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Un utero per Alba
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Ebook79 pages57 minutes

Un utero per Alba

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About this ebook

Un incidente sul cantiere dei lavori in corso di un antico edificio porta due amici – Lino e Peppino – a ricostruire la storia della cosiddetta “villa dei fantasmi” che è, in realtà, la tragica storia di una coppia e del loro desiderio di genitorialità. Dall’atto della creazione a quello creativo il passo è breve: la vicenda corre così sul filo di un parallelismo ardito e profondamente significativo...
LanguageItaliano
PublisherVentus
Release dateDec 15, 2022
ISBN9791222035376
Un utero per Alba

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    Un utero per Alba - Pasquale Scipione

    utero-alba_fronte.jpg

    © Pubblicato da Ventus

    Marchio editoriale indipendente

    Disponibile in rete e in libreria

    https://ventuseditore.blogspot.com/

    È severamente vietato riprodurre, in parte o nella sua interezza, il testo riportato in questo libro senza l’espressa autorizzazione dell’Editore.

    Pasquale Scipione

    Un utero per Alba

    Indice

    I Capitolo

    II Capitolo

    III Capitolo

    IV Capitolo

    V Capitolo

    VI Capitolo

    VII Capitolo

    VIII Capitolo

    IX Capitolo

    X Capitolo

    XI Capitolo

    XII Capitolo

    XIII Capitolo

    XIV Capitolo

    Nota dell’autore

    Alle care nipotine Alice e Chloe

    La vita della mente si attiva anzitutto mediante il sentire da cui provengono le sensazioni.

    Senza le sensazioni la nostra mente sarebbe morta e noi ovviamente con lei.

    Vito Mancuso, Il bisogno di pensare

    Solo l’amore è in grado di vendicarci dei colpi bassi che la vita c’infligge.

    Yasmina Khadra, Quel che il giorno deve alla notte

    ALBA È’ UNA DONNA DETERMINATA, VOLITIVA, CHE ESCLUDE LA

    PERCEZIONE DEL PECCATO NELLE SUE AZIONI ANCHE

    CONTRAVVENENDO A CONSOLIDATE REGOLE.

    MA I COLPI BASSI CHE LA

    VITA LE RISERVA O LE INFLIGGE LA SCONFIGGERANNO?

    I CAPITOLO

    «Pronto! Pronto! 118? Pronto, aiuto, mi sono ribaltato!»

    «Pronto… chi parla?»

    «Sono io! Mi sono ribaltato con il mio escavatore, sono bloccato sotto!»

    «Io chi?»

    «Non posso muovere le gambe…presto aiutatemi!»

    «Mi dica il suo nome e dove si trova»

    «Presto per carità non ce la faccio più, porca puttana!»

    «Se non mi dice dove si trova non posso aiutarla…»

    «In via Appia, lato Napoli, al cantiere edile di…» e cadde la linea.

    Non erano ancora le otto del mattino e il traffico sull’Appia era ancora abbastanza fluido e silenzioso. I bus con gli studenti che frequentavano gli istituti scolastici della città si affollavano intorno alle otto, o giù di lì, e poi a seguire la viabilità si congestionava estenuando chiunque vi si trovasse dentro e mandando in malora qualunque appuntamento o orario di lavoro da rispettare.

    Era stato proprio il traffico a convincere Lino di dover cambiare la posizione della camera da letto in quella sua villetta costruita in quei dintorni. Aveva spostata la stanza dal lato nord per i rumori caotici della vicina via Appia e per la scarsa esposizione al sole, sul versante sud e così quella mattina – lontano da un risveglio tramortito dalle continue sirene – la giornata si preannunciava serena. Almeno nei primi istanti. All’improvviso, infatti, stranamente – nonostante quella strategica nuova predisposizione – l’atroce suono della sirena di un’autoambulanza lo raggiunse ugualmente: attraversò il giardino che separava la costruzione dalla strada, risuonò acutamente nella stanza abbandonata a nord e penetrò come un lamento stridulo nella sua camera da letto per infrangersi contro la persiana ancora chiusa.

    Scosso come una fragile canna al vento, Lino si alzò, credendo di liberarsene andando a prepararsi in cucina la solita tazzina di caffè, ma aperta la persiana, constatò l’ingorgo di macchine sulla strada e vide la vettura di soccorso costretta a rallentare. Prese a zizzagare per liberarsi dalla morsa del traffico e poco dopo giunse sul cantiere edile allestito lì nei pressi della sua abitazione, per poi risfrecciare in direzione contraria verso l’ospedale.

    A caldo Lino raccolse delle notizie sull’accaduto dal vicinato e dalla radio locale, ma il giorno successivo in edicola sul quotidiano locale lesse una cronaca dettagliata della vicenda che titolava: Incidente sul lavoro: la casa degli spiriti fa una nuova vittima.

    Un giovane, un 22enne del posto, operaio della ditta edile a lavoro sul cantiere ormai noto per le nefaste vicende che accompagnano l’incedere dei lavori, è rimasto vittima di un incidente a bordo dell’escavatore di cui era alla guida. Il giovane, per cause ancora da chiarire, si è ribaltato ritrovandosi al di sotto del mezzo. L’operaio non è in pericolo di vita, ma ha riportato gravi conseguenze a causa della frattura del femore e alcune lesioni interne. Inquirenti al lavoro, dunque, per verificare – ovviamente – il rispetto delle norme di sicurezza e per ricostruire l’accaduto, tanto più che, secondo le prime indiscrezioni, pare che la vittima abbia parlato della presenza nell’edificio in demolizione – disabitato da decenni – di un bambino del quale, però, non ci sarebbe alcuna traccia. […]

    L’articolo prendeva un’intera pagina e proponeva anche un approfondimento in un piccolo box in fondo alla pagina, su un dettaglio che colpì molto Lino: le condizioni di salute del giovane fortunatamente erano stabili seppur serie, ma qualche minuto ancora di ritardo dei soccorsi e avrebbe conosciuto una sorte decisamente più triste.

    Il recupero del giovane ferito e il suo trasporto all’ospedale sono stati particolarmente difficoltosi a causa del solito traffico infernale del mattino sull’Appia. Politici di tutti i partiti si sono profusi nel fare promesse di soluzione con vie alternative sulla montagna o sul mare con sprechi di risorse pubbliche, ma da decenni nulla è stato realizzatochiudeva con

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