nelle discipline Outdoor

    - 2.18.7. Idrologia e bacini idrografici

    - 2.18.8. I regimi idrici di un fiume

    - 2.18.9. La buona gestione delle riserve idriche per poter praticare le discipline Outdoor sull’acqua

    - 2.18.10. La  tutela della biodiversità  degli ambienti acquatici

    - 2.18.11. Il  ripristino della connettività  dei corsi d’acqua

    - 2.18.12. L’indice di Funzionalità Fluviale (I.F.F.)

    - 2.19. Appendici

    - 2.19.1. Portfolio. Raccolta immagini

    - 2.19.2. Bibliografia di medicina generale e buone pratiche salutistiche

    - 2.19.2.3. Bibliografia delle discipline Outdoor

    - 2.19.2.4. Bibliografia di canoa-kayak

    - 2.19.2.5. Bibliografia dei best seller   di canoa–kayak, trekking, escursionismo, alpinismo e arrampicata

    - 2.19.2.6. Bibliografia di sci alpinismo

    - 2.19.2.7. Bibliografia di cicloescursionismo/MTB

    - 2.19.2.8. Bibliografia di alpinismo – cascate di ghiaccio - arrampicata – escursionismo

    - 2.19.2.9. Bibliografia di sci – snowboard - telemark - valanghe – alimentazione

    - 2.19.2.10. Bibliografia dei manuali del CAI (Club Alpino Italiano)

    - 2.19.2.11. Bibliografia di canyoning e speleologia

    - 2.19.2.12. Bibliografia di fotografia in montagna – medicina sportiva – preparazione atletica

    - 2.19.2.13. Sitografia web di canoa–kayak

    - 2.19.2.14. Sommario delle discipline Outdoor

    - 2.19.3. Avvertenze

    PRESENTAZIONE

    Camminare per me significa entrare nella natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura per me non è un campo da ginnastica

    Reinhold Messner, alpinista e scrittore

    Alla fine degli anni Novanta e con gli inizi del Duemila c’è stata una profonda mutazione, le discipline Outdoor sono passate da gruppi limitati, al coinvolgimento di grandi strati di popolazione. Nell’universo    Outdoor    sono rappresentati tutte le fasce d’età e ceti economico-sociali differenti tra loro. Si va dai giovanissimi alle famiglie, fino alla terza età. Sono coinvolti praticanti di ogni livello sociale. Diviene così una risorsa economica non marginale per territori che hanno un patrimonio ambientale da valorizzare e proporre. I primi passi dello sport    Outdoor    si muovono negli anni 1980-1990, nello stesso periodo in cui si affermano gli sport estremi che godono in questi due decenni di grande visibilità dovuta alla loro spettacolarità, anche se sono attività confinate a settori limitati della popolazione, spesso marginali e che avevano, in quel periodo, scarso interesse sotto il profilo economico. Per sport    Outdoor    consideriamo tutte quelle attività o discipline sportive che hanno come terreno comune di azione la natura: dall’acqua alla roccia, dalla terra all’aria. Tutte queste attività hanno la caratteristica di essere discipline che si praticano nella natura e quindi con delle problematiche comuni. Che cos’è lo sport    Outdoor? Per capirlo basta semplicemente affacciarsi a una finestra, guardare un lago o le montagne che sono sullo sfondo. Prima caratteristica è di svolgersi in un ambiente non strutturato per accogliere grandi numeri e che bisogna impostare in modo essenziale tenendo conto della fragilità e delle problematicità di questi ambienti. Possono poi nascere esigenze contrastanti, tipo il conflitto che è nato in questi ultimi anni tra escursionisti e biker. È un problema serio spesso sottovalutato, ma che va affrontato. In questi anni di crisi, quei territori che a suo tempo hanno investito, hanno visto un movimento che si consolida con continui trend in crescita. Il turismo di prossimità, capace di soddisfare il bisogno di movimento e di natura diventa un’appetibile e praticabile alternativa sulla porta di casa. Il "vivere diverso", il" muoversi" è diventato nel mondo, una necessità così come per tanta parte della nostra popolazione, senza dover per forza spendere molti soldi nel fare viaggi esotici e lontani.  

    L’Outdoor non è solo un modo di vivere le vacanze, ma è un vero e proprio stile di vita. L’attività a contatto con la natura, i riti, i simboli, le marche che caratterizzano lo sport Outdoor, rimandano a qualcosa di più ampio, e di più profondo, che una semplice attività ricreativa. L’esercizio fisico svolto con regolarità contribuisce a migliorare la qualità della vita e oggi c’è una grande consapevolezza, anche nelle classi dirigenti, del rapporto natura/attività fisica/salute, tant’è che è immaginabile che uno stile di vita più sano e attivo non sarà semplicemente raccomandato dalle autorità, ma sarà sempre più incentivato attraverso forme di sostegno ai cittadini.

    L’Outdoor, è il modo migliore per stimolare l’attività del cervello, migliorare l’umore,    conoscere gente nuova. Un giro in bici o una passeggiata in un parco cittadino sono ideali anche a chi pur avendo    una certa età,    vuole mantenersi in forma e stare bene. Oggi il termine Outdoor è globalmente accettato, sia dalle istituzioni sia dai praticanti. Pare che l’andare oltre gli orizzonti, sia una vocazione molto antica, che risale probabilmente a quando gli ominidi, dopo aver colonizzato l’Africa e il mondo, hanno deciso di rinunciare alla stanzialità, preferendo la mobilità, l’esplorazione e la ricerca di nuovi orizzonti diversi da quelli stanziali. Chi sono le persone che cercano sensazioni fuori porta praticando l’Outdoor? Sono per la maggior parte gli abitanti dei paesi ricchi, dove il surplus economico, si unisce quello energetico, di età compresa tra i diciotto e i quarantacinque anni; anche se questo può avvenire fino ai settanta anni e in qualsiasi caso anche oltre, purché si sappia accettare la variabilità dei cambiamenti in modo naturale senza pregiudizi. Oggi, il mercato degli sport che si praticano all’aria aperta, sembra interessarsi solo ai giovani, per condurli attraverso le mode del divertimento sulla via del consumo, dove ciò che si consuma è la loro stessa vita, la quale, privata di interiorità, non riesce più a proiettarsi verso un futuro, facendo diventare il presente, solo una cosa da vivere intensamente per seppellire l’angoscia di una vita priva di senso.

    Il ragazzo che mette a repentaglio la propria vita su delle rapide estreme, non lo fa perché la ripudia, ma perché gli manca. Gli manca una vita più vera, più autentica, in armonia con il mondo; gli manca l’appagamento con lo spirito. La vita per un giovane, non può essere solo quella banale dello spreco e delle mode nelle quali si trova a vivere tutti i giorni, ma la ricerca della bellezza interiore che solo le discipline Outdoor sanno dare. Con l’incremento dei frequentatori delle discipline Outdoor, la pianificazione e la gestione di queste attività, diventano fondamentali per ridurre l’impatto ambientale, evitare il degrado delle risorse naturali e garantire la sostenibilità sul lungo periodo di discipline che vedono nell’ambiente naturale il proprio terreno di gioco. Augusto Fortis, scrittore e alpinista uno dei massimi esperti mondiali delle discipline Outdoor, con questa guida vi aiuta a scoprire, vivere e praticare queste discipline.

    Veronica Maier

    INTRODUZIONE

    Per molti, l’attività dell’Outdoor, è più appagante di quello introflesso e meditativo, sono molti, infatti, gli scienziati, i poeti e gli artisti che decidono di avventurarsi in queste pratiche ecoreferenziate, cercando conferme interiori alle proprie potenzialità. Si tratta cioè di ricercare nuove capacità cinestesiche con la sensazione dei propri movimenti, nelle percezioni multisensoriali del proprio corpo. Lo sport all’aria aperta l’Outdoor, è la soluzione ideale per chi vuole mantenersi in forma, ma odia latmosfera  stagnante delle palestre, la monotonia di allenarsi sempre con le stesse persone, con gli stessi macchinari, accusando inevitabilmente dopo poco tempo,  mancanza di stimoli  per continuare e stare bene; stanchi infine di passare  intere giornate al lavoro, magari in luoghi poco salubri.

    L’Outdoor è uno stile di vita all’aria aperta (open air), in cui l’individuo cerca con la frequentazione di ambienti possibilmente ancora incontaminati, a volte anche difficili e avventurosi, di potersi misurare con sé stesso e di scoprire i propri limiti sia fisici sia mentali.

    Outdoor, è immaginare di vivere esperienze e realtà scenografiche, a un passo dalla vita di tutti i giorni; un  toccasana per la nostra salute fisica e mentale.

    Secondo diversi studi, l’attività sportiva all’aria aperta dell’Outdoor, ha il  doppio dell’efficacia  rispetto alle palestre. In più, il tempo sembra passare velocemente e si accusa meno la fatica. L’Outdoor, è in sostanza una pratica dilettantistica, non competitiva o agonistica e neppure professionale. Chi lo fa per lavoro, come le guide, i militari, gli antropologi, accettano il rischio dell’avventura senza benefici apparenti, se non quelli della loro professione, non certo per interesse sportivo.

    Una pratica questa che può essere messa in atto da chiunque; non richiede alcuna predisposizione specifica o psicofisica, può essere intrapresa a qualsiasi età, purché in buona salute, ottenuta con uno stile di vita corretto e con la giusta alimentazione, trovando negli alimenti, quelli che meglio si adattano all’individuo. Ben prima di essere però una pratica salutistica, sportiva, ricreativa, l’Outdoor è un modo di essere e di pensare; la pratica Outdoor fa la sua comparsa nel 1941 in Germania per opera dei pedagogisti Kurt Hahn e Lawrence Holt ma questo metodo di pensare, non fu accettato nel regime nazista.

    Discendere un fiume o un torrente, scalare una montagna, è un’esperienza spirituale, un luogo nascosto della nostra anima; a mano a mano che lo discendiamo o la saliamo, sentiamo che ci stiamo inoltrando nelle profondità della nostra anima, riscopriamo di averne una. La spiritualità è una dimensione inalienabile dell’essere umano; senza spiritualità, siamo soltanto numeri, uomini manovrati come delle marionette dal caso. Ciò che essa consuma, è la vita, privata d’interiorità che non riesce a proiettarsi verso il futuro; il presente diventa allora un modo assoluto del vivere, seppellendo l’angoscia che attanaglia la vita quando questa è priva di senso, inconsistente e vuota. Provengono in gran parte da qui, il nostro disagio, la nostra aggressività, il nostro malessere; in ogni forma di sofferenza psichica, c’è una grande nostalgia d’infinito. Oggi, i disturbi psichici, non stanno solo dentro di noi, ma anche fuori. Possiamo far diventare le discipline Outdoor, l’ultimo rifugio naturale al trascendente, farlo diventare il luogo della lentezza, dell’ascolto e del silenzio, simbolo non solo di salute fisica, ma anche spirituale, di uscita dalle folle, di elevazione dalle miserie dell’esistenza, farlo diventare un luogo sacro di raccoglimento, dove l’anima si libera e si rivela. Dobbiamo imparare a rispettare il fiume, i torrenti e le montagne a non farne una meta di mode, di masse e di consumo, un parco di divertimenti da sfruttare. Se questo dovesse accadere, non avremo più un luogo in cui poterci mettere in comunicazione con la nostra interiorità.

    C’è tanta gente infelice che non prende l’iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo e dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma che in realtà per l’animo avventuroso di un uomo, non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona Outdoor è l’avventura. La gioia di vivere deriva dall’incontro con nuove esperienze; non esiste gioia più grande dall’avere un orizzonte in costante cambiamento. E’ necessario trovare il coraggio di rivoltarsi contro lo stile di vita abituale e buttarsi in un’esistenza non convenzionale.

    Augusto Fortis

    COME CONSULTARE QUESTA GUIDA

    La pratica Outdoor, mette in grado le persone di scoprire i segreti della natura umana, proponendo un incontro suggestivo con la natura all’aria aperta (plein air). Attraverso lo sport e l’avventura, intendendo con questo soprattutto un’avventura umana, la natura può essere usata come strumento per andare incontro a sé stessi e agli altri. L’attività sportiva proposta dell’Outdoor, contiene un carattere audace o inusuale, che chiama al superamento del sé, e che permette di vivere momenti forti e costruttivi di gruppo. Lo "sport avventura", non ha alcuna virtù terapeutica in sé, è solo uno strumento che permette un incontro da reinventare continuamente.

    Nei confronti di noi stessi, l’Outdoor, non è pratica aggressiva e competitiva, non misura i nostri limiti, ma la capacità di ottimizzarli e gestirli; vivere Outdoor fa bene al nostro sistema fisico, psichico e sociale.

    La guida è organizzata con una sequenza di argomenti con lo scopo di far passare l’individuo e lo sportivo, da uno stato emozionale negativo, a uno positivo di equilibrio, condizione necessaria per il ripristino e il mantenimento della salute, inteso come stato di benessere fisico, psichico e sociale, attraverso la conoscenza e la somministrazione di sostanze e alimentari e la corretta pratica delle discipline Outdoor. Anche il rapporto tra alimentazione e malattie, riveste un ruolo importante nella vita di tutti i giorni; ormai sembra chiaro che molte sostanze contenute negli alimenti, sono dotate di potere salutistico, nel mantenere e far raggiungere lo stato di benessere generale.

    Capitolo 1

    L’OUTDOOR E LE SUE DISCIPLINE SPORTIVE

    Ben prima di essere una pratica salutistica, sportiva, ricreativa, l’Outdoor è un modo di essere e di pensare; la pratica Outdoor fa la sua comparsa nel 1941 in Germania per opera dei pedagogisti Kurt Hahn e Lawrence Holt ma questo metodo di pensare, non fu accettato nel regime nazista.

    Il sesso che importanza ha nella scelta delle discipline Outdoor? I maschi sono in genere più avventurosi, sia a livello contemplativo sia estremo autolesionistico rispetto alle femmine, ciò finisce di solito per essere un motivo più che altro di vanità. Chi fa sul serio, di norma non lo dice e cerca di non apparire.

    Per molti, l’attività dell’Outdoor, è più appagante di quello introflesso e meditativo, sono molti, infatti, gli scienziati, i poeti e gli artisti che decidono di avventurarsi in queste pratiche ecoreferenziate, cercando conferme interiori alle proprie potenzialità. Si tratta cioè di ricercare nuove capacità cinestesiche con la percezione dei propri movimenti, nelle percezioni multisensoriali del proprio corpo.

    Lo sport all’aria aperta dell’Outdoor, è la soluzione ideale per chi vuole mantenersi in forma, ma odia l’atmosfera stagnante delle palestre, la monotonia di allenarsi sempre con le stesse persone, con gli stessi macchinari, accusando inevitabilmente dopo poco tempo, mancanza di stimoli per continuare e stare bene; stanchi infine di passare intere giornate al lavoro, magari in luoghi poco salubri.

    L’Outdoor non è solo un modo di vivere le vacanze, ma è un vero e proprio stile di vita. L’attività a contatto con la natura, i riti, i simboli, le marche che caratterizzano lo sport Outdoor, rimandano a qualcosa di più ampio, e di più profondo, che una semplice attività ricreativa.

    L’esercizio fisico svolto con regolarità contribuisce a migliorare la qualità della vita e oggi c’è una grande consapevolezza, anche nelle classi dirigenti, del rapporto natura/attività fisica/salute, tant’è che è immaginabile che uno stile di vita più sano e attivo non sarà semplicemente raccomandato dalle autorità, ma sarà sempre più incentivato attraverso forme di sostegno ai cittadini.

    Svolgere attività fisica all’aria aperta risponde non solo a un desiderio di fitness, di cura del proprio corpo, ma assume una valenza più profonda, che finisce per riguardare il rapporto intimo dell’individuo con se stesso e con l’ambiente circostante. Anche l’Outdoor con le sue discipline, da questo punto di vista, può rispondere a questa ambizione, a questa ricerca di riconoscimento e di appartenenza.

    1.1. LA NASCITA DELL’OUTDOOR E LE SUE 180 DISCIPLINE MODERNE

    Il vero viaggio è quello in cui la segnaletica ti è sconosciuta, e i nuovi mondi che incontri ti rivelano aspetti di te che ignoravi.

    Fosco Maraini 1956

    Le attività Outdoor rimandano ai nostri antenati raccoglitori e cacciatori, che abitavano le savane e svilupparono specifiche competenze per affrontare le insidie e la difficoltà dell’ambiente circostante, dando origine a situazioni che inquadrano alcune caratteristiche  psicologiche-attitudinali di chi svolge attività Outdoor.

    Nella metà del 1800, la montagna e in genere gli spazi ancora incontaminati e selvaggi, furono un rifugio per quanti volevano immedesimarsi con la natura, isolarsi in uno spazio libero da ogni forma di violenza industriale. Il fatto di essere isolata, la montagna, rappresentava il simbolo del benessere dello spirito e del corpo con l’aria pura e la frescura, che si contrapponeva alla nocività dell’aria nelle città industriali.

    Vitali ed entusiasti frequentatori dei monti, questi, escursionisti erano però i frequentatori di un mondo isolato, alla portata di pochi avventurosi. Si trattava di un’esperienza nuova, alla portata di pochi, quella che proponevano i pionieri di questa nuova moda di usare il tempo libero, che portava a conoscere vette, valli, foreste, cascate.

    Era necessario però un duro allenamento per affrontarla; lo scalatore doveva adattare il proprio corpo allo sforzo, i polmoni si dovevano adattare alla differente pressione atmosferica, il passo doveva essere conforme alla lunghezza della gamba e alla prestanza fisica. Sugli scritti di montagna di quel tempo che descrivono le salite alle vette, si legge della scalata che lascia senza fiato, dove la "soffocazione" è garanzia di autenticità.

    Il vero alpinista si scontra sempre con le forze della natura che sempre gli ricorda i suoi limiti; così è nato il mito della montagna fin dall’inizio, con il prezzo da pagare per la veduta del paesaggio, per la conquista della cima, per la lotta con l’Alpe.

    Un mito da sfatare, che era iniziato con la fine del 1700, quando i pittori rappresentavano nei loro quadri, scenari alpini terrificanti, dove le montagne erano viste come luoghi inaccessibili, pieni di pericoli, popolati da essere mostruosi.

    Ma le cose cambiano con l’inizio del 1800, mutano le pitture dei quadri, con l’affermarsi del turista della montagna. Ora, la montagna è rappresentata con immagini di scenari tranquilli e riposanti anche se grandiosi.

    S’iniziano a documentare da parte di "pittori alpinisti", persone che salgono la montagna per il gusto di rappresentarla in modo reale e non più sublimato.

    Con l’avvento poi della fotografia, negli anni ottanta del 1800, i "turisti fotografi" mostravano una montagna accessibile a tutti; da qui l’esigenza di costruire dei rifugi e della costruzione dei primi alberghi.

    Con il diffondersi dei concetti salutistici, propagandati da medici igienisti che ironizzavano sul "sedentarismo" del cittadino delle città, cui faceva da contrapposizione, lo scalatore che con immane fatica aveva raggiunto la vetta.

    Questo di fronte all’opinione pubblica diminuiva sempre di più la distanza tra il turista borghese del 1800 e il romantico frequentatore della montagna del secolo precedente.

    Questo cambiamento di mentalità, facilitava la creazione nei centri montani, di nuovi siti di benessere, di svago per trascorrere il tempo libero, con la creazione anche dei primi centri termali, di villeggiatura e di alpinismo, nei siti dove l’accesso era facilitato dalle nuove vie di comunicazione, rappresentate dalle nascenti linee ferroviarie. Chamonix in Francia, Saint Moritz in Svizzera, Garmich in Germania e Cortina in Italia fecero a gara per contendersi i cittadini desiderosi di consumare il loro tempo libero in montagna.

    In Italia, Porretta Terme, nell’Appennino bolognese, è un esempio di stazione di villeggiatura montana nata dal nulla, dopo la costruzione della linea ferroviaria del Centro Italia. Itinerari facili alla portata di tutti, furono pubblicizzati e affiancati a quelli delle vette. Su itinerari semplici, i cittadini potevano avventurarsi con tranquillità, sperimentando il piacere del contatto con la natura, dove le bellezze delle vette e delle montagne, non avevano nulla da invidiare a quelli costruiti nelle grandi città. Si favoriva il frequentatore a sperimentare la differenza tra la "quotidianità, lasciando però all’alpinista vero, la vetta; era nato insomma l’alpinista passeggiatore di villeggiatura".

    A partire dalla metà del 1800, grande contributo alla diffusione dell’amore per la montagna lo diedero i nascenti Club Alpini europei in Francia, Svizzera, Germania, Italia; se all’inizio erano formati da intellettuali, a poco a poco, allargarono i loro circoli a tutte le classi sociali.

    A Parigi nel 1880, il Club Alpino Francese, contava 330 membri, con circa la metà cioè 182 tra i professionisti: medici, banchieri, avvocati, editori e parlamentari.

    Sorto in una stretta, cerchia di "amici galantuomini, formati da studiosi, agiati professionisti, in gran parte piemontesi, nasce anche in Italia il Club Alpino Italiano CAI nel 1863 a Torino, fondato da Quintino Sella, mostrando però subito, che la nascente associazione, non poteva mantenere il suo carattere elitario, ma doveva diventare un bene che servisse al maggior numero di persone, per migliorare la tempra e il carattere, per una superiore elevatezza spirituale".

    Tuttavia, l’alpinismo in Italia in quegli anni, continuò a essere un momento di svago del tempo libero, riservato a pochi, nonostante il grande impegno promozionale del CAI.

    Fu solo con l’avvento dell’era Giolittiana, che l’alpinismo si apriva a una base sociale più ampia, anche approfittando del miglioramento del mutato clima sociale ed economico di quegli anni. Masse più ampie di persone, anche inconsapevolmente, furono poi mandate sui monti di confine durante la Prima Guerra Mondiale, scoprendo in modo tragico e traumatico, le Alpi; finita la guerra, molti che avevano vissuto quegli anni dolorosi, ritornarono come frequentatori sui monti, ricordando quei tragici momenti.

    Questi, a differenza dei frequentatori ottocenteschi, portarono abitudini nuove, sorsero scuole di alpinismo, per affrontare la montagna senza superficialità; furono create riviste e pubblicati libri e volantini, cui si affiancarono carte topografiche, con indicati i sentieri, i luoghi di sosta nei rifugi.

    Nello stesso tempo, per aumentare il piacere del soggiorno in montagna, sorsero pensioni a basso costo, baite in quota, ma anche alberghi di lusso; la montagna stava finalmente coniugando l’avventura e il turismo, al tempo libero, cui contribuirono in modo notevole, sia le aziende di soggiorno montano, fornendo ai loro clienti, modelli sperimentati nelle città e adattati alla nuova industria turistica sempre più in espansione, sia all’inizio del ventesimo secolo, l’industria dello sci alpino.

    Si legge nel bollettino del CAI la discesa con gli sci è quanto di più bello e di più emozionante possa bramare un uomo avvezzo alle soddisfazioni delle gite in montagna, e agli esercizi più arditi della ginnastica..

    Per gli sciatori, in montagna si crearono piste da sci sempre più ardite, facendo crescere l’industria degli sport invernali, introducendo anche nuove e diverse abitudini delle vacanze e del tempo libero in montagna, con la realizzazione dei primi sci club, di piste da bob, fino al 1924, anno della prima olimpiade invernale a Chamonix.

    La nuova cultura del motore venne applicata alla neve, realizzando prototipi per procedere in salita sul terreno innevato; non si tratta ancora di strumenti per agevolare lo sci, ma comunque per aumentare la mobilità in inverno mentre sempre a Cortina, nel 1909, si propone come "WinterStation" eguagliando la stazione di Saint-Moritz, sempre nell’ottica dell’accoglienza turistica.

    - Nel 1908, entra in funzione la prima funivia per il trasporto di persone in Svizzera; ma è solo con gli anni Venti e poi negli anni Trenta, che iniziano le infrastrutture delle vallate alpine con i mezzi di risalita. In Francia si sviluppa il centro invernale di Megeve, mentre in Italia, nel 1923, Giotto Dainelli, sulla rivista "Le Vie d’Italia", descrive la vita invernale a Courmayeur.

    - Nel 1925, a Cortina viene inaugurata la funivia del Pocol, senza ancora prospettive sciistiche, ma solo con l’intento di portare le persone al Belvedere.

    - Nel 1930 il T.C.I pubblica la Carta degli itinerari sciistici in scala 1.50.000 completata poi nel 1938 con Sestriere, Cortina e S. Martino di Castrozza. In questi anni vengono realizzate e prime slittovie, finalizzate alla risalita degli sciatori.

    - Nel 1931, si inaugura la slittovia che dà Rumerlo portava gli sciatori al rif. Duca d’Aosta e nel 1937 la slittovia del col Drusciè.

    - Nel 1932 Guntther Langes pubblicò Die Skiparadiese der Dolomiten che immortalava con un affascinante album fotografico, i più bei percorsi, che saranno poi ripresi e serviti da impianti di risalita.

    - Nel 1934, si completava la strada che da Valtournanche in valle d’Aosta saliva fino all’alpeggio di Breuil, dando inizio all’urbanizzazione di Cervinia.

    - Nel 1935 si iniziava la costruzione della funivia che da Breuil Cervinia portava al Plateau Rosa, terminata nel 1939. Sempre in quell’anno entrava in funzione la funivia che da Ortisei portava all’Alpe di Siusi, con un balzo di 786 m, realizzata dalla Società Funivie Ortisei fondata nel 1929, mentre in quello stesso periodo si progettava la costruzione del traforo del M. Bianco per unire i due versanti della montagna.

    -  Il 1939 è l’anno dello sviluppo turistico della val Gardena nelle Dolomiti, facilitato anche dalla costruzione della ferrovia da Chiusi a Selva di Valgardena, si moltiplicano gli alberghi arrivando dal 1925 al 1935 a ben 4600 posti letto.

    - Nel 1947, viene realizzata la prima seggiovia di Corvara per salire al Col Alto, trasformando completamente il processo di afflusso di massa, mentre in quello stesso anno, una gita sociale del CAI di Chioggia, sul bollettino della sezione, propone, da Arabba, un periplo di 5 giorni in sci, anticipazione della "Sella Ronda, oggi punto focale del Super Ski Dolomiti. Sempre in quello stesso anno a luglio, un articolo mensile della rivista del CAI, proponeva, utilizzando la funivia del M. Bianco, un anello in ski con partenza dal rifugio Torino al Colle del Gigante. Queste cose incominciavano ad allarmare chi preferiva la montagna vergine; sul numero 9-10 della rivista del CAI, Fulvio Campiotti scriveva: Negli ultimi anni, slittovie, funivie, ski-lift, sono nati come funghi e ne continuano a nascere con un ritmo che ha del frenetico, i giovani non amano più le salite, il loro animo si è fatto arido, sono diventati degli scansa-fatiche. Lo scialpinismo, sport completo, fino a poco prima praticato da una élite di amanti della montagna - che univa salita e discesa, marcia e tecniche di controllo della velocità - si spezzava nelle sue componenti fondamentali, conoscendo una netta divaricazione nell’evoluzione dei mezzi, delle tecniche e dei gusti di chi lo praticava. Da una parte lo sci da pista praticato da chi usava gli impianti di risalita, dall’altra un ristretto numero di puristi dello sci, che salivano le punte con sci e pelli di foca.

    - Nel 1951, la guida alpina Toni Gobbi – mentre si pensava che ormai la stagione dello scialpinismo fosse tramontata - propone d’intesa con il C.A.I. (Club Alpino Italiano), le Settimane Nazionali di Sci alpinismo d’Alta Montagna, con lo scopo di mantenere vivo il patrimonio culturale e di trasmetterlo alle nuove leve. Quando nel 1966 Toni Hiebeler, pubblica con l’editore Zanichelli il libro Sci nelle Dolomiti, ormai il censimento degli impianti di risalita dolomitici sono terminati.

    - Nel 1967, l’editore Fabbri pubblica la prima Enciclopedia dello sciatore, che cataloga tutti gli impianti di risalita in Italia, dalle Alpi alla Sicilia. Il processo ormai si è concluso. Tuttavia, i cambiamenti climatici hanno mutato gli equilibri stagionali. Molte stazioni sciistiche sono fallite a causa dell’assenza di neve, mentre l’innevamento artificiale garantisce solo un funzionamento minimo con alti costi di gestione e ambientali. Al contrario, lo scialpinismo, arricchito di nuove discipline Outdoor, sta avendo in questi ultimi anni, un successo inaspettato. La prima dimensione riguarda la connessione con l’ambiente circostante e la modalità prevalente con cui si praticano attività sportive all’aria aperta. Da un lato c’è una dimensione sobria e morigerata dell’attività in natura.

    - L’ambiente naturale fornisce uno scenario per ospitare pensieri e riflessioni e per suscitare nuove idee, ispirazioni e soluzioni. Questa dimensione ha un elemento di introspezione e scoperta di sé che richiede tempi dilatati e attività di modesto impegno fisico. Esempi di queste discipline sono l’escursionismo e la pesca. Dall’altro lato c’è la ricerca dell’espressione selvaggia e incontaminata della natura, dove non vi siano tracce di civilizzazione e dove si può sperimentare il contatto non mediato con gli elementi naturali, come nel caso dell’arrampicata e dell’alpinismo. La combinazione di queste variabili origina situazioni, nei quali si possono ritrovare altrettanti profili di consumo dell’Outdoor.

    - È un periodo storico particolare quello che stiamo vivendo a cavallo del secondo e terzo decennio del nuovo secolo. Sono andate in crisi le grandi narrazioni e ci troviamo privi di riferimenti forti di carattere valoriale e in difetto di visioni credibili e coinvolgenti di comunità e di futuro. In questo contesto frantumato, gli individui cercano, ognuno come può, di trovare il senso dell’esistenza e ogni mezzo è valido, ogni via è accettabile, per contenere l’ansia, disegnare una traiettoria e sentirsi parte di qualcosa. Il turismo Outdoor è un fenomeno in crescita in tutta Europa. Svolgere attività fisica all’aria aperta risponde non solo a un desiderio di fitness, di cura del proprio corpo, ma assume una valenza più profonda, che finisce per riguardare il rapporto intimo dell’individuo con se stesso e con l’ambiente circostante. Anche l’Outdoor, da questo punto di vista, può rispondere a questa ambizione, a questa ricerca di riconoscimento e di appartenenza.

    L’Outdoor non è solo un modo di vivere le vacanze, ma è un vero e proprio stile di vita.

    L’attività a contatto con la natura, i riti, i simboli, le marche che caratterizzano lo sport Outdoor, rimandano a qualcosa di più ampio, e di più profondo, che una semplice attività ricreativa. L’esercizio fisico svolto con regolarità contribuisce a migliorare la qualità della vita e oggi c’è una grande consapevolezza, anche nelle classi dirigenti, del rapporto natura/attività fisica/salute, tant’è che è immaginabile che uno stile di vita più sano e attivo non sarà semplicemente raccomandato dalle autorità, ma sarà sempre più incentivato attraverso forme di sostegno ai cittadini.

    Le Green Prescription fanno parte integrante del sistema sanitario nazionale e sono una pratica ampiamente diffusa. I flussi turistici legati all’Outdoor sono il più delle volte spontanei, non organizzati e non monitorabili. Se si escludono gli sport che prevedono l’utilizzo di impianti dedicati e il pagamento di biglietti di ingresso, come lo sci alpino o il golf, le discipline Outdoor avvengono nei contesti naturali più disparati, in molti casi senza che vi sia il ricorso a infrastrutture dedicate.

    Il mercato globale del turismo Outdoor Adventure è stato valutato in 486 miliardi di dollari nel 2017 e si prevede che raggiungerà 700 miliardi di dollari nel 2028. Questo tipo di turismo si rivolge ai seguenti settori:

    - turisti della natura e dell’Outdoor: sono interessati all’Outdoor sia come sistemazione in camping, strutture ricettive immerse nel verde, sia come attività quali   sport di montagna, escursioni. Sono interessati a itinerari di scoperta della natura, percorsi naturalistici in montagna, cercano le viste panoramiche e le attività coinvolgenti anche a livello fisico-emozionale.

    - ecoturisti: sono interessati ad attività naturalistiche che prevedono attività fisica ma soprattutto di scoperta e apprendimento come wildlife watching, geoturismo, fotografia naturalistica. Scelgono proposte di strutture green certificate, frequentano aree protette, privilegiando forme di turismo che contribuiscono a conservare l’ambiente.

    - turisti rurali: amano i prodotti biologici e in generale, una vita semplice e genuina e forme di ospitalità più familiari e a contatto con la comunità locale. Sono interessati a trascorrere un periodo di relax in ambienti naturali e rurali come agriturismi, villaggi, aree rurali.

    - turisti lifestyle, light green: sono interessati a viste panoramiche, giardini botanici, trasporti panoramici, parchi nazionali, fotografia, cercano strutture ricettive in ambienti naturali, con arredamenti naturali, prodotti naturali ed eco-friendly di cosmesi, design ed enogastronomia. Apprezzano le buone pratiche ambientali ma non sono sempre disposti a rinunciare alle comodità. Sono interessati ai temi della natura, del green come stile di vita ma senza un particolare impegno etico. Gli interessi di questi frequentatori sono:

    - l’aria aperta.

    - l’utilizzo dei trasporti a basso impatto ambientale.

    - i prodotti naturali.

    - il design green.

    - turista sportivo attivo: viaggia per praticare lo sport.

    - turista sportivo degli eventi: viaggia per assistere a eventi sportivi.

    - turista sportivo della nostalgia: viaggia per visitare luoghi importanti nella storia dello sport. Il turismo della natura comprende una serie di esempi rispetto ai quali si individuano alcuni profili di turisti che, in modi diversi, si ricollegano ai modelli di turismo considerati.

    L’Osservatorio Nazionale del Turismo Outdoor (O.N.T.D.)

    Questo osservatorio ha identificato un certo numero di discipline, inserendole nel rispettivo ambito, intendendo come tale l’area territoriale di svolgimento, in mare, laghi, corsi d'acqua, montagna, collina, campagne, aree naturali.

    Il 20% delle attività analizzate non è riconosciuto dal CONI ed è identificabile come attività innovativa. Le ultime ricerche indicano numeri significativi di sportivi in Italia, con 21

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1