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La Principessa Cadavere
La Principessa Cadavere
La Principessa Cadavere
Ebook346 pages

La Principessa Cadavere

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About this ebook

Il karma non ha alcuna pietà... ma, in effetti, non ce l'ho neanche io.Dieci anni fa, un gruppo di uomini ha ucciso mia madre credendo di aver ucciso anche me. Da quel giorno non ho trascorso un solo istante senza pianificare la mia vendetta nei confronti dell'uomo che ha organizzato l'attacco: mio padre. In quanto capo di una potente famiglia criminale, non è certo un bersaglio facile, ma l'unica cosa che conta è fargliela pagare per ci che ha fatto.Quindi eccomi qui, sotto mentite spoglie e nel radar del Quad: i quattro uomini più pericolosi della città... uomini di cui sono disperatamente innamorata fin da quando ero un'adolescente. Non so se fossero coinvolti nel piano organizzato per uccidermi, ma non riesco a impedirmi di desiderare il loro sapore, i loro corpi e il loro tocco ruvido e forte. Anche se conosco bene i rischi, continuo a sprofondare sempre di più nella nostra contorta relazione.Il mio piano è semplice: trovare e annientare le persone che hanno sferrato l'attacco, uccidere mio padre... e non innamorarmi degli uomini che potrebbero tradirmi.Questo mondo mi ha già uccisa una volta... vediamo se ci riesce di nuovo.
LanguageItaliano
Release dateApr 26, 2022
ISBN9781802501094
La Principessa Cadavere
Author

Jayce Carter

Jayce Carter lives in Southern California with her husband and two spawns. She originally wanted to take over the world but realized that would require wearing pants. This led her to choosing writing, a completely pants-free occupation. She has a fear of heights yet rock climbs for fun and enjoys making up excuses for not going out and socializing.

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    Book preview

    La Principessa Cadavere - Sara Coccimiglio

    Libri di Jayce Carter pubblicati dalla Totally Bound Publishing

    The Omega’s Alphas

    Owned by the Alphas

    Shared by the Alphas

    Saved by the Alphas

    Protected by Her Alphas

    Caught by Her Alphas

    Tamed by the Alphas

    Claimed by the Alphas

    Exposed by Her Alphas

    Trained by the Alphas

    Reclaimed by Her Alphas

    Ready or Not

    Fake It ‘til You Make It

    Opposites Attract

    Third Time Lucky

    Enemies Closer

    Grave Concerns

    Grave Robbing and Other Hobbies

    Hell Raising and Other Pastimes

    Saving the World and Other Bad Ideas

    Dark Sanctuary

    Bound by Fear

    Collections

    Sun, Sea and Sinful Delights

    Nemesis

    LA PRINCIPESSA CADAVERE

    JAYCE CARTER

    La Principessa Cadavere

    ISBN # 978-1-80250-109-4

    ©Copyright Jayce Carter 2022

    Cover Art by Kelly Martin ©Copyright March 2022

    Interior text design by Claire Siemaszkiewicz

    Traduzione di Sara Coccimiglio ©2022

    Totally Bound Publishing

    Questa è un’opera di fantasia. Tutti i personaggi, i luoghi e i fatti sono frutto dell’immaginazione dell’autore e non rappresentano la realtà. Ogni somiglianza con persone, vive o morte, fatti e luoghi è puramente casuale.

    Tutti i diritti riservati.

    Eventuali domande devono essere indirizzate per iscritto ai responsabili, Totally Bound Publishing. Atti non autorizzati o limitati in relazione a questa pubblicazione possono dar luogo a procedimenti civili e / o azioni penali.

    L’autore e l’illustratore hanno rivendicato i rispettivi diritti ai sensi del Copyright Designs and Patents Acts 1988 (e successive modifiche) per essere identificati come l’autore di questo libro e l’illustratore dell’opera d’arte.

    Pubblicato nel 2022 da Totally Bound Publishing, United Kingdom.

    Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in alcuna forma, elettronica o meccanica, senza il permesso scritto dell’editore.

    Totally Bound Publishing è parte del Totally Entwined Group Limited.

    Se acquistate questo libro senza una cover siete in presenza di un'opera rubata. È stata restituita sulla piattaforma digitale dopo l'acquisto e rivenduta in modo illegale senza che l'autore o l'editore abbiano ricevuto alcun compenso.

    Libro Primo della duologia

    Nemesis

    Il karma non ha alcuna pietà… ma, in effetti, non ce l’ho neanche io.

    Dieci anni fa, un gruppo di uomini ha ucciso mia madre credendo di aver ucciso anche me. Da quel giorno non ho trascorso un solo istante senza pianificare la mia vendetta nei confronti dell'uomo che ha organizzato l'attacco: mio padre. In quanto capo di una potente famiglia criminale, non è certo un bersaglio facile, ma l'unica cosa che conta è fargliela pagare per ciò che ha fatto.

    Quindi eccomi qui, sotto mentite spoglie e nel radar del Quad: i quattro uomini più pericolosi della città… uomini di cui sono disperatamente innamorata fin da quando ero un'adolescente. Non so se fossero coinvolti nel piano organizzato per uccidermi, ma non riesco a impedirmi di desiderare il loro sapore, i loro corpi e il loro tocco ruvido e forte. Anche se conosco bene i rischi, continuo a sprofondare sempre di più nella nostra contorta relazione.

    Il mio piano è semplice: trovare e annientare le persone che hanno sferrato l'attacco, uccidere mio padre… e non innamorarmi degli uomini che potrebbero tradirmi.

    Questo mondo mi ha già uccisa una volta… vediamo se ci riesce di nuovo.

    Dedica

    A mia madre, che continua a cercare di vendere i miei libri alle persone che incontra nella sauna.

    Grazie per avermi sempre supportata!

    Capitolo Uno

    Nem

    La vendetta è un fuoco che brucia tutto, compreso chi lo appicca.

    Per me andava bene: mi sarei trasformata volentieri in cenere se avessi potuto portare qualcun altro con me.

    Diedi un'occhiata alla stanza affollata, alle persone che si muovevano senza avere idea del mostro in mezzo a loro, quello col viso di una ragazza.

    Vuoi qualcosa da bere? L'uomo che aveva parlato indossava un abito e non avevo idea di chi fosse. C'erano persone che valeva la pena incontrare, persone abbastanza importanti da identificare e conoscere, e poi c'erano tutti gli altri.

    Non ero lì per divertirmi, per fare amicizia: quelle cose ormai non facevano più parte della mia vita. Se non erano persone che potevo usare per raggiungere il mio obiettivo, non me ne fregava un cazzo di loro.

    Tuttavia, quella sera il piano era diverso. Ogni gioco aveva le sue regole, i suoi ruoli, e sapevo bene come si giocava.

    Quella sera? Stavo cercando di mimetizzarmi, di essere solo un altro corpo in un mare di persone che non avevano alcuna importanza.

    Era quello il piano. Avevo bisogno di muovermi in quel contesto ma senza attirare troppa attenzione. Era un azzardo: restare nascosta ma abbastanza vicina per poter ottenere le informazioni di cui avevo bisogno.

    E quello di cui avevo bisogno era l'uomo con la maglietta bianca dall'altra parte della stanza, quello con i tatuaggi sul braccio sinistro e un bicchiere in mano.

    Grazie, dissi all'altro tizio, quello senza importanza che aveva deciso di tentare la fortuna. Ma sto bene così.

    Non ti ho mai vista qui prima, disse, mostrandomi di non essere il tipo che accetta un no come risposta. Mi sarei ricordato di questi capelli. Allungò una mano, afferrando una ciocca rosso brillante e palesemente finto tra le dita.

    Che audacia. Rimasi ferma e obbligai le labbra a distendersi in un sorriso. Potevo infilargli un coltello tra le costole, ma tenere gli occhi puntati sull'obiettivo era più importante. Mi ero spinta troppo oltre per rinunciare a ciò che desideravo davvero in cambio di ciò che volevo in quel momento.

    Sono nuova. Mi spostai quel tanto che bastava per fargli lasciare la presa sui miei capelli.

    Oh, davvero? Come hai fatto a trovare la strada per arrivare qui, coniglietto?

    Coniglietto? Lottai per non alzare gli occhi al cielo di fronte a quello stupido nomignolo, dato che mi rappresentava poco e male. Era sempre così: un uomo che cercava di mettermi al mio posto senza una buona ragione, che mi giudicava perché lo faceva sentire più importante.

    Ho incontrato qualcuno a una festa e mi ha invitata.

    L'uomo si fermò e aggrottò le sopracciglia. Giusto. Pensaci bene. Quel mondo girava intorno a chi conoscevi, alle connessioni che quelle persone avevano. Potevo vedere tutti quei pensieri passargli per la mente.

    Chi era l'uomo che mi aveva invitata? Ero già stata reclamata da qualcun altro, qualcuno a cui non voleva pestare i piedi?

    Il suo livello di disagio mi disse bene su quale gradino della gerarchia sociale si trovava.

    Più provava paura e incertezza, più stava in basso, e più persone aveva di cui doversi preoccupare. L'ultima cosa che voleva era far incazzare qualcuno che avrebbe preso l'offesa sul personale.

    Quel ragazzo si trovava a malapena nella gerarchia sociale, a giudicare dal modo in cui se ne andò senza quasi salutare.

    Meglio così. Avevo bisogno di concentrarmi.

    L'uomo che stavo guardando scolò il contenuto del bicchiere. Si appoggiò al bancone, l'attenzione concentrata sulla donna al suo fianco. Il sorriso della ragazza era teso agli angoli, un indizio così sottile da essere a malapena visibile. Ma mi disse ciò che avevo già indovinato.

    Una prostituta.

    Non lo pensavo in modo dispregiativo. Tutti si vendevano in un modo o nell'altro. Gli uomini vendevano la loro forza, le mogli la loro giovinezza e i boss della mafia la loro anima. Le donne che vendevano il proprio corpo non erano tanto diverse, a parte il fatto che spesso erano più talentuose.

    Mi rendeva anche più facile guardare l'uomo, poiché la professionista avrebbe mantenuto la sua attenzione.

    Sorseggiai il drink che avevo ordinato, il whisky che mi pungeva la lingua. Non avrei esagerato – avevo bisogno di restare lucida – ma non bere niente mi avrebbe fatto risaltare.

    Il club era più rumoroso di quanto avesse il diritto di essere. Era pieno di persone che pensavano di poter migliorare la propria vita, persone che non avevano accettato il loro posto nel mondo, il che per me andava bene.

    Portai di nuovo il bicchiere alle labbra, prendendo un altro sorso di quel fuoco liquido, seguendo con gli occhi l'uomo dall'altra parte della stanza. Herold Lucky Hanson. I suoi genitori erano stati degli idioti a dargli un nome così assurdo, motivo per cui non pensavo che il soprannome gli si adattasse bene. Non mi sembrava poi così fortunato.

    Di sicuro non lo sarà presto…

    Bevvi di nuovo prima di avvicinarmi al bar. Le voci filtravano attraverso la musica, piccoli frammenti di informazioni che archiviavo mentre attraversavo la stanza.

    Una donna che flirtava ammettendo di essere lì alle spalle del marito. Un uomo che incolpava il suo capo di qualcosa. Due donne, sorelle, che festeggiavano mentre una guardia del corpo vegliava su di loro.

    Era così che funzionava, però. Ognuno aveva le proprie stronzate di cui occuparsi. Anche se quello che stavo succedendo a me era tutto ciò che mi interessava, era incredibile quanto fosse caotico il mondo. Tutti si muovevano di continuo, lottando sempre per qualcosa, scappando dai problemi e dirigendosi verso altri, e il tutto mentre facevano mille progetti.

    Era il miglior puzzle del mondo, uno nel quale i pezzi cambiavano continuamente.

    Mentre mi avvicinavo al bar, mi immersi nell'unica conversazione che contava: quella tra Lucky e la donna che avrebbe dovuto trovare un nuovo bersaglio per la serata.

    Sono un sacco di soldi, stava dicendo Lucky. Di solito non pago, sai.

    Bugiardo. Tutti pagavano per il sesso in un modo o nell'altro.

    È ciò che la gente ama dire sulla maggior parte dei lavori, ma la realtà è che c'è una bella differenza tra un professionista e un dilettante. Qualsiasi persona può scarabocchiare una figura stilizzata, ma non sarà mai come l'opera di un artista. Una sveltina è una cosa, ma quello che posso offrire io? La prostituta gli fece scivolare le dita lungo il braccio. Beh, sono due cose del tutto diverse.

    È brava. Annotai quel particolare, notando i suoi capelli neri e le labbra truccate di rosso, nel caso in cui avessi bisogno di ricordarmi di lei. Una persona non aveva mai abbastanza informazioni, e avevo imparato che i dettagli potevano fare la differenza tra successo e fallimento.

    E il fallimento aveva un caro prezzo nel mio mondo.

    Lucky spostò lo sguardo sulla donna, uno scrutinio lento e approfondito che mi fece accapponare la pelle. Beh, sembra divertente. Potrebbe valerne la pena.

    La donna sorrise e allungò la mano, posando il palmo sull'avambraccio di Lucky. Ci sono delle stanze qui, al piano di sopra.

    Lucky scosse la testa. No. Non mi piace avere un pubblico potenziale o rischiare di essere ripreso.

    Il sorriso della donna svanì, mostrando una piccola esitazione. È pericoloso per le ragazze che fanno il mio lavoro seguire gli uomini a casa.

    Lucky emise una bassa risata. Le ragazze che fanno il tuo lavoro dovrebbero conoscere le persone abbastanza bene da sapere quali uomini vogliono scoparvi e quali vogliono uccidervi. Se volessi farti del male, non mi offrirei di pagarti.

    Tuttavia, la donna non sembrava convinta.

    Lucky doveva essersi reso conto che la stava perdendo, perché si avvicinò un po', abbassando la voce finché fui a malapena in grado di sentirla. Pensi che non sappia come vengono trattati coloro che creano dei problemi qui dentro? Che scopano con voi ragazze? Non sono stupido, non voglio certo crearmi dei nemici. Pagherò il tuo capo di persona, in anticipo, per l'intera notte. Far incazzare qualcuno sarebbe da stupidi, e io non lo sono di certo.

    Il sorriso della donna svanì, come se avesse bisogno di tutti i muscoli del corpo per soppesare Lucky, per capire se stava dicendo la verità. Dopo un momento, annuì. D'accordo. Vado a chiamare il mio capo e la faccio venire qui.

    Rimasi dietro Lucky, fuori dal suo campo visivo. Un'altra donna si avvicinò alla sua sinistra, aveva i capelli così biondi da essere quasi bianchi, i passi sicuri di chi non aveva paura di camminare in un locale pieno di uomini del genere.

    Parlarono per qualche minuto, la voce della donna era forte e sicura. Concordarono un prezzo e la durata della prestazione, e la donna aggiunse anche una minaccia non così sottile insieme al resto. Lucky pagò il prezzo – cinquemila – in contanti. Sembrava, nonostante le sue precedenti obiezioni, che fosse andato lì proprio in cerca di sesso. Non c'erano altri motivi di portarsi dietro così tanti soldi.

    Lucky se ne andò dopo aver scritto il suo indirizzo su un biglietto e averlo consegnato alla donna.

    La donna non si alzò, però. Anche quando rimase da sola, con indosso un completo senza camicia sotto la giacca, che scendeva abbastanza in basso da mostrare la valle tra i suoi seni, restò ferma.

    Almeno finché non alzò gli occhi su di me. Sembri molto interessata ai miei affari, disse.

    Incontrai il suo sguardo, sorpresa dai suoi luminosi occhi azzurri. Risaltavano in contrasto ai capelli chiari, affascinandomi come poche persone riuscivano a fare.

    Avrei potuto mentire, provare a fingere di essere solo una persona nella folla. La reazione dipendeva sempre dalla persona con cui stavo parlando. Era necessario misurarli, decidere il modo migliore per manipolarli. Quella donna? Era troppo intelligente, troppo calcolatrice per farmi decidere di fingere di essere al bar per caso.

    Ricordare quello che aveva detto Lucky, però, mi diede uno spunto.

    Tutti avevano un punto debole, qualcosa che temevano, qualcosa che desideravano. Scoprire di cosa si trattava mi avrebbe fatto ottenere ciò che volevo da loro.

    Penso che sarebbe una buona idea se la tua ragazza non andasse all'appuntamento, risposi.

    Oh, davvero? Non sarebbe un male per gli affari?

    Scossi la testa. Il fatto è che Lucky non sarà così fortunato stasera. È così che andranno le cose, in un modo o nell'altro, e quella ragazza è già stata pagata, quindi sarebbe più sicuro se non si trovasse nei dintorni.

    La donna strinse gli occhi. Se lo merita?

    Tornai indietro con la mente, ricordando Lucky quando era più giovane, mentre la luce rossa rimbalzava sui suoi denti bianchi. C'era qualcuno al mondo che lo meritava?

    Si merita questo e molto altro.

    La donna non reagì con sorpresa. Invece, le sue labbra rosse si sollevarono in un sorriso freddo, uno che sapeva di sostegno, come se fossimo fatte della stessa pasta. Sai perché ho chiamato questo posto così? La gente sente il nome, Diamond's Edge, e pensa che abbia qualcosa a che fare con il fatto che le donne sono pietre preziose.

    "E non è così?

    I diamanti sono la sostanza naturale più dura sulla faccia della terra. Eppure vengono acquistati, curati e valutati come qualcosa di carino, mentre la maggior parte di noi ignora la loro reale forza. La donna appoggiò il gomito sul bancone, gli occhi quasi spaventosi per la loro intensità. Questo è il motivo per cui l'ho chiamato così. Le ragazze sono viste come qualcosa da valutare e possedere. Ho scelto questo nome perché qui le donne hanno lo stesso vantaggio, quando ne hanno bisogno. È qualcosa che la gente dimentica troppo spesso. Tese la mano. Mi chiamo Valeria Preston.

    La strinsi. Nem Syler.

    Nem? Mi osservò. Strano nome.

    E Valeria no?

    Alzò un sopracciglio, poi sorrise di nuovo, come se dovesse concedermi quella piccola vittoria. Sai, vedo molte persone nuove entrare qui, persone che dicono tante cose, che fanno molte promesse. Di solito, sono inutili. Tu, tuttavia, potresti essere diversa da tutti loro. Farò in modo che questa sera tu non sia disturbata da nessuno. Si alzò, muovendosi in modo fluido ed elegante. E assicurati che per lui la fine non giunga troppo in fretta, che soffra per qualsiasi cosa sia stata in grado di accenderti quel fuoco negli occhi.

    Era una promessa che non mi dispiaceva per niente mantenere.

    Capitolo Due

    Nem

    La serata era fresca dato che, quando arrivava ottobre, la temperatura tendeva a scendere rapidamente. Per quello avevo abbinato il top a una giacca di pelle sbiadita che amavo, una giacca troppo pesante per la maggior parte dell'anno nel sud della California. Mostrava segni di usura e graffi, una prova della dura vita che aveva vissuto.

    Proprio come aveva promesso Valeria, nessuno si presentò da Lucky a mezzanotte, l'ora in cui era previsto l'arrivo della ragazza. Non mi importava delle vittime, non se il premio era abbastanza valido, ma quando potevo preferivo evitarle.

    Le vittime attiravano troppa attenzione.

    La casa di Lucky era grande, ma non la migliore dei dintorni. Anche se qualsiasi proprietà così vicina alla spiaggia costava un occhio della testa. Tuttavia, era come se avesse comprato il terreno e ci avesse costruito la casa più ridicola possibile. Era tutto incentrato sull'apparenza, e non riuscivo a credere che nessuno si fosse lamentato del fatto che avesse costruito fin quasi ai limiti della proprietà.

    Ma avevo come l'impressione che a Lucky importasse più di come apparivano le cose rispetto a com'erano davvero, e uno sguardo oltre le grandi finestre dall'altra parte della strada mi disse lo stesso. L'interno era arredato come se fosse un palazzo reale, non una casa di mille metri quadri stipata sul minuscolo appezzamento di terreno.

    Lucky era in piedi accanto al bancone della cucina, intento a versare da bere in due bicchieri come se fosse un appuntamento. Forse stava fingendo proprio quello: di essere il tipo d'uomo con cui una donna andava per scelta e non per soldi.

    Non lo era, ovviamente.

    Spostai lo sguardo sulle grondaie della casa, negli angoli, alla ricerca delle telecamere. Neanche una. Ma Lucky apparteneva alla vecchia scuola. Molti di loro non credevano nella tecnologia, nei progressi, certi di essere al sicuro grazie semplicemente alla paura che infondeva il loro nome.

    Non dover evitare o disabilitare le telecamere rendeva il mio lavoro molto più semplice.

    Avanzai di soppiatto, i passi morbidi e silenziosi. Attraversai con un rapido salto il cancello laterale, finendo nel cortile sul retro, prima di estrarre il cappuccio da sotto la giacca di pelle per nascondere i capelli, quindi presi i guanti dalla tasca.

    Le enormi finestre continuavano nella parte posteriore e, mentre le oltrepassavo, controllai l'eventuale presenza di sensori.

    Niente.

    Era come se Lucky stesse implorando che qualcuno andasse a prenderlo, che si prendesse ciò che lui non avrebbe in nessun modo potuto difendere. Non che volessi uno scontro, non con lui.

    Lucky era solo un nome su una lista per me, ed era anche piuttosto in fondo. Aveva un ruolo da recitare, ma non me ne fregava un cazzo che fosse facile o difficile. Non ero un uomo che aveva bisogno di dimostrare le sue capacità agli altri.

    Vicino all'angolo sud-ovest della casa, nel cortile, trovai la sua camera da letto, completa di ganci e corde sulla testiera.

    Solo un idiota avrebbe permesso a un uomo del genere di legarlo. Diavolo, non avrei lasciato che nessun uomo mi legasse. Secondo la mia esperienza, gli esseri umani, e gli uomini in particolare, non erano per niente affidabili. Essere del tutto alla mercé di qualcuno?

    Un suicidio.

    Aprii la finestra della camera da letto, lentamente per evitare il rumore, e scivolai nella stanza buia. Non aveva scrivania, computer, nessun segno di schedari. Diavolo, ero sorpresa che avesse un cellulare. Non sembrava un tipo molto tecnologico.

    Il bianco tappeto morbido sotto i miei piedi aiutava a smorzare qualsiasi suono prodotto dai miei passi, senza che il cigolio del legno tradisse la mia presenza.

    Alla fine del breve corridoio, lo individuai, voltato di spalle e con lo sguardo che si muoveva tra la porta e l'orologio, come se si rendesse conto per la prima volta che la ragazza avrebbe potuto non presentarsi.

    Beh, una ragazza si sarebbe di sicuro presentata, ma non quella che lui aveva pianificato di scopare nel modo che preferiva per tutta la notte.

    Sul grande bancone che si allungava su un lato del soggiorno, afferrai il collo di una bottiglia di vodka. Era pesante, a dimostrazione del fatto che era stata realizzata con vetro spesso e di buona qualità. Perfetto.

    Non mi preoccupai di fargli notare la mia presenza, di dire qualcosa di intelligente. La vita non riguardava l'intelligenza, era tutta incentrata sul fare ciò che doveva essere fatto. Su come superare la merda che il mondo ti lanciava addosso e arrivare in cima, senza preoccuparti di quante volte cadevi lungo il tragitto.

    Quindi, strinsi la presa sulla bottiglia e gliela sbattei sulla nuca, e lo scricchiolio che produsse contro il suo cranio fu più soave della musica del Diamond's Edge.

    * * * *

    Ci volle più di un'ora prima che Lucky riprendesse conoscenza, e quando lo fece, l'avevo già legato a uno dei suoi preziosi e costosi sgabelli da bar in pelle, di quelli con lo schienale.

    Sbatté le palpebre, anche se ogni occhio lo fece in un momento diverso, dicendomi che aveva perlomeno una commozione cerebrale.

    Avrei dovuto sentirmi in colpa? Col cazzo. Stavo pensando di aver sbagliato? No, facevo ciò che dovevo e non me ne fregava niente del prezzo da pagare per arrivare dove desideravo.

    Chi cazzo sei? chiese, sussultando come se anche il suono della sua stessa voce gli desse fastidio.

    Tirai fuori un altro sgabello da sotto il bancone, fino a portarlo proprio davanti a lui. Gli avevo legato i polsi e le gambe alla base dello sgabello, entrambi con delle fascette stringi cavo. Inoltre avevo usato una corta catena formata da tre fascette per unire quelle ai polsi a quelle che gli fermavano i piedi allo sgabello, rendendogli impossibile dimenarsi.

    Una persona intelligente non rischiava mai che il prigioniero si liberasse. Chi era stato legato spesso e volentieri non era molto clemente una volta libero.

    Non ha importanza, gli dissi prima di sedermi sullo sgabello e sporgermi in avanti, con il cappuccio ancora sulla testa. Lui poteva vedere la mia faccia, ma se qualcuno avesse guardato all'interno – avevo tirato le tende ma la prudenza non era mai troppa – non volevo che vedesse qualcosa di identificabile, come i miei capelli.

    Oh, lo è. Chi ti ha mandato? Chi è stato così stupido da mandare una ragazzina a cercare Lucky?

    Parlare di te stesso in terza persona è pretenzioso e non sembri abbastanza intelligente per riuscirci. Inoltre, non mi ha mandata nessuno.

    Sbuffò, un suono che uscì molto nasale. Giusto. Allora, cosa ti ho fatto? Ti ho scopata per bene e poi non ti ho richiamata? Perché nonostante il colpo che mi hai dato, posso ancora darti quello che vuoi, piccola.

    Abbassai gli occhi sul suo inguine, senza provare alcun tipo di desiderio. Non che ci fosse mai stato.

    A volte mi chiedevo se fossi rotta in quel senso. Voglio dire, non pensavo che un vecchio assassino come Lucky, un uomo che aveva già passato l'età migliore, e che anche nel fiore degli anni non era stato chissà cosa, avrebbe acceso qualcosa dentro di me, ma era passato così tanto tempo da quando avevo sentito quel genere di pulsazione.

    Il desiderio di vendetta aveva soffocato qualsiasi passione finché non era stata sepolta chissà dove insieme alla misericordia.

    Significava che, anche se mi fossi trovata davanti l'uomo dei miei sogni, l'uomo più sexy che avessi mai visto, con un cazzo in grado di far sbavare una pornostar, non avrei sentito nulla.

    E mi assicurai di farglielo capire dalla mia espressione. Se anche fosse stato duro, senza dubbio tutti i non me ne frega un cazzo che gli stavo rifilando avrebbero fatto avvizzire qualsiasi erezione.

    Cagna, mormorò, come se insultarmi gli desse un immaginario vantaggio.

    Ignorai l'offesa. Non me ne importava niente, era solo l'ultimo respiro di un uomo che stava annegando. Un'ultima bracciata prima che l'oceano lo inghiottisse.

    Lavori ancora per Kyler Williams?

    Quello attirò la sua attenzione, come se quel nome gli avesse fatto capire che la situazione era più grande di lui e del suo cazzo. È lui che stai cercando? Emise una risata tagliente. Solo un fottuto idiota darebbe la caccia a Kyler.

    In tal caso, non ti dispiacerà rispondere alle mie domande.

    Certo che mi dispiace, stupida ragazzina. Kyler non è il tipo di nemico che un uomo intelligente vorrebbe avere.

    Nemmeno io lo sono, e sembra che io sia la minaccia più grande per te in questo momento. Non tirai fuori il coltello, non giocavo come facevano i dilettanti.

    Lucky era stato minacciato molte volte nella sua vita, senza dubbio. Sapeva dannatamente bene cosa avrei potuto fare se solo lo avessi voluto. Mostrargli un coltello non avrebbe cambiato le cose.

    Invece, dovevo fargli intravedere qualcosa di meglio, qualcosa per cui lottare, una speranza.

    Sbuffò, anche se il suono arrivò dopo un momento di esitazione, come se si rendesse conto… che forse era più nei guai di quanto avesse pensato. Una volta ho visto un uomo tradire Kyler e il giorno dopo è stato trovato scorticato vivo. Ho sentito che Kyler ha iniziato dai piedi e che l'uomo non è morto finché non ha raggiunto il petto. Scusa, ma non sei niente in confronto a lui, ragazzina.

    Mi piegai all'indietro, dandogli spazio, lasciandolo cuocere nel suo stesso senso di certezza. Se stiamo parlando di aneddoti, di cose che Kyler ha fatto, è l'argomento perfetto di cui vorrei continuare a parlare. Spostai lo sguardo sulla sua mano, su una chiazza di pelle maciullata tra i tatuaggi. Quella è una brutta bruciatura.

    Emise un suono sprezzante, come se non fosse niente di che. Il ricordo di un favore che gli ho fatto.

    Un favore? Ne è valsa la pena?

    Cazzo sì. Kyler è un meschino figlio di puttana, ma paga sempre i propri debiti.

    Mi guardai intorno, assicurandomi di sembrare impressionata come lo ero stata per il suo cazzo. "Questo è il modo in cui

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