Felici di litigare
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About this ebook
Il tema chiave è che la discussione, il “litigio”, deve diventare l’opportunità di scambio in cui tutti guadagnano e crescono.
Alessandra Raggi ci invita a capire chi siamo all’interno di una discussione e a presentare il nostro punto di vista, la “nostra verità”, in maniera diretta, senza preconcetti né pregiudizi. Ci invita ad accettare noi stessi e la parte avversaria in modo accogliente semplicemente dicendo la nostra verità che diventa, così, uno strumento potentissimo di scambio e libertà. Ma in definitiva non dovrebbe essere questo il modo di affrontare la vita?
Alessandra Raggi Nata nel 1976, a 19 anni, si trasferisce a Londra dove rimane 5 anni studiando, lavorando come consulente e cercando di inseguire il suo sogno di cantautrice. Ritorna in Italia per iscriversi all’Università e laurearsi con lode in Direzione Aziendale per poi affiancare all’attività di consulenza aziendale quella all’interno dell’Università come adjunct professor di Marketing. Ricopre vari ruoli quale membro di consigli di amministrazione in diverse società. Attualmente si dedica ad una delle sue più grandi passioni: il Cambiamento e le dinamiche che lo caratterizzano. Dalle sue molteplici esperienze personali e professionali nasce il desiderio di condividere un punto di vista che la caratterizza da sempre: l’amore per la discussione. Ribalta il paradigma del conflitto come qualcosa di necessariamente negativo per portarlo ad essere percepito e vissuto come opportunità di definizione di se stessi, fonte di leggerezza e di dichiarazione della propria verità.
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Felici di litigare - Alessandra Raggi
Alessandra Raggi
Felici di
litigare®
L’arte del discutere
© 2022 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma
www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com
ISBN 978-88-306-5177-7
I edizione febbraio 2022
Finito di stampare nel mese di febbraio 2022
presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)
Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa
Felici di litigare®
Prefazione di Barbara Alberti
Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.
È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.
Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi
Non esiste un vascello come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesia che s’impenna.
Questa traversata la può fare anche un povero,
tanto è frugale il carro dell’anima
(Trad. Ginevra Bompiani).
A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.
Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.
Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.
Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di Lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov
.
Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.
Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.
Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.
"Colui che evita il conflitto per mantenere la pace,
comincia una guerra contro sé stesso..."
Anonimo
A mia nonna Teresa.
Sei a pieno titolo,
anche se inconsapevolmente,
la co-autrice di questo libro.
Caro lettore, cara lettrice,
Sono molto felice che il mio libro sia arrivato nelle tue mani. Per qualche ragione, più o meno nota, il tema del conflitto e del litigio ti causa problemi o, più semplicemente, ti incuriosisce. Prima di cominciare, mi piacerebbe presentarmi e condividere con te un paio di consigli su come sfruttare al meglio quello che leggerai.
Inquadra il QR Code sottostante con la fotocamera del tuo smartphone e segui il link:
Oppure, segui questo link:
https://www.felicidilitigare.it/video/
PREFAZIONE
2007
In una serata imprecisata, una delle tante di chiacchiere tra tre amiche, si discuteva di sogni per il futuro. Tra domande, ipotesi e incertezze io dissi ad Alessandra che secondo me doveva scrivere un libro. E lei ridendo mi chiese quale tipo di libro io avessi in mente; io le risposi che sarebbe stato un libro illuminante, come lei.
2020
Conosco Ale praticamente da sempre e la nostra amicizia si è sviluppata attorno ad una grande curiosità in merito alla vita, alle relazioni e ai comportamenti umani. Abbiamo chiacchierato ore e ore (non potreste nemmeno immaginare quante) analizzando elementi, cercando spiegazioni, osservando comportamenti e facendo tesoro di tutte le esperienze, le nostre e anche altre che qualcuno ci regalava. Ale non si ferma finché non arriva a capire fino in fondo una situazione, finché non arriva a sentire che tutto torna e vibra all’unisono con le verità.
La sua più grande capacità si esplicita nella discussione, ha un reale talento in questa arte ed è sempre stata essenzialmente libera. Questo le ha permesso di guardare al di là degli eventi, di vedere dietro ai comportamenti quali porte si aprissero e quali potessero essere le motivazioni che avevano spinto le persone ad agire in uno o nell’altro senso.
Questo libro rappresenta la summa di tutte le scoperte che Alessandra ha fatto, sperimentato e deciso di condividere con noi, con un linguaggio chiaro e semplice, di reale facile applicazione nella vita di ognuno, qualora lo volessimo.
È un testo potente, perché vero e autentico: talmente vero che leggendolo si ripensa a tutte le volte in cui si sono vissute le stesse situazioni e alle possibilità che si avevano sul piatto, spesso non intraprese forse per mancanza di strumenti, strumenti che ognuno potrà trovare in questo libro.
È potente perché regala la possibilità di liberarsi di schemi e credenze che ci tengono sotto scacco dei quali alle volte non abbiamo contezza. Leggendo si scoprono parti di noi, magari un po’ nascoste, ma che, una volta illuminate di verità, assumono altri colori e altre caratteristiche.
Questo libro è lei, in persona, con tutta la sua meravigliosa energia dirompente e divergente, accogliente e autentica, efficace e libera.
Auguro a tutti di intraprendere questo viaggio nell’arte del discutere, consapevoli che una volta terminato il libro, non si avranno più scuse per evitare il confronto con nessuno.
Sperimentate, sarà un piacere scoprirsi liberi di poter dire quello che si pensa sempre e comunque, nella consapevolezza di avere gli strumenti giusti per gestire una negoziazione o una discussione uscendone soddisfatti.
Per esperienza personale posso dirvi che funziona.
Buona lettura.
Silvia Palladini
la discussione. UN VIAGGIO nella storia
Secondo il Vocabolario Treccani la discussione è un «esame approfondito di una questione da parte di due o più persone che espongono ciascuna le proprie vedute» con la finalità di giungere a una decisione o, semplicemente, di sviscerare un argomento in tutti i suoi aspetti. In questa accezione la discussione è sempre stata presente nella storia dell’umanità, in massima parte attraverso lo studio e l’impegno di tanti filosofi.
Il litigio, il conflitto, lo scontro nascono praticamente con l’uomo. Nel mito ripensiamo all’antitesi «originale» fra Caino e Abele, con la sua tragica conclusione, o alla fondazione di Roma, che leggenda vuole sorta in seguito all’epilogo sanguinoso della rivalità fra Romolo e Remo. Questi miti, come altri, hanno piantato il seme della credenza che noi tutti consideriamo assioma: quella che il conflitto porti sempre a esiti negativi, che sia associato a tragedie e scontri e che, dunque, sia da evitare a qualunque costo. Questo libro nasce proprio da tale grandissimo pregiudizio.
Nel tempo, per evitare o perlomeno limitare questi violenti risultati nascono la negoziazione, la diplomazia, l’arte di risolvere il conflitto con la discussione.
Una buona gestione della discussione permette di sviscerare i problemi con profitto e, con l’apporto delle intuizioni di ogni parte coinvolta, raggiungere soluzioni magari inaspettate e originali evitando di arrivare a uno scontro violento.
Il conflitto è una caratteristica intrinseca nelle relazioni fra esseri umani e nasce da una diversità di carattere, punti di vista, interessi, cultura, ideologie, bisogni differenti. Di per sé, quindi, esso non è negativo, ma lo diventa, o viene percepito come tale, quando porta a un aumento dell’aggressività, a una tensione crescente, a una sensazione di malessere diffuso. Quello che viene identificato come problema, però, può diventare un’opportunità di progresso e di arricchimento reciproco grazie alla negoziazione, che può essere intesa come l’arte di trasformare un conflitto in un’occasione di crescita personale e di sperimentazione di un senso di libertà e di leggerezza.
Esplorando come il tema viene considerato nel passato possiamo cogliere alcuni momenti in cui questa accezione negativa lascia il posto alla visione dell’opportunità.
Nelle tribù primitive esisteva il saggio che, dall’alto della sua autorità riconosciuta, dirimeva le controversie fra i membri della comunità.
Nell’Impero Romano si usava tentare di risolvere una controversia mediante la conciliazione prima di arrivare davanti al pretore, che in caso di accordo fra le parti si limitava a confermare l’intesa raggiunta.
Nell’antica Grecia Socrate teorizzò la maieutica, un criterio di confronto che sollecita il soggetto a trovare in sé stesso la risposta al problema, basato sul dialogo, su domande e risposte tali da spingere l’interlocutore a ricercare dentro di sé la verità. Socrate aveva identificato la Verità come obiettivo da perseguire durante il processo: non il convincimento della controparte, non la manipolazione, ma la Verità.
L’insegnamento di Socrate è soltanto orale. Non ha lasciato nulla di scritto, ciò che si sa lo si desume principalmente dagli scritti del suo allievo Platone, che in vari libri ne spiega e ne analizza il metodo e gli fa dire che egli in realtà non insegnò alcuna dottrina, cercò solo di far sì che le persone pensassero con la propria testa. Di Socrate abbiamo quindi solo interpretazioni del suo pensiero. Tanti aneddoti e leggende sono sorte sulla figura di questo filosofo, come la presenza di una moglie, Santippe, che sarebbe stata una grande «rompiscatole». Certo è che per una moglie avere un marito che tutto il giorno passeggia per Atene facendo chiacchiere con chiunque incontri mentre lei deve pensare ai figli e al ménage familiare non dev’essere stata cosa facile o divertente. Non si fatica a capirla e a perdonarla se qualche volta è andata infuriata a riprenderselo richiamandolo ai suoi doveri. Chissà se con la sua arte dialettica sarà riuscito a calmarla e a evitare un conflitto familiare!
Si dice che Socrate affermasse di aver ricevuto da sua madre Fenarete l’arte di far partorire¹: cioè lui aveva già una risposta pronta, ma fingeva di non sapere per condurre l’interlocutore a tirare fuori («partorire») la sua verità.
Molto più avanti nel tempo Cavour fu detto «il grande tessitore» per le sue doti di diplomatico che portarono alla formazione del Regno d’Italia. E qui, proprio nel compimento dell’Unità italiana, merita ricordare l’importanza delle donne nella storia. Ad esempio, quella della nota contessa di Castiglione, cugina di Cavour, il quale la inviò alla corte di Napoleone III per perorare l’alleanza franco-piemontese contro gli austriaci e la missione riuscì perfettamente.
E prima e dopo di lei tante furono le figure femminili che permisero