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Roki: Storia di una battaglia
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Roki: Storia di una battaglia

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Quanto è facile essere madre? Quanto è facile far valere un proprio diritto in Italia? Questo è il racconto di una battaglia per un diritto che dovrebbe essere di tutti: poter avere un figlio in maniera legale. Una lotta dolorosa... Nata con la malattia rara nota come Sindrome di Mayer Rokitanski, Maria Sole rivive la consapevolezza di scoprirsi malata e di come abbia deciso di esporsi in prima persona per quello che è un nuovo fronte della conquista dei diritti civili in Italia.
La gravidanza per altri è un argomento che spacca a metà, incredibilmente, anche il mondo femminista dove alcune sue parti sono ancora lontane dal comprendere cosa significhi pretendere l'autodeterminazione per ciò che riguarda il proprio corpo.
Con la prefazione di Filomena Gallo dell'associazione Luca Coscioni, la storia di Maria Sole Giardini è al centro dei media nazionali.
LanguageItaliano
Release dateApr 25, 2022
ISBN9791221325904
Roki: Storia di una battaglia

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    Roki - Maria Sole Giardini

    Maria Sole Giardini - Alessandro Chiometti

    Roki

    Storia di una battaglia

    © 2022 Argoo aps

    www.edizionitaliane.it

    Edizioni Italiane

    Edizione digitale: Aprile 2022

    UUID: b6e30914-326a-4856-a44b-1dd42bde59df

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    https://writeapp.io

    Indice dei contenuti

    Maria Sole Giardini

    Prefazione di Filomena Gallo

    Introduzione

    1 - La vita è una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita.

    2 - Adelante Maria Sol, Adelante!

    3 - Il social asociale

    4 - Che cos'è l'amor... e la speranza

    5 - Maternità Surrogata, questa sconosciuta

    6 - Perché non adotti?

    7 - Il personale è politico, a che prezzo?

    8 - La giustizia è una dea bendata

    9 - Ai posteri l'ardua 'sentenza'

    Appendice del curatore:

    Note

    Ringraziamenti

    Maria Sole Giardini

    ROKI

    Storia di una battaglia

    A cura di Alessandro Chiometti

    immagine 1

    Prefazione di Filomena Gallo

    Ci sembra inesatto dire che noi siamo favorevoli al divorzio, all'aborto, alla pillola e via dicendo. Noi siamo contrari all'attuale sistema che vede storicamente affermato e generalizzato un diritto di classe, un privilegio all'aborto, al divorzio, alla contraccezione, alla libera e responsabile disponibilità del proprio corpo; mentre si pretende poi di affidare a carceri e tribunali chiunque per motivi di censo, o più strettamente politici di potere, non faccia parte della minoranza privilegiata.

    Marco Pannella,

    CONTRO LA (OMO)SESSUALITÀ DI CLASSE, 1972

    La storia di Maria Sole è una storia di coraggio, di vita e di libertà.

    Maria Sole ha deciso di portare avanti una battaglia per poter godere dei benefici della scienza contro ogni forma di discriminazione e provare, con l’amore della sua vita, a fare una famiglia. Uno, due, forse tre figli. Chissà. Per poter pensare insieme al futuro. Non ha chiesto l’impossibile, ha chiesto solo il rispetto dei suoi diritti fondamentali.

    Dal primo momento in cui l’ho incontrata, nel lontano 2016, ho capito che se c’era una persona in grado di abbattere il divieto di gravidanza per altri in Italia era proprio lei. Lei, che non si è mai rassegnata, che ha scelto di restare in Italia e di provare a cambiare le cose nel suo Paese. Lei che ha fatto della sua battaglia privata una lotta pubblica, affinché fossero riconosciuti a tutti le cure, l’assistenza, l’applicazione di tecnologie innovative e... il diritto di provare a fare una famiglia, come tutti quelli che ci provano, senza discriminazioni.

    Molto timida, introversa, uno sguardo attento a tutto ciò che le accade intorno.

    Nei suoi occhi si intravede la sofferenza di chi ne ha passate tante, forse troppe per una singola persona, ma allo stesso tempo la scintilla di chi con ostinazione persegue i propri desideri.

    Mi ricordo molto bene la risposta alla mia domanda. «Te la senti di rendere nota la tua storia, la tua vita, di fare un appello pubblico?»

    Dopo avermi guardata per qualche secondo mi ha detto con un tono di voce affettuoso ma fermo: «Sì, Filomena, perché voglio che nessun’altra debba passare quello che ho passato io e poi perché se nessuno esce allo scoperto in questo paese non cambierà mai nulla.»

    Negli anni successivi con l'Associazione Luca Coscioni abbiamo affiancato Maria Sole e suo marito Sergio in una lotta che è, allo stesso tempo, per loro e per tutti. Dal corpo del malato al cuore della politica, è questo il metodo che dal 2002 portiamo avanti.

    Non dimenticherò mai nemmeno quando Maria Sole ha deciso di manifestare in piazza contro le proposte di legge depositate da Mara Carfagna e da Giorgia Meloni, che propongono di far diventare la gravidanza per altri un reato universale, prevedendo l’arresto quindi anche per gli italiani che si recano all’estero per accedere legalmente alla pratica. Ha coinvolto altre donne e persone che, per diversi motivi, per avere un figlio devono accedere alla gravidanza per altri. Tutti uniti in una unica voce.

    In piazza Montecitorio incontrammo proprio Giorgia Meloni. Maria Sole, vedendola passare, si mise a urlare ai microfoni il suo nome per richiamarla e per farla avvicinare al nostro presidio.

    Potevano ignorarla. Non è stato così così, e Giorgia Meloni e la senatrice Isabella Rauti, si fermarono, ammisero di non sapere che ci sono donne che nascono senza utero, a causa della sindrome di Rokitansky, oppure che ci sono situazioni diverse che fanno della gravidanza per altri l’unica possibilità di provare ad avere un figlio.

    Il fatto che entrambe abbiano deciso comunque di ignorare la condizione di Maria Sole, e così anche tutte le questioni che portano a scegliere una tecnica di procreazione medicalmente assistita con gravidanza per altri, la dice lunga su che tipo di legislatore abbiamo nel nostro Paese: un legislatore che preferisce vietare invece di normare.

    Questo sentimento non è però esclusivo della destra, perché è comune alle varie forze politiche, soprattutto su questo tema. Si preferisce non prendere posizione e rimanere nel silenzio, lasciando spazio a chi propone divieti, una specie di silenzio-assenso alle soluzioni più punitive e coercitive. E così anche chi propone una norma che regolamenti, e che tuteli tutti, viene ostacolato per mancanza di volontà politica comune.

    Negli anni di lotta con tutte le persone che hanno bisogno di ricorrere alla fecondazione assistita per avere un figlio, con l'Associazione Luca Coscioni e altre associazioni, ne abbiamo vinte tante. La cancellazione del divieto di fecondazione di solo tre gameti e dell’obbligo di unico e contemporaneo impianto, il divieto di eterologa, quello di diagnosi genetica preimpianto per le coppie fertili portatrici di patologia genetica. Tutte lotte che hanno permesso la nascita di migliaia di bambini. Ma ancora c’è tanto da fare per rimuovere altri divieti dinanzi a un Parlamento che, dal 2004 a oggi, ha preferito non modificare una virgola della pessima legge 40 del 2004 sull’accesso e sull'applicazione delle tecniche di fecondazione medicalmente assistita, lasciando questo ruolo alla Corte Costituzionale che ha cancellato alcune delle parti più ingiuste.

    Ogni lotta però ha un filo conduttore che si chiama libertà. Un concetto semplice, che purtroppo nel nostro paese è ancora lontano dall’essere compreso appieno. C’è sempre un atteggiamento paternalista, una mano che deve proteggere e guidare dall’alto, considerando i cittadini incapaci di scegliere per se stessi... Non puoi decidere se usufruire del diritto alla scienza per iniziare la vita, non puoi scegliere di accedere a tutte le cure di cui hai bisogno perché sarà un percorso a ostacoli, non puoi scegliere di rinunciare alle stesse e porre fine così alle tue sofferenze nella piena consapevolezza e autodeterminazione.

    Spesso però ci si dimentica che le buone leggi sono quelle che tutelano e non quelle che proibiscono. Il rispetto delle libertà garantisce la democrazia e siamo noi tutti con le nostre azioni che abbiamo il dovere di difendere e di far vivere la democrazia nel nostro paese, con un lavoro continuo che garantisce un futuro in cui i diritti civili sono il fiore all’occhiello del paese in cui viviamo.

    In questo breve racconto Maria Sole vi racconterà una battaglia.

    La battaglia per il più bel dono del mondo: quello di diventare mamma e far diventare papà suo marito grazie a una gravidanza per altri. Una lotta che se Maria Sole fosse nata in America, in Canada, in Brasile, in Grecia, in Portogallo, in Inghilterra e in tanti altri paesi del mondo non avrebbe mai e poi mai dovuto iniziare. Una lotta che, come Associazione Luca Coscioni, condividiamo in nome del diritto alla scienza e del

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