Tu, io e gli altri: Tredici lezioni sulla parapsicologia ricevute medianicamente dal dottor Giuseppe Crosa
By Allan Kardec, P. Andreas Resch and Gertrud Flum
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Allan Kardec
(1804-1869) Animatore entusiasta e instancabile della filosofia spiritualista e della pratica spiritica, dedicò tutto se stesso e gran parte della vita allo spiritismo. In pochi anni raccolse intorno a sé migliaia di seguaci: da allora lo spiritismo si è diffuso ovunque e i testi di Kardec su quest'argomento sono oggi i più venduti in tutto il mondo.
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Tu, io e gli altri - Allan Kardec
COPERTINA
TU_IO_ALTRI.pngTu, io e gli altri
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Tredici lezioni sulla parapsicologia
ricevute medianicamente
dal dottor Giuseppe Crosa
A cura di Paola Giovetti
Introduzione del Prof. P. Andreas Resch
logo.pngCopyright
Tu, io e gli altri
di Allan Kardec (+)
Tredici lezioni sulla parapsicologia
ricevute medianicamente
dal dottor Giuseppe Crosa
A cura di Paola Giovetti
Introduzione del Prof. P. Andreas Resch
ISBN 978-88-272-2390-1
I edizione digitale
© Copyright 2013 by Edizioni Mediterranee
Via Flaminia, 109 - 00196 Roma
www.edizionimediterranee.net
Versione digitale realizzata da Volume Edizioni srl - Roma
Presentazione di Paola Giovetti
image-1.pngIl lettore si chiederà come mai questo libro venga pubblicato in Italia solo oggi, a tanti anni di distanza dalla morte del dottor Giuseppe Crosa, avvenuta nel giugno del 1974. Già nel 1970 c’era stata un’edizione in lingua tedesca delle Tredici lezioni sulla parapsicologia¹ firmata con lo pseudonimo Dottor Ripi
: come mai un simile salto temporale? E come mai la scelta di pubblicare in prima battuta con un editore tedesco, e sotto anonimato?
Il dottor Crosa parlava tedesco e aveva per scelta culturale e per lunga tradizione profondi legami con il mondo germanico. Una delle sue attività scientifiche più importanti fu l’aver introdotto in Italia il Training Autogeno del dottor Schultz, che incontrò più volte a Berlino e a vari congressi, e di cui fu il rappresentante italiano. Col mondo scientifico tedesco il dottor Crosa era quindi in grande familiarità.
Va inoltre tenuto presente che nel periodo in cui Giuseppe Crosa sviluppò le sue doti medianiche c’era, nei paesi di lingua tedesca, grande attenzione per la fenomenologia paranormale e grande fervore di ricerca, grazie anche alla cattedra di parapsicologia che già da anni esisteva a Friburgo, della quale era titolare il professor Hans Bender.
Giuseppe Crosa aveva molti amici nei paesi di lingua tedesca, prima fra tutti la signora Gertrud Flum, ottima conoscitrice dell’italiano, ben introdotta negli ambienti della parapsicologia e dell’editoria. Come lei stessa racconta nel suo testo introduttivo, il dottor Crosa aveva l’abitudine di inviarle le Lezioni via via che le riceveva, e lei le traduceva subito in tedesco. Questa situazione portò come naturale conseguenza la pubblicazione del libro in Germania.
La scelta di firmare con uno pseudonimo fu dovuta a motivi di prudenza: il dottor Crosa era uno psichiatra molto noto, ancora nel pieno della sua attività (aveva 57 anni quando morì) e non c’è da stupirsi se preferì optare per il riserbo. Rivelare di essere medium e di praticare la scrittura automatica non era cosa che potesse essere facilmente capita e accettata.
Dopo l’edizione tedesca ne era prevista però una italiana, che avrebbe dovuto seguire a brevissima distanza. Crosa aveva già preso contatto con le Edizioni Mediterranee quando improvvisamente morì. Sconvolta dal dolore e all’oscuro delle trattative con la casa editrice, la famiglia di Crosa non diede seguito all’iniziativa. Così tutto rimase bloccato per decenni.
Nell’estate del 2008, per uno di quei casi che forse casi non sono, da un cassetto nella sede romana delle Edizioni Mediterranee sbucò fuori una copia dell’edizione tedesca delle Tredici lezioni – e all’editore Gianni Canonico tornò in mente il cortese, coltissimo psichiatra genovese con il quale tanti anni prima aveva avuto incontri e scambi epistolari. Gli venne allora il desiderio di pubblicare finalmente il libro, iniziativa per la quale chiese la mia collaborazione.
Io avevo avuto con il dottor Giuseppe Crosa un rapporto molto particolare: ero infatti presente al congresso – il primo davvero importante al quale partecipavo – nel corso del quale Crosa era stato colto da malore ed era morto. Amici comuni ci avevano presentati il giorno prima: avevamo scambiato solo poche parole, sufficienti però per rendermi conto della cordialità, simpatia e preparazione del dottore. Quella morte prematura nel bel mezzo di un congresso mi aveva molto colpita e non l’avevo mai dimenticata. Così che, quando mi fu proposto di occuparmi del libro, accettai subito, nella consapevolezza di contribuire a portare a compimento una cosa rimasta dolorosamente in sospeso, di chiudere in qualche modo un cerchio.
A questo punto le cose si sono svolte molto velocemente: la signora Monique, moglie di Giuseppe Crosa, e i figli hanno accolto con molto piacere l’idea di una pubblicazione italiana e hanno subito procurato l’originale delle Tredici lezioni e le inedite Considerazioni che il dottor Crosa aveva scritto per la progettata edizione italiana. Il professor Padre Andreas Resch, che di Crosa è stato molto amico, ha scritto una nuova presentazione e la signora Gertrud Flum ha messo a disposizione il suo illuminante testo introduttivo, nel quale è descritto con molta chiarezza lo sviluppo di quella medianità che aveva reso possibile la ricezione delle Lezioni. Di comune accordo con la famiglia, è stato anche deciso di rinunciare all’anonimato e di firmare il libro con il nome del dottor Giuseppe Crosa.
E così questo libro insolito e stimolante giunge dopo molte peripezie nelle mani dei lettori italiani, che certamente ne apprezzeranno il contenuto. Esso spazia in molti campi e tratta con originalità i temi più diversi, molto al di là dei limiti della parapsicologia intesa in senso stretto. Le Considerazioni del dottor Crosa, da leggere con molta attenzione, restituiscono in pieno la cultura, il senso critico, la grande apertura mentale del loro autore, un uomo che fin da giovanissimo si era interessato alla fenomenologia paranormale, che è stato uno stimatissimo psichiatra che si occupava anche di ipnosi e, come abbiamo visto, di Training Autogeno, e che in età matura manifestò notevoli doti medianiche che lo sorpresero ed emozionarono e che furono accettate solo dopo molti dubbi e molte prove.
Sono certa che tutti coloro che si interessano di parapsicologia ameranno questo libro, che consente di conoscere un caso veramente emblematico rimasto fino ad oggi sconosciuto in Italia.
Introduzione del Prof. P. Andreas Resch
image-2.pngQuesto libro è da ogni punto di vista molto particolare. A cominciare dall’autore, il dottor Giuseppe Crosa di Vergagni. Nato il 26 marzo 1917 a Genova, Crosa si laureò in medicina, si specializzò in psichiatria e fu direttore della casa di cura Villa Salus
di Genova. In questa città morì improvvisamente e inaspettatamente il 9 giugno 1974.
Crosa è stato un medico e ricercatore conosciuto e stimato anche al di fuori dei confini della sua patria, che con spiccato spirito pionieristico operava per la sapute fisica e psichica dell’uomo e per il superamento dei limiti della quotidianità. Dopo il 1961 la sua attività si concentrò sulla medicina psicosomatica, la terapia ipnotica, il Training Autogeno e la psicoterapia. Già nell’aprile del 1965 prese parte a Parigi al Congresso Internazionale di Ipnosi e Medicina Psicosomatica al quale parteciparono 500 esperti provenienti da 28 paesi. Nell’incontro con i suoi pazienti, Crosa si rese ben presto conto che nel profondo del proprio Io l’essere umano va ben al di là di ciò che è psicologicamente sperimentabile in ipnosi e psicosomatica. Arrivò così a occuparsi anche dei problemi della parapsicologia.
Fu appunto in questo ambito che nel giugno del 1966 incontrai il dottor Crosa al Congresso Internazionale di Parapsicologia a Costanza, in Germania. La sua cultura, la sua personalità e la sua signorilità mi fecero una profonda impressione. Lo invitai come relatore al II Congresso Internazionale di Imago Mundi, che si svolse dal 3 al 6 ottobre 1968 a Lucerna, nel corso del quale lui presentò il tema Ipnosi: magia o realtà scientifica?, e fece una dimostrazione di ipnosi davanti al pubblico. Il 29 marzo 1969 ci incontrammo di nuovo in quanto eravamo entrambi relatori al Congresso di Parapsicologia di Campione d’Italia. I contributi del convegno furono pubblicati dal dottor Crosa con il titolo di Fenomeni misteriosi della psiche.
Questa collaborazione portò a una profonda amicizia tra noi, anche perché Crosa era allora uno dei pochi che nel campo della ricerca parapsicologica coinvolgesse anche le tematiche religiose; fra l’altro si occupava a fondo dei problemi della mistica. In particolare si interessava al problema della continuazione della vita dopo la morte e del contatto con i defunti.
Dotato di una grande sensitività e di una enorme radiazione personale, come potei constatare nel corso delle sue ipnosi, spinto da un profondo desiderio di ricerca, Crosa si dedicò a sperimentare la possibilità di contatto con coloro che vivono nella dimensione spirituale
. Le prime esperienze compiute in questo campo lo portarono a conclusioni completamente nuove.
Infine le sue esperienze interiori si espressero nella scrittura automatica. In certi momenti gli bastava posare la mano con la penna su un foglio di carta, e subito scriveva a grande velocità, come ho avuto modo di constatare personalmente. Il tutto divenne un impulso molto forte, per il quale stabilimmo tempi precisi. Ciò fu portato avanti con grande coscienziosità e senso di responsabilità.
Furono ottenuti in questo modo numerosi testi, tra cui in particolare quelli qui pubblicati sotto forma di libro. Il lettore consideri che domande e risposte venivano tutte dall’autore stesso, come in sogno. Fino a che punto ciò provenisse dalle conoscenze personali o da esperienze intuitive o anche da messaggi dall’aldilà, in questo caso da Allan Kardec, il padre dello spiritismo romanico, è questione aperta. È opportuno quindi leggere i testi non solo come rivelazione, ma come esperienza interiore di un uomo che, fornito di ampio sapere e di vasta conoscenza delle profondità dell’animo umano, divenne lui stesso un messaggero.
Il suo messaggio spezza le barriere scientifiche per dare spazio alla spiritualità. Scrive Crosa alla fine della seconda lezione: "È questo il destino di tutto ciò che è spiritualità, il ricongiungersi in uno, in una unificante comunione di equilibrio ed armonia. La spiritualità