Roma Esoterica
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Book preview
Roma Esoterica - Francesco Roesler Franz
Quadri che non appartengono alla serie di Roma Sparita
Iniziamo a esaminare sotto il profilo esoterico alcuni quadri di Ettore Roesler Franz che non fanno parte della serie di Roma Sparita
del comune di Roma ma che appartengono a collezioni private.
Il bosco sacro della Ninfa Egeria
L’imperatrice Maria Feodorovna, vedova dello zar Alessandro III e madre dello zar Nicola II, nel 1898 acquistò a una mostra di mio prozio Ettore a San Pietroburgo un acquerello intitolato Il bosco sacro della Ninfa Egeria sulla via Appia Antica in una giornata di sole estiva
. Il professore Antimo Palumbo, nel corso di una presentazione della biografia romanzata sulla vita di Ettore Roesler Franz da me scritta, tenutasi a Roma nell’ottobre 2018 presso il comando della Sezione Tutela per l’Ambiente dell’Arma dei Carabinieri, intuì che è stato dipinto utilizzando la sezione aurea e i numeri del matematico pisano Leonardo Pisano detto Fibonacci (1170-1240).
Il bosco sacro della Ninfa Egeria sulla via Appia Antica in una giornata di sole estiva
Nell’antichità, sia presso gli Egizi sia i Greci, fu utilizzata la sezione aurea dagli architetti per costruire le piramidi e il Partenone. Con la caduta dell’Impero Romano queste conoscenze non sono state più utilizzate e poi, grazie al matematico Fibonacci, nel Medioevo c’è stata una riscoperta, avendo lui anche intuito che la sezione aurea è collegata con la serie dei suoi numeri.
Luca Pacioli, frate francescano e grande matematico, ha scritto un trattato, De divina proportione, in tre copie redatte da amanuensi nel 1497 e successivamente una versione che è stata stampata a Venezia nel 1509 illustrata da Leonardo da Vinci, nel periodo in cui risiedevano entrambi a Venezia alla corte del doge Vendramin.
Del bosco sacro ne esiste un’altra versione intitolata Il bosco sacro della Ninfa Egeria sulla via Appia a Roma dopo il temporale invernale
. Quindi esistono due versioni del bosco sacro, una dipinta nel periodo estivo e un’altra nel periodo invernale.
Il bosco sacro della Ninfa Egeria sulla via Appia a Roma dopo il temporale invernale
I due quadri, se posti vicini, nascondono il significato esoterico del segreto simbolico del dio Giano (divinità latina di origine indoeuropea vicina nell’etimo della divinità indiana Ganesh) degli antichi romani, il dio Giano bifronte. Oltre al volto bifronte, a simboleggiare il passato e il futuro, aveva un terzo volto nascosto, il presente nella sua fugacità non raffigurabile. Era il dio dell’inizio e della fine. Derivano dal suo nome il mese di gennaio e il termine latino ianua, che significa porta.
Pertanto, in questi due quadri che raffigurano il bosco sacro, oltre ai numeri di Fibonacci e alla sezione aurea, si nasconde anche il significato di Giano bifronte, significato del trascorrere del tempo, caro ai Rosacroce, in particolare a Giorgione che ha raffigurato in due ritratti femminili intitolati Laura
e Vecchia
, una donna in due differenti età della sua vita, da giovane e da anziana. La conoscenza da parte di Ettore Roesler Franz di queste formule matematiche riservate a nuclei ristretti di iniziati è un’ulteriore prova sia dell’appartenenza a organizzazioni esoteriche della mia famiglia sia del percorso personale di mio prozio.
Tra i pittori che per dipingere hanno utilizzato la sezione aurea e i numeri di Fibonacci ricordo Leonardo da Vinci, Botticelli, Tiziano, Giorgione, Raffaello e Caravaggio.
Sezione aurea in alcuni quadri di Caravaggio, Raffaello e Leonardo
Altri due acquerelli dipinti da mio prozio Ettore riconducibili a pittori iniziati sono La casa di Claude Gellée, detto Claude Lorrain, lungo il Tevere poi andata distrutta e sullo sfondo la cupola di San Pietro
e Il Tevere con la casa di Claude Gellée, detto Claude Lorrain, e sullo sfondo la Cupola di San Pietro
.
La casa di Claude Gellée, detto Claude Lorrain, lungo il Tevere poi andata distrutta e sullo sfondo la cupola di San Pietro
Claude Gellée, detto Lorrain, è stato un pittore francese attivo soprattutto a Roma, insieme a Nicolas Poussin è considerato il maestro del genere del paesaggio ideale. Nicolas Poussin e Claude Gellée sono stati trattati e approfonditi nel saggio intitolato La famiglia Roesler Franz e la via iniziatica, essendo entrambi quadri collegati all’Arcadia.
Natura morta e paesaggio, che si affermano come generi autonomi nel Seicento, nascono dalla volontà di rendere attuali e di collocare in maniera credibile l’evento storico narrato, intendendo per tale quello appartenente non solo alla storia laica, ma anche religiosa. Se in passato il paesaggio veniva considerato lo sfondo scenografico sul quale proiettare la rappresentazione di personaggi divini o umani, nel XVII secolo esso diviene un genere pittorico autonomo e codificato.
In particolare, Claude Gellée, conosciuto come Claude Lorrain o il Lorenese, a Roma dal 1625 dedicherà la sua intera attività alla rappresentazione della campagna romana, colta nel mutare delle stagioni e nelle variazioni della luce naturale attraverso disegni dal vero, poi rielaborati in studio secondo i principi del modello letterario classico, in particolare quello evocato dai poeti Virgilio, Orazio e Ovidio, che esaltavano la vita pastorale e bucolica, quell’Arcadia felice caratterizzata dall’armonia assoluta tra uomo e natura, ormai irrimediabilmente perduta.
Il Tevere con la casa di Lorrain sulla riva opposta e sullo sfondo la Cupola di San Pietro
Esiste un collegamento tra Claude Gellée e Maria Maddalena. Nell’anno 1885 giunse a Rennes-le-Château un nuovo parroco, Bérenger Saunière. La chiesa del paese intitolata a Santa Maria Maddalena aveva seri problemi strutturali, perciò l’abate cominciò a sistemarla con quel poco che aveva. Saunière si procurò la simpatia della marchesa di Chambord che gli donò una cospicua somma di denaro per ristrutturarla. La leggenda vuole che, durante questi lavori, alcuni operai fecero cadere un pilastro visigoto e vennero ritrovate quattro pergamene, due testi dell’Antico Testamento e altre due contenenti genealogie. A quel punto il curato, coordinandosi con l’amico e protettore monsignor Billard, fu inviato al seminario di Saint Sulpice (chiesa dedicata a Santo Sulpicio, morto il 17 gennaio) per incontrare un giovane seminarista che lo avrebbe aiutato nella decifrazione, dal nome di Émile Hoffet. Non solo decifrarono quegli scritti, ma da allora il parroco ricevette una grande quantità di denaro. In seguito l’abate trovò un’altra tomba all’interno della chiesa. Con tutto il denaro ricevuto, poté realizzare alcuni suoi progetti, come Villa Bethania e la Torre Magdala, e restaurò la chiesa, che racchiude profondi significati esoterici come il gruppo di statue di santi che formano la parola Graal o la raffigurazione di Giovanni Battista che battezza il Cristo con, al di sotto, una simbologia inversa, l’omega sotto Giovanni Battista e la lettera alpha ai piedi del Cristo.
La vetrata misteriosa di Sant’Eustachio
Lo status di Saunière cambiò radicalmente il giorno che il suo protettore venne a mancare, perché arrivò monsignor Paul-Félix Beuvain de Beauséjour che volle vederci chiaro su tutto quel denaro speso. Saunière non svelò mai alcun segreto, tant’è che fu sospeso a divinis per un periodo, ma in seguito, con un ricorso, vinse la causa. Nel suo ultimo periodo di vita, sempre sul correre di svariate voci di corridoio, sembra che sul letto di morte il parroco Saunière si confessò con un collega di un paese vicino il quale, terminata la confessione, non solo non gli diede l’estrema unzione, ma pare che da quel giorno cadde in forte stato di depressione. Che cosa avrà mai sentito, se fosse vero, per crollare in questo stato?
È il caso di addentrarci in un altro punto interrogativo molto interessante, la possibilità che Saunière abbia viaggiato, o le sue conoscenze esoteriche abbiano viaggiato al di fuori dello Stato francese poiché potrebbe esistere un possibile collegamento tra il paese di Rennes le Château e la città eterna: nella chiesa di Sant’Eustachio di Roma.
La basilica minore, che risale al 795, fu ingrandita fino ad assumere l’attuale aspetto solo tra il 1195 e il 1196. Sopra il portone d’ingresso è presente una bellissima vetrata che raffigura la Maddalena Penitente. La particolarità di quest’opera è l’incredibile somiglianza con la raffigurazione che si trova nel bassorilievo posto sotto l’altare di Rennes le Château. Un semplice caso? Sembra di no per i seguenti motivi:
1) La vetrata è stata realizzata nell’ultimo decennio dell’Ottocento da due artisti di Tolosa (Gabriel e Louis Gesta) nello stesso periodo dei lavori di restauro a Rennes le Château;
2) I due artisti sono di Tolosa, proprio come Giscard, colui che fornì i suoi servigi
a Saunière con alcune opere nella chiesa di Santa Maria Maddalena.
Se questi elementi non bastassero per comprovare una teoria, potrebbero essere utili ulteriori coincidenze. Ebbene, il cardinale Luigi Trombetta fu diacono di Sant’Eustachio, anche se per un brevissimo tempo, fu investito cardinale dalla sua creazione, 18 giugno 1899, fino al decesso avvenuto il 17 gennaio del 1900. Una data fin troppo ricorrente. Una fatalità? Possibile che, insieme agli altri indizi sopra elencati, il cardinale sia deceduto in un giorno così importante in tutto l’affare Saunière? Il 17 gennaio morì non solo la marchesa Marie de Nègre, ma anche Santo Sulpicio.
Altra importante questione è la presenza nella chiesa, tra le innumerevoli opere d’arte, anche di un dipinto intitolato La fuga in Egitto
di un parente di Nicolas Poussin, Ètienne de la Vallée-Poussin, che chissà se può celare, come i quadri del suo celebre parente, profondi significati esoterici? Tutti questi indizi pongono il dubbio che siano state volutamente lasciate delle tracce esoteriche anche a Roma in collegamento con la chiesa della Maddalena di Rennes le