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Il Quattrocento - Musica (43): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 43
Il Quattrocento - Musica (43): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 43
Il Quattrocento - Musica (43): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 43
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Il Quattrocento - Musica (43): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 43

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Nel corso del Quattrocento la musica compie un’importante trasformazione. Non più appannaggio di ecclesiastici e monaci, il linguaggio musicale scritto viene coltivato diffusamente nelle corti e nei circoli intellettuali cittadini. La figura del musicus, che nel Medioevo si identificava anzitutto col monaco maestro di canto e trattatista è adesso prevalentemente un laico o un ecclesiastico al servizio di nobili o ingaggiato quale maestro cantore nelle cappelle private o nelle chiese cattedrali.

La distanza fra la scienza speculativo-teorica della musica e la pratica compositiva ed esecutiva tende ad attenuarsi, favorendo il consolidarsi dell’idea “moderna” di musica come arte dei suoni. Si distinguono in questo quadro i musicisti dei Paesi Bassi, formati nelle importanti scuole cattedrali di Cambrai e di centri fiamminghi, ingaggiati nelle corti, soprattutto italiane. In questo ebook si profila un ricco itinerario in quello che è stato definito “età della chanson”, per il dominio di questo genere poetico-musicale in tutte le corti d’Europa, destinato poi ad esaurirsi con il dilagare di nuove forme nazionali, come la frottola nelle corti italiane. Un ebook che ripercorre la storia della musica Quattrocentesca che tanto ha affascinato nobildonne del calibro di Lucrezia Borgia e Isabella d’Este e che ha trovato in Lorenzo de’ Medici uno dei suoi principali promotori, non solo per le occasioni private, ma anche per le ricorrenze cittadine, perfino profane.
LanguageItaliano
Release dateNov 26, 2014
ISBN9788897514664
Il Quattrocento - Musica (43): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 43

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    Il Quattrocento - Musica (43) - Umberto Eco

    copertina

    Il Quattrocento - Musica

    Storia della civiltà europea

    a cura di Umberto Eco

    Comitato scientifico

    Coordinatore: Umberto Eco

    Per l’Antichità

    Umberto Eco, Riccardo Fedriga (Filosofia); Lucio Milano (Storia politica, economica e sociale – Vicino Oriente) Marco Bettalli (Storia politica, economica e sociale – Grecia e Roma); Maurizio Bettini (Letteratura, Mito e religione); Giuseppe Pucci (Arti visive); Pietro Corsi (Scienze e tecniche); Eva Cantarella (Diritto) Giovanni Manetti (Semiotica); Luca Marconi, Eleonora Rocconi (Musica)

    Coordinatori di sezione:

    Simone Beta (Letteratura greca); Donatella Puliga (Letteratura latina); Giovanni Di Pasquale (Scienze e tecniche); Gilberto Corbellini, Valentina Gazzaniga (Medicina)

    Consulenze: Gabriella Pironti (Mito e religione – Grecia) Francesca Prescendi (Mito e religione – Roma)

    Medioevo

    Umberto Eco, Riccardo Fedriga (Filosofia); Laura Barletta (Storia politica, economica e sociale); Anna Ottani Cavina, Valentino Pace (Arti visive); Pietro Corsi (Scienze e tecniche); Luca Marconi, Cecilia Panti (Musica); Ezio Raimondi, Marco Bazzocchi, Giuseppe Ledda (Letteratura)

    Coordinatori di sezione: Dario Ippolito (Storia politica, economica e sociale); Marcella Culatti (Arte Basso Medioevo e Quattrocento); Andrea Bernardoni, Giovanni Di Pasquale (Scienze e tecniche)

    Età moderna e contemporanea

    Umberto Eco, Riccardo Fedriga (Filosofia); Umberto Eco (Comunicazione); Laura Barletta, Vittorio Beonio Brocchieri (Storia politica, economica e sociale); Anna Ottani Cavina, Marcella Culatti (Arti visive); Roberto Leydi † , Luca Marconi, Lucio Spaziante (Musica); Pietro Corsi, Gilberto Corbellini, Antonio Clericuzio (Scienze e tecniche); Ezio Raimondi, Marco Antonio Bazzocchi, Gino Cervi (Letteratura e teatro); Marco de Marinis (Teatro – Novecento); Giovanna Grignaffini (Cinema - Novecento).

    © 2014 EM Publishers s.r.l, Milano

    STORIA DELLA CIVILTÀ EUROPEA

    a cura di Umberto Eco

    Il Quattrocento

    Musica

    logo editore

    La collana

    Un grande mosaico della Storia della civiltà europea, in 74 ebook firmati da 400 tra i più prestigiosi studiosi diretti da Umberto Eco. Un viaggio attraverso l’arte, la letteratura, i miti e le scienze che hanno forgiato la nostra identità: scegli tu il percorso, cominci dove vuoi tu, ti soffermi dove vuoi tu, cambi percorso quando vuoi tu, seguendo i tuoi interessi.

    ◼ Storia

    ◼ Scienze e tecniche

    ◼ Filosofia

    ◼ Mito e religione

    ◼ Arti visive

    ◼ Letteratura

    ◼ Musica

    Ogni ebook della collana tratta una specifica disciplina in un determinato periodo ed è quindi completo in se stesso.

    Ogni capitolo è in collegamento con la totalità dell’opera grazie a un gran numero di link che rimandano sia ad altri capitoli dello stesso ebook, sia a capitoli degli altri ebook della collana. Un insieme organico totalmente interdisciplinare, perché ogni storia è tutte le storie.

    Introduzione

    Introduzione alla musica del Quattrocento

    Luca Marconi e Cecilia Panti

    Nel corso del Quattrocento la musica compie un’importante trasformazione, seguita alle trasformazioni della società e della cultura del secolo. Non più (solo) appannaggio di ecclesiastici e monaci, il linguaggio musicale scritto viene coltivato diffusamente nelle corti e nei circoli intellettuali cittadini. La figura del musicus, che nel Medioevo si identificava anzitutto col monaco maestro di canto e trattatista – basti pensare al più celebre di tutti, Guido d’Arezzo – è adesso prevalentemente un laico o un ecclesiastico al servizio di nobili, o ingaggiato quale maestro cantore nelle cappelle private o nelle chiese cattedrali.

    Assai spesso il musicista riunisce insieme le figure del teorico della musica, del compositore e perfino dell’esecutore, ruoli professionali che nel Medioevo erano ben distinti. Dunque, la distanza fra la scienza speculativo-teorica della musica e la pratica compositiva ed esecutiva tende ad attenuarsi, favorendo il consolidarsi dell’idea moderna di musica come arte dei suoni. In conseguenza di ciò, i trattati del tempo si indirizzano in modo più circostanziato alle questioni di pratica, soprattutto di polifonia, e anche le opere più speculative, ove rimane viva la tradizione boeziana, si focalizzano su problemi di interesse pratico, come i sistemi di accordatura degli strumenti, che accendono scontri vivaci fra i maestri.

    Autori di queste importanti trasformazioni sono musicisti per lo più provenienti dai Paesi Bassi, formati nelle importanti scuole cattedrali di Cambrai e di altri centri fiamminghi, e ingaggiati, spesso con cospicui salari, dai nobili delle corti, soprattutto italiane. Il musicista è, quindi, a buon diritto, un professionista della musica al servizio di signori e potenti: di fatto, un servitore, o uomo in livrea, figura professionale contro la quale si ribellerà, tre secoli dopo, il genio di Mozart, e che perdurerà fino all’età di Beethoven.

    Le forme musicali

    Sul versante delle forme musicali, il Quattrocento è stato giustamente definito "età della chanson", per il dominio di questo genere poetico-musicale nelle corti di tutta l’Europa centrale.

    Con la chanson il linguaggio polifonico subisce una notevole trasformazione: le astrusità e subtilitates compositive della trecentesca ars nova tendono a sparire, in favore di un fraseggio melodico più orecchiabile, dell’emergere sempre più evidente della voce superiore, alla quale è ora spesso affidata la linea del canto, e del polarizzarsi dei registri nei quattro che si standardizzeranno nella polifonia vocale a cappella: bassus, tenor, altus e cantus (il soprano).

    Ma l’egemonia della chanson si esaurisce nella seconda metà del secolo, quando nuove forme nazionali cominciano a svilupparsi e a divenire popolari, come la frottola nelle corti italiane. Inoltre, anche il versante della polifonia liturgica è investito da un’aria nuova, tanto nel mottetto, grazie all’impiego di un fraseggio più scorrevole e melodico, anche se ancora prevalentemente fondato sulla tecnica dell’isoritmia, quanto nelle messe polifoniche, per l’affermarsi del principio compositivo del cantus firmus in tutte le sezioni dell’ordinario (cioè l’impiego di

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