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Scandalose intenzioni: Signorine E Mascalzoni, #2
Scandalose intenzioni: Signorine E Mascalzoni, #2
Scandalose intenzioni: Signorine E Mascalzoni, #2
Ebook170 pages2 hours

Scandalose intenzioni: Signorine E Mascalzoni, #2

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About this ebook

Di fronte alla minaccia di perdere il sostegno economico del padre se non si sposerà entro un mese, il famigerato mascalzone Lord Julian Luvington mette gli occhi su Lady Sarah. È una ragazza rispettabile, proprio come esige suo padre. Ma non sarà facile sedurla.

 

Lady Sarah Roseington è determinata a sposarsi solo per amore e farà di tutto per ottenere una libertà pari a quella concessa agli uomini. Un soggetto ambiguo come Lord Luvington potrebbe distruggere la sua posizione sociale duramente conquistata, ma il matrimonio con lui le offrirebbe delle opportunità che non potrebbe conquistarsi da sola. Come si comporterebbe una signora?

 

Quando Lord Luvington rifiuta di arrendersi, Lady Sarah propone un accordo. Ma il prezzo da pagare sarà superiore alle aspettative per entrambi. Lady Sarah rischierà di perdere la sua reputazione e Julian il suo cuore.

LanguageItaliano
Release dateJul 3, 2022
ISBN9798201636883
Scandalose intenzioni: Signorine E Mascalzoni, #2
Author

Amanda Mariel

USA Today Bestselling, Amazon All Star author Amanda Mariel dreams of days gone by when life moved at a slower pace. She enjoys taking pen to paper and exploring historical time periods through her imagination and the written word. When she is not writing she can be found reading, crocheting, traveling, practicing her photography skills, or spending time with her family.

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    Scandalose intenzioni - Amanda Mariel

    Uno

    Londra, 1843


    Sarah sapeva esattamente che tipo di uomo era. Tutta Londra lo sapeva. Era il tipo di uomo che nessuna donna rispettabile doveva frequentare.

    Prese una coppa di champagne e si guardò intorno. Per la terza volta quella sera il loro sguardo si incrociò. Lord Julian Carrington, marchese di Luvington. Lei indugiò un attimo, godendosi lo spettacolo delizioso. Era appoggiato contro una colonna bianca, gli occhi verdi che brillavano alla luce delle lanterne. Maledizione! Ogni volta che si voltava lo sorprendeva a guardarla. Non c'era modo di sfuggire alla sua attenzione?

    Dischiuse le labbra in un sorriso, provocandole una vampata di calore alle guance. Quando le rivolse un gesto, Sarah tornò a dedicarsi a Grace Stratton, la duchessa di Abernathy. «Avrebbe piacere di fare una passeggiata sulla veranda?» Doveva assolutamente evitare il contatto con il celebre farabutto.

    Grace chiuse il ventaglio. «Una splendida idea.» Ruotò e si mosse attraverso un mare di variopinti abiti da sera, verso l'uscita.

    Sarah camminava accanto alla duchessa senza dire una sola parola. L'aria fredda scese su di lei mentre varcava la soglia. La brezza si alzò, come se cercasse di combattere il calore che rifioriva sulle guance al pensiero di Lord Luvington e dei suoi sguardi indesiderati. Mascalzone.

    Guardando Grace, Sarah sospirò. «Perché pensate che ci stesse fissando?»

    Grace ridacchiò, facendo sobbalzare le trecce ramate. «Non noi, cara. Voi

    Sarah si voltò verso di lei. «Ha persino firmato il mio carnet di ballo. Si è preso l'ultimo valzer. Ma perché? Cosa può volere da me un mascalzone del genere?»

    «Forse niente.» Grace agitò il ventaglio. «Ma c'è un modo per scoprirlo.»

    «Per favore spiegatevi, di grazia.» Sarah la guardò, un vago sorriso le spinse all'insù le labbra.

    «Chiedeteglielo.»

    Grace fece un passo verso le porte della veranda e Sarah la seguì. «Forse lo farò.» Guardò le stelle che scintillavano nel cielo e si avvicinò alla soglia. «Oppure mi rifiuterò, semplicemente. Dopo tutto, l'ultimo valzer è per le coppie.»

    «Non c'è niente di male ad onorare la sua richiesta.»

    O forse sì. Una donna doveva stare attenta a un uomo così. Almeno erano in un luogo pubblico. Cosa poteva farle, qui, tra la folla?

    Sarah seguì Grace nel salone proprio mentre il quartetto suonava le ultime note di un valzer. Lord Gibbs la aspettava ai margini della sala da ballo. Rivolse un gesto a Grace mentre si dirigevano fra le altre coppie. Nonostante l'attuale partner, i suoi pensieri vagavano dove non avrebbero dovuto. Lord Luvington. Il battito del cuore accelerava all'idea di essere così vicina al bel farabutto. Una danza poteva essere tollerabile.

    No. Non aveva voglia di diventare oggetto dei pettegolezzi dell'indomani. L'idea che un rinomato mascalzone provasse interesse per lei sconvolgeva il suo equilibrio. Aveva lavorato sodo per mantenere la sua posizione sociale e non aveva certo intenzione di lasciare che qualcuno danneggiasse la sua reputazione. Uno scandalo poteva rovinare una signora in modo irreparabile. Lo aveva visto coi suoi stessi occhi. Le si strinse lo stomaco.

    «Lady Sarah, mi avete sentito?»

    Sarah sussultò e si concentrò su Lord Gibbs. «Perdonatemi, mi sono persa nella musica.» Gli rivolse un sorriso. «Ora avete la mia attenzione.»

    «Vi ho chiesto se vi state godendo il ballo.» La condusse verso una fila di altri signori e signore alla moda. I profumi delle loro colonie si amalgamavano insieme in un mix esotico di fiori e spezie.

    «Certamente. Lady Vivian si è superata. Trovo il ballo entusiasmante, un successo straordinario senza dubbio. Non ricordo l'ultima volta che mi sono divertita così tanto.»

    «Anch'io.» La fece volteggiare.

    Sarah scostò la bocca con cortesia. Lord Gibbs la stava corteggiando sin dalla scorsa stagione, ma per lei non era più che un amico. Lo aveva messo in chiaro da subito ma ciò nonostante non aveva smesso di corteggiarla. Forse sperava di convincerla. Non sarebbe accaduto. Sarah aveva deciso da tempo che si sarebbe sposata per amore o sarebbe rimasta da sola. Con grande sgomento della madre, aveva tenuto duro per quattro stagioni. Suo padre, d'altra parte, appoggiava pienamente la sua decisione.

    «Siete splendida stasera, Lady Sarah.» La trasse più vicino.

    «Grazie, mio signore. Avete un magnifico aspetto anche voi.» Non era una menzogna, era attraente. Ma non lo amava. In generale, l'idea di diventare proprietà di un gentiluomo non la entusiasmava affatto.

    La canzone sfumò e Lord Gibbs la accompagnò fuori dalla pista da ballo. Ancora una volta, il suo sguardo cadde su Lord Luvington. Continuava a gravitare intorno a lei. Lo osservò prima di imporsi di smettere, soffermandosi sull'angolo acuto della mascella, sulla lucentezza dei capelli castani dorati. Il suo sguardo azzurro ardente incontrò i suoi occhi. Le sorrise con impertinenza come per sottolineare che stava arrivando il suo turno. Le guance di Sarah si infiammarono e lei si allontanò. Spiò la madre che si serviva un drink al tavolo del buffet. Si affrettò a raggiungerla. Avere intorno i genitori avrebbe reso molto più facile distogliere i pensieri da questioni proibite. Si portò una coppa di champagne alle labbra e prese posto al fianco della madre.

    «Dove si è cacciato papà?» Sorseggiò la bevanda fresca e spumeggiante.

    «Voleva parlare con tuo fratello. Torneranno tra un attimo.» La madre puntò il mento verso Lord Luvington. «Pare che tu abbia conquistato un nuovo ammiratore.»

    Le guance di Sarah bruciavano mentre la madre la conduceva dentro, il suo sguardo indugiò sul dorso robusto di Lord Luvington. Come sarebbe stato essere avvolta tra quelle braccia? Aprì il ventaglio per rinfrescarsi. Tanto per mantenere i pensieri puliti. «È scandaloso il modo in cui continua a guardarmi.»

    «Sciocchina, dovresti esserne lusingata.» La madre si portò la mano guantata al petto. «Non capita tutti i giorni di catturare l'occhio di un marchese.»

    Sarah sbuffò e richiuse il ventaglio con uno schiocco. Avevano tutti perso il senno? «Mamma, è un noto farabutto.»

    «Calma, cara. Non ti ho detto di sposarlo, solo di essere lusingata delle sue attenzioni. Anche se è tempo di prendere in considerazione la ricerca di un marito. Forse un gentiluomo più raffinato sarà ispirato dall'attenzione che Lord Luvington ti concede.»

    Qualcuno si schiarì la gola. Sarah lanciò un'occhiata dietro di lei e il suo cuore saltò un battito.

    «Di quali attenzioni dovrebbe essere lusingato il mio caro tulipano?» Il padre spostava lo sguardo tra Sarah e sua moglie.

    La madre sorrise al marito. «Non è niente, davvero. Non ti preoccupare, caro.» Gli infilò la mano sotto il braccio.

    Lui le dette un colpetto, poi si rivolse a Sarah: «Ti stai divertendo, tesoro?»

    «Molto, papà.» Se la mamma credeva che fosse meglio nascondere l'identità del suo ammiratore al papà, era il caso di assecondarla.

    «E mi prometti che mi avviserai se le attenzioni del gentiluomo hanno superato il limite?»

    Sarah annuì, con un tintinnio di orecchini. «Sì, papà.»

    «Ottimo. Con permesso.» Dedicò a sua moglie un sorriso. «Ero in attesa di mostrare la tua bella madre in sala da ballo.»

    Sarah allungò la testa verso l'elegante pavimentazione di marmo. «Dovreste sbrigarvi per non perdere la prossima danza.» E si portò la coppa di cristallo alle labbra. La mamma era raggiante mentre incedeva con papà verso la pista da ballo. Forse aveva ragione; non sul ricevere le attenzioni di un pretendente adeguato, ma sul fatto che l'interesse di Lord Luvington fosse innocuo. Non era lei ad agire in modo inappropriato. Sarah decise di godersi il resto del ballo, e se Lord Luvington avesse insistito a guardarla, beh, pazienza.

    Più tardi, Sarah si alzò e arcuò la schiena mentre il quartetto attaccava una nuova melodia. Aveva ballato per ore e i piedi le dolevano dentro le scarpette. In molte occasioni, durante la serata, aveva sorpreso Lord Luvington a studiarla.

    Non riusciva semplicemente a capire il suo interesse improvviso. Presto avrebbe colto l'occasione di chiedergli la ragione del suo comportamento. Mancavano due danze. Senza dubbio a momenti Lord Shillington l'avrebbe cercata... e poi Lord Luvington.

    Buon Dio, il semplice pensiero di ballare il valzer finale con lui le faceva affiorare i nervi. Le sue mani cominciarono a tremare. Non credeva in alcun modo che le sue intenzioni fossero innocenti. Trasse un respiro profondo e si preparò per Lord Shillington che si avvicinava.

    Si chinò. «Andiamo?»

    Sarah forzò un sorriso e tese la mano verso il suo braccio. Almeno Lord Shillington non era un ammiratore, era un amico di famiglia. Ciò rendeva ballarci insieme più piacevole. Almeno finché non le avesse pestato i piedi.

    Sarah si muoveva in sintonia con la musica mentre Lord Shillington la guidava nella danza. Non poteva fare a meno di cercare Lord Luvington tra la folla, sapendo che il loro valzer stava per arrivare.

    Si avvicinò alla porta della veranda e i loro sguardi si agganciarono per un attimo prima che Shillington la facesse volteggiare. Arricciò il labbro inferiore. Rifiutare la danza sarebbe stato scortese, un comportamento che non le apparteneva. Sarah sospirò.

    «Cosa vi preoccupa, Lady Sarah?» Un interesse sincero scintillò nello sguardo di Lord Shillington.

    Sarah replicò con un breve sorriso. A parte il fratello, Lord Shillington era l'unico gentiluomo con cui poteva parlare liberamente. Non l'aveva mai giudicata, né aveva rivelato le sue confidenze ad altre persone, ma era forse il caso di discutere della faccenda con lui?

    «Chiaramente qualcosa vi turba. Potete dirmelo, qualunque cosa sia. Forse posso esservi d'aiuto.»

    «Non è niente.» Sarah guardò indietro verso la veranda per un attimo. «Voi conoscete bene Lord Luvington?»

    La bocca di Lord Shillington si aprì in un sorriso. «Un signore ha finalmente catturato la vostra fantasia?»

    «No, bontà divina!» disse senza pensarci, poi arrossì per la sua stessa maleducazione. «Ma ha firmato il mio carnet di ballo.»

    Shillington la fece ruotare, e quando tornò ad averla di fronte disse: «Lord Luvington è un bravo ragazzo. Gioco a carte con lui a volte da White’s.» Sbatté le palpebre. «Probabilmente non dovrei dirvi niente di tutto questo.»

    «Di cosa? I signori giocano continuamente a carte.»

    «Sì, naturalmente. Quello che stavo per dirvi è di natura diversa.» Le sue guance si imporporarono.

    Al pari di lei, Lord Shillington era visto come un esempio morale tra i loro coetanei. La follia lo affliggeva e aveva minacciato la sua reputazione, ma nessuno metteva in dubbio il suo carattere.

    «Ora, semplicemente, ditemi...» Sarah batté le ciglia e arricciò le labbra in un broncio. «È davvero un... come posso dirlo con delicatezza?» Guardò altrove. «Popolare tra il gentil sesso?»

    «Un mascalzone, volete dire.» Deglutì, incontrando di nuovo il suo sguardo. «Non importa. Un ballo sarà piacevole.»

    «Anche se è l'ultimo valzer della serata?»

    «Anche.» Lord Shillington la spinse e la riavvolse tra le braccia. «Adesso non vi sentite più a vostro agio?»

    «Sì, grazie.» Chiuse gli occhi per un attimo. Come sarebbe sopravvissuta a una danza con un tale uomo? Il quartetto finì la canzone e Lord Shillington consegnò Sarah a Lord Luvington. «Ho saputo che hai il piacere di condividere il valzer finale con Lady Sarah.»

    «Sì, è così.» Lord Luvington le offrì il braccio. Sarah lo ha guardò prima di accettarlo. Il suo stomaco le trasmetteva una sensazione sgradevole. Il rossore si diffondeva sul petto e sulle guance mentre immaginava che tutti nella sala da ballo li stessero fissando. La guidò in mezzo alla pista da ballo e la avvolse tra le braccia mentre il quartetto riprese

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