Senza serenità non vale la pena
By Marco Mereu
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Senza serenità non vale la pena - Marco Mereu
Capitolo 1
COS E SUCCESSO, CHE SUCCEDE, CHE SUCCEDERA
L’INIZIO
Qual è il punto giusto per iniziare un percorso che può portarti a cambiare ciò che non ti sta più bene nella tua vita?
L’idea che esista un punto di partenza mi ha tenuto bloccato per mesi e anni, sia nella mia vita privata che in quella professionale ascoltando le storie dei miei pazienti.
A mio avviso un punto preciso non esiste. È più un susseguirsi di passi che, uno dopo l’altro, creano del movimento. Ed è da questo movimento, di qualsiasi tipo esso sia, che si crea il cambiamento. Il segreto, se si vuole cambiare, è non restare fermi; capire che bisogna agitare le acque, alzarsi dalla sedia, chiedere aiuto se serve e poi iniziare a camminare. La vera svolta non è l’inizio ma è il cammino, il percorso. A dispetto di quello che solitamente la maggior parte dei miei pazienti pensa quando varca le porte del mio studio, non importa da dove
parto, conta cosa trovo mentre mi muovo. Conta scoprire chi sono, immerso in mille punti di domanda, mentre mi metto alla prova in sfide che forse non sapevo nemmeno di dover affrontare. Sfide che spesso affronto senza avere nulla in cambio ma imparando da esse comunque. Imparando anche in quelle volte in cui ci accorgiamo che, una volta affrontate, esse non fanno per noi e riusciamo a lasciarle andare definitivamente, vedendo in questo un successo e non un fallimento. Vedendo nel lasciarle andare un ulteriore tassello che costruisce chi siamo e la nostra reale personalità.
Se voglio essere diverso da come sono ora devo accettare il fatto che buona parte del mio sono fatto così
deve cambiare e modificarsi. Dopotutto non mi è mai piaciuto il sono fatto così
; ho sempre preferito infatti ripetermi che sono diventato così
che mi lascia sempre la speranza di poter diventare chiunque io voglia. Devo essere pronto a ritrovarmi rompendo gli schemi per poi ricostruirli con nuove indicazioni più adatte alla mia persona.
Citando me stesso nel mio primo libro tu sei il tuo paziente: mi dissi vuoi essere diverso? Comincia ad essere chi vuoi diventare, non chiederti il perché e se ci riuscirai, fallo e basta!
Alzatevi dalla sedia, uscite di casa e iniziate a cambiare una delle vostre abitudini, anche quella più insignificante. Provate a rompere gli schemi per quanto possibile. Non si tratta di sconvolgere la propria esistenza, ma è necessario partire dalle piccole cose, da quelle piccole scelte quotidiane che ormai non notiamo più, ma che incidono pesantemente su chi stiamo diventando giorno dopo giorno.
Quante volte ci siamo detti frasi tipo Adesso basta, da domani… da lunedì̀, da settembre, dopo le feste, inizierò̀ qualcosa, darò̀ una nuova faccia al mio volto, mi prenderò̀ ciò̀ che merito e sarò̀ più̀ forte!
Per stare sereni abbiamo bisogno di sentire costantemente il terreno sotto i piedi, di percepire quell’appoggio che ci fa stare in equilibrio e ci sostiene; Abbiamo bisogno di una certezza quotidiana o periodica sulla quale poter puntare i piedi per poter saltare.
Già, adesso basta
lo abbiamo detto quelle tre milioni di volte durante la nostra esistenza sperando che questa decisione, questo punto fermo del momento, potesse in qualche modo darci la spinta per saltare e che potesse fungere da sostegno per non far sgretolare l’appoggio che ci teneva in piedi.
Basta al mio io
prima di ora, a quel mio modo di essere che poi mi porta costantemente sempre sulla stessa strada, sullo stesso percorso, di cui posseggo la mappa, ma che continua comunque a sgretolarsi sotto i miei talloni. A dimostrazione del fatto che, spesso, quello che conosciamo non sempre è quello che realmente ci serve.
Abbiamo bisogno di una nuova strada da percorrere. Mi preme consigliarvi però di fare attenzione, step by step, a tutti i passi che fate. Suddividete l’obbiettivo finale in diversi obbiettivi minori. Forse non è necessario conoscere la strada da subito, ma vogliamo essere partecipi della sua costruzione, dobbiamo capire che mattoni utilizzare, quale calcestruzzo è più̀ adatto e quali linee tratteggiare che poi andremo a seguire successivamente.
Dobbiamo tenere a mente che la strada verso il nostro cambiamento vale solo ed unicamente per noi stessi, siamo quindi solo noi a capire come essa vada realizzata e che direzione debba prendere.
Per farlo andiamo alla ricerca di comprensione di noi stessi e del mondo che ci circonda, di notizie affidabili prese da fonti certe. Insomma, di basi solide su cui costruire.
Pretendere una strada fatta e finita senza capire come ci si è arrivati sopra o su cosa si sta camminando non farà̀ che riportarci su quella base poco stabile su cui non riusciamo a costruire nulla e che franerà̀ alla prima pioggia.
̀Allora basta, da domani sarò̀ ancora io, quello di oggi, che va bene così com’è. Io che posso essere tante cose assieme, forse ingarbugliate in un enorme matassa da sbrogliare, ma questo sono io e su questo devo costruire il mio percorso. Sarò sempre io, ma proverò̀ ad andare a comprare mattoni e cemento nuovi e a studiare per capire come costruire strade dove posso sentirmi sereno non solo a camminare, ma anche a correre veloce.
SENZA SERENITÀ NON VALE LA PENA
Quante volte al giorno pensate che qualcosa in voi possa non andare? Il mangiare, il vostro aspetto fisico, i rapporti affettivi o le performance lavorative; quante volte condizionano il vostro umore?
Vi capita di insultarvi davanti al piatto, allo specchio, agli amici, sentendovi inadeguati?
Quante volte al giorno vi sentite in colpa o sbagliati
per quello che sentite di volere, ma che pensate di non potervi permettere o meritare? Quante volte vi soffermate sul giudicarvi negativamente per quello che provate? senza capire che, essendo appunto una sensazione, non dipende dal vostro volere.
O ancora quante volte vi siete sentiti di valere meno rispetto agli altri, di meritare meno rispetto a chi vi circonda, per il vostro corpo, per il vostro status sociale o per il vostro stile di vita?
È normale sentirsi così? È normale che queste cose modulino, poco o tanto, il vostro umore quotidiano o la vostra opinione di voi stessi?
̀Ma soprattutto, vi ha aiutato in qualche modo trattarvi così? Ne è valsa la pena? È stato costruttivo per voi stessi?
Avendo a che fare quotidianamente con persone che non si accettano e che tentano di cambiarsi tramite una dieta, vi posso dire che non c’è dieta che funzioni se vi fa perdere la serenità del quotidiano. Non c’è risultato in kg che tenga, se mi sento in colpa, o un fallito, ad ogni morso.
Se non siete sereni, fatevi aiutare da chi è in grado di farvi capire come mai il cibo vi turba così tanto e che vi aiuti a comprendere quanto sia sbagliato tentare di cambiarsi concentrandosi solo su di esso.
Se non siete sereni, nessun cambiamento vale la pena.
Nessuna dieta, nessuno sport, nessun rapporto sociale, no nemmeno l’amore in una relazione romantica o quello per un familiare vale tale sacrificio. Se non ricordate l’ultima volta che siete stati bene e in pace con voi stessi è probabile che la strada presa non sia quella più adatta.
Non è vero che non sapete cosa fare o che siete persi, una cosa la sapete: la strada che avete preso è quella sbagliata, e credetemi che avere consapevolezza degli errori è un enorme primo passo. Ora questa benedetta strada non vi rimane altro che cambiarla.
mi dici niente…
CENTRARE L’OBIETTIVO
Ricordo ancora quando all’università, ormai secoli orsono, mi impantanai un’intera estate nel tentativo di superare l’esamone di fisiologia umana. Un’intera estate, quella del 2010, letteralmente a sudare sui libri.
Da maggio in poi, capitolo dopo capitolo, cominciai a prendere possesso della materia, mi innamorai di ogni apparato che compone il corpo umano e dopo un primo ed un secondo ripasso passai a ripetere costantemente.
Un grande classico dello studente è quello di confrontarsi con i colleghi e, ascoltando loro, imparavo ancora di più̀, mi accorgevo delle mie lacune e le colmavo.
Il giorno dell’esame fui bocciato!
Mi aveva chiesto proprio quello, sì, quello che "tanto non
me lo chiederà mai; che ve lo dico a fare, anche ai tempi era sempre un
mai una gioia" come mood di vita.
Fu un piccolo passo falso che mi fece passare agosto sui libri. Mi ero deciso, stavolta avrei dovuto sapere anche le date di nascita degli scienziati citati. Detti nuovamente l’esame a settembre e presi trenta e lode. Mentre scrivo queste righe mi rendo conto che mi sento ancora gasato per un voto di un esame dato oltre dieci anni fa. Segnale tangibile che anche al giorno d’oggi le gioie scarseggiano, ma vabbè non è questo il punto. Torniamo a noi.
Ai tempi il mio obiettivo era solamente quello di passare l’esame, magari con un bel voto. Le mie energie si concentravano sul superare l’ostacolo che mi separava dalla laurea, non tanto di apprendere da esso.
Solo ora mi rendo conto che ho un’ottima preparazione in fisiologia umana e nonostante siano passati tanti anni ricordo molto bene quasi tutto. Il vero risultato non era quindi passare l’esame, ma apprendere al meglio dalla sua preparazione, ma vallo a spiegare ad uno studente che ha fretta di laurearsi. Il vero regalo che potessi fare a me stesso stava in tutti gli evidenziatori consumati, i riassunti scritti, i caffè bevuti, le discussioni con i colleghi e con i miei no fidati è come dico io, raga sono sicuro!!!
e puntualmente non avevo ragione.
Molte delle persone che mirano ad un cambiamento si concentrano sul vedersi subito diverse, su un numero finale sulla bilancia, sui centimetri da raggiungere, su quel peso da sollevare in palestra. Ovviamente ci sta avere dei punti di riferimento, ma il vero risultato sono tutti gli step che passo dopo passo ci insegnano qualcosa, ci lasciano i segni ben stampati sulla pelle e nella mente, ci accompagnano passo dopo passo ad essere persone diverse. Se devo perdere 30kg il vero obbiettivo è arrivare al mese successivo riuscendo a modificare al meglio, almeno alcuni di tutti quei comportamenti che mi hanno portato a metter su quei maledetti 30kg, o almeno a comprenderli. Suddividere il proprio traguardo in tanti piccoli step, in tante cadute che insegnano più̀ di tante vittorie.
Solo in questo modo si potrà̀ dire di aver centrato per bene l’obiettivo, altrimenti otterrete nuovamente l’ennesima bocciatura
e andrete in giro a dire che non è colpa vostra ma: mi ha chiesto proprio quello che non sapevo
.
Capitolo 2
A CHI CHIEDO AIUTO?
Al di là di quale sia il nostro obbiettivo, una delle difficoltà che incontriamo maggiormente nel tentare di raggiungerlo è il non sentirci aiutati, non sentirci spalleggiati da qualcuno.
Capita spesso, quando tentiamodi cambiare qualcosa in noi stessi, di utilizzare come scusante frasi come non ho l’aiuto di nessuno
o nel mio caso dottore vengo da lei per essere motivato ad andare avanti
o non ho la forza da solo
.
Si parte dal presupposto che la nostra motivazione sia il fuoco e chi ci dovrebbe aiutare funga da benzina che, costantemente,