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Il Graal custodito dai Templari: La Luce del cielo notturno
Il Graal custodito dai Templari: La Luce del cielo notturno
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Il Graal custodito dai Templari: La Luce del cielo notturno

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About this ebook

Un percorso sulle molteplici vie della Tradizione, un saggio su temi affascinanti che non passano mai di moda. Quello della Lopardi è un viaggio non affidato alla mente razionale, perciò non si sviluppa secondo logica, seguendo il filo di un ragionamento verso la conclusione, ma piuttosto procede in modo non lineare, guidato dall’intuizione, da una guida interiore. Il lettore è invitato a compiere, insieme all’Autrice, delle esplorazioni alla ricerca di una verità che avrà valore solo quando interiormente diverrà la Verità. Maria Grazia Lopardi, infatti, non cerca di ricondurre il tutto a una costruzione organica e compatta, ma lascia tracciato il percorso delle sue intuizioni, tra una ricerca e l’altra, delle svolte che coincidenze straordinarie hanno dato alla sua vita. A volte si è trattato di piccole, ripetute banalità che sono assurte al ruolo di coincidenze significative, suggerimenti di una sorgente interiore di conoscenza, come quando le è sembrato palese cosa sia il Graal e da dove derivi questa parola che nei secoli ha indicato l’irraggiungibile meta di ogni cercatore del divino. Scrive l’Autrice: “Credo di aver compreso cosa sia il Graal, cosa si celi dietro il mito della cerca, senza con questo avere la presunzione di averlo conquistato! Gaal, enigmatica parola, simbolo della perfezione, dominio del mito, tesoro da conquistare entrato nel linguaggio silenzioso della dottrina esoterica che, secondo la definizione di Aristotele, viene appresa molto prima di essere capita perché è comunicazione autentica che non necessita di comprensione. Una nuova intuizione mi si sta palesando e ne cerco la verifica nella Tradizione iniziatica, nella conoscenza appannaggio di popoli e culture diverse, unificante come lo è la Verità. È possibile scrivere qualcosa di nuovo sul Graal? Forse sì se quella che stiamo vivendo è l’epoca in cui tutto sarà svelato. E, in fondo, del Graal non sappiamo nulla”.
LanguageItaliano
Release dateMay 19, 2014
ISBN9788827223970
Il Graal custodito dai Templari: La Luce del cielo notturno
Author

Maria Grazia Lopardi

Nata a L’Aquila dove vive con la famiglia ed esercita la professione di Avvocato dello Stato. Presidente dell’Associazione “Panta Rei” che offre alla città conferenze e seminari per lo sviluppo della coscienza, da molti anni rivolge la sua attenzione alla Tradizione iniziatica, al simbolismo e ad aspetti della storia medievale come la vicenda dei Templari e quella di Celestino V. Ha partecipato come relatrice a numerosi convegni e ha già pubblicato diversi libri: ha pubblicato,con le Edizioni Mediterranee, Il Quadrato magico del Sator e Architettura sacra medievale.

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    Il Graal custodito dai Templari - Maria Grazia Lopardi

    COPERTINA

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    Il Graal custodito dai Templari

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    La Luce del cielo notturno

    Maria Grazia Lopardi

    COLLANA

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    Copyright

    Il Graal custodito dai Templari - La Luce del cielo notturno

    di Maria Grazia Lopardi

    Tutti i diritti riservati

    © 2009 - 2014 by EDIZIONI ARKEIOS Srl

    ISBN 978-88-6483-021-6

    Prima edizione digitale 2014

    © Copyright 2009 - 2014 by EDIZIONI ARKEIOS Srl

    Via Flaminia, 109 - 00196 Roma

    www.edizionimediterranee.net

    Versione digitale realizzata da Volume Edizioni srl - Roma

    Anima cieca, impugna la fiaccola dei Misteri e scoprirai nella notte terrena l’altro te stesso luminoso, il celestiale tuo Spirito. Segui questa divina tua Guida e sia Essa il tuo Genio, perché possiede la chiave delle tue esistenze passate e future.

    Libro egiziano dei morti

    droppedImage-3.jpg

    A coloro che sognano

    e danno forza ai loro sogni

    per farne realtà.

    Introduzione

    Ogni parola comunica un mistero.

    S. GIROLAMO

    Anima cieca, impugna la fiaccola dei Misteri... e inizia la cerca, quella che scaturisce da un ricordo di perfezione perduta che segna la vita del cercatore che si avvia a compiere la Grande Opera: la materia impura nelle fatiche del percorso si rettifica e trasmuta, e dove era una pietra grezza si manifesta la perfezione della pietra cubica... I saggi che governano, invisibili, lo sviluppo della coscienza umana hanno chiamato Graal la meta ambita della cerca: nome misterioso e antico, estremamente antico, come la storia della creazione, più antico dell’uomo, dono della Vita per la creatura umana che può solo accettare la sfida e porsi in cammino verso... il centro di sé, dove si apre la porta dei Misteri...

    GRAAL: una parola che evoca imprese di cavalieri e irraggiungibili dame a cui offrirle, in una notte dei tempi illuminata dal chiarore di anime di eroi che conoscono il sacro pungolo che non dà pace... Non ci si pone sulle vie del mondo all’affannosa cerca di una perfezione non umana, con l’insaziabile desiderio di varcare i confini noti, se non si manifesta dentro un’istanza tenace, incessante, insopprimibile: quella che trasforma uomini e donne comuni in cercatori affamati di divino.

    Passano i secoli e cambiano i contesti: la foresta insidiosa ma bella lascia il posto alle città trafficate e re e regine perdono la loro corona, trasmutati in indaffarati uomini e donne in carriera a cui manca il tempo e cavalieri e dame – senza cavalli e sete preziose – svelano i volti comuni di esseri umani dall’anima ammalata, prigioniera nella torre come la fanciulla delle fiabe in attesa di un principe che la liberi e la baci. Proprio quando il principe, un raggio dorato di luce, penetra nella torre difensiva dell’ego e rompe l’oscurità che avvolge la prigioniera, un bagliore di libertà irradia e dal cuore, oscurato da passioni e rancori, emerge un grido che è risposta a un appello che inonda lo spazio... la cerca ha inizio per il ritorno alla casa del Padre.

    Passano i tempi, le mode, gli usi, resta la creatura umana sulla polverosa strada verso la montagna da cui verrà l’aiuto, resta una tavola rotonda con i posti dei cavalieri al servizio di un sovrano il cui nome leggendario è Artù. Su quella tavola è scritta l’armonia celeste e il destino dell’umanità, nel cuore umano è la pietra preziosa che, tornata a risplendere, condurrà l’umana creatura a scoprire se stessa nella gloria divina e a ripristinare l’originaria armonia della creazione. Dodici cavalieri intorno alla tavola rotonda come le dodici costellazioni nel cerchio del cielo; un sovrano a cui hanno giurato ubbidienza perché sia giustizia e pace, come il sole che segue il suo percorso zodiacale senza sconvolgimenti...

    Vi sono tanti misteri nella storia umana e nel cosmo, nell’insondabile spazio dell’inconscio e in quello degli infiniti universi; vi sono misteri che si stanno svelando affacciandosi sulla soglia dell’intuizione... Forse, vi è un solo grande Segreto dai molti volti, come un diamante sfaccettato, e tocca a noi ricollegare le facce, come a Iside ritrovare i pezzi del corpo di Osiride.

    Quando ero una ragazzina già affascinata dal mistero, lessi che il segreto della conoscenza dei Templari – cui la tradizione attribuisce il ruolo di custodi del Graal – era racchiuso nell’enigmatico Quadrato Magico del SATOR, presente in ben tre esemplari nella provincia dell’Aquila – la mia città natale – e forse per questa affermazione – non ricordo più dove rinvenuta – ho giocato a lungo con la bizzarra iscrizione palindroma, fino a quando la mia tenacia non è stata premiata grazie a una straordinaria intuizione che non solo mi ha svelato il segreto, ma mi ha permesso di riconsegnare al mondo una Conoscenza che ho ritenuto di definire il Segreto dei segreti... Sì, credo di essere entrata nel cuore della Conoscenza dei Templari!

    Cinque parole messe in fila in maniera da poterle leggere in ogni verso, in orizzontale e in verticale...

    droppedImage-4.jpg

    Ovvero

    Il Creatore

    a cui tendo

    (arepo forma contratta di adrepo = striscio verso)

    sostiene

    con la sua azione

    le sfere celesti

    Si palesa il mistero della creazione, il più grande che possa configurarsi, il più affascinante a cui la scienza tenta di dare una spiegazione brancolando ancora nel buio... Chi ha posto il Quadrato Magico del SATOR sulle mura di chiese e castelli ha segnalato un suo collegamento con l’arte della costruzione, perché chi costruisce si pone come creatore umano a imitazione del Grande Architetto dell’Universo, e allora l’opera architettonica non può che ripetere le leggi divine che sorreggono l’opera del Demiurgo. In tanti hanno subito il fascino della misteriosa iscrizione e si è cercato di darle un significato simbolico, di tradurla in vario modo, di anagrammarla per rinvenire un senso per parole oscure... Un lampo, ed emerge la soluzione e poi, a catena la voragine dell’intuizione sembra essersi scoperchiata e ogni pensiero che si affaccia alla mente trova conferma, tutto trova conferma. È mai possibile? È avvenuto o almeno ho vissuto così lo svelamento del mistero del SATOR. Comprendo perché l’arte della costruzione è sempre stata gelosamente custodita e trasmessa da maestro a discepolo, perché le costruzioni sacre suscitino tanta meraviglia e conferiscano pace e armonia e soprattutto quale sia il Segreto dei segreti, tramandato in maniera da lasciarlo sotto gli occhi di tutti in veste innocua e alla portata persino dei bambini, seppur così rigorosamente occultato da scomparire dalla memoria umana. Tanto è stato scritto per dare un senso alle cinque parole che si succedono come un ritornello: SATOR AREPO... ma nessuna teoria aveva fino a ora risolto l’enigma che celava la Conoscenza iniziatica dei Maestri Costruttori, la quale spiega il motivo per cui l’arte muratoria è divenuta espressione del cammino di trasmutazione alchemica dell’essere umano, destinato a divenire egli stesso pietra lavorata per l’edificazione del Tempio dello Spirito. Le origini del Quadrato Magico sono antichissime come quelle di analoghi quadrati formati da lettere o numeri presenti nelle più diverse tradizioni, dato attestante una comune fonte di Conoscenza, quella Tradizione Unica che è nel cuore di tutte le manifestazioni esteriori, in apparenza differenti, della Verità. Antichissimo dono degli dei, il SATOR – questo scopro – custodisce in sé il Mistero della Creazione... parla di acque primordiali informate dallo Spirito su di esse aleggiante, di un infinito grembo in cui il Verbo primordiale ha impresso la sua divina frequenza suonando le prime note della musica del creato... Al contempo il Quadrato – che poi è da considerarsi tridimensionale e dunque un cubo – offriva agli iniziati all’arte della costruzione uno strumento operativo per creare con l’Arché, come si addice all’Architetto (in greco arxiteûtvn) che reitera l’atto cosmogonico facendo emergere i templi dalle acque secondo la LEGGE, secondo ben precise linee di forza, sì che il Costruttore si ponga come Colui che realizza il progetto del Grande Architetto dell’Universo. Il Segreto si svela osservando che in diverse tradizioni le lettere del Quadrato Magico sono, in alternanza, consonante e vocale; questo fa sì che lo schema possa tradursi in una scacchiera come quella della dama e degli scacchi, come il pavimento del tempio massonico (fig. 1).

    Al contempo, la posizione delle lettere rende possibile tracciare delle griglie che già suggeriscono simboli e particolari architettonici, per pervenire alla più complessa, al reticolo della creazione, straordinario codice cosmico (fig. 1).

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    Figura 1

    E la divina MATRICE, da cui tutte le forme emergono... simbolo potentissimo e al contempo strumento operativo dei maestri d’opera, che in esso trovano le leggi del creato che reiterano nelle costruzioni sacre (fig 2 e 3).

    Custode della Geometria sacra e delle leggi dell’Armonia divina, il Quadrato Magico è esso stesso simbolo delle acque primordiali da cui tutte le forme emergono; è, per dirla con l’espressione con cui i Pellerossa definiscono il loro cattura-sogni, la Matrice informe da cui emergono tutte le forme sotto l’azione dello Spirito creatore. Affidato alla scacchiera, ai dadi, al gioco del domino, ai tarocchi minori, il Segreto dei segreti ha attraversato i millenni. Sulle antiche mura si rinviene a volte un altro simbolo, anch’esso consegnato alla storia sotto forma di gioco e tradizionalmente collegato ai Templari:

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    Figura 2

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    Figura 3

    è la triplice cinta druidica, il gioco del tris o filetto. Custodito anch’esso all’interno del Quadrato Magico, ha il ruolo di scandire gli spazi interni della costruzione, conferendo alle sue parti la corretta distanza perché vi sia armonia, come nella pianta riprodotta di Santa Sofia a Istanbul (fig. 4).

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    Figura 4

    Spaziando di tradizione in tradizione, si comprende il perché del disegno dell’albero sephirotico della Kabbalah (fig. 5), che esprime l’espandersi del Verbo creatore e perché i Rosacroce abbiano avuto

    droppedImage-9.jpg

    Figura 5

    tale nome (ROSA + T = anagramma di SATOR) e il Fludd abbia lasciato il disegno di una armoniosa rosa con una serie di segni significativi, quale un recinto a forma di quadrato con sopra ragnatele che suggeriscono il reticolo e la scritta significativa: DAT ROSA MEL APIBUS ovvero, anagrammando, SATOR SUB PALMA DEI, il SATOR sotto la mano di Dio (fig. 6)... È la firma di Dio sul creato, è la legge che Dio ha inciso con il suo dito sulle tavole consegnate a Mosè.

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    Figura 6

    Nel rimandare ai miei precedenti lavori sul tema¹, so che le intuizioni che mi hanno riempito di meraviglia costituiscono un punto di partenza nel lungo cammino di svelamento del mistero. La cerca non è conclusa e lo sarà solo quando la piccola coscienza dell’ego si sarà riversata quale goccia nell’infinito oceano, dove la molteplicità verrà ricondotta all’Unità... Intanto, il pungolo interiore spinge alla cerca e, come gli antichi cavalieri senza macchia e senza paura, ci poniamo sui sentieri della Tradizione alla conquista della Verità. Duro è il lavoro interiore e grandi le prove della vita, ma dal passato ci soccorre ad alimentare la speranza un filo sottile e tenace, che parla a una parte profonda di noi. Sui sentieri della Tradizione è mia intenzione approfondire il tema della Conoscenza segreta dei Templari e per far ciò mi trovo a percorrere un cammino che, come nelle fiabe, si svela passo dopo passo... A volte un bivio confonde, altrove l’ostacolo sembra insuperabile, ma una voce interiore facilita la scelta, mentre dal passato vengono suggeriti dei punti da cui iniziare... Le saghe del Graal hanno lasciato messaggi preziosi, forse non semplici elementi di una storia fantastica ma vere guide per indirizzare la cerca, a cominciare da coloro che vengono indicati come i custodi del Graal, simbolo della Conoscenza Suprema trasformante a trasfigurante: i Cavalieri dal bianco mantello con cui mi accompagno nel processo di svelamento di antichi misteri che solo la nostra anima saprà veramente catturare... Dal SATOR al GRAAL, dal Segreto dei segreti all’ambita meta di ogni cercatore dei Misteri di Dio. Una sorpresa straordinaria mi aspetta, ancora una volta dalla dimensione del mito e del sogno mi si manifesta, impalpabile, lontanissimo eppur sotto gli occhi di tutti... il Graal! È il GRAAL custodito dai Templari guardiani del Segreto supremo...

    MARIA GRAZIA LOPARDI

    PRIMA PARTE - Sulle tracce del Graal  con l’Alfabeto di Adamo

    L’amore è uno spirito vivificante

    che penetra tutto il mondo ed è un legame

    che unisce tutto l’universo.

    MARIA L’EBREA

    Capitolo 1. Il mistero del Graal

    [...] confessò tremando: nel corso degli astri e

    nella loro luce [ho colto] questo profondo segreto

    che andrò a rivelare: esiste una cosa, nominata

    il Graal. Così parlò quando trovò questo nome

    iscritto nelle stelle.

    WOLFRAM VON ESCHEMBACH, Parzival

    Quando la volta stellata avvolge ogni cosa con il suo elegante manto cosparso di punti d’argento e, come la dea Nut degli Egizi, si pone a copertura del mistero che è oltre le stelle, allora la mente si placa nella meraviglia e il tempo si ferma in un istante di ascolto dell’eternità. Manto, mente – con le stesse consonanti – e oltre l’infinito e le stelle, intrecci di fili di luce che sorreggono il creato, velo sottile e fremente che nasconde la Verità immutabile. Nel corso degli astri è un segreto il cui nome è scritto nelle stelle... Astri, senza vocali STR, come in SATOR! Così suggeriscono i saggi custodi di antico sapere calato in opere letterarie dal sapore avvincente dell’avventura, quasi storie per bambini, poste al confine vago delle fiabe dove ogni magia è possibile, colme di promesse come gli antichi miti. Il Graal è il segreto e la Tradizione suggerisce che i Cavalieri di Dio, come Bernardo di Chiaravalle definì i Templari, ne fossero i custodi. Fieri combattenti e cercatori del divino, i Templari costituiscono essi stessi un mistero per chi voglia inquadrarli con una logica che non appartiene al mondo dello Spirito. Si può combattere strenuamente per la Cristianità, contro un nemico che chiama Dio Allah, e in profondità cogliere nel cuore delle religioni un messaggio comune che le rende tutte degne di rispetto, custodi di immensi tesori... Nel paradosso che sfugge alla logica è il passaggio ardito tra l’aspetto esteriore di un credo e la sua fonte esoterica, che mira a cogliere nel silenzio interiore la Verità che non richiede argomentazioni a suo sostegno, perché esperienza di vita in cui il divino accade: custodi del Graal, ispiratori delle Cattedrali gotiche – testi alchemici per eccellenza –, portatori nei loro stessi costumi, vessilli e simboli del messaggio del dualismo cosmico, i cavalieri rossocrociati, nel loro cuore segreto, avevano la capacità di cogliere l’unità delle fedi e allora i paladini della Cristianità, come storici arabi riferiscono, consentivano all’emiro Usama di pregare Allah nella loro casa madre – che era la vecchia moschea di Al Aqsa poi tempio cristiano, il Tempio per eccellenza... Proprio nel contatto con il mondo arabo ed ebreo – richiamato nella leggenda del Graal con il riferimento al pagano Flegetanis – avviene un riemergere della Tradizione e il fiume da sotterraneo torna in superficie per abbeverare gli assetati di Conoscenza. La Tradizione unica che lascia traccia di sé presso tutti i popoli e le differenti religioni caratterizzanti il rapporto tra l’Uomo e Dio, ma che viene vivificata quando teorie e dottrine divengono esperienza, si diffonde in Occidente con le scuole ebraiche di Sapienza e l’influenza dell’esoterismo islamico incarnato nel movimento dei Sufi, ai quali tanto deve la poesia dei Trovatori e dei Fedeli d’Amore, cui non fu estraneo Dante con la sua Commedia. Probabilmente, dal contatto con il cuore pulsante delle tradizioni ebrea e araba – in particolare nelle scuole di Kabbalah (o Qabbalah) e in ambito Sufi – che caratterizzò il Medio Evo scaturisce la riemersione del mito del Graal.

    Il poeta persiano Rumi, vissuto dal 1207 al 1273 e fondatore dell’ordine dei dervisci danzanti che, con i turbanti che ripetono la forma dei sepolcri, realizzano la morte iniziatica ruotando intorno al proprio stesso centro, descrive il perfetto Sufi come un Viaggiatore sulla via della bellezza, dell’amore, della realizzazione e del potere infiniti, come il Guardiano dell’antica saggezza, conoscitore dei supremi segreti: "Ubriaco senza vino; sazio senza cibo, turbato, affamato e insonne; un re sotto un umile manto; un tesoro all’interno di una rovina; né di aria e né di terra; né di fuoco e né di acqua; un mare senza limiti. Egli ha cento soli e cento lune e cento cieli. È saggio grazie alla Conoscenza universale [...] non un erudito da libri"². Detentori di grandi poteri, i Sufi avevano come obiettivo di liberare l’umanità attraverso la conoscenza di sé; insegnavano l’unità che è alla base di tutte le religioni che sono la vite, ma l’essenza è data dal vino che è al di sopra della dottrina esteriore. Si può essere Sufi ovunque, in ogni tempo, senza ritiro dal mondo né organizzazioni e dogmi: il Sufi persegue l’armonia e ciò può avvenire solo all’interno dell’umanità... Non vi è conflitto con l’Islam ufficiale perché la religione è per i mistici mussulmani un guscio genuino ma da trascendere, manifestazione della spinta verso la trascendenza ma da superare vivendo interiormente la verità, conseguendo la gnosi (irfan). Per i Sufi "nella cella e nel chiostro, nel monastero e nella sinagoga, si mente per paura dell’inferno, si sogna il paradiso. Ma nessuno che conosca i segreti divini riempie il proprio cuore di simili fantasie"³. Queste idee dell’esoterismo islamico, portate in ambito cristiano, spiegano la duplicità dell’Ordine del Tempio, il cui cuore esoterico, simile al Sufismo, si pone accanto all’aspetto esteriore della religione e per entrambi la cerca dei segreti divini riconduce nell’alveo della Tradizione iniziatica espressa dal Graal. Il mondo islamico vede in una pietra nera, un meteorite caduto dal cielo, l’oggetto sacro che esprime la Presenza di Dio nel mondo, il tramite tra uomo e Dio, e in ambito cristiano i segreti divini vengono collegati a un misterioso oggetto, il Graal, anch’esso pietra ma anche vaso, vassoio, libro... Presenza divina rigenerante, che alimenta, che salva, che parla e sceglie i chiamati alla cerca, che porta a cogliere l’Uno, al contatto con la Fonte, per un’illuminazione che richiede la recettività di un cuore purificato a ricevere il sangue di Cristo, l’Energia del sole materializzata nel vino dei riti della natura e della Messa cristiana. Non vi è Graal senza un impulso alla sacra cerca, né senza un cuore che diviene vaso vuoto dagli attaccamenti per essere riempito da alimento divino: allora il Graal è una condizione interiore da conquistare, quella che rende ricettacolo della luce, come l’oscura grotta del presepe in cui nasce il divino fanciullo. Per alcuni il Graal è anche un oggetto:

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