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Amore q.b.
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Ebook123 pages1 hour

Amore q.b.

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About this ebook

Emma è un’ intraprendente organizzatrice di eventi che non crede all’amore con la A maiuscola. Lorenzo è il proprietario di un podere situato nelle suggestive campagne toscane. I due sono legati da una lunga e fortissima amicizia. O forse si tratta di qualcosa in più?
Il matrimonio di una giovane coppia francese ,di cui dovranno curare insieme l’organizzazione, metterà alla prova il loro rapporto facendo riemergere un vecchio sentimento e far capolino un’inaspettata gelosia.

 
LanguageItaliano
Release dateJan 2, 2023
ISBN9788893472326
Amore q.b.

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    Amore q.b. - Chiara Scali

    cover.jpg

    Chiara Scali

    AMORE Q.B.

    Prima Edizione Ebook 2023 © R come Romance

    ISBN: 9788893472326

    Immagine di copertina su licenza Adobestock.com, elaborazione Edizioni del Loggione

    img1.png

    www.storieromantiche.it

    Edizioni del Loggione srl

    Via Piave 60

    41121 Modena – Italy

    romance@loggione.it

    http://www.storieromantiche.it e-mail: romance@loggione.it

    img2.jpg

    La trama di questo romanzo è frutto della fantasia dell’autore.

    Ogni coincidenza con fatti e persone reali, esistite o esistenti, è puramente casuale.

    Chiara Scali

    AMORE Q.B.

    Romanzo

    Indice

    CAPITOLO 1

    CAPITOLO 2

    CAPITOLO 3

    CAPITOLO 4

    CAPITOLO 5

    CAPITOLO 6

    CAPITOLO 7

    CAPITOLO 8

    Quattro mesi più tardi

    L’autrice

    Catalogo

    CAPITOLO 1

    Girando per il centro storico era impossibile non camminare a testa all’insù per ammirare le luminarie appese lungo i palazzi. Dal Ponte vecchio a Piazza Santa Maria Novella, da Via Romana al Piazzale Michelangelo, gli spazi di Firenze, anche quelli più distanti dal centro storico erano pieni di decorazioni. Mancavano venti giorni a Natale e la città si muoveva a festa, con le sue mille lucine al led rosse e bianche, pervasa dall’odore proveniente dai bracieri delle caldarroste. Il profumo arrivava fino alle Mura vecchie e fino all’ufficio-laboratorio di Emma, impegnata con Aurora a festeggiare l’affare appena concluso.

    Per Emma le feste di Natale erano un vero incubo perché, volente o nolente, avrebbe dovuto trascorrerle con la madre o con il padre fingendo che quella separazione le stesse bene. Aveva recitato con finta serenità quella parte per più di vent’anni, trattenendo il fiato dalla Vigilia di Natale a Santo Stefano, per poi tornare a respirare il 27 dicembre quando le feste comandate erano finite e lei poteva togliersi la maschera dell’aver accettato di far parte di una famiglia allargata.

    Il mese di dicembre, per fortuna, era stato astrologicamente benevolo sul fronte lavorativo, dandole una grande carica di energia.

    La coppia di clienti di cui si stava occupando insieme ad Aurora se ne era appena andata firmando gli accordi precontrattuali e adesso le due amiche potevano cominciare a rilassarsi.

    «Un brindisi alla migliore wedding planner e alla migliore imprenditrice di Firenze» disse Emma, alzando il calice con un sorriso trionfante.

    Aurora rise, arrossendo un po’, alzando a sua volta il bicchiere. «Il merito è tutto tuo, sei tu che li hai spinti a scegliere il mio agriturismo come location del matrimonio.»

    «La tenuta è bellissima, non fare la modesta adesso. Io ho avuto solo l’intuizione giusta. Avevano scartato tutte le mega villa di zona alla ricerca di qualcosa di più semplice. Podere Al Melograno era giusto quello che faceva al caso loro» concluse Emma con voce allegra, facendo tintinnare il suo bicchiere.

    «Meno male che la visita di oggi è andata bene» sospirò Aurora.

    È andata alla grande direi e non c’era nemmeno Lorenzo a farci da Cicerone. A proposito…» disse, finendo di sorseggiare il vino nel suo bicchiere «cosa sta combinando tuo fratello? Prima ci dà buca alla cena di ieri e poi oggi sparisce.»

    «Ha qualche problema con Violante, sta passando un momentaccio» rispose Aurora con amarezza.

    «Di nuovo problemi con Participio Presente? Ma dai su…» cercò di sdrammatizzare Emma.

    Aurora sghignazzò. «Se ti sentisse Lorenzo che chiami così la sua ragazza.»

    «Lo sa benissimo! La sua ragazza è antipatica e altezzosa come il nome che porta. Comunque è proprio un ragazzino. Si fa coinvolgere troppo, dovrebbe avere più autocontrollo. Glielo avrò ripetuto un milione di volte che non deve lasciarsi coinvolgere troppo!»

    «Come fai tu insomma…»

    «Be', sì! Non bisogna essere troppo sentimentali e quando la storia diventa una cosa asfissiante si cerca un’altra persona. Morto un papa se ne fa un altro!» proclamò Emma con semplicità.

    La notifica di un messaggio la distrasse un attimo da quei discorsi. Dette una rapida occhiata al display, constatando che era l’ottavo messaggio di sua madre. Sospirò. Con gli uomini era facile scappare quando il rapporto diventava soffocante, con un genitore la faccenda non aveva la stessa facile risoluzione.

    Aurora continuò a schernirla. «Certo che non è da raccontarsi in giro che Emma Renzi, promettente wedding planner, romantica fino alla noia coi suoi clienti, è allergica alle storie serie. Hai mai riflettuto sul fatto che se tutti la pensassero come te saresti disoccupata?»

    Emma rise a crepapelle riempiendosi di nuovo il bicchiere.

    «Non ci avevo mai pensato. Con i clienti mi viene facile interpretare e realizzare il loro ROMANTICUME» disse facendo una smorfia disgustata. «Io sono troppo disincantata per credere all’amore con la A maiuscola. Preferisco occuparmi del per sempre degli altri, io non ne ho bisogno. Non ho bisogno di un abito bianco.»

    Aurora si era sposata da pochi mesi, i suoi genitori erano ancora felicemente insieme e non avrebbe mai capito fino in fondo cosa aveva significato crescere solo con il babbo e avere una madre risposata con tanto di figlio.

    Emma alzò di nuovo il calice per mandare via quei pensieri. «Brindiamo al mio amore quanto basta!» strillò nel tentativo di soffocare un groppo in gola.

    «Al tuo cosa?» chiese con la faccia stralunata Aurora.

    «Brindiamo al mio amore quanto basta, la mia personale ricetta dell’amore. In cucina metto sale senza mai esagerare e la stessa cosa faccio nella vita: AMORE Q. B.» Senza rendersene nemmeno conto le sfuggì una piccola risata isterica mentre enunciava il suo teorema.

    Aurora assecondò quello strampalato brindisi scuotendo la testa. Aveva asciugato per anni le lacrime dell’amica che si disperava per il divorzio dei genitori e si augurava che alla fine la vita le riservasse l’incontro con un uomo, capace non solo di regalarle piacere dal punto di vista fisico ma anche serenità dal punto di vista emotivo. Era una brava ragazza, soltanto parecchia testona e orgogliosa.

    Continuarono a festeggiare per un’altra oretta annotando al pc tutte le informazioni e le cose da prenotare. Erano riuscite a concordare per il giugno successivo il matrimonio di una coppia di francesi. Lei era una giovane stilista e lui il proprietario di una catena di alberghi. Si erano conosciuti proprio a Firenze qualche anno prima e avevano deciso di sceglierla come location per il loro matrimonio. Non volevano niente di sfarzoso e la tenuta sarebbe stata il luogo ideale per il soggiorno e la celebrazione del loro rito civile.

    Erano giovanissimi, 24 anni la sposa e 28 anni lo sposo. Avrebbero officiato la loro unione soltanto alla presenza di una quindicina di invitati, un po’ in francese e un po’ in italiano. Fortunatamente Emma e Aurora se la cavavano bene con le lingue e gli sposi parlavano un discreto italiano. Durante l’incontro, il dialetto spiccatamente fiorentino di Emma li aveva fatti sorridere spesso, ma li aveva completamente conquistati. Firenze e Emma si assomigliavano molto: erano due identità amanti dell’arte e della cultura ma allo stesso tempo erano anche vivaci e goderecce. Nei mesi che li separavano all’evento, Emma avrebbe dovuto occuparsi di reperire i documenti per la validità del matrimonio e di tutta l’organizzazione: dal catering di cui si sarebbe occupata lei stessa, dalla stampa dei menù, dall’allestimento dei fiori. Tutto insomma. Aurora avrebbe riservato gli appartamenti del Podere al Melograno agli sposini e al loro seguito. Instagram, Facebook e le preziose e-mail le avrebbero tenuto in contatto con Marianne e Matthew per qualsivoglia aggiornamento.

    Quando Aurora uscì dall’ufficio di Emma per far ritorno al Podere, ormai la sua seconda casa, Emma si chiuse dentro la sua piccola bottega, sistemandosi dietro la sua scrivania a sistemare le scartoffie dell’HACCP e dedicandosi per ultimo, seppur controvoglia, anche a richiamare sua madre.

    Digitò il suo nome in rubrica col cuore in gola perché non era mai serena quando si sentivano. Enrica, al primissimo squillo la travolse con tutto l’amore e l’energia di cui era capace. Probabilmente, consapevole di aver ferito sua figlia quando aveva lasciato suo padre, cercava in ogni modo possibile di far entrare nella testaccia dura di Emma tutto l’amore che l’univa a lei.

    «Testaccina, ci sono delle novità! Lapo vuole a portare a casa la sua fidanzata. Ci pensi? Sono così emozionata!» annunciò Enrica senza alcun preambolo.

    Emma dall’altra parte del telefono era accasciata sulla sua sedia, non ricambiando nemmeno per la millesima parte tutto l’entusiasmo di quella notizia. Lapo, il suo fratellastro, in amore era persino peggio di lei: buon sesso ma niente storie serie. Ogni tanto si chiedeva se anche lui avesse risentito della presenza ingombrante di una sorellastra maggiore. Mentre ci rimuginava sopra, le saliva tanta rabbia dentro, perché in ogni caso lui aveva avuto sempre costantemente la presenza

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