La donna, l’amore e la magia in alcuni racconti fiabeschi di madame d’Aulnoy
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Rossella Antonini è nata a L’Aquila, dove vive con suo marito e sua figlia. Dopo la maturità classica, ha conseguito la laurea in Lingue e Letterature Straniere con il massimo dei voti. Appassionata di lingua e civiltà francese, è docente nella Scuola Secondaria. Si è cimentata in traduzioni dal francese di libri di spiritualità contemporanea. Nel suo primo saggio si è immersa nella magia dei racconti fiabeschi del Seicento francese, attraverso i quali viene trasmesso tutto un mondo dominato dagli amori, dalle gelosie e dai sogni di principi e principesse dell’epoca. Quel mondo, solo apparentemente lontano da noi, ci viene magistralmente trasmesso attraverso lo sguardo acuto, ironico e realistico dell’autrice, donna dalla vita avventurosa e unica, catturando l’attenzione di un pubblico colto e curioso.
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La donna, l’amore e la magia in alcuni racconti fiabeschi di madame d’Aulnoy - Rossella Antonini
Rossella Antonini
La donna, l’amore e la magia in alcuni racconti fiabeschi di madame d’Aulnoy
© 2022 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma
www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com
ISBN 978-88-306-6468-5
I edizione settembre 2022
Finito di stampare nel mese di agosto 2022
presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)
Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa
La donna, l’amore e la magia in alcuni racconti fiabeschi di madame d’Aulnoy
Nuove Voci
Prefazione di Barbara Alberti
Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.
È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.
Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi
Non esiste un vascello come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesia che s’impenna.
Questa traversata la può fare anche un povero,
tanto è frugale il carro dell’anima
(Trad. Ginevra Bompiani).
A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.
Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.
Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.
Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di Lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov
.
Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.
Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.
Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.
INTRODUZIONE
I contes de fées
di Madame d’Aulnoy
Marie-Catherine le Jumel de Barneville, baronessa d’
aulnoy
è l’iniziatrice di un movimento letterario caratteristico della società mondana della seconda metà del secolo XVII, che M.E. Storer ha definito la mode des contes de fées
¹.
Nel 1690 M.me d’Aulnoy pubblica un romanzo sentimentale secondo il gusto letterario del tempo e, al suo interno, inserisce il primo conte de fées
letterario di tipo tradizionale: L’île de la félicité ².
In questo conte, che M.me d’Aulnoy definisce un "conte approchant de ceux des Fées"³ l’autrice attinge palesemente al patrimonio folcloristico del meraviglioso per la presenza di fate, di un mantello verde che rende invisibili (ne Le prince Lutin diventerà un cappello) e di figure mitologiche: le ninfe, Eolo, il dio dei venti e Zefiro, che assume il ruolo di aiutante magico di Adolphe, principe di Russia.
Già in questa fiaba ci sono, in nuce
, tutti gli elementi caratteristici delle fiabe di M.me d’Aulnoy, che saranno maggiormente sviluppati nei contes
successivi.
Adolphe è il principe di un Paese lontano e misterioso, la Russia, che è:
"un pays froid où l’on ne voit guère les beaux jours d’un climat tempéré: ses montagnes sont presques toujours couvertes de neige, et les arbres y sont si chargés de glaçons que lors que le Soleil darde ses rayons dessus, ils paraissent camme s’ils étaient garnis de cristal, il y a des fôrets d’une grandeur prodigieuse, où des ours blancs font un ravage horrible" (pagg. 143-44)
ed è, come tutti gli eroi di M.me d’Aulnoy,
"si heureusement né, si beau, si poli, et si spirituel qu’on aurait eu de la peine à se persuader que dans un pays si rude et si sauvage l’on eût pû trouver un Prince si accompli" (pag. 144)
mentre la principessa, a sua volta, è di una bellezza straordinaria.
Anche il suo palazzo somiglia in modo sorprendente ai vari palazzi delle altre fiabe (il palazzo di cristallo di Gracieuse et Percinet, la ricca torre de La biche au bois ed il castello de La chatte blanche) ed è sontuosamente ricco, come lo saranno tutti gli ambienti degli altri contes
:
"Les murs en étaient de diamants, les planchers et les plafonds de pierreries qui formaient des compartiments, l’or s’y trouvait avec plus de facilité que les pierres, les meubles étaient faits de la main des Fées". (pag. 159)
Il giardino, descritto con compiaciuta ammirazione, ricorda invece le magnificenze di Versailles:
"L’air y était tout parfumé, la rosée d’excellente eau de Cordüe, la pluie fentait la fleur d’orange, les jets-d’eau s’élevaient jusques aux nuées, les fôrets étaient d’arbres rares et les parterres remplis de fleurs extraordinaires, des ruisseaux plus clairs que le cristal coulaient de tous côtés avec un doux murmure, les oiseaux y faisaient des concerts plus charmants que ceux des meilleurs Maîtres de Musique". (pag. 158)
Questi brevi cenni, attraverso i quali si evidenziano il curioso mélange
tra meraviglioso popolare e mitologia e l’accurata descrizione degli ambienti, di cui viene sottolineato il fasto, rendono fin dall’inizio unici ed inimitabili i prodotti letterari di M.me d’Aulnoy, che, circa sette anni dopo, avrà modo di arricchire il suo repertorio di fiabe con l’edizione dei Contes de fées
.
Tra il giugno 1697 e la fine dello stesso anno, M.me d’Alunoy pubblica i quattro tomi dei Contes de fées, mentre tra febbraio e luglio 1698 appaiono i quattro tomi dei Contes Nouveaux ou les Fées à la mode⁴ e, secondo l’accurata ricostruzione cronologica fatta da R. Foulché-Delbosc⁵ e di seguito riportata, gli otto volumi di cui si compone la serie completa dei contes de fées
contengono ventiquattro contes de fées
propriamente detti.
Contes des Fées (1697)
Tomo I. – Gracieuse et Percinet – La Belle aux cheveux d’or – L’oiseau bleu – Le Prince Lutin.
Tomo II. – La Princesse Printanière – La Princesse Rosette – Le rameau d’or – L’Oranger et l’Abeille – La bonne petite Sauris.
Tomo III. – Le Mouton – Finette Cendron – Fortunée.
Tomo IV. – Babiole – Le nain jaune – Serpentin vert.
Contes nouveaux ou les Fées à la mode (1698)
Tomo I. – La Princesse Carpillon – La Grenouille bienfaisante – La Biche au Bois.
Tomo II. – La Chatte Bianche – Belle-Belle, ou le Chevalier Fortuné.
Suite des contes nouveaux ou des Fées à la mode⁶
Tomo III. – Le Pigeon et la Colombe-La Princesse Belle – Étoile et le Prince Chery.
Tomo IV. – Le Prince Marcassin – Le Dauphin.
Di questi ventiquattro contes de fées
, che ebbero all’epoca immediato successo, come attestato dal Mercure Galant⁷, in questo studio ne sono stati scelti sei, ritenuti i più significativi della produzione letteraria fantastica
di M.me d’Aulnoy.
I contes
esaminati sono: Gracieuse et Percinet, La Belle aux cheveux d’or, L’oiseau bleu, La chatte blanche e Le pigeon et la colombe.
La scelta è stata fatta non solo in base ad un criterio morfologico⁸, che ha evidenziato una struttura abbastanza costante in tutti i contes
, ma soprattutto in base al contenuto ideologico-culturale che investe soprattutto la rappresentazione della donna e dell’amore; gli elementi derivanti dal meraviglioso tradizionale, poi, sono stati esaminati a parte e ad essi è stata fornita un’interpretazione di tipo simbolico.
M.me d’Aulnoy, infatti, utilizza un materiale folcloristico di origine antichissima che presenta al suo interno elementi rimasti immutati nel tempo, attorno ai quali poi l’autrice ha costruito una struttura narrativa, propria della sua epoca.
Le tematiche sentimentali sono alla base di tutta la produzione letteraria dell’autrice, che dimostra una particolare abilità nella rappresentazione dell’amore e delle schermaglie messe in atto per creare ostacoli fittizi alla realizzazione del parfait amour
.
Proprio per il rilievo particolare dato ai sentimenti, M.me d’Aulnoy si propone come degna trasmettitrice dell’archetipo della società cortese medievale, che aveva tramandato alla letteratura mondana una visione specifica dei sentimenti amorosi. Come ben evidenziato da J.M. Pélous, i principali assiomi di tale visione erano:
"La primauté absolue de l’amour qui dans la hiérarchie des valeurs doit l’emporter sur toute autre préoccupation humaine, le respet dû à la dame en qui l’on reconnaît l’incarnation d’un idéal de beauté et de perfection, la soumission de l’amant condamné à une longue et difficile ascèse avant d’atteindre au terme de sa quête"⁹.
Questo ideale amoroso si era tramandato pressocché inalterato e si era anche arricchito con le teorie petrarchiste e neo-platoniche dei secoli XV e XVI, che avevano perpetuato modelli culturali analoghi. Indubbiamente, il modello cortese deve la