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La traccia
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Ebook130 pages1 hour

La traccia

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About this ebook

“Panico e torpore insieme lo pervasero. Sapeva che doveva fare assolutamente qualcosa, ma il suo corpo sembrava fluttuare in questo liquido viscoso e congelato. Il freddo, se possibile, era diventato ancora più intenso e paralizzava, oltre a tutte le sue membra, anche ogni suo pensiero. Come aveva fatto a trovarsi in questa situazione?”
LanguageItaliano
PublisherLIBRINMENTE
Release dateMar 2, 2022
ISBN9788897911876
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    La traccia - Paolo Barili

    copyright

    Copyright © 2022 Prospettivaeditrice.

    Design copertina © 2022 Prospettivaeditrice.

    Tutti i diritti riservati. È vietata ogni riproduzione, anche parziale. Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di essa in un contesto che non sia la lettura privata devono essere inviate a:

    Prospettivaeditrice

    Ufficio diritto d’autore

    Viale Giacomo Matteotti, 19

    00053 Civitavecchia (Roma)

    Telefono 0766.23598

    segreteria@prospettivaeditrice.it

    978 - 88 – 97911 – 87 - 6

    Stampato in Italia - Prima edizione

    http://www.prospettivaeditrice.it

    PREFAZIONE

    Con un po’ d’emozione ed un leggero sottofondo musicale dei migliori Litfiba d’epoca, oggi (domenica 31 agosto 2014) in questo preciso istante (alle ore 11:40) mi appresto a scrivere la prefazione a quest’opera prima di Paolo Barili, un bel libro che sinceramente consiglio a tutti, un gran bel lavoro appassionante e coinvolgente, oggi onorato da una vera e propria pubblicazione editoriale dopo essere stato artigianalmente auto-prodotto dall’autore… un autore che per il sottoscritto è assolutamente particolare e del tutto speciale: un Grande Amico che ha vissuto assieme a me tutti quei momenti belli e brutti ma fondamentali e irripetibili che vanno a formare una persona ancora adolescente e ne definiscono l’identità, la personalità e le aspirazioni; momenti inquadrabili storicamente negli anni ottanta (gli anni delle scuole superiori e dell’università) che ci hanno lasciato dentro ricordi importanti incancellabili, le cosiddette tracce indelebili - per citare testualmente le parole di Paolo - che ci accomunano e ci legheranno per sempre.

    Cercando di essere quanto più possibile imparziale e oggettivo ed archiviando a priori la sterile diatriba tecnicistica sul confine tra romanzo breve e racconto lungo, dirò - senza tema di smentita - che a mio modesto parere La traccia del Dottor Paolo Barili ha senz’altro il respiro, la struttura, l’articolazione e la dignità propria di un romanzo. Certamente un po’ più corto di Guerra e pace (1.945 pagine), meno impegnativo de I fratelli Karamazov, ma indubbiamente romanzo… e che romanzo! Scorrevolissimo e coinvolgente che ti acchiappa subito e non ti molla più, trattenendoti piacevolmente nel suo ritmo narrativo incalzante e mai banale che appassiona e sorprende ad ogni pagina. Ha qualcosa del giallo, ma non è un giallo; forse ha piuttosto i tempi di un thriller cinematografico, di certo è connotato da una musica di sottofondo pressoché costante che in certi episodi sembra addirittura percettibile dalle orecchie del lettore, è caratterizzato da una particolare attenzione alle descrizioni di ambienti, paesaggi e stati d’animo e - sicuramente - mi ha fatto rivivere alcune emozioni provate leggendo i racconti di Edgar Allan Poe, in un miscuglio d’ingredienti di prima scelta sapientemente dosati ed amalgamati dal carattere sensibile e determinato, dalla simpatica vena ironica e dalla grande cultura (a trecentosessanta gradi) dell’autore, cultura che - sotto voce e senza alcuna ostentazione - permea e impreziosisce tutto il romanzo.

    Nel frattempo il gradevole doppio C.D. Viva Litfiba edizione limitata del 1997 lascia il posto ai mitici virtuosismi del Banco del Mutuo Soccorso, nel bellissimo pezzo simil-classico con ouverture di clavicembalo che si intitola guarda caso Traccia, componimento tanto amato da me e da Paolo, da Massimo e Giovanni, da Enzo e Luca, e più in generale da tutta la Time Loser Band (i Red Times del romanzo) di cui ebbi l’onore d’essere, tanti anni fa, la voce cantante.

    Mentre sto scrivendo ripenso lucidamente a quei tempi, a tutti i membri del nostro gruppo, a come eravamo vestiti nella serata del debutto in Piazza dei Tedaldi, subito dopo la pizza da Luciano, dove Mirco (uno dei due tastieristi del gruppo) ci estasiò con la famosa barzelletta Sei Perseo? Trentaseo!: Alberto al microfono, Paolo alla chitarra elettrica, Enzo alla batteria (che imparò a suonare bene in solo due settimane), Luca e Mirco alle tastiere, Augusto (l’Omo) al basso e la Manuela (Mema) con le altre ragazze ai cori… tutti vestiti per l’impegnativo debutto con blue-jeans, scarpe da tennis, maglietta t-shirt bianca, cappellino da tennis avorio e bretelle di vari colori secondo le disponibilità personali e familiari: ricordo che le mie erano blu scure... stop!

    Questo bellissimo primo romanzo di Paolo Barili a detta di alcuni si legge tutto d’un fiato. Io, per la verità, ho impiegato due sedute o più precisamente due stesure visto che la mia posizione prediletta per leggere è steso nel letto con il guanciale raddoppiato sotto la testa ed il lapis pronto per le annotazioni sopra la pancia subito dietro il libro: sabato notte 30 agosto ho letto tutta la prima parte e domenica 31 alle ore 2,08 di mattina ho completato la piacevolissima lettura.

    Avete mai provato a leggere un’opera completamente inedita di una persona amica che conoscete personalmente molto bene? Non sono cose che capitano tutti giorni ed anche l’approccio alla lettura non è scontato.

    Non mi vergogno a dirlo: erano alcuni mesi che avevo La traccia sopra la mia cassapanca-comodino, lì in attesa di essere letto. Perché non lo leggevo?

    Perché ero troppo impegnato nella campagna elettorale (1ª bugia): in effetti sono stato molto impegnato da marzo a fine maggio nell’ennesima campagna elettorale che mi ha portato ad essere rieletto sindaco di Badia Tedalda per la terza volta con un gruppo completamente nuovo di cui sono estremamente soddisfatto per motivazione e impegno sinora dimostrati. Ma non era questo il motivo. Allora perché non lo leggevo?

    Perché appena rieletto sindaco ero troppo impegnato ad amministrare il comune col nuovo gruppo di assessori e consiglieri comunali (2ª bugia): sono stato sicuramente molto impegnato nel rodaggio amministrativo col nuovo gruppo, ma non era neanche questo il motivo. Perché allora non lo leggevo?

    Perché dovevo completare letture religiose e di storie della vita di santi (3ª bugia): da tempo le mie letture sono prevalentemente a tema religioso e proprio in questo periodo sto leggendo L’Evangelo come mi è stato rivelato di Maria Valtorta (che consiglio di vero cuore), ma neppure questo era il motivo.

    Dopo una sorta di auto-psicoanalisi ho capito quale fosse la ragione vera per cui non mi decidevo mai a leggere La traccia e la spiegazione è pressappoco questa: quando vuoi veramente bene ad una persona, temi che quella possa soffrire o dispiacersi per una qualsiasi cosa. Ecco, quando si pubblica un romanzo ci si espone molto ed io avevo paura di leggerlo nel timore che quell’opera prima, cui Paolo tanto teneva, non fosse sufficientemente bella o ben scritta! Di fatto non volevo leggere il suo libro perché temevo per lui, ma questo timore grazie al cielo s’è dissolto ed è svanito di colpo dopo aver letto le prime dieci godibilissime pagine.

    Per non troppo tediare pongo fine a questa mia strana prefazione, senza voler dimenticare nell’ordine: a) l’importanza ed il mistero della vita; b) i magnetici occhi nero petrolio del piccolo Pietro; c) gli ipnotici occhi giallognoli del Grande Lupo Gengis Khan che nel romanzo sulla neve non lascia traccia mentre nella realtà degli allevamenti ovini ed anche bovini del Comune di Badia Tedalda di tracce ne ha lasciate eccome anche di recente.

    Come io e Paolo, giovani ragazzi appena automuniti, la sera in macchina ascoltando musica e parlando di tutto e di più non ci decidevamo mai a salutarci per andare a letto… così adesso non mi decido a completare questa prefazione perché avrei ancora altre mille cose da aggiungere. Scendendo a compromesso ne dirò solo cinque:

    1) come sindaco di Badia Tedalda sono onoratissimo che un badiale d.o.c. come Paolo Barili abbia scritto il suo primo romanzo e lo abbia ambientato tra i tornanti innevati del nostro incantevole paesaggio montano;

    2) sempre come sindaco sono felice che per la presentazione di questo libro sia stato utilizzato per la prima volta in assoluto il bellissimo salone multifunzionale dell’agognato Museo Comunale dell’Alta Valmarecchia Toscana, finalmente completato, inaugurato e aperto al pubblico;

    3) come Amico di Paolo sono molto contento che questa occasione ci abbia fatto rincontrare e stare di nuovo per ore molto bene assieme dopo tanto tempo;

    4) leggendo La traccia mi è tornata la voglia di completare Gelsomino Malizj (Storia di un uomo… di casa), il

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