Promuovere la parità di genere attraverso la contrattazione: Accordi, prassi, disposizioni e idee dal settore privato
By Tiziana Bocchi and Ivana Veronese
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La discriminazione delle donne nel mercato del lavoro è un problema che ci riguarda, come Sindacato, rispetto al quale abbiamo il dovere di partecipare alla progettazione e implementazione di correttivi e soluzioni.
Non solo: abbiamo ruolo e strumenti, primo tra tutti quello della contrattazione, che ci permettono di essere co-autori e co-autrici di una rivoluzione culturale che deve arrivare a un riequilibrio reale dei carichi di cura.
La strada per arrivare al reale ed effettivo riconoscimento di pari diritti a uomini e donne sul lavoro passa, necessariamente e senza deroghe, da una piena assunzione di pari doveri a casa: un processo che il mondo del lavoro deve non solo accogliere ma stimolare e incentivare.
Non è un lavoro che dobbiamo fare da zero, anzi, ci sono molte esperienze cui è possibile attingere per chi vuole cominciare a introdurre una prospettiva di genere nella contrattazione: questo volume vuole essere un utile strumento per conoscere e potersi ispirare. Ma anche per fare una ricognizione dello stato dell'arte in questa materia e poter, dunque, portare a disposizioni migliori, ancora più efficaci e sempre più vicine alle esigenze delle persone.
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Book preview
Promuovere la parità di genere attraverso la contrattazione - Tiziana Bocchi
© Arcadia edizioni
I edizione, settembre 2021
Isbn 9788832104677
È vietata la copia e la pubblicazione,
totale o parziale, del materiale
se non a fronte di esplicita autorizzazione scritta
dell’editore e con citazione esplicita della fonte.
Tutti i diritti riservati.
Questo lavoro è stato reso possibile grazie alla collaborazione di Lucrezia Pota, Irene Pata, Elsa Pili
La discriminazione delle donne nel mercato del lavoro è un problema che ci riguarda, come Sindacato, rispetto al quale abbiamo il dovere di partecipare alla progettazione e implementazione di correttivi e soluzioni.
Non solo: abbiamo ruolo e strumenti, primo tra tutti quello della contrattazione, che ci permettono di essere co-autori e co-autrici di una rivoluzione culturale che deve arrivare a un riequilibrio reale dei carichi di cura.
La strada per arrivare al reale ed effettivo riconoscimento di pari diritti a uomini e donne sul lavoro passa, necessariamente e senza deroghe, da una piena assunzione di pari doveri a casa: un processo che il mondo del lavoro deve non solo accogliere ma stimolare e incentivare.
Non è un lavoro che dobbiamo fare da zero, anzi, ci sono molte esperienze cui è possibile attingere per chi vuole cominciare a introdurre una prospettiva di genere nella contrattazione: questo volume vuole essere un utile strumento per conoscere e potersi ispirare. Ma anche per fare una ricognizione dello stato dell’arte in questa materia e poter, dunque, portare a disposizioni migliori, ancora più efficaci e sempre più vicine alle esigenze delle persone.
La prospettiva di genere per i diritti di tutti: l’importanza della contrattazione per la conquista della parità
Ivana Veronese
Segretaria Confederale Uil
132 anni: questa è la stima di una delle fonti più autorevoli sul tema, il Global Gender Gap Report del World Economic Forum, del tempo che sarà necessario all’Italia per ottenere la parità tra uomini e donne. Peraltro, stima in peggioramento dopo la pandemia: nel 2020, infatti, lo stesso studio dava al nostro Paese solo
100 anni di lavoro per ottenere questo risultato.
È necessario essere molto chiari e togliere ogni ambiguità: non ce lo possiamo permettere. Le profonde disuguaglianze tra uomini e donne che attraversano il nostro Paese, in qualsiasi ambito, non costituiscono solamente un’insopportabile ingiustizia ma anche un enorme danno economico. Le donne conseguono, dati alla mano, risultati accademici migliori dei colleghi maschi eppure, man mano che si risale la piramide del mercato del lavoro sono sempre di meno. Un numero inferiore, con paga inferiore, con difficoltà maggiori. Investiamo tantissimi soldi per formare migliaia di persone i cui talenti e le cui competenze, quando ci servirebbe poterle usare, vengono lasciati in panchina, inutilizzati, spesso umiliati.
I motivi sono molteplici ma, semplificando, si possono ricondurre a uno, principale: le donne diventano madri o possono diventare madri. Anche gli uomini diventano padri, eppure l’impatto della genitorialità sulla loro carriera è decisamente diverso e, sempre statisticamente, addirittura positivo: aumentano le possibilità di promozione e persino la remunerazione. Questo perché, se è vero – appunto – che sia le donne che gli uomini diventano genitori, è altrettanto vero che il carico della cura è completamente sbilanciato verso il genere femminile.
Il primo luogo in cui questo sbilanciamento si ripercuote è, ovviamente, il mercato del lavoro: se le donne hanno diritto a cinque mesi di maternità obbligatoria e gli uomini (solo da pochi mesi) a dieci giorni; se a utilizzare il congedo parentale, il congedo per la malattia dei figli, nonché qualsiasi altra forma di permessi e flessibilità per poter star dietro alle esigenze, spesso improvvise, dei bambini sono in larghissima maggioranza le donne; se, insomma, la genitorialità è, sul lavoro, uno status visibile solo per le donne mentre può tranquillamente rimanere invisibile per gli uomini, ecco che per le donne sarà, per forza, più difficile essere assunte, inserite, confermate, promosse.
Questa lunga premessa per arrivare a dire che noi, come Sindacato, come UIL, abbiamo in mano un potentissimo strumento per poter cambiare le cose. Perché le cose, come dicevamo all’inizio, non cambieranno da sole né sembra essere dirimente la legislazione prodotta anche negli anni recenti su queste materie. Il Sindacato, invece, attraverso la contrattazione, può incidere e cambiare la cultura proprio sul lavoro, dando inizio a un processo virtuoso di abbattimento delle disuguaglianze e delle discriminazioni in qualsiasi altro ambito della società.
Su queste materie, spesso la contrattazione ha avuto la forza e la spinta innovativa per trainare la legislazione: molti degli strumenti utili nella conciliazione della vita lavorativa con quella privata, come ad esempio il part-time, sono nati con la contrattazione e solo successivamente sono stati recepiti e resi universali attraverso una legge, che tra l’altro ha reso questa tipologia contrattuale così flessibile da non rispondere più in molti casi al disegno iniziale. Nell’ultimo anno, invece, la legislazione ha fatto degli importanti passi in avanti, soprattutto grazie alla pressione dell’Unione Europea. Con il recepimento della Direttiva sul work-life balance prima e con il PNRR poi, in questi mesi si stanno introducendo diverse novità che vanno nella giusta direzione: tra tutte, vale la pena citare il congedo di paternità, che finalmente è introdotto in maniera definitiva nel nostro ordinamento, anche se i dieci giorni previsti sono ancora troppo pochi e l’obbligo per il padre ad usufruirne resta solo sulla carta. Anche la riforma del congedo parentale va nella giusta direzione, quella della condivisione dei carichi di cura, ma, anche in questo caso, se la riforma non viene accompagnata da un adeguato finanziamento che la sostenga, anche l’efficacia finale è compromessa: poiché nella stragrande maggioranza dei casi lo stipendio più alto è sempre quello del padre, quando si deve decidere quale dei due genitori deve sacrificare il 70 per cento del proprio salario per prendersi cura dei figli, è spesso inevitabile che la decisione penalizzi il lavoro della madre lavoratrice.
Ci troviamo, quindi, in una situazione in cui dobbiamo lavorare alacremente per recepire i miglioramenti legislativi nei contratti rendendo maggiormente esigibili i diritti e ampliandoli o individuandone di nuovi nell’ottica della genitorialità condivisa. La nostra UIL può, deve, riprendere quella spinta propulsiva, intestarsela ed essere, tutte e tutti noi, protagoniste e protagonisti di una rinnovata stagione di conquiste di diritti.
Già nel 2019, in occasione della manifestazione unitaria per l’8 marzo, abbiamo iniziato a parlare dell’importanza dell’ottica di genere nella contrattazione. Come ogni fenomeno, e anche come ogni possibile opportunità, è necessario avere in mano tutti i dati e le informazioni possibili per studiarlo e capire come farlo funzionare al meglio. Già allora, il nostro obiettivo era raccogliere tutte le disposizioni in materia di Pari Opportunità, intesa in senso ampio, presenti nei contratti attualmente in vigore, sia di primo che di secondo livello. In questi anni, non abbiamo ricevuto molto materiale e abbiamo, allora, deciso di partire dal senso opposto, analizzando noi i contratti presenti nel database costituito dal Servizio Contrattazione Collettiva della UIL Nazionale.
È un lavoro che nasce da una stimolante collaborazione tra il mio Servizio e il Servizio guidato da Tiziana Bocchi e che sulla collaborazione dovrà fondarsi: con le categorie, con i territori e con tutte e tutti coloro che credono in questo progetto e vorranno esserne parte. È un lavoro in itinere
, che vorremmo poter aggiornare periodicamente, aggiungendo, migliorando, costruendo anche grazie ai vostri suggerimenti.
Siamo convinte, infatti, che per raggiungere risultati importanti in questo ambito non serva necessariamente inventare: che l’esperienza degli altri possa e debba essere una fonte di ispirazione e anche di apprendimento e formazione. Andando a consultare i dati che troverete in questo volume potrete scoprire che cosa è stato fatto in altri accordi integrativi della vostra stessa categoria o anche quali misure più o meno innovative, più o meno efficaci, sono state sperimentate in settori diversi dal vostro su alcune tematiche specifiche, come ad esempio la macro-area della genitorialità. Su questa, in particolare, riteniamo sia fondamentale concentrarsi, per il futuro: uno degli obiettivi delle contrattazioni attualmente in corso e di quelle che verranno dovrebbe essere contribuire a un ribilanciamento dei carichi di cura familiari, incentivando strumenti di flessibilità dedicati ai padri.
Ma, certamente, oltre al merito – e, quindi, al contenuto – serve metodo. Le tematiche della parità, della conciliazione, della genitorialità vanno inserite nelle nostre piattaforme per il rinnovo dei contratti e vanno sostenute e difese, non abbandonate alle prime difficoltà o perché ritenute non rilevanti quanto il salario o l’orario di lavoro. Solo così possiamo fare la differenza.
Ci tenevamo che questo lavoro fosse tra le vostre mani nell’occasione del Congresso, che è il momento di incontro e confronto più alto e partecipato della nostra Organizzazione, perché siamo convinte e convinti che questo tema debba stare al centro: del nostro lavoro, della nostra attenzione, del nostro sguardo. Del futuro di tutte e tutti.
La parità passa anche attraverso una contrattazione di genere
Tiziana Bocchi
Segretaria Confederale Uil
Si dice spesso che il nostro non è un Paese per giovani, in realtà non lo è ancora neanche per le donne. Il mondo femminile vive da sempre un’eterna battaglia: quella per ottenere gli stessi diritti degli uomini; e nonostante i grandi passi in avanti fatti, non siamo ancora riusciti a sconfiggere gli ormai datati stereotipi che attribuiscono solo alla donna mansioni della cura della famiglia e della casa. Questo si ripercuote inevitabilmente anche sul mondo del lavoro. Sebbene l’occupazione femminile sia al suo record storico (51,2% secondo i dati Istat maggio 2022 con un leggero calo nell’ultimo mese), siamo ancora distanti dalla media europea che supera il 62,4%, sottolineando