A tavola con Picasso: Ricette e sapori di un genio del Novecento
By Andrea Maia
()
About this ebook
Una tavolozza di sapori variegati che rispecchia la poliedrica personalità dell’artista; piatti e ricette che lo accompagnarono nel corso della sua vita e di cui spesso si trova traccia nei suoi dipinti.
Related to A tavola con Picasso
Titles in the series (72)
Los secretos de la cocina de Montalbano: Recetas de Andrea Camilleri Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl gusto delle parole in Marguerite Duras: Scrivere, scriversi, cucinare Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsProfumo di basilico: Storia, usi e ricette della divina pianta Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl piacere a tavola con Gabriele D'Annunzio: Le ricette del Santo Priore e di Suor Intingola Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsA tavola con Maradona: Da Napoli a Buenos Aires, ricette e azioni straordinarie del pibe de oro Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl guscio delle uova: La tavola nelle pagine di Pirandello Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsGli ossibuchi di Nietzsche: Un felice incontro con Torino e la cucina piemontese Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRime e ricette in Giosue Carducci: Tour poetico-gastronomico nella Maremma toscana Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsA tavola nel paese che non c'è: Il regno di utopia e la ricerca dell'altrove Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsA tavola con Marco Polo: La cucina sulla Via della Seta Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsA tavola con Picasso: Ricette e sapori di un genio del Novecento Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsA tavola con Bella ed Edward: La cucina dei Vampiri Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAffamato come una tigre: A tavola con Sandokan Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl canto del pane: Un viaggio tra rime e farine Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDove la terra finisce: Il viaggio gastrosofico di Eugenio Montale in Normandia e Bretagna Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsInvito a cena con aforisma: 300 citazioni e boutade d'autore sul cibo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRossini in teatro e in cucina: “Crescendo” orchestrale e gastronomico Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAlla tavola di Virginia Woolf Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsBar Hemingway: Citazioni e proverbi a media e alta gradazione alcolica Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsProfumo di gelsomino: Il fascino della pianta e la seduzione della sua fragranza Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa cucina magica di Dino Buzzati: Tra ricette meneghine e miti gastronomici dell’infanzia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsProfumo di sandalo: Storie, gusti e aromi di un'essenza portentosa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe confessioni di un italiano goloso: Cibo e passioni alla tavola di Ippolito Nievo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI segreti della tavola di Montalbano: Le ricette di Andrea Camilleri Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl cibo del Mahatma Gandhi: Piatti e ricette di un crudista ante litteram Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa cucina medievale di Laura Mancinelli Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMindful Cooking: Cucinare in consapevolezza per dare più gusto alla propria vita Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL’infinito gastronomico di Giacomo Leopardi: Uno Zibaldone di ricette Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsA tavola sull’Enterprise Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsA tavola con Grazia Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Related ebooks
La ri-nascita di Venere Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl piccolo negozio degli amori perduti e ritrovati Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa formica Isabel e altre fiabe Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI libri dell'anima Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe storie di Murex Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNostalgie passate Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIo e Arintha. Le cose che non voglio dimenticare Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsBriciole di vita Autobiografia del pittore Carmine Moriniello con brani critici sulla sua arte.: A cura di Bianca Fasano Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Protagonista e altre storie - Memorie di mio padre Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUn colpo preciso Rating: 5 out of 5 stars5/5L'austriaco Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl re, il serpentello e il topolino Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNemesi ducale Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAdmanvis: Ricordi autobiografici Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCleopatra e la banda dei faraoni Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRacconti in libertà Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAnimale e nume Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa toilette è sempre in fondo a destra Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa Mia Tela è la Tua Morte Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUrbino '68: Amore e contestazione giovanile Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLei Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSognando la meta Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl color malva e il vermiglio Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIo Sono La Vendetta Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Mondo di Maria Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa poesia (uno) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa Signorina Anna Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa chanson d'Antiochie Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsViviana Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAlbum di schizzi senza schizzi Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Art For You
I segreti dell'arte moderna e contemporanea Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNumero + Suono = Musica Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPer la diritta via Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCome Allestire Le Luci Per Uno Studio Fotografico In Casa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDizionario del sesso e dell'erotismo Rating: 5 out of 5 stars5/5L'abominio della desolazione nelle profezie dei santi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Codice Nascosto di Leonardo: Viaggio nella geometria segreta di un genio Rating: 5 out of 5 stars5/5Pregate senza interruzione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsBomarzo Ermetica: Il sogno di Vicino Orsini Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSTORIE E STILI DELLA FOTOGRAFIA - dalle origini al 1950 Rating: 5 out of 5 stars5/5Arte del risveglio: Come scoprire i codici segreti nascosti nell’arte e diventare maestri di se stessi Rating: 5 out of 5 stars5/5Hieronymus Bosch. Insigne pittore nel crepuscolo del Medio Evo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa storia dei colori: Il significato e l'uso dei colori dall'antica Grecia a oggi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCatechismo Tridentino: Contro la rivoluzione protestante Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Medioevo (secoli XIII-XIV) - Arti visive (36): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 36 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Settecento - Arti visive (59): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 60 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTerapia del colore Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsGli angeli nella vita e negli scritti di Gemma Galgani Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPerché odiamo la matematica Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsResina Epossidica - Progetti Creativi per Principianti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCorso di storia dell'arte. Dal Duecento al Primo Ottocento. Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsParola di scrittore Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Cinquecento: Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 48 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl catechismo maggiore di San Pio X Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDonne all'opera con verdi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAntichità - La civiltà greca - Arti visive: Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 8 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL Ottocento - Arti visive (65): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 66 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRoma Esoterica Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Novecento - Arti visive (71): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 72 Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Reviews for A tavola con Picasso
0 ratings0 reviews
Book preview
A tavola con Picasso - Andrea Maia
Chupa y tira
(Giochi infantili a Malaga)
Nomen est omen (proverbio latino)
Estate 1886, Plaza de la Merced, presso il porto della città di Malaga, in Andalusia. Un bambino di cinque anni gioca con la sabbia sparsa sotto i platani che ombreggiano la piazza riparandola dal vivo calore del sole del Sud, in compagnia di due bambine, sue cuginette (ma più tardi ripeterà quel gioco anche per le sue sorelline), davanti alla casa in cui, al terzo piano, la famiglia Ruiz abita. Il gioco ha un’origine che viene da lontano, dall’epoca in cui Malaga era uno stato moresco indipendente, una città araba in cui ebrei e cristiani vivevano sotto il dominio musulmano. La religione islamica vietava di rappresentare le immagini di esseri viventi, e allora i ragazzi disegnavano sulla sabbia o sulla polvere gli arabeschi, schemi calligrafici decorativi. Parte del gioco consisteva nel delineare nella sabbia o nella polvere un intero arabesco fino a tornare, senza mai sollevare il dito, al punto di partenza.
In quell’estate dell’1886, davanti alle cuginette stupite per la sua abilità, il piccolo Pablito tracciava abilmente, sulla polvere della Plaza della Merced, i suoi primi disegni, e non si trattava di astratti arabeschi, ma di rappresentazioni di esseri viventi, come i colombi che zampettavano intorno al gruppo infantile, o i cani che passavano nelle vicinanze. Il bambino si era presto impadronito di quella tecnica tradizionale. Se una delle cugine, Concha e Maria, gli indicava un piccione dicendo: Comincia dalla coda
, il bambino infilava l’indice nella polvere e, senza più alzarlo, partendo dalla coda ed a essa tornando, delineava con nitida evidenza l’immagine del piccione, e in modo simile procedeva nel disegnare rapidamente, tra le esclamazioni di meraviglia e di ammirazione delle cuginette estasiate, il profilo di un bassotto che trotterellava nelle vicinanze, alla ricerca di un platano da innaffiare. Talora, attorno al gruppo intento al gioco infantile, si formava una piccola folla di curiosi, stupiti dalla rapidità di esecuzione e dall’esito così aderente alla realtà di quei disegni e qualcuno commentava: Ma che bravo, quel bambino. È il figlio di Don José Ruiz Blasco, pittore e insegnante alla Scuola di arti e mestieri, e di doña Maria!
La famiglia, appartenente alla piccola borghesia povera di un quartiere abitato in prevalenza da persone che avevano difficoltà a sopravvivere, riusciva a tirare avanti grazie all’impiego del padre, pittore volonteroso ma di scarse capacità e impiegato in una scuola di ridotto prestigio, ma soprattutto grazie a sua moglie, casalinga abile e ingegnosa.
Don José aveva seguito fin da giovane la vocazione di pittore, acquistando apprezzabili doti tecniche e producendo quadri di genere decorativo, paesaggi, nature morte, fiori, frutta e colombi; ma nel campo dell’arte in verità aveva poco da dire e presto perse fiducia nel proprio talento; infine, quando si accorse di non aver più nulla da insegnare al figlio, gli cedette il pennello, e smise del tutto di dipingere. Nei ritratti che il figlio fece di lui si vede un uomo amareggiato e stanco, deluso e quasi disperato. L’artista adulto parlerà del padre con rispetto: Ogni volta che disegno un uomo, automaticamente penso a mio padre… tutti gli uomini che disegno li vedo più o meno con i suoi lineamenti
. Ma decise di firmare le sue opere col cognome della madre, inesperta di arte e di disegno, ma capace di amare e di agire energicamente a favore dei suoi: era una donna concreta, ricca di umanità, che accudiva con amore il marito, il figlio e la figlia rimasta (una era morta bambina) e si sacrificava a favore della famiglia. Era una persona dotata di molto buon senso, abituata all’economia e alla frugalità; e sapeva governare la casa con poco, senza mai sprecare nulla. Adorava il figlio, e il suo atteggiamento verso di lui ci ricorda le parole che Freud usò a proposito di Goethe: il figlio che ha successo nella vita è stato il bambino prediletto di una buona madre
.
Ci è arrivata una fotografia, insieme alla sorella sopravvissuta, di Pablo, quando aveva otto anni: in essa colpiscono l’osservatore gli occhi e lo sguardo del futuro pittore: occhi grandi e neri ci fissano spalancati e indagatori, quasi volessero ipnotizzarci; lo sguardo è profondo, intenso, perturbante, non quello di un bambino, ma quello di un mago che voglia guardare oltre l’apparenza, sondare il mistero, penetrare i segreti dell’anima e del mondo, costruire un ponte verso l’infinito.
La piazza de la Merced segnava il limite del quartiere di Malaga popolarmente definito Chupa y tira
(succhia e getta) con riferimento al fatto che gli abitanti usavano nutrirsi soprattutto della zuppa di telline, disponibili a prezzi minimi nelle zone più inquinate del porto, per poi gettare, dopo averli succhiati, i gusci fuori della finestra.
E in quella casa piccolo borghese di un quartiere povero della città andalusa, il 23 ottobre 1881, era nato (in un parto travagliato e difficile) Pablo Picasso. Suo padre discendeva da una antica famiglia originaria dei monti di Leon; sua madre, Maria Picasso Lopez, era figlia di un uomo di Malaga trasferitosi alla lontana Cuba e poi scomparso. Il futuro pittore aveva rischiato subito la morte; ma lo zio paterno, che era medico e assisteva la partoriente, era riuscito a salvare il bimbo, che sembrava ormai perduto. "I medici di allora – racconterà poi il pittore ai suoi amici, con l’ironia che caratterizzava i suoi discorsi con gli intimi – fumavano dei grossi sigari, e mio zio non faceva eccezione. Mi mandò il fumo in faccia. Allora io feci una smorfia e cominciai a strillare".
Secondo l’uso spagnolo, al neonato viene assegnata una lunga sequenza di nomi e precisamente: Pablo, Diego, José, Francisco de Paula, Juan Nepomuceno, Maria de los Remedios, Cipriano de la Santìssima Trinidad.
Gli antichi romani usavano dire: Nomina sunt omina" cioè I nomi sono profezie
. Questa sequenza di nomi sembra presagire il molteplice e plurivalente destino futuro dell’artista, che ha sperimentato nel suo percorso di genio della pittura una serie di periodi segnati da esperienze sempre straordinarie ma decisamente diverse tra loro, quasi espressioni di una personalità plurima, ricca e molteplice, nelle varie epoche della sua creatività (periodo blu, periodo rosa, fase africana
, cubismo, realismo, neoclassicismo, surrealismo…).
Egli poi, divenuto presto pittore, firmava i suoi primi quadri con il suo primo nome e facendo seguire al cognome del padre quello della madre, così: Pablo Ruiz Picasso, ma presto lasciò cadere il cognome paterno e la sua firma si semplificò in quella che tutti conoscono, sonora e limpida come un suono di fanfara, quasi presaga della gloria