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Tacchi a spillo e paioli di rame: avventure semiserie di due amiche per la pelle
Tacchi a spillo e paioli di rame: avventure semiserie di due amiche per la pelle
Tacchi a spillo e paioli di rame: avventure semiserie di due amiche per la pelle
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Tacchi a spillo e paioli di rame: avventure semiserie di due amiche per la pelle

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About this ebook

Il romanzo è ambientato ai nostri giorni tra Genova e l’hinterland milanese ed è il racconto di un’amicizia al femminile, di formazione. Gli avvenimenti si svolgono nell’arco temporale di un anno scolastico nel quale le protagoniste non vedono stravolte le loro vite, ma non di meno cambiano e alla fine scoprono d’aver compiuto un percorso. Dialoghi, monologo interiore, qui pro quo, vissuti diversi degli stessi avvenimenti, tempo che si dilata e linguaggio tra l’ingenuo e l’umoristico, generano occasioni di sorriso. L’intento è quello di rappresentare istantanee di vita, narrate in modo corale da personaggi in cui sia facile riconoscersi
LanguageItaliano
Release dateNov 28, 2022
ISBN9791222037301
Tacchi a spillo e paioli di rame: avventure semiserie di due amiche per la pelle

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    Tacchi a spillo e paioli di rame - Silvana Zanutto

    ROBERTA SILVANA

    CIGALA ZANUTTO

    TACCHI A SPILLO E PAIOLI DI RAME

    Avventure semiserie di due amiche per la pelle

    Atile edizioni

    ATLANTE DEI PERSONAGGI

    Personaggi narranti:

    Roberta - professoressa di lettere, abita e lavora a Genova;

    Silvana - casalinga, laureata in lingue, abita a Turbigo;

    Maria - madre di Silvana, professoressa di lingue in pensione, abita a Orta San Giulio;

    Maria Vittoria - figlia di Roberta, adolescente, frequenta il liceo;

    Bianca - figlia di Silvana, giovane donna, frequenta l'Università Statale di Milano;

    Mario - marito di Silvana, ingegnere meccanico, spesso in trasferta all'estero:

    Walter - marito di Roberta, chirurgo ortopedico;

    Anna - amica d'infanzia di Roberta e Silvana, scrittrice, abita a Firenze;

    Luciano - amico di Anna, vicequestore aggiunto, vive e lavora a Roma;

    Federico - figlio di Anna e John, ha undici anni;

    Monique - fidanzata di Luigi;

    Giovanni Battista - padre di Roberta, detto GB, ma anche Giobatta o nonno Gian;

    Teresa - madre di Roberta;

    Luigi - ex marito di Anna, gestisce l'agriturismo di famiglia nel senese;

    Francesca - figlia di Anna e Luigi.

    Altri personaggi:

    Eugenio - fidanzato di Bianca, studia a Milano;

    Victor - amico di Eugenio, studia a Milano;

    Bruto e Cassio - bassotti, abitano con Roberta;

    Daniela - segretaria dell'istituto scolastico di Roberta;

    Bonard - chef, tiene corsi di cucina ad Antibes, Costa Azzurra;

    Giulia - amica di Maria Vittoria, abita a Verona;

    Alberto - cugino di Giulia, abita a Milano;

    Ignazio - collega di Mario, abita e lavora a Manila, Filippine;

    Ugo - vicino di casa di Roberta

    Inés e Felipe - professori spagnoli in missione a Malta;

    Luigia - zia di Roberta, sorella di Giovanni Battista, vive in Argentina;

    Gianandrea - marito di Luigia;

    John - secondo marito di Anna, padre di Federico;

    Eron - fotografo, vive e lavora a Oslo, Norvegia;

    Lina - madre di Luigi;

    Vincenzi - professore di Arte antica, vive a Firenze, lavora a Milano;

    Grazia - ispettrice di polizia;

    Lucia - cuoca dell'agriturismo.

    Capitolo I

    Primo settembre

    [Considerato da molti il Capodanno reale da contrapporre a quello solare, questo giorno segna la fine delle vacanze, è occasione di buoni propositi e si colora di aspettative. Silvana e Roberta, amiche da sempre, decidono di passare più tempo insieme per sopravvivere alla routine quotidiana. Ro scopre che una semplice tartina può, se non risolvere una situazione, almeno sdrammatizzarla e Sil che le serve assolutamente un’agenda nuova.]

    Roberta

    Primo collegio docenti dell’anno scolastico, non sono ancora stati nominati i nuovi. Solite facce quindi: ci conosciamo tutti da anni, con i nostri pregi e i nostri difetti. Sono già le nove e undici minuti e non si vede nessun dirigente all’orizzonte. Che noia. Dell’ordine del giorno mi interessa solo l’ultimo punto: assegnazione cattedre, potrebbe essere una cosa lunga, anzi lunghissima. Chissà che fa Sil, quasi quasi le mando un WhatsApp.

    Silvana

    La mattinata è fresca, la prima da almeno due settimane. Mi sono alzata presto e ho deciso di dedicarmi alla cucina: sto trafficando su vari fronti contemporaneamente. Intorno a me regna la confusione, ma io sono serena: riuscirò a domarla entro le 13.30: profumo di pulito e pranzo in tavola. Tutto è sotto controllo.

    Conosco questo rumore. È un messaggio WA.

    La tentazione di ignorarlo è forte, ma la curiosità è femmina; così dicono.

    09.12 Sil ci sei? Non voglio rispondere.

    Roberta

    Taci, partire è partito, vedo una tacca. Anzi due, è arrivato. É azzurro, allora lo ha letto. Perché non risponde?

    09.15 Aiuto Sil, fatti viva!

    Ma cosa starà facendo, cercando di far ingrassare quella povera figlia con qualche suo manicaretto? O il bucato, perché rientra nelle incombenze del lunedì?

    09.17 Eccomi, cos’è tutta questa fretta. È successo qualcosa? Se ricordo bene a quest’ora dovresti essere a scuola per una delle tue riunioni.

    09,20 Sì, in effetti sono al Collegio Docenti, ultima fila: allineata e coperta. Sempre la stessa gente; mi annoio. Tu cosa fai?

    Silvana

    È tipico di Ro, ricorrere a me per ogni problema, grande o piccolo. D’altronde io faccio la stessa cosa con lei. Ma non questa mattina. Il pollo alla cacciatora, per essere buono, deve cuocere a fuoco lento almeno due ore e io non l’ho ancora messo in padella.

    09.23 La mia vicina è partita per la montagna e mi ha lasciato il kefir da accudire. Gli sto dando da mangiare.

    Conciso e sbrigativo. Torno subito ai fornelli, in fondo è lei che si annoia, scriverà uno dei suoi messaggi fiume e io riuscirò a sistemare il pollo, dopo il kefir.

    09.25 "Kefir, Kefir… Che nome strano per un animale. Cane o gatto?

    Non importa. Lo trovo più adatto forse per un serpente strisciante e sibilante. Keeefffiiirrr. Ma voi nel milanese, con la vostra mania di mettere l’articolo davanti ai nomi propri (la Cicci, il Pino, la Titti), per me è una sofferenza fisica: oggi poi che torno tra le mura di questa scuola."

    09.30 Il kefir, con l’articolo davanti e l’iniziale rigorosamente minuscola, non è un cucciolo, ma il parente acido dello yogurt.

    Non ha funzionato, proviamo la carta della sincerità.

    09.32 Scusa, ma non ho proprio tempo. Viene mia mamma a pranzo. Ci sentiamo stasera con calma.

    Roberta

    Acido, yogurt acido, che schifezza, già io detesto quello dolce, puoi immaginarti quello acido. Per Natale devo ricordami di regalarle un libro di ricette della tradizione, senza ingredienti strani. Come potrei rinunciare ai suoi inviti: rabattoni e vitello tonnato con salsa fatta come da tradizione a mano, non usa neppure le fruste elettriche per preparare la maionese, pensare che io la compro già fatta, questione di polso dice, altro che kefir. Ok. Sil ha da fare, fammi dare un’occhiata ai miei cari colleghi.

    Arrivo del preside, perennemente incazzato. All’ordine del giorno non compare, ma dice che l’Assessorato Scolastico Regionale da quest’anno vuole coordinare i giorni di Scuola Aperta.

    Di solito, facciamo il sabato della prima settimana di dicembre e la domenica della terza di gennaio. parla Avio, insegna inglese, miope come una talpa, i suoi allievi non prendono mai un’insufficienza, chissà come mai?

    Ho sentito che l’Istituto Professionale quest’anno vuole organizzare l’apertura serale con tanto di apericena. dice Parodi, la vicepreside, tutta contenta. Ammicca come a precisare che lei ha i suoi contatti e sa sempre tutto.

    È vero. si intromette Rovelli. Hanno chiesto ai colleghi e alle scolaresche dell’enogastronomico di preparare il buffet. Lo so perché una mia amica lavora in Segreteria e hanno ottenuto il finanziamento per fare la spesa.

    Soldi per le tartine da offrire ai genitori? Mi sembra una pazzia, ma la didattica che fine ha fatto? C’è stata l’offerta viaggi-studio all’estero, la proposta scuola-lavoro ad hoc per gli studenti e ora quella dei manicaretti.

    Peccato che Sil non si sia data all’insegnamento, sarebbe stata perfetta.

    Gigi, educazione fisica, pardon, motoria continua serafico a leggere l’allegato della gazzetta. Il collega alla sua sinistra sonnecchia. È stato argomento dei pettegolezzi durante gli intervalli in sala professori degli ultimi due anni. Si è messo con una ex allieva, vent’anni più giovane e hanno avuto una bambina. Ora dorme, evidentemente non regge il ritmo. Cosa direbbe Sil con quella sua mania dei detti e degli aforismi: Ogni frutto la sua stagione.

    Mi scuoto, Gianni mi dà una spallata. Ha i capelli rasta, insegna matematica e i ragazzi lo adorano: "Perché non organizziamo un rave ?" e ride.

    Già, potrei proporlo. Quanto mi sono rotta, ma poi sento che per le cattedre si è acceso un vero e proprio dibattito: ore eccedenti, classi prime numerose, meglio faccia attenzione e mi avvicini.

    Dopo l’interminabile mattinata vado a casa quasi contenta. Avrò due terze e una quinta perciò anche l’esame di Stato che quest’anno dovrebbe prevedere la mia materia come interna cioè la mia presenza in commissione.

    Poco male. La mia quinta è brava e non dovrò spostarmi in giro per la città.

    Niente prime: sono scongiurati i test d’ingresso, nuovi studenti da conoscere, un programma un po’ noioso, un’infinità di ore di grammatica, astinenza da letteratura classica.

    Ciao. è Marina, la collega di diritto. Vuoi qualcosa di liquido? Di liquido? chiedo interdetta.

    Sì. Un caffè, un tè…

    Vista l’ora, perché non un aperitivo?

    Dai andiamo al bar all’angolo, magari ci facciamo due stuzzichini … e una tartina.

    Ottima idea.

    Maria Vittoria va a pranzo da mia mamma, Walter in mensa e io non devo cucinare, almeno per oggi. Non potevo cominciare meglio.

    Maria

    Ho trovato Silvana agitata; no, più che altro pensosa, distratta. Mi ha anche raccontato una storia strampalata su Roberta e un cucciolo di serpente. Roberta, la figlia della Teresa, me la ricordo da quando abitavamo a Genova, loro all’ultimo piano e noi al secondo. Che casa solare con quello splendido terrazzo pieno di fiori da cui si vedeva tutta la città. Forse abitano ancora a Castelletto.

    Il serpente non sarà velenoso? Sicuramente lo terranno ben chiuso in un rettilario. Non sopporto quelli che li maneggiano in casa; possono fuggire nelle fogne e poi te li trovi dove meno te li aspetti. Che idea balzana. Avrei voluto chiedere ma non sono riuscita: è arrivata Bianca da Milano, tutta eccitata per l’università; Silvana è sparita in cucina a dare gli ultimi tocchi come dice lei ed è passato il momento.

    È stata una bella giornata, di quelle da archiviare per la vecchiaia. Il pollo era squisito. D’altronde la ricetta è quella di famiglia riveduta e corretta da ogni generazione. Coniugare tradizione e innovazione (sembra lo slogan di un ristorante chic, mi piace). Ci avrà messo la paprica? Piccante senza essere piccante, questo è il segreto. La bontà di un piatto si capisce qualche ora dopo, quando ti è rimasto il sapore sulle papille ma non ti dà fastidio, anzi.

    Bianca è proprio una ragazza giudiziosa e determinata. Studi giusti, amici giusti, guardaroba adeguato ad ogni occasione. Il merito va anche alla nonna, ça va sans dire . È un piacere quando viene a trovarmi sul lago.

    Fin troppo giusta. Quando le ho chiesto, più che altro per educazione e affetto di nonna ...

    Quando vieni a trovarmi?

    ... invece di rispondermi con un vago ...

    Presto nonna.

    ... come mi sarei aspettata, mi ha detto ...

    Prendo l'agenda.

    ... e ha preso la sua Smemoranda, pensavo non la facessero più, ha controllato diligentemente e poi ...

    Vengo la prossima settimana: giovedì; lo scrivo. ... e lo ha scritto.

    Le preparerò lo stoccafisso alla ligure. Devo dire al Giacomo che me lo metta a mollo per tempo. Lo scrivo sul calendario? No, me lo ricordo di sicuro.

    Mi è pesato il viaggio di ritorno. Sulle strade ci sono troppi tir, troppo traffico in generale e poi ci si è messo l’abbiocco da bonarda. Devo fare delle scelte: o mi muovo solo la domenica (il traffico c’è lo stesso, ma non ci sono i tir) o rinuncio alla buona tavola e alla bonarda (ma è un grande sacrificio).

    Ora una tisana e un bel film già visto, di quelli romantici. Se mi addormento sulla poltrona e mi sveglio ogni tanto non perdo il filo del racconto.

    Silvana

    La giornata è volata e di Roberta nessuna notizia. Si sarà offesa per i miei modi sbrigativi di questa mattina? La vita della casalinga è fatta di giornate vuote e noiose e di giornate convulse, come quella di oggi.

    21.50 "Carissima, non ti ho sentita per tutto il giorno, dopo stamane.

    Ti chiamo domani per avere un resoconto del tuo primo giorno di scuola. Com’è, sempre la solita zuppa? C'è qualche collega nuovo e guarda caso figo? Qualche nuova conoscenza? Devo anche raccontarti la mia, di giornata."

    Mi preparo. È rinfrescato, aggiungerò un plaid al copriletto. Meglio sostituire la camicia da notte con un pigiama con le maniche lunghe e anche i calzini di cotone. Pulizia del viso, lavaggio denti. Quanti colpi di spazzola?

    Facciamo venti, basteranno.

    22.15 Buona notte anche a te. Non vedo l'ora di sentirti raccontare la tua giornata, mi diverte ascoltarti. Sei sempre pacata ma insieme frizzante. Non perdi mai la pazienza. Io invece, ora che non sono più in ferie ho sostituito la mia nota ironica (che mi diverte) con quella sarcastica (che mi fa arrabbiare), visto le cose incredibili che succedono a scuola e ... di riflesso a casa.

    22.17 Poi, ogni volta che uso la posta elettronica, quando ci riesco, c'è sempre una novità. Oggi per esempio, temporale: nessuna connessione, e quando finalmente si avvia, questa schermata sbiadita che non si capisce da dove sia uscita! Uso il punto esclamativo alla faccia di Eco. Per finire, nel pomeriggio ho avuto la brillante idea di mettere a posto l'armadio e ho scoperto un mucchio di roba che non mi va più bene, mi viene voglia di usare una riga i punti esclamativi (sic!).

    22.19 Infine ho fatto una passeggiata fino al cimitero, giusto per tirarmi su di morale. Devo organizzare una giornata a Milano con te se no potrei pensare al suicidio, mentale naturalmente. Buona notte e buone giornate, cara amica, spero decisamente migliori delle mie.

    Che raffica di messaggi. Roberta è in crisi. Le succede tutti gli anni, ma questa volta mi sembra peggio del solito. Devo inventarmi qualcosa, una scusa per farla venire a Milano.

    22.30 A domani. Parleremo anche di un progetto che mi frulla in testa da oggi. Mi piacerebbe organizzare delle uscite con te, magari nei ponti del calendario scolastico. Ora che Bianca è all'università e mio marito continua a girare il mondo per lavoro, soffro della sindrome del nido vuoto. Mi hanno detto che si chiama così questa smania di pulire e cucinare, anche se penso di averla sempre avuta. Mi serve un'agenda, devi aiutarmi con la tua esperienza. Possiamo vederci a Milano? Mi dirai tu quando sarai libera.

    Capitolo II

    L’agenda perfetta

    [In questo capitolo le amiche si incontrano a Milano. Il pretesto è la scelta dell'agenda per Sil, ma è grande il piacere di stare insieme.

    Qualche contrattempo, un decalogo da rispettare, un incontro inaspettato, negozi da visitare, vetrine da studiare. La giornata passa in fretta: cappuccino, gelato tè con pasticcini e viene decisa la meta del prossimo viaggio.]

    Roberta

    Sono arrivata. Stazione Centrale. Dio, che visione, Milàn è sempre un gran Milàn. Perfino l’aria mi sembra perfetta. Smog o meno qui si respira quell'aria modaiola che mi piace da morire.

    Sono in

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