Dialogue Prompt - Non Siamo Soli Nell'Universo
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Book preview
Dialogue Prompt - Non Siamo Soli Nell'Universo - Bryant Johnson
Bryant Johnson
DIALOGUE PROMPT
Non siamo soli nell`universo
Tradotto da Vanessa Chiappani
©2022-Bryant Johnson
Indice
capitolo 1
capitolo 2
capitolo 3
capitolo 4
capitolo 5
capitolo 6
capitolo 7
capitolo 8
capitolo 9
CAPITOLO 10
CAPITOLO 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
capitolo 15
capitolo 16
capitolo 17
capitolo 18
capitolo 19
capitolo 20
capitolo 21
capitolo 22
capitolo 24
capitolo 25
capitolo 27
capitolo 28
capitolo 29
capitolo 30
capitolo 31
capitolo 32
capitolo 33
Ringraziamenti
capitolo 1
Autunno 2017, Hampton Roads, Virginia. Marc Dazet lavora come giornalista per il Virginia Pilot Newspaper, con sede a Norfolk, in Virginia. Marc ha 32 anni. È sposato da tre anni con una donna di nome Sundara Dazet, con cui ha una bellissima bambina di nome Laura.
Erano sette anni che Marc lavorava là come giornalista. Aveva iniziato nell’ambito della distribuzione ed era arrivato a fare quello che avevo sempre voluto. Raccontare ciò che realmente succede nella comunità e all’estero era sempre stato uno dei suoi obiettivi. Leggeva altri giornali provenienti da altri Stati per tenersi informato, come il New York Times, il Chicago Tribune e qualsiasi giornale che abbia un titolo di prima pagina interessante. Aveva quest’abitudine: ogni giovedì sceglieva casualmente un giornale redatto in un’area di cui sapeva poco.
Ogni giovedì Marc sceglieva casualmente un giornale per informarsi su cosa stesse accadendo in altre aree ed osservare le tecniche giornalistiche dei colleghi. Quel giorno aveva scelto un giornale del New Hampshire, il Laconia Daily Sun. Nell’ufficio di Norfolk c’era una stanza in cui i giornalisti potevano leggere altri giornali, studiare l’operato della concorrenza e scoprire se negli altri Stati stesse accadendo qualcosa di interessante.
Nel leggere il giornale del New Hampshire, il titolo in grassetto sulla prima pagina attirò la sua attenzione:
A SEABROOK, NH VINTI 429.6 MILIONI ALLA LOTTERIA
Marc capì da subito che sarebbe stata una bella storia. L’articolo era così promettente che per un attimo iniziò a fantasticare su cosa avrebbe fatto lui, se avesse vinto la lotteria. Iniziò a pensare a cosa avrebbe fatto con tutti quei soldi. Stava ancora sognando ad occhi aperti quando la sua curiosità da giornalista lo riportò alla realtà. Riprese a leggere l’articolo, che riportava che l’uomo avesse vinto la somma più sostanziosa in tutto lo stato del New Hampshire. Dalla foto sembrava che tutta Seabrook fosse nello sfondo. Gli avevano chiesto cosa avesse intenzione di fare con i soldi e il vincitore rispose che voleva utilizzarli per garantire alle generazioni successive della sua famiglia una buona vita. L’articolo proseguiva, ma Marc smise di leggere, pensando tra sé: Wow, mi piacerebbe proprio incontrare quest’uomo e scrivere un articolo su di lui per il giornale di qui in Virginia.
Pensava: Chi altro lo farebbe?
Mentre Mac si dirigeva verso l’ufficio dell’editor, ricevette un messaggio dalla moglie:
Sundara: Ciao tesoro, come sta il mio giornalista?
Marc: Tutto bene. I biscotti che mi hai fatto erano buonissimi, li ho mangiati a pranzo
Sundara: Sai che mi piace cucinare per te, Dazet
Marc: Devo dirti una cosa dopo
Sundara: DIMMELA ORA
Marc: Ora non posso, ma sai che te lo dirò quando torno a casa
Sundara: Sarà meglio per te, altrimenti niente biscotti LOL
Marc rimise il Samsung 6 in tasca e riprese a camminare col giornale, ripensando a ciò che era successo nel New Hampshire.
Si chiedeva come avrebbe detto all’editor che voleva scrivere un articolo sul vincitore.
Marc si fermò, rallentando il passo prima di arrivare all’ufficio. Guardò la porta in legno brillante, con l’insegna Amelia Williams, Caporedattrice
.
Bussò e dopo essere stato invitato ad entrare, entrò.
Ciao Amelia, come stai oggi? Che si dice nel mondo?
Beh, starò meglio quando ci saranno storie migliori da raccontare.
Ecco, stavo pensando… Quest’autunno sono in ferie e volevo scrivere un articolo in New Hampshire.
Lei si diresse verso la finestra e guardò il traffico. Sospirò e chiese: Dove in New Hampshire?
Marc si tolse gli occhiali, appoggiandoli sul tavolo. Pensava a come farle dare l’ok alla sua storia.
In un posto che si chiama Seabrook.
Mh, e su cosa vorresti scrivere?
Beh, un uomo là ha vinto la lotteria.
disse Marc indossando gli occhiali, molto entusiasta. Amelia rimase in silenzio, fingendo di non essere interessata alla storia. Poi si voltò, si mise seduta e chiese: E…?
Marc, gesticolando, rispose: La storia non è sulla sua vincita, ma su quello che farà coi soldi. Vuole investire sul futuro delle generazioni future della sua famiglia.
Fece una pausa, stringendo i pugni. Ci ho pensato. Credo potrebbe essere un buon articolo. Ho pensato di chiedertelo prima, puoi pensarci su e chiamarmi se vuoi darmi l’ok.
disse Marc. Amelia si alzò dalla sedia. Mise le mani sul mento, come se stesse riflettendo. Marc entrò in quello stato che chiamano panico da giornalista
, mentre aspettava una risposta. I cinque minuti che le ci vollero per pensarci su sembrarono mezz’ora. Ok, ti chiamo domain mattina. Va’ a casa e aspetta la mia chiamata. Poi decideremo il da farsi.
Marc le strinse la mano e senza dire una parola uscì dal suo ufficio a passo lento. Prese delle cose dalla scrivania e fotocopiò l’articolo su Seabrook. Si diresse al parcheggio mentre i suoi pensieri erano fissi sull’articolo. Per questo ci mise un po’ ad aprire la portiera della sua Jeep Cherokee.
Marc girò a sinistra su Brambleton Ave a Norfolk, Virginia. L’area era divisa in sette distretti. Mark lavorava in un distretto e viveva in un uno che si chiamava Virginia Beach. Viveva in un appartamento che dava sull’oceano con la moglie e la figlia. Ci metteva venti minuti in macchina ad arrivare a casa dal lavoro.
Marc era sempre esterrefatto davanti al panorama di Hampton Roads. Lui chiamava quelli che abitavano lì Il Popolo del Mare
. Erano davvero peculiari per Marc, racchiudevano in loro le caratteristiche dell’acqua dell’oceano, dai delfini alle orche e ai pesci spada, inclusi gli squali. Era ciò che aveva creato la comunità in cui Marc viveva e lavorava, Hampton Roads.
Quando Marc arrivò a casa, aprì la porta e fu accolto dalla moglie.
Ciao amore, bentornato.
disse dandomi il cinque e salutandomi col gomito. L’appartamento era pieno di oggetti che rappresentavano le personalità di Sundara e Marc. Rete da pesca con conchiglie, elementi di antiquariato e mobili di tendenza. C’era un quadro che Sundara aveva comprato raffigurante lo spazio. C’erano tantissime stelle al di sopra di un Isola. La descrizione diceva: Galassia di Andromeda.
Laura, sua figlia era in camera sua a fare i compiti. Sentendolo passare, si alzò e alzò entrambe le braccia al cielo, correndo ad abbracciarlo.
Ciao papa, come stai?
Bene, tesoro. Tu come stai? Cosa hai fatto di bello?
Tutto bene. Facevo i compiti e guardavo la tv.
Brava.
Voleva l’approvazione di suo padre. Marc alzò un dito, a mo’ di fare la pace. Significava che sarebbe tornato presto. Laura capì subito che poi avrebbero parlato ancora della sua giornata.
Devo parlare con la mamma. Torno subito, Laura, promesso.
Lei sorrise.
Marc mise via la borsa dentro cui aveva il computer, si tolse le scarpe e si mise a sedere accanto a Sundara. Sua moglie gli sorrise. La temperatura della stanza cambiò in mezzo secondo. Lui ricambiò il sorriso.
Ah, che bello essere a casa. Ci sono ancora quei biscotti?
Sì, ma prima di prenderli devi dirmi cosa volevi dirmi a lavoro.
Beh, oggi è giovedì, no?
Sì, e quindi?
Beh, ogni giovedì scelgo un giornale a caso di un altro Stato, per leggere le notizie.
Nel raccontare Marc non riusciva a nascondere l’entusiasmo.
Beh, sulla prima pagina c’era la storia di un tizio che ha vinto la lotteria a Seabrook, un pase nel New Hampshire.
Sundara era emozionatissima nell’ascoltare, tanto che gridò il nome del marito due volte.
Marc, Marc! …Cos’è una lotteria?
Marc all’improvviso si dimenticò con chi stesse parlando. Per spiegarglielo meglio, prese un foglio di carta, lo fece a pezzettini e lo mise in una scatola. Le disse che ogni Stato organizzava una lotteria. Continuò la sua spiegazione dicendole che il governo dava i fondi ottenuti in beneficenza o li utilizzava per supportare altre opere, scuole o implementazione stradale. Sundara allora chiese: E come si vince?
Non riusciva a credere di star davvero spiegando come funzionasse una lotteria a sua moglie. Le disse che da un gruppo di 75 numeri ne venivano estratti 5, e da un gruppo di 15 ne veniva estratto uno.
Il vincitore deve avere tutti e 6 i numeri per vincere il premio più alto, cioè la lotteria.
Marc indicò nuovamente i pezzetti di carta.
Questa scatola qui equivale alla loro vincita.
Ho capito, adesso dimmi cos’è successo oggi.
Ok, allora oggi facevo quello che faccio tutti i giovedì, cioè scegliere un giornale a caso. Ho trovato questo giornale la cui prima pagina riportava che in questa piccola cittadina sull’oceano di nome Seabrook, nel New Hampshire un uomo ha vinto la lotteria.
Davvero?!
chiese lei indicando la scatola.
Nel raccontare la storia sembrava quasi che fosse stata la sua famiglia a vincere.
Quello che mi ha colpito di più è stato il fatto che quest’uomo vuole condividere la sua vincita con le generazioni future della sua famiglia, così da garantir loro una buona vita. Voglio scoprire di più e pensavo che visto che tra poco andiamo in vacanza, perché non andare nel New Hampshire? Possiamo andare là e rilassarci. E nel frattempo io potrò intervistarlo.
Dopo una breve pausa, Sundara disse: Perché non vai da solo per un paio di giorni, torni qui e andiamo in campeggio sul lago?
Mmh, questa sì che è una bella idea! Adesso devo aspettare che Amelia mi dia l’ok per il viaggio e l’articolo. Ha detto che mi avrebbe chiamato durante la giornata.
Sua moglie lo guardò per quelli che sembrarono cinque minuti. Poi gli chiese: Quanto ha vinto?
Marc si girò, indicò la scatola e disse: 429,6 milioni di dollari.
Sundara balzò su dalla sedia e iniziò a canticchiare battendo le mani. Sentendo tutto quel rumore, Laura arrivò in salotto chiedendo se fosse tutto a posto. Marc sorrise rassicurandola che andava tutto bene.
Ora posso mangiare i biscotti, Sundara?
Sì, ne sono rimasti cinque. Lasciane uno per Laura, tesoro.
Ci provo. Ma con tutte queste gocce di cioccolato…
Il mattino seguente alle 9.30 Marc, il telefono sul comodino squillò. Dopo il terzo squillo pensò tra sé: Spero che sia la chiamata che aspettavo.
Marc rispose. Dall’altro capo c’era Amelia.
Ciao Marc, come stai stamattina?
Marc, ancora mezzo addormentato rispose: Non so come sto finché non mi darai una risposta sull’articolo, Amelia.
Giusto, Marc.
Amelia rimase in silenzio per un po’ e lui pensò che stesse per dire no. Poi parlò: Ok Marc. Ti do tre giorni. Vai a New Hampshire e intervista quel tipo. Ti prenoto un volo e un’auto a noleggio per arrivare a Seabrook. Ci vediamo quando torni con una bella storia.
Grazie, Amelia. Ora sì che sto bene!
Bene. Ciao Marc.
Ciao, Caporedattore.
Dopo aver riagganciato, Marc rimase a fissare il telefono esterrefatto.
All’improvviso Sundara si svegliò e gli chiese se stesse bene.
Sì, ora sto bene. Posso andare nel New Hampshire!
Bene.
Marc sì alzò dal letto per fare le valigie per il viaggio che avrebbe fatto quel pomeriggio.
capitolo 2
Qualche ora dopo ho abbracciato la mia famiglia dicendo loro che sarei tornato qualche giorno dopo. Le ho rassicurate che avremmo sicuramente avuto del tempo a disposizione per la nostra vacanza.
Salgo sulla Jeep e mi dirigo a Norfolk, verso l’aeroporto. Non era una situazione nuova, visto che per scrivere altri articoli per il giornale avevo già viaggiato in aereo. Conoscevo bene quella routine. Ogni volta che prendevo l’aereo per andare da qualche parte succedeva sempre qualcosa di nuovo, tranne per il metal detector.
Togliersi le scarpe, mettere gli oggetti nel contenitore di plastica e poi quella famosa frase: Avanti, prego.
Guardo i biglietti, in fondo l’orario del volo non è così male. Ci vuole circa un’ora e venti per arrivare al Portsmouth International Airport nel New Hampshire. Seabrook distava circa 20 km dall’aeroporto. Il tempo scorre veloce quando si fa un viaggio breve.
Nell’atterraggio noto subito due cose che sono diverse dalla Virginia. Una è l’accento, che è conosciuto come l’accento del New England
. Qui la R la ponunciano a malapena e so che quando parlo io, si rendono conto che non sono del posto.
Non parlavo molto. Più che altro ascoltavo l’accento delle persone che mi passavano affianco, cercando di assorbirlo e imparare l’accento del New Hampshire. La seconda cosa che ho notato è che il clima qui era più freddo, paragonato a quello del Virginia. Mi dirigo verso il noleggio auto della Hertz, fornisco loro tutti i dati necessari. Mi dicono che la macchina prenotata a mio nome mi aspettava fuori.
Chissà che macchina aveva scelto Amelia. Mi piace quando è lei a scegliere le machine a noleggio, almeno mi mantengo basso col budget. E poi, è lei il capo.
Aveva scelto una Chevrolet Malibu full-size del 2017. Mi piace, è una macchina molto spaziosa. Chiamai mia moglie per dirle che ero atterrato in New Hampshire.
Ciao tesoro, come stai? Sono arrivato.
Bene
rispose. Riuscivo a percepire che fosse contenta che il viaggio fosse andato bene, ma allo stesso tempo rattristata dal fatto che fossi lontano da lei e nostra figlia.
Laura ha mangiato il biscotto che le ho lasciato?
chiesi parlando più alto del normale, per sovrastare il rumore proveniente dall’aeroporto.
Qualcuno dall’altro capo gridò: Sì!
. Mi fece sorridere.
Ok, volevo solo essere sicuro. Tesoro, ti tengo aggiornata. Tieni sotto mano l’iPhone.
Le dissi che l’avrei voluta qui, perché faceva tanto freddo. Là nel Virginia,