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Robot 95
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Fantascienza - rivista (220 pagine) - Versione digitale di Robot 95 con racconti di Sarah Pinsker - Naomi Kritzer - Roberto Vacca - Dario Tonani - Lukha B. Kremo - Nicola Catellani - Daniele Dafichi - Ricordo di Valerio Evangelisti - La Terra Spezzata - Archive 81 - "Robot 95" a cura di Silvio Sosio


Preparatevi a leggere uno dei racconti più curiosi: Dove si raccolgono i cuori di quercia con cui Sarah Pinsker ha vinto il Premio Nebula e pochi giorni prima della preparazione di questo numero anche il Premio Hugo, dove attraverso note, commenti e “like” a un’immaginaria canzone tradizionale commentata su un sito di appassionati emerge piano piano una vicenda dai risvolti sinistri. Più tranquilla è  la storia dello scaffaletto per quello che noi chiameremmo book crossing, immaginata da Naomi Kritzer, nella quale cominciano ad apparire strani oggetti e inconsueti messaggi. Dalla quiete del Minnesota torniamo sulle Alpi e andiamo a scoprire il curioso visitatore di una chiesetta montana con Nicola Catellani, e poi veniamo brutalmente gettati nella Sarajevo sotto i bombardamenti nel racconto di Daniele Dafichi. I dubbi etici del suo protagonista non sono molto diversi da quelli che solleva il grande Roberto Vacca: se disponeste di una cura per vivere il doppio, la donereste al mondo? Ma poi quale mondo? Mondo 9, risponde Dario Tonani, o magari un mondo muto che ha perso il dono della parola, come nel racconto Premio Robot di Lukha B. Kremo.

 


Fondata da Vittorio Curtoni, Robot è una delle riviste di fantascienza italiane più rpestigiose, vincitrice di un premio Europa e numerosi premi Italia. Dal 2011 è curata da Silvio Sosio.

LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateSep 20, 2022
ISBN9788825421736
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    Robot 95 - Silvio Sosio

    L’EDITORIALE

    L’arte senza l’artista

    Silvio Sosio

    Se la parola Midjourney non vi dice nulla, sappiate che vi state perdendo un evento epocale, almeno nel suo ambito. Ok, eventi epocali ultimamente ne abbiamo vissuti fin troppi. Almeno, questo ha risvolti meno drammatici, anche se forse rappresenta una minaccia per una categoria di persone.

    Midjourney è un bot, ovvero un’interfaccia software alla quale si danno comandi. Siamo abituati a interagire con bot, quando diciamo Siri, imposta un timer di 12 minuti per la cottura degli spaghetti o Alexa, raccontami una barzelletta. Un bot magari capisce solo poche domande prefissate, un altro, come vedremo in questo numero, ti lascia col serio dubbio che si tratti un’entità autocosciente.

    Midjourney è un nuovo tipo di bot che invece di rispondere a parole offre immagini: vere e proprie creazioni pittoriche frutto di una specie di creatività sintetica. Gli possiamo dire, per esempio Indiana Jones e un robot di Star Wars su un campo da tennis, e Midjourney risponderà offrendo quattro varianti di un disegno sul tema proposto.

    Talvolta i disegni sono orrendi, talvolta sono belli, nel loro stile un po’ impressionista. Chi lo sa usare davvero bene è in grado di ottenere immagini spaventosamente belle, se ci consentite questo avverbio. Spaventosamente perché non è spaventoso che una IA possa creare opere d’arte?

    L’arrivo di Midjourney, e altri strumenti simili come Dall-E, ha generato una gigantesca onda d’urto sul mondo degli artisti. In particolare coloro che vivono vendendo illustrazioni creative, usando questo termine per distinguerle dalle illustrazioni tecniche. Se avete bisogno di un disegno che rappresenti il funzionamento della circolazione del sangue negli esseri umani o il sistema fognario nelle antiche città romane per il momento le IA non saranno d’aiuto. Ma se volete un’illustrazione per la copertina di un libro e non siete troppo pignoli sulle specifiche, quasi certamente otterrete in pochi minuti un’illustrazione sufficientemente elegante. E praticamente a costo zero.

    Le reazioni sembrano essere molto polarizzate, soprattutto in Italia (be’, ma in Italia le opinioni sono un po’ sempre molto polarizzate su tutto, no?). C’è chi si è gettato sulla novità con entusiasmo e chi la rifiuta al punto di ostracizzare e biasimare apertamente chi la usa. Per scrivere questo articolo ho intervistato diversi artisti di primo piano del mondo della fantascienza, di cui riporterò le opinioni ma senza citarne i nomi: quello che mi interessa qui non è alimentare polemiche ma esaminare un fenomeno.

    Chi è contrario a Midjourney vede una minaccia al proprio lavoro, e questo è un punto di vista del tutto condivisibile. Nell’editoria in Italia già da anni l’utilizzo di opere originali di artisti per le copertine è diventato sempre più raro; anche gli editori più importanti preferiscono rivolgersi, più che ad artisti, a grafici, che creano le copertine usando immagini di stock acquistate per pochi euro. Quando il tipo di copertina non è adatto a un’immagine di stock e richiede un’illustrazione ad hoc ci si rivolge a un artista. Il timore è che questa piccola nicchia venga rubata dalle intelligenze artificiali. Dal nostro punto di osservazione l’impressione è che le immagini artificiali stiano andando piuttosto a sostituire le immagini di stock. Che dopo anni di uso copioso stanno cominciando a stufare e spesso si incontrano spesso uguali su libri diversi.

    E se fossero gli artisti stessi a usare Midjourney? Secondo un importante artista con cui abbiamo parlato, questa idea è pessima. L’immagine realizzata con Midjourney cancella completamente la voce dell’artista: per quanto richieda una certa abilità e senso artistico dare i comandi giusti per ottenere immagini di una certa qualità, la personalità artistica è sempre quella della IA, perfettamente riconoscibile.

    Intendiamoci: gli artisti moderni non dipingono i loro lavori a olio tirando fuori dalla propria fantasia ogni dettaglio. Lavorano a computer, spesso prendendo immagini dal web montandole e modificandole, o magari usano modelli 3D acquisiti anche da librerie pubbliche o creati da programmi come Poser. Ma tutto questo accade in una fase preparatoria, sono tessere di un mosaico che poi è interamente nelle mani dell’artista. Usare Midjourney è un po’ come essere committenti, piuttosto che artisti. E magari il committente bravo è in grado con le sue indicazioni di far tirare fuori all’artista creazioni straordinarie alle quali l’artista da solo non sarebbe arrivato. Ma l’artista resta l’artista, e il committente il committente. Per quanto chi dà i comandi a Midjourney sia bravo, l’immagine viene sempre creata dall’intelligenza artificiale, con il proprio stile – anche se magari selezionato tra diversi a disposizione – e la propria robotica sensibilità.

    Altri artisti la vedono diversamente. Midjourney può essere usato come strumento per creare immagini di base sulle quali aggiungere poi gli elementi creati dall’artista. Per esempio uno sfondo molto complesso, come una città, un bosco, un mare in tempesta. Se l’artista è bravo a usare lo strumento, la creazione finale rispecchierà assolutamente la sua personalità artistica. E un utente di Midjourney davvero molto bravo sarà plausibilmente in grado di ottenere immagini così vicine alla sua visione da poterle considerare in tutto e per tutto sue creazioni, anche senza ritoccarle a mano. C'è già un nome per questa professione, prompter.

    Non è la prima volta che sentiamo una polemica di questo tipo, a essere sinceri. Qualcosa di molto simile è già accaduto in passato, diciamo una trentina d’anni fa, quando si sono cominciati a usare i computer nell’illustrazione. C’eravamo, e ricordiamo i pareri scandalizzati di chi sosteneva che non era arte se non si prendeva in mano un pennello e ci si sporcava le dita. Anche allora c’era chi minimizzava con frasi del tipo basta premere un tasto, chi demonizzava, chi tentennava e chi abbracciava la novità, costruendovi il proprio successo.

    Questa volta però, certo, c’è una nube all’orizzonte. L’ombra di un’intelligenza artificiale che prima o poi sostituirà del tutto l’uomo. Midjourney ha nuove versioni e nuove funzioni in continuazione: chi pensa che le immagini create da Midjourney verranno presto a noia perché riconoscibili sbaglia, perché lo stile evolve e si moltiplica e i difetti spariscono rapidamente. Quanto manca perché sia possibile caricare un libro dentro a un bot e ottenere in cambio un’immagine di copertina perfettamente centrata e convincente? Ancora un po’. Ma meno di quanto pensiate.

    Non è l’unico campo dell’editoria in cui le IA stanno erodendo il dominio umano. Nell’editoriale del numero 82 di questa rivista fa parlavo del futuro della traduzione e fantasticavo di quando, nel futuro, i sistemi di traduzione automatica saranno abbastanza evoluti. Sono passati cinque anni, e praticamente ci siamo. Non ancora al punto di mettere un libro nelle mani di un software e ottenere un lavoro finito, il mio sogno di abbattere le barriere delle lingue e leggere libri di ogni paese e distribuire il proprio romanzo ovunque nel mondo non è ancora realizzato.

    Ma siamo al punto in cui si può caricare un racconto in un programma e ottenere una traduzione abbastanza buona per cui basti una accurata revisione per essere utilizzabile. Una traduzione a volte migliore di quella di molti professionisti umani. Anche in questo caso i traduttori possono fare due cose: intraprendere una jihad butleriana come in Dune e distruggere tutte le macchine pensanti, o sfruttare la situazione, diventare revisori più che traduttori e consegnare il lavoro in metà tempo, con grande soddisfazione dei loro committenti. Almeno finché, un giorno, la IA non sarà abbastanza brava da non avere più bisogno di loro.

    Nel frattempo gli editori, che negli ultimi mesi sono strangolati dal prezzo della carta, che a quanto pare le cartiere preferiscono vendere sotto forma di scatole (magari ad Amazon per spedire libri, ironicamente) che sotto forma di pagine da stampare, accolgono con sollievo i ridotti costi delle traduzioni e delle collaborazioni artistiche.

    Almeno finché non arriveranno le prime IA in grado si sostituire gli editori, naturalmente. R

    Illustrazione

    Illustrazione di Luca Vergerio

    NARRATIVA

    Dove si raccolgono i cuori di quercia

    Sarah Pinsker

    Traduzione di Silvio Sosio

    PREMIO HUGO 2022

    PREMIO NEBULA 2021

    Illustrazione Oltre a scrivere fantascienza ormai da una decina d’anni, Sarah Pinsker (New York, 1977) ha pubblicato diversi album con il gruppo degli Stalking Horses, nel ruolo di cantante e autrice di testi, esperienza che ha riversato in lavori come il suo primo romanzo, A Song for a New Day (premio Nebula 2020), ambientato in un futuro in cui pandemia e terrorismo hanno reso illegali gli eventi pubblici quali i concerti, e del quale il racconto, anch’esso premio Nebula (2016), Nostra Signora della Strada, pubblicato su Robot 78, costituisce una sorta di antefatto. Nel 2021 e nel 2022 ha finanche inanellato due doppiette consecutive (Hugo e Nebula) per la novelette Due verità e una bugia (Robot 93) e per il racconto breve che qui presentiamo. Purtroppo Robot non pubblica romanzi, ma per Delos Digital è uscito Enne meno uno, un gustoso romanzo breve sul tema degli universi paralleli. (FL)

    A proposito di Dove si raccolgono i cuori di quercia (5 contributori, 5 note, 7 commenti)

    Dove si raccolgono i cuori di quercia (Roud 423, Child 313) è una ballata popolare tradizionale inglese. Come accade per molte canzoni tradizionali l’autore del testo è sconosciuto. Child trascrisse le prime venti strofe, mentre la ventunesima fu aggiunta più tardi (ed è stata inclusa qui per ragioni sconosciute; io continuo a scrivere ai moderatori di LyricSplainer di farla cancellare o di includerla in una voce separata, ma non risponde nessuno. Tutto ciò che hanno fatto è stato metterla tra parentesi. Certe volte odio questo sito.) Molte registrazioni moderne operano una selezione delle strofe e ne includono molte meno delle venti della versione completa. Ci sono anche diverse varianti del titolo, e i nomi dei personaggi cambiano nelle varie trascrizioni, e nelle versioni tradizionali e rock. – BonnieLass67 (11 voti positivi)

    →La canzone è stata proposta anche come Ellen la giusta, Ellen e William e Il dolce cuore di William. La ballata Robin Hood e il risveglio del bosco può essere considerata una lontana cugina, nella quale William è Robin Hood e diventa protagonista di una storia di vendetta. Quella versione mi ha sempre colpito come esempio di corruzione derivativa, anche se non è stata la prima volta che veniva rubata la storia di qualcun altro e attribuita a Robin Hood. – BonnieLass67 (7 voti positivi)

    →È documentata nel libro del 1934 di John e Alan Lomax Ballate e canzoni tradizionali americane come Mentre le sorelle quercia guardavano, con un gran numero di cambiamenti e americanizzazioni. In tempi moderni la ballata, o sue varianti, è stata registrata o suonata dal vivo da artisti diversi come Joan Baez, i Grateful Dead, il Kingston Trio, i Windhollow Faire, Dolly Parton, Jack White e i Metallica. Le strofe che hanno scelto e l’ordine in cui le hanno disposte nella canzone ne cambiano il significato. – BonnieLass67 (6 voti positivi)

    >Hai sentito quell’abominio a Idol? Alcuni finalisti l’hanno massacrata intitolandola Dove si raccolgono i cuori infranti. – HolyGreil

    >Se non ne parliamo posso far finta che non esista. – BonnieLass67

    →Questa canzone, inclusa tra le più famose ballate documentate da Francis James Child, è una storia allegorica di un convegno amoroso tra due amanti e le sue conseguenze. – Dynamum (2 voti positivi, 1 voto negativo)

    >È terribilmente riduttivo, e non capisco dove vedi l’allegoria. C’è un delitto e un’impiccagione e qualcosa di mostruoso nel bosco. Mi sembra che si discosti molto dalla classica storia di un convegno amoroso. – BarrowBoy

    >D’accordo. Pensavo solo che qualcuno avrebbe dovuto fare un riassunto della trama, visto che A proposito della canzone significa qualcosa di più che dire quante strofe sono. Molte persone vengono qui per discutere sull’interpretazione della canzone, non per sapere dove trovarla nell’indice di Child Ballads. – Dynamum

    →L’articolo del 2002 del dottor Mark Rydell, Analisi investigativa di ‘Dove si raccolgono i cuori delle querce’, pubblicata in Folklore, esplora le maggiori divergenze e parti in comune e le relative implicazioni. In La rosa e il rovo, Wendy Lesser sostiene che se una canzone tradizionale lascia dei buchi nella narrazione è perché si presume che l’ascoltatore sappia quale informazione dovrebbe colmarli. Ma l’ascoltatore che conosceva quella canzone ormai è scomparso, e ha portato con sé l’informazione per colmare i buchi. Rydell prova a colmare quelle lacune. – HolyGreil (1 voto positivo)

    >Ho trovato gente come me! È la prima volta che qualcuno mi anticipa nel menzionare il lavoro di Rydell in una conversazione. Quest’anno ho avuto un finanziamento statale per produrre un documentario su di lui e la sua sparizione. Si intitolerà Cercando l’amore in tutti i luoghi perduti. L’ho intitolato come il suo blog. Avete letto il suo blog? È un approfondimento incredibile degli argomenti del suo articolo. Più personale, in un modo che un articolo accademico non potrebbe mai essere. – HenryMartyn

    >No, solo l’articolo. Non sapevo neppure che fosse scomparso. Mi informerò! – HolyGreil

    >@HenryMartyn sono passati due anni dal tuo ultimo post su questo argomento. Spero ancora di avere notizie sul tuo documentario. – HolyGreil

    * * *

    Ascolta The Kingston Trio: Dove si raccolgono i cuori di quercia

    Ascolta Joan Baez: Dove si raccolgono i cuori di quercia

    Ascolta Windhollow Faire: Dove si raccolgono i cuori di quercia

    Ascolta Steeleye Span: Dove si raccolgono i cuori di quercia

    Ascolta The Grateful Dead: Dove si raccolgono i cuori di quercia

    Ascolta Metallica: Dove si raccolgono i cuori di quercia

    Ascolta Moby K. Dick: Dove si raccolgono i cuori di quercia

    Ascolta Jack White: Dove si raccolgono i cuori di quercia

    Ascolta The Decemberists: Dove si raccolgono i cuori di quercia

    Ascolta Cyrus Matheson: Dove si raccolgono i cuori spezzati [SEGNALATO da BonnieLass67][SEGNALAZIONE RIMOSSA da LyricSplainer ModeratorBot]

    * * *

    Testo completo di Dove si raccolgono i cuori di quercia (tradizionale) (7 contributori, 95 note, 68 commenti, 19 reazioni)

    (vedi disambiguazione per altre versioni)

    (vedi canzoni correlate)

    Un¹ autunno²,³ quando il vento freddo soffiava

    e strappava foglie rosse⁴ dai rami degli alberi

    La giusta⁵ Ellen⁶ fuggì per incontrare il suo amore

    Dove si raccolgono i cuori di quercia⁷,⁸

    ¹ Alcune versioni cominciano con In autunno… Una delle trascrizioni più antiche comincia, in modo molto interessante, con ogni autunno.BonnieLass67

    ² Come la più famosa Barbara Allen, questa ballata comincia indicando la stagione in cui si svolge. In Barbara Allen, naturalmente, la stagione è la primavera, la stagione dei nuovi amori. – HolyGreil

    ³ Del verso il felice mese di maggio/quando crescono le bacche verdi di Barbara Allen si sente l’eco anche nel successo del 1880 La fontana nel parco, nota anche come Passeggiando nel parco: Un giorno passeggiavo spensierato/ nel parco nel felice mese di maggio/quando mi sorprese un paio d’occhi selvaggio/e per sempre il mio cuore fu rubato. Non farei menzione di questi versi se non fosse per il cuore rubato in stile Il tempio maledetto. – Dynamum

    ⁴ gli alberi che hanno foglie rosse in autunno includono il ciliegio tardivo, il corniolo fiorito, il carpino, l’andromeda arborea, la quercia rossa, il coppale, lo storace americano e l’acero rosso. È ragionevole supporre che qui si riferisca alla quercia rossa o bianca del titolo. – HangThaDJ

    >Querce bianche e rosse non sono native della Gran Bretagna. – BarrowBoy

    > E se originariamente fosse stato cuori di sorbo e non cuori di quercia? Le bacche possono creare un tappeto rosso, e c’è tutta quella grande mitologia sugli alberi di sorbo. – Dynamum

    >A) Non esiste traccia di una versione con il sorbo (correggimi se sbaglio, @BonnieLass67, mi sembra che sia tu l’esperto) B) le foglie di sorbo sono più gialle che rosse, e C) il verso parla di foglie rosse, non bacche. – BarrowBoy

    ⁵ È interessante come la donna della canzone sia definita in praticamente tutte le versioni come giusta, a dispetto delle sue azioni. – Rhiannononymous

    > Che ‘fair’ non stesse per ‘giusta’ ma per ‘bionda’? Dynamum

    – BarrowBoy ha messo il contrassegno forzatura

    ⁶ Versioni alternative includono la solita banda di Maggie, Polly, Molly, Jenny, Peggy, ecc. come accade con moltissime altre canzoni, e anche Elswyth, che non ho mai visto in altre ballate. Ho cercato una eventuale versione in cui gli alberi sono salici, vista la derivazione del nome, ma non ne ho trovato. – BonnieLass67

    ⁷ il bosco, presumibilmente. – HangThaDJ

    ⁸ Nel suo articolo del 2002, Analisi investigativa di ‘Dove si raccolgono i cuori delle querce’ e in seguito nel suo blog, il professore della Università della Pennsylvania dottor Mark Rydell tentò di tracciare l’esatta provenienza della ballata. Disse che non tutte le ballate possono essere ricondotte a un specifico evento o a uno specifico luogo, ma che questa aveva un paio di marcatori che lo avevano convinto che fosse possibile. Fece notare che, delle due specie comuni britanniche, la quercia inglese ha foglie che diventano marrone ramato, non rosse, in autunno; mentre le foglie del rovere diventano gialle. Anche se è vero che la canzone non dice specificamente che le foglie rosse siano di quercia, questo è l’unico tipo di albero menzionato per nome, ed è proprio nel titolo più antico con cui è conosciuta la canzone, quindi è presumibile che quando dice querce intenda proprio querce. Le querce americane rispondono alla descrizione di querce con le foglie rosse, fece notare Rydell. Se così fosse la canzone sarebbe arrivata ai lidi britannici dall’America, anche se le canzoni di solito facevano il tragitto opposto; in alternativa qualcuno dovrebbe aver portato in Gran Bretagna alberi nordamericani abbastanza presto perché fossero adulti all’epoca di questa canzone. (Perché adulti? Nessuno immagina piccoli arboscelli quando si parla di querce. E c’è un antico nodoso e contorto in una strofa più avanti.) All’inizio delle sue ricerche Rydell tentò senza successo di individuare un villaggio con un ponte, un argine ripido e una schiera di querce importate, nei suoi paraggi. Più tardi, dopo essersi consultato con un botanico, Rydell apprese che querce americane piantate in Gran Bretagna non hanno necessariamente gli stessi colori vivaci che hanno nella loro terra d’origine; l’antocianina, il principale pigmento rosso, ha bisogno di giorni autunnali luminosi e tersi per venir fuori in tutto il suo splendore. In climi nuvolosi e umidi semplicemente non è la stessa cosa. Rydell ne concluse che non poteva usare solo le specie di alberi per tracciare l’origine della ballata, ma aveva comunque altre tracce da seguire. – HenryMartyn

    – BonnieLass67 ha messo il contrassegno roba forte

    Il dolce William derubò il figlio del macellaio⁹,¹⁰,¹¹,¹²

    Le mosse il cuore ad ammirarlo

    E le chiese di incontrarlo sotto¹³,¹⁴ al ponte¹⁵,¹⁶

    Dove si raccolgono i cuori di quercia

    ⁹ Questo verso ci dice che William è un ladro, che quindi merita il suo destino, e la riga successiva fa pensare che Ellen sia giusta e innocente come indicato dalla prima strofa. – Rhiannononymous

    ¹⁰ Nella versione del Kingston Trio questo verso diventa Il dolce William ERA il figlio del macellaio/CHE le mosse il cuore ad ammirarlo.BonnieLass67

    ¹¹ Dolce William era come i suoi sostenitori chiamavano il Principe William duce di Cornovaglia, noto come Il macellaio di Cornovaglia ai suoi nemici Tory! Morì relativamente giovane, senza figli. Possibile collegamento? – Dynamum

    – BonnieLass67 ha messo il contrassegno forzatura

    – BarrowBoy

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