Vittorio Gassman: Quaderni di Visioni Corte Film Festival
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Una promessa del basket mancata. Da giovanissimo Vittorio Gassman ha davanti a sé un futuro con la palla a spicchi ma poi, dopo la scuola, decide di iscriversi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Comincia così la carriera di uno dei più grandi attori italiani del dopoguerra, un gigante del Novecento diventato una vera e propria icona con i suoi film. Una carriera che ha spaziato tra cinema, teatro, tv, poesia, riuscendo in quello che solo i grandi possono: coniugare la cultura alta con lo spettacolo popolare. Il presente volume – il quinto della serie di “Visioni di Cinema – Quaderni di Visioni Corte Film Festival” – vuole essere un omaggio al grande attore e regista, in occasione del centenario della nascita. Hanno partecipato con i loro scritti i critici cinematografici Ciro Borrelli, Andrea Ciaffaroni, Gianmarco Cilento, Francesco Mattana, Domenico Palattella, Davide Persico, Roberta Verde, approfondendo vari aspetti della sua carriera.
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Book preview
Vittorio Gassman - Giuseppe Mallozzi
Visioni di Cinema
Quaderni di Visioni Corte Film Festival
Vol. 5 – VITTORIO GASSMAN
a cura di Giuseppe Mallozzi
Direttore di Redazione: Jason R. Forbus
Progetto grafico e impaginazione di Sara Calmosi
ISBN 978-88-3346-900-3
Pubblicato da Ali Ribelli Edizioni, Gaeta 2022©
Saggistica – Cinema
www.aliribelli.com – redazione@aliribelli.com
È severamente vietato riprodurre, in parte o nella sua interezza, il testo riportato in questo libro senza l’espressa autorizzazione dell’Editore.
Visioni di Cinema
Quaderni di Visioni Corte Film Festival
VITTORIO GASSMAN
AliRibelli
Sommario
Introduzione
Biografia
Ciro Borrelli
Vittorio Gassman, qualche cosa rimane… Metamorfosi ed evoluzioni di un artista dalle infinite potenzialità
Francesco Mattana
Come ti strattono il pubblico televisivo
Roberta Verde
Metamorfosi di un mattatore. Il caso de I soliti ignoti
Domenico Palattella
Storia di un’amicizia fraterna: Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi
Andrea Ciaffaroni
Il mattatore e Rugantino
Davide Persico
Gassman e Villaggio: la coppia inedita del cinema italiano di cui nessuno s’è accorto
Gianmarco Cilento
Due o tre cose che so di lui. Conversazione con Paola Gassman
Filmografia
Gli Autori
Introduzione
Una promessa del basket mancata. Da giovanissimo Vittorio Gassman ha davanti a sé un futuro con la palla a spicchi ma poi, dopo la scuola, decide di iscriversi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Comincia così la carriera di uno dei più grandi attori italiani del dopoguerra, un gigante del Novecento diventato una vera e propria icona con i suoi film. Una carriera che ha spaziato tra cinema, teatro, tv, poesia, riuscendo in quello che solo i grandi possono: coniugare la cultura alta con lo spettacolo popolare.
Ancor prima di concludere l’Accademia, Gassman viene scritturato nella compagnia di Lida Borrelli e debutta ne La nemica di Dario Niccodemi. Negli anni del dopoguerra recita al seguito delle più importanti compagnie teatrali. Nel 1949 recita nell’Oreste di Alfieri e Troilo e Cressida di Shakespeare. Attore teatrale molto eclettico, capace di passare facilmente da Miller a Shakespeare, da Seneca a Manzoni, Gassman debutta nel cinema con Preludio d’amore nel 1947 e frequenta per un certo periodo Hollywood.
Ma solo in Italia Gassman dà le prove migliori di sé: sul palcoscenico in Kean genio e sregolatezza di Dumas-Sartre e sul grande schermo in film che hanno fatto la storia del cinema italiano. Ricordiamo Riso amaro (1949) di Giuseppe De Santis in cui interpreta Walter, un cinico ladruncolo che si introduce senza scrupoli nell’ambiente delle mondine, Anna e Crimen (1960). Con la pellicola I soliti ignoti (1958) di Mario Monicelli, veste i panni di un ladro balbuziente, il suo primo ruolo comico con cui ottiene un Nastro d’Argento. Nel 1960 Monicelli lo dirige ne La Grande Guerra che vince il Leone d’Oro a Venezia, in cui recita accanto ad Alberto Sordi. Nel 1962 Gassman è, con Jean-Louis Trintignant, protagonista de Il sorpasso di Dino Risi, che gli vale un Nastro d’Argento e un David di Donatello. La collaborazione con Risi continua nel ’63 con I mostri, in coppia con Ugo Tognazzi. Seguono poi L’armata Brancaleone e Brancaleone alle crociate entrambi di Monicelli (1965 e 1969), e Profumo di donna (1974), un film che ha avuto anni dopo un remake hollywoodiano interpretato da Al Pacino.
Impossibile dimenticare la lunga collaborazione con Ettore Scola, il regista che, insieme a Monicelli e Risi, ha firmato alcuni dei miglior film interpretati da Gassman. Un esempio è la pellicola C’eravamo tanto amati (1974), la storia amara e al tempo stesso ironica del cammino dell’Italia dal dopoguerra, ricostruita attraverso le storie di tre amici (Gassman, Manfredi e Satta Flores). Il film La famiglia (1986), invece, fa da specchio alle vicende dell’Italia di questo secolo. Nel 1996 alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia ottiene il Leone d’Oro alla Carriera.
Infine, nel 1998 è protagonista de La cena, destinato a restare uno degli ultimi film di Gassman. Ufficialmente l’ultimo è però un altro: La bomba, di Giulio Base in cui Vittorio recita insieme al figlio Alessandro, avuto nel 1965 da Juliette Maynel. Negli anni della maturità, scrive un’autobiografia, un romanzo e una raccolta di racconti. È stato inoltre ricordato dall’Academy Awards, il 25 marzo 2001, nella notte degli Oscar, tra i personaggi dello spettacolo scomparsi.
Il presente volume – il quinto della serie di «Visioni di Cinema – Quaderni di Visioni Corte Film Festival» – vuole essere un omaggio al grande attore e regista, in occasione del centenario della nascita. Hanno partecipato con i loro scritti i critici cinematografici Ciro Borrelli, Andrea Ciaffaroni, Gianmarco Cilento, Francesco Mattana, Domenico Palattella, Davide Persico, Roberta Verde, approfondendo vari aspetti della sua carriera.
Buona lettura!
Giuseppe Mallozzi
Biografia
Figlio di un ingegnere edile tedesco, Heinrich Gassmann, e di madre toscana appassionata di teatro, Luisa Ambron, Vittorio Gassman (con una sola n per ragioni artistiche) nasce il 1 settembre del 1922 a Genova. All’età di cinque anni vive un anno a Palmi, in provincia di Reggio Calabria, dove il padre era impegnato nella costruzione del nuovo quartiere abitativo Ferrobeton. A sei anni si trasferisce a Roma dove frequenta il Liceo classico Torquato Tasso. Da ragazzo è una promessa del basket (è convocato in serie A e in nazionale) ma dopo la scuola, insieme ai compagni di classe Luigi Squarzina e Carlo Mazzarella, si iscrive alla prestigiosa Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, nella quale studiarono anche Paolo Stoppa, Rina Morelli, Adolfo Celi, Elio Pandolfi, Rossella Falk, Lea Padovani e, successivamente, Paolo Panelli, Nino Manfredi, Tino Buazzelli, Gianrico Tedeschi, Monica Vitti, Luca Ronconi e altri. In questi anni, dotato di fisico atletico, si distingue come giocatore di pallacanestro tesserato per la S.S. Parioli, arrivando a far parte della nazionale universitaria e a giocare la finale scudetto con la Bruno Mussolini nel 1942.
Il suo debutto teatrale avviene qualche tempo dopo, nel 1943, a Milano, nella compagnia di Alda Borelli recitando ne La nemica di Dario Niccodemi. Nel frattempo si sposa con Nora Ricci, sua compagna di corso, figlia di Renzo Ricci e Margherita Bagni (a sua volta figlia di Ermete Zacconi) entrambi attori famosi. Il 29 giugno del 1945 ha la prima figlia, Paola, destinata anche lei alla carriera di attrice. La sua carriera decolla solamente nel dopoguerra, a Roma, quando insieme a Ernesto Calindri e Tino Carraro mette in scena i classici della commedia borghese all’Eliseo, con estremo successo. Più tardi, nella compagnia di Luchino Visconti interpreta una serie di ruoli classici (Ibsen, Shakespeare, Williams) che ne consolidano definitivamente la fama nazionale.
Nel biennio 1947-48, Gassman fonda con Evi Maltagliati una propria compagnia e, nel ’49, recita accanto a Paolo Stoppa in quella diretta da Luchino Visconti nell’Oreste di Alfieri e Troilo e Cressida di Shakespeare. L’amico ed ex compagno Squarzina lo dirige quindi in Amleto.
Attore teatrale molto eclettico, capace di passare indifferentemente da Miller a Shakespeare, da Seneca a Manzoni, Gassman debutta nel cinema nel 1945 in Incontro con Laura di Carlo Alberto Felice, pellicola andata perduta, per cui il suo primo film superstite è Preludio d’amore (1946) di Giovanni Paolucci. Si risposa con l’attrice Shelley Winters che gli dà una figlia, Vittoria, ma il matrimonio ha vita breve. Nel 1947 si fa conoscere dal grande pubblico con Daniele Cortis di Mario Soldati, l’anno successivo partecipa al film L’ebreo errante di Goffredo Alessandrini. Per un periodo frequenta anche Hollywood, ma è in Italia che, sia in teatro che al cinema, Gassman dà le prove migliori di sé: sul palcoscenico in Kean genio e sregolatezza di Dumas-Sartre, e in un memorabile Otello in cui si alterna ogni sera con Salvo Randone anche nel ruolo di Iago. Sul grande schermo appare in film che hanno fatto la storia del cinema italiano: da Riso amaro di Giuseppe De Santis, in cui interpreta Walter, un cinico ladruncolo che si introduce senza scrupoli nell’ambiente delle mondine, al titolo che gli dà il vero successo, I soliti ignoti di Mario Monicelli (1958), in cui Gassman è il ladro balbuziente Peppe er pantera, il suo primo ruolo comico. Un anno più tardi, ancora Monicelli lo dirige ne La grande guerra che vince il Leone d’oro a Venezia, in cui recita accanto ad Alberto Sordi.
Per tutti gli anni ’50 la carriera teatrale di Gassman passa da un trionfo all’altro. Insieme a Luigi Squarzina fonda e dirige il Teatro d’Arte Italiano, mettendo in scena spettacoli classici con un taglio innovativo e quasi sperimentale. Gassman è ormai un personaggio e, verso la fine del decennio, l’apprezzamento del pubblico comincia a crescere, anche grazie al trionfo di un programma televisivo, Il mattatore, che nel 1959 viene chiamato a condurre sull’allora unico canale nazionale della RAI.
La sua carriera negli anni ’60 è costellata di successi, diventati classici e amati e conosciuti anche dai più giovani: Il sorpasso (1962) di Dino Risi, road movie nel quale Gassman affiancato da Jean-Louis Trintignant è un arricchito sbruffone e cialtrone, I mostri (1963), sempre di Risi, in cui affianca Ugo Tognazzi in una serie di esilaranti episodi satirici, e soprattutto L’armata Brancaleone (1966) di Monicelli, il cui protagonista, un soldato di ventura vanesio e inconcludente che parla in un assurdo italiano pseudo-medievale, è ancor oggi un beniamino del pubblico, che ispira, qualche tempo dopo, il sequel di successo Brancaleone alle crociate (1970).
Negli anni ’70, Gassman è ormai soprannominato Il mattatore ed è uno dei pezzi principali dello star-system della commedia all’italiana. Anche se non trascura l’attività teatrale, continua a inanellare successi che sono passati alla storia del cinema italiano. Nel 1974 ricordiamo la doppietta C’eravamo tanto amati di Scola, con Manfredi, Satta Flores e la Sandrelli, e il drammatico Profumo di donna di Risi, accanto alla sensuale Agostina Belli, che gli frutta un premio a Cannes per l’interpretazione di un capitano dell’esercito rimasto cieco a causa di un incidente. Nel 1976 è ancora successo con Signore e signori, buonanotte (1976) di Comencini.
La sua fama cresce anche a livello internazionale: Altman lo dirige nel satirico Un matrimonio (1978) e nel fantascientifico Quintet (1979), Paul Mazursky in La tempesta (1982) e Alain Resnais in La vita è un romanzo (1983).
Negli anni ’80 e ’90, anche a causa della decadenza della cinematografia italiana, Gassman trova meno ruoli toccanti e si dedica molto di più al teatro, alla scrittura (pubblica diversi volumi autobiografici) e affianca spesso i suoi figli Alessandro e Jacopo che hanno intrapreso rispettivamente la carriera di attore e regista. Nel 1987 in La famiglia di Scola si esibisce in uno dei suoi ruoli più commoventi per il quale vince un David di Donatello.
Negli anni ’90 diventa molto importante la sua attività di divulgatore della Divina Commedia, che legge pubblicamente in diverse occasioni e imprime in una serie di registrazioni che hanno fatto epoca. Nel 1996 alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia ottiene il Leone d’Oro alla Carriera.
L’ultimo film che interpreta, nel 1999, è La bomba di Giulio Base, recitando accanto al figlio, Alessandro e alla ex-moglie Shelley Winters. Il 29 giugno del 2000 si spegne improvvisamente per un attacco cardiaco nella sua casa di Roma.
Vittorio Gassman nel film Brancaleone alle crociate (1970) di Mario Monicelli.
Foto Archivio Liverani
Ciro Borrelli
Vittorio Gassman, qualche cosa rimane… Metamorfosi ed evoluzioni di un artista dalle infinite potenzialità
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DA PEPPE ER PANTERA A BRUNO CORTONA: VITTORIO SI RICONCILIA CON IL CINEMA
Gassman e Monicelli, un felice incontro
In un programma per la RAI del 2003 dal titolo Ritratto di Vittorio, il critico cinematografico Claudio Giorgio Fava riporta uno stralcio di una chiacchierata avvenuta tra lui e Vittorio Gassman, che senza sconti minimizza il valore del cinema: «Ma non ti sei ancora stufato di occuparti di cinema? Ma non hai ancora capito che non è una cosa seria? Tutti vanno lì, parlano, dicono dei numeri poi vengono doppiati come fa Federico (si riferisce a Fellini) e diventano dei geni. Invece in teatro l’attore deve andare in scena, sapere la parte e recitarla senza suggeritore». Una dichiarazione tremenda, impietosa nei confronti degli uomini della settima arte.
Il rapporto di Gassman con il cinema si rivela fin da subito problematico: «Perché non sapevo come salvarmi dalla