Il gioco, il sogno, la vita
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Ma, per chi vince, è davvero tutto rose e fiori? Quanto e come cambia la vita di un vincitore?
Gherardo Terzi è nato a Roma, buona educazione, scuole di livello; ha avuto l’onore di avere come insegnante di italiano al liceo a Firenze padre Balducci, uno dei commentatori di Dante. Nella vita è imprenditore agricolo, ha due figli. Ha cominciato a scrivere nei momenti difficili: scriveva poesie in rima in cui sfogava la sua rabbia e il risentimento, e da allora ha preso l’abitudine di scrivere su argomenti o notizie che suscitano in lui sdegno o ammirazione. Più volte invitato alla radio a declamare la sua satira politica da Alberto Gaffi. Il gioco, il sogno, la vita è il suo primo tentativo in prosa.
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Il gioco, il sogno, la vita - Gherardo Terzi
Nuove Voci
Prefazione di Barbara Alberti
Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.
È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.
Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi
Non esiste un vascello come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesia che s’impenna.
Questa traversata la può fare anche un povero,
tanto è frugale il carro dell’anima
(Trad. Ginevra Bompiani).
A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.
Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.
Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.
Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di Lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov
.
Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.
Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.
Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.
Dedico queste pagine a tutti quei giocatori che si illudono di poter cambiare la loro vita ma che invito a continuare a sognare e a non perdere la speranza, nella vita chissà...
I
Quei numeri che vengono estratti il martedì, il giovedì e il sabato sono per tanti speranza, sogni, problemi risolti, vita spensierata, mandare tutti in culo, libertà... Una droga che ti prende il lunedì quando hai appena messo in fila i pensieri della settimana, le paure, le angosce per tutti quei problemi che non sai come affrontare e risolvere e che in quei numeri troverebbero una soluzione facile facile… Basta azzeccarli, che ci vuole? Poco importa se le possibilità sono praticamente zero, la droga ti dice che ce la puoi fare, che la fortuna è con te.
Oggi il montepremi per il 6 è di 48.000.000, diconsi quarantotto milioni di euro pari a più di 90 miliardi delle vecchie lire, cifre quasi incomprensibili per chi guadagna anche cinquemila al mese, in una vita di lavoro non ne mette insieme neanche la metà; e sono lì pronti per te che giochi! Non si può resistere, cerchi l’ispirazione...
Sei numeri da 1 a 90… E lì ti perdi. Dove sarà nascosta la combinazione vincente? Ti concentri, cerchi di immaginare, le cifre scorrono, quali acchiappare, hai visto un 6 poi un 74 poi è apparso un 25, un 12, un 52, un 76, un 90, 10, 15, 27, 33. Oddio, ma solo sei valgono.
Culo o raziocinio questo è il dilemma: se vai col culo invochi il destino, ed è tutto più a buon mercato, perché se è destino con poche giocate ci azzecchi di sicuro, ma forse è meglio aiutare il destino a venire dalla tua parte, e questo è di sicuro più costoso. In questo caso interviene il raziocinio, che poi non è neanche tale perché si rischia di spostare la probabilità da 0,000000000001 a 0,00000000001 ma per la speranza è un plus degno di essere rischiato. Perché se è vero che poco cambia per azzeccare il 6, ci sono tanti premi di consolazione, che si possono vincere e che possono essere anche allettanti, altri che servono solo a lenire le ferite, ed a permetterti di rigiocare quasi gratis un’altra volta. Il 5 + 1 è già una vincita che, se non risolve tutti i problemi, ti permetterà già di toglierti parecchie voglie: dalla macchina nuova di categoria superiore, all’acquisto di un appartamento, o all’estinzione dell’odiato mutuo, un bel regalo per la tua ragazza che comincia a considerarti un po’ sfigato, quello che non si aspetta è quello che ti consentirebbe di essere di nuovo apprezzato.
Col 5 dovrai scegliere o la macchina o il regalo, oppure te li tieni e ti diverti per un po’ con una vacanza e qualche scappatella amorosa. Con il 4, il 3 e il 2 le vincite servono solo a recuperare le perdite già subite e a permetterti di rigiocare, sperare di nuovo e, in qualche modo, non sentirti completamente abbandonato dalla sorte che può manifestarsi veramente benevola più avanti.
E allora si riprende coraggio, la droga trova nuova linfa, si comincia una prima cernita, i primi sei numeri, poi altri sei, ancora sei, poi una combinazione della prima sestina con la seconda, poi la terza con la quarta e così finisci di compilare un numero esagerato di sestine e ti ricordi che c’è una bolletta che deve essere pagata e mannaggia così non va. Il gioco si rompe sul più bello, quando già ti sentivi la vittoria in tasca arriva la bolletta a guastarti la festa.
Quanto ci mettono a tagliarmi il gas? Be’ considerando l’efficienza di certe strutture, non subito, forse ho un mese per pagare e poi se vinco non sarà più un problema.
Allora ricomincio - devo scegliere culo, raziocinio o bolletta. Scelgo il culo, mi affido ad un sistema da 10 €, ma per capire di più il gioco ne sviluppo uno teorico ben più importante per vedere se l’avessi giocato come sarebbe andata a finire, così posso pagare anche la bolletta.
Il risultato è culo 0: nessuno numero azzeccato; raziocinio 4, vincita teorica di 400 €, ci avrei pagato la bolletta e mi restavano ancora i soldi per giocare di nuovo.
Conseguenza di tutto ciò, non pago la bolletta e vado a giocare per l’estrazione di giovedì il sistema sviluppato cambiando i numeri secondo l’ispirazione del momento.
Ho giocato! Ho speso 50 € ma sono felice. Ho tutta un serie di ipotesi in testa: il 6 è praticamente escluso, ma non si può mai sapere e se dovessi centrarlo, bè si apre un mondo nuovo. Si cambia casa, meglio andarsene da quei condomini cosi impiccioni e pettegoli, ci metterebbero cinque minuti a indovinare che hai vinto e poi sarebbe la fine.
Bisogna avere una strategia di vittoria altrimenti ti saltano tutti addosso. Prima di tutto diventiamo invisibili e per questo è meglio cambiare casa, meglio cambiare quartiere, così sei uno nuovo e puoi anche avere i soldi senza subire troppe invidie, in questo caso si può anche cambiare macchina, si però al lavoro quelli lì capirebbero, ma quanti problemi ci sono anche dietro una vittoria, uno cerca di vincere per avere meno grane e rischi di ritrovarti in un mare di rotture di coglioni, perché gli altri vogliono anche loro un pezzo della tua vittoria. Forse è meglio cambiare città e lavoro così è tutto nuovo e poi chi ha detto che devo ancora lavorare?
Ma il 6 è così improbabile, aspettiamo che succeda e poi decidiamo.
Il 5 + 1 ed il 5 sono molto più gestibili, sono vincite pari ad un «gratta e vinci» roba comune, un piccolo sprazzo di luce in un mondo così grigio. Comunque non cambio più la macchina, meglio un bel motorino o una bella bici, magari una e-bike, che fanno così tendenza oggi. I debitucci scompaiono, non devo cambiare casa, lavoro, amici: è tutto più semplice.
È giovedì sera sono le 20.30 è il momento della verità. Apro internet, clicco Superenalotto e compaiono i numeri. La prima impressione è di aver azzeccato qualcosa, passiamo al controllo con scheda in mano. Sono tre i numeri azzeccati, ma non è tre il risultato perché i numeri in questione compaiono su sestine diverse e non sulla stessa, solo in tre casi due numeri sono insieme, quindi ho fatto 2 tre volte, totale vincita 18 €.
Ho speso 10 € la prima volta, 50 € la seconda, totale 60 €, vincita 18 €, perdita 42 €. A volerla vedere onestamente è un fallimento adesso i soldi per la bolletta non ci sono più tutti, dovrei lasciare perdere, recuperare la perdita con gli straordinari, ma quel maledetto tarlo è ancora là che lavora: hai vinto 18 € è la prova che ce la puoi fare, se vinci non hai bisogno di straordinari... Ma se perdo anche il pieno settimanale della macchina è a rischio. Ma perché devi sempre pensare in piccolo, la bolletta, il pieno, la spesa, il condominio, cazzo una bella vincita e non ci pensiamo più. «Chi non risica non rosica» dice il proverbio, e allora rosichiamo, sabato c’è la prossima estrazione, si rigioca: stesso sistema, 50 € e apriti culo.
Ho messo la scheda del gioco nel portafoglio, così non la perdo, e poi magari stando vicina ai soldi si carica, hai più paura di perdere il portafoglio adesso che c’è una schedina che non se ci fossero 500 €.
Non so perché quella schedina da una fiducia, ti fa sentire più sicuro, anche al lavoro non sono più lo stesso. Ho già risposto male a due colleghi che erano abituati a sopraffarmi.
Sogno ad occhi aperti: sono in spider, una bellissima Alfa C4 gialla, sto già sfrecciando su un misto veloce su per le Dolomiti, a fianco rannicchiata dalla paura una bella bionda...
Basta, devo lavorare, domani magari mi divertirò ma oggi sono