Combattere il bullismo in classe: Guida pratica per insegnanti e genitori
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Partendo dalla letteratura per educare i ragazzi ai sentimenti, viene trattato l’argomento in chiave educativa, psicologica e didattica.
Oltre a questionari per ragazzi e famiglie, sono descritti laboratori esperienziali e didattici adatti sia per la scuola primaria che la secondaria di primo e secondo grado. I laboratori per i bambini sono organizzati usando le classiche fiabe, mentre per i ragazzi più grandi attraverso testi classici della letteratura come ad esempio Rosso Malpelo di Verga, o Il signore delle mosche di Golding.
Il testo, che propone strategie psicologiche per favorire integrazione e cooperazione nel gruppo classe, fornisce metodi per sviluppare nei ragazzi autostima, creatività e autonomia. Supporti per la vittima e metodi per educare il bullo.
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Combattere il bullismo in classe - Chiara Curione
Introduzione
Il bullismo e il cyberbullismo sono diventati un vero e proprio allarme sociale. Per affrontare questi fenomeni è necessario riconoscerli tempestivamente, avere la consapevolezza di quello che accade ai ragazzi e dei segnali a cui prestare attenzione. Tutte le agenzie educative, tra le quali la scuola, la famiglia, le associazioni religiose, sportive e culturali sono chiamate a contrastare il fenomeno. Tuttavia nel compito educativo verso lo sviluppo del soggetto il peso fondamentale è quello della famiglia e della scuola, che si ritrovano in prima linea ad affrontare le manifestazioni di disagio, di discriminazione e delle diverse forme di violenza (soprattutto fisica e psicologica) che potrebbero sfociare in atti di bullismo e/o cyberbullismo.
Il nostro lavoro nasce con l’idea di unire la letteratura ai laboratori esperienziali, poiché attraverso la letteratura e la scrittura i ragazzi possano essere educati ai sentimenti. La letteratura infatti narra storie per farci conoscere l’amore, il dolore, il senso della vita così come le fiabe insegnano la differenza tra il bene e il male, portando a riconoscere le emozioni. Educare i ragazzi a mostrare le proprie emozioni e sentimenti, attraverso la verbalizzazione e costruzione di storie, ha il fine di acquisire una diversa consapevolezza di sé e degli altri, riflettendo sulla sofferenza che provocano le azioni di prevaricazione, di discriminazione e violenza sia fisica sia psicologica.
Attraverso questa idea mostreremo com’è possibile affrontare il bullismo e il cyberbullismo a scuola in chiave educativa, psicologica e didattica, partendo da una sensibilizzazione alla tematica sino al raggiungimento di una maggiore consapevolezza delle conseguenze e ripercussioni emotive che il fenomeno ha sui ragazzi, sui docenti e sulle famiglie.
La scuola è chiamata a riconoscere i segnali, poiché è proprio a scuola che cominciano e si verificano gli atti di bullismo e di cyberbullismo, i quali talvolta sfociano in vere e proprie tragedie.
L’uso del mezzo tecnologico ci impone di pensare a diverse modalità di approccio con i ragazzi, che sono sempre più esposti all’utilizzo illimitato e non sicuro di cellulari e di smartphone, oltre che di computer.
La tecnologia ha cambiato i modi di comunicare e, con un uso sapiente e limitato, essa può diventare un mezzo eccellente per favorire l’apprendimento, senza sostituire quello che nella vita di un ragazzo rappresentano le relazioni con gli altri, lo scambio di opinioni, l’esempio colto attraverso quello che gli adulti fanno.
Il mezzo tecnologico è solo un mezzo
e, se usato impropriamente, crea distorsioni tra quello che è reale e quello che è virtuale. I ragazzi, se non vengono guidati a discernere le implicazioni che il virtuale assume nella vita reale, diventano facilmente vittime della tecnologia: ne sono un esempio i social come TikTok che propongono giochi di sfide mortali a ragazzi anche in età preadolescenziale.
Stiamo assistendo a numerosi episodi di cyberbullismo ad esempio sui gruppi social di WhatsApp, talvolta creati proprio da studenti della stessa scuola in funzione di darsi comunicazioni e notizie scolastiche, ma che poi possono diventare ben altro.
Numerosi sono gli episodi di scherno e di denigrazione fatti attraverso i social, anche con filmini girati all’insaputa della vittima. Questi episodi di bullismo sono avvenuti sia nei confronti di compagni di classe che di insegnanti.
Il compito che oggi la scuola è chiamata ad assolvere è di essere una guida educativa che, accanto ai saperi, trasmette consapevolezza di sé, coraggio, capacità di trovare le risorse nascoste in ogni soggetto, utilizzando le strategie più adatte per accompagnare i ragazzi nella vita scolastica come primo banco di prova
per la vita che li attenderà come persone inserite nella società.
Di fondamentale importanza è quindi trovare il giusto approccio con ognuno per sviluppare autonomia, autostima e creatività. Per creatività si intende non propriamente quella artistica, ma la capacità di sapersi destreggiare nelle difficoltà.
L’obiettivo del nostro lavoro è quello di sviluppare l’intelligenza emotiva, accanto a un percorso che metta in risalto le abilità (skills) dei ragazzi, promuovendo le intelligenze multiple, il potenziale, il pensiero divergente e la plusdotazione nel contesto scolastico. Partendo dal presupposto che l’intelligenza sia misurabile, ma anche coltivabile e grazie alle sperimentazioni della dottoressa Maria Forina nell’ambito della rassegna la Settimana della Cultura bambina, ci soffermeremo sulle intelligenze di Gardner ¹per individuare talenti e abilità spesso sconosciuti agli stessi docenti, poiché non è facile identificare in modo corretto alunni che in alcuni casi vengono etichettati come iperattivi o BES² o ADHD³. La plusdotazione talvolta si nasconde sotto altre forme e il ragazzo che ha dei talenti speciali tende a nasconderli.
Avere consapevolezza delle proprie capacità porta alla riscoperta del sé e a formare il carattere.
Nel bullismo la consapevolezza di sé, sapere di poter fare delle scelte e che queste diano forza alle proprie azioni, è un grande supporto.
La vittima che viene presa di mira in quanto diversa, o dal carattere timido, deve sapere che si può andare controcorrente, che si può uscire dal gruppo quando si verificano certi episodi.
I ragazzi devono avere sempre chiaro cosa si intende per libero arbitrio e per responsabilità.
Dare valore alle parole è un aspetto che coinvolge la didattica: ogni parola deve essere misurata e usata propriamente non solo per scrivere, ma anche nella pratica. Le parole hanno un peso quando vengono pronunciate. La parola amicizia
, ad esempio, viene usata impropriamente e spesso dagli stessi social, dove si fa amicizia in un gruppo di sconosciuti. I ragazzi devono essere guidati sempre a sapere cosa sia giusto e cosa sbagliato e invogliati a parlare di quello che pensano.
Tra le abilità che più possono aiutare a prevenire il bullismo, a riconoscerlo e affrontarlo, ci sono la scrittura e il teatro.
L’una e l’altra danno la possibilità di riflettere su se stessi, di portare alla luce quello che a volte non si ha il coraggio di dire. La tecnica del diario intimo è importante per far affiorare fatti e stati d’animo che, altrimenti, un ragazzino o una ragazzina timida non confiderebbe a nessuno.
Anche il teatro può aiutare a sviluppare