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Il Clan Del Nord
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Il Clan Del Nord

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About this ebook

Rapito da un clan di licantropi e costretto a confrontarsi con il loro leader; in gioco, molto più della leadership.

Jaren è il figlio del re di Isalia, un ragazzo semplice e amichevole, nonostante la sua posizione, che trova il suo posto tanto agognato nell'umile villaggio di Vianta. La sua amicizia con Erik e la sua gente lo rende riluttante a tornare a casa una volta che la sua missione di soldato del re sarà finita lì; soprattutto quando l'oscura minaccia di enormi lupi che fanno a pezzi alcuni abitanti incombe sul villaggio. La conversazione del principe di Isalia con un vecchio contadino, la cui moglie è morta tra le fauci di una di quelle creature terrificanti, lo pone sulle tracce di un'antica confraternita che un tempo cacciava una strana razza di lupi. Durante una delle notti terrificanti che vivono i suoi abitanti, Jaren incontra una misteriosa giovane donna che aiuta a fuggire da quegli animali. Incapace di smettere di pensare a lei, le loro strade si incrociano di nuovo quando Jaren viene rapito da un misterioso clan che vuole metterlo alla prova. Per questo, ha una settimana in cui sarà allenato dalla bella Dayrsenne. Ma la giovane donna non è l'unica che è disposta ad aiutarlo a sconfiggere Andras, leader del clan. Nella sua vittoria o sconfitta, c'è molto di più in gioco di quanto si aspettasse.
LanguageItaliano
PublisherTektime
Release dateMay 10, 2021
ISBN9788835429210
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    Il Clan Del Nord - Jessica Galera Andreu

    Vianta

    Il sole era già iniziato a calare sul firmamento del piccolo villaggio di Vianta, quando gli zoccoli di cavalli fecero rimbombare la terra e i mormorii tra gli abitanti del villaggio si accesero come polvere da sparo, di bocca in bocca. Le voci sull'arrivo del giorno più atteso per loro stavano per diventare una realtà palpabile e tangibile, ma tennero a freno le loro emozioni affinché non ne avessero avuto la totale certezza. I primi soldati entrarono al trotto nel villaggio, facendo si che la gente del posto si fermassero nelle loro faccende per non perdere i dettagli dell'accaduto. La moderazione era palpabile nell'atmosfera, e le risate nervose si combinavano con la paura e il sospetto per quello che alla fine sarebbe stato il futuro di quel luogo remoto.

    A poco a poco i soldati si fermavano e accettavano i doni che gli abitanti del villaggio gli offrivano al loro arrivo, dopo cinque giorni di assenza, anche se nessuno di loro osò chiedere quanto accaduto. All'improvviso un destriero nero entrò velocemente nel villaggio, obbligando i soldati e gli abitanti a ritirarsi rapidamente, molti di essi trattennero le loro imprecazioni appena scoprirono di chi si trattava.

    Jaren!gridò una voce tra la folla.

    Il ragazzo rallentò e ritornò sui passi del cavallo, finché non fu accanto a colui che lo aveva chiamato.

    Erik lo salutò, Buongiorno

    Erik notò, poi, il sangue che macchiava il viso del suo amico dalla tempia sinistra al mento, tracciando un inquietante solco sulla sua guancia. Sembrava ancora fresca e si chiese se la ferita fosse grave, anche se il sorriso sul volto dell'altro giovane gli fece scartare la possibilità.

    Che è successo?chiese il ragazzo, accigliandosi. E' vero quello che dicono?

    Jaren scese da cavallo senza perdere il sorriso che gli illuminava il volto, nonostante i lividi e le contusioni.

    Quasi mai rispose Cos'è che dicono?

    Erik non disse nulla e continuò a scrutare il viso del ragazzo in cerca di una risposta, un indizio, che rivelasse ciò che avrebbe poi finito per raccontare.

    Jaren si posizionò vicino al pozzo al centro della piccola piazza e si aggrappò alla fune che si aggrovigliava intorno alla carrucola per sollevare e abbassare i secchi.

    Signore e signori di Vianta gridò la guerra è finita. Likara si è arresa e non ci saranno più attacchi.

    La moderazione lasciò il posto a un'esplosione di gioia ed euforia; alcuni piangevano increduli dopo diversi mesi di sofferenza, morte e distruzione, mentre altri si abbracciavano e correvano a dare la bella notizia a coloro che non lo avevano ancora saputo.

    Non furono in pochi che circondarono Jaren quando scese dal pozzo, riempiendolo di gratitudine, lacrime di gioia e abbracci.

    Quando riuscì a liberarsi dal tumulto, tornò da Erik, che lo stava aspettando appoggiato alla sua stampella. A volte la sua lesione non gli dava problemi e poteva camminare senza alcun aiuto o sostegno; altre volte, invece, la gamba malconcia gli faceva male e soffriva al punto che non era nemmeno in grado di camminare. A Jaren sarebbe piaciuto che quel giorno fosse uno di quelli in cui poteva correre e saltare, perché nei tre mesi in cui era stato lì era arrivato ad apprezzarlo davvero e a sentirlo come un fratello.

    Non posso crederci!disse Erik, mentre lo abbracciava, lasciando andare anche la stampella. Non posso credere che questo giorno sia giunto alla fine.

    Beh, credici Erik. E' finita.Jaren raccolse di nuovo la stampella e la restituì al ragazzo.

    I messaggeri sono arrivati da mio padre nelle ultime ore. Likara si è arreso. Abbiamo espulso i suoi ultimi soldati e Vianta ha resistito. Adesso regna la pace.

    Un uomo si avvicinò per prendere le redini di Donko, il cavallo di Jaren, e portarlo via, dopo aver fatto una leggera riverenza davanti al ragazzo.

    Erik aveva visto ripetersi quella scena da molto tempo, ma restava comunque incapace di abituarsi a uomini adulti del doppio dell'età di Jaren, che gli rendevano omaggio in questo modo e gli offrivano tali segni di rispetto. Non avrebbe dovuto essere strano, si ripeteva, poiché Jaren era il figlio del re di Isalia e nonostante fosse giovane, aveva accompagnato i suoi uomini in guerra in numerose occasioni, da quando suo padre l'aveva mandato per la prima volta quando aveva solo quattordici anni, come lui stesso gli aveva spiegato.

    I ragazzi camminavano tra la gente, che continuava ad avvicinarsi per ringraziare il giovane principe per la difesa del loro villaggio e per la fine di quella guerra che li aveva flagellati per tanto tempo, e che aveva raccolto lì le loro ultime forze.

    Avanzarono lentamente, mentre Erik zoppicava con la gamba sinistra, conseguenza, secondo quanto aveva raccontato, della caduta da cavallo.

    Suppongo che ve ne andrete adesso, giusto?chiese Erik, guardando dritto davanti a sé.

    Jaren lo osservò, portando la mano sul sangue che ancora sgorgava dalla tempia e che lo faceva sentire leggermente stordito.

    Si rispose Mio padre ha ordinato di tornare immediatamente. Come ho detto, qui abbiamo finito.

    A mia sorella mancherai, aggiunse Erik sorridendo. Questa volta il ragazzo lo guardò negli occhi.

    Anche a me mancherà Sylvaen, e tante cose a Vianta.

    Stai scherzando!rispose Erik Nessuno sano di mente sentirebbe la mancanza di questo posto, tanto meno se si vive a Isalia, in un castello circondato da ogni sorta di lusso.

    Lusso, responsabilità, doveri, cose che non mi interessano nemmeno.disse Jaren. Passo la vita ad accompagnare mio padre a incontri con persone che non conosco, ma che ucciderebbe pur di accontentare e compiacere. Questo è l'opposto, isolato dal mondo, lontano da tutto, libero. Tutto è così semplice, così facile, nonostante le difficoltà. Credimi, non esiterei a cambiarlo.

    Solo qualcuno che ha sempre avuto tutto parlerebbe così.

    Non è come pensi Erik.

    Si...beh, che mi dici di Sylvaen?

    Jaren si fermò e si guardò intorno prima di riportare lo sguardo su Erik.

    Sai che sono fidanzato con la figlia del re di Esteona. Non posso offrire niente a tua sorella.

    Ma pensavo che tu e lei...

    Sono sempre stato sincero Erik, con lei e con te. Non ho ingannato nessuno.

    Già...immagino sarebbe stato da ingenui pensare che avresti cambiato una principessa per una semplice contadina.

    Non c'entra niente e lo sai perfettamente. Sai chi sono.

    Vuoi quella principessa?

    Non la conosco nemmeno , ma sai come funzionano queste cose. L'accordo sarà redditizio per Isalia ed Esteona e questa è l'unica cosa che conta. Mio padre ne ha bisogno. Ha troppi fronti aperti, e se non trova alleati non resisterà.

    E' l'unica cosa che conta?

    Non per me, Erik, ma in questa faccenda sono legato mani e piedi.

    Non vuoi quella principessa perché non la conosci nemmeno. E Sylvaen?

    Jaren tirò un profondo respiro e non riuscì a incontrare lo sguardo del suo amico, che annuì comprendendo l'evasione del ragazzo.

    Dovresti almeno andare a salutarla, fare le cose come si devono, lo sai. Entro i limiti.

    Senza nemmeno salutare, Erik se ne andò zoppicando e si mescolò alla folla, che continuava a correre da una parte all'altra, immersa in un'attività insolita, diversa dalla quotidianità che Jaren aveva vissuto a Vianta sin da quando era arrivato. Si guardò intorno e tirò un profondo respiro. Anche se la guerra era finita, il villaggio avrebbe impiegato molto più tempo a cancellare i segni della sofferenza e della devastazione. Le capanne crollate, gli edifici distrutti, la polvere e la crescita del cimitero avrebbero dato mostra di tutto ciò che Vianta aveva sofferto, ma Jaren sapeva che sarebbe bastata la volontà del suo popolo per ricostruire quel luogo e instaurare una pace più che necessaria.

    Ricordò poi il giorno in cui suo padre lo aveva informato della sua decisione di mandarlo lì per salvaguardare il passaggio alle più grandi miniere della zona, un obbiettivo prioritario nella guerra che Isalia stava combattendo contro Likara. Difendere un villaggio così insignificante era stato un fastidio per Jaren più che una sfida, persino un'umiliazione. Non aveva mai capito perché suo padre si sforzasse così tanto per mantenere un posto che rappresentava solo un grande fastidio a causa della lontananza stessa da Isalia, e in cambio non apportava quasi nulla che potesse essere di beneficio per lui. Nemmeno le miniere d'argento erano preziose per Isalia, che poteva importare quel minerale da qualsiasi altra parte, ma a quanto pare era un argento unico al mondo per le sue strane proprietà e questo era un motivo sufficiente per lottare per la sua salvaguardia. Nemmeno il fatto che il crescente regno di Isalia fosse troppo lontano rappresentava un ostacolo, non solo per il re, per inviare lì una difesa più che sufficiente, ma perché fosse guidato da suo figlio, dando una buona spiegazione dell'importanza che il sovrano conferiva a Vianta.

    Tre mesi dopo l'incarico del re, Jaren era interiormente grato a suo padre che portasse cosi tanta stima verso quella piccola città. Andare in quel luogo gli aveva permesso di vivere in modo diverso rispetto a Isalia, mescolandosi tra la gente, sentendosi uno come tanti, chiamato per nome, trattato senza quel rispetto esacerbato, quasi al limite della paura con cui sembravano trattarlo i pochi cittadini di Isaia che avevano contatti con lui: solo i servi e alcuni mercanti o soldati.

    Avanzò di qualche passo fino a raggiungere la umile casetta dove viveva Erik con sua sorella Sylvaen e sua madre Elessa, un luogo dove aveva trascorso molti pomeriggi, come aveva fatto in tante altre case, le più umili, i cui proprietari lo invitavano con le migliori intenzioni, nonostante il poco che potevano offrire. Bussò alla porta senza ricevere risposta e si sporse per guardare dentro, sul fuoco ribolliva una pentola di stufato. L'odore lo travolse, entrò chiudendosi la porta dietro di sé.

    Hey. Sylvaen!chiamò Elessa!

    Si avvicinò lentamente alla pentola ci infilò un dito per assaggiare il delizioso brodo che bolliva dentro. Esaminò con calma l'ambiente circostante mentre si appoggiava al tavolino a quattro posti che occupava la parte centrale della stanza. Il mormorio dalla strada arrivava fino a lì, un po più sommesso, e Jaren pensò allora che forse anche le due donne erano uscite. Nello stesso momento Sylvaen apparve dalla dispensa che si trovava sul retro e quando incontrò il ragazzo si fermò all'improvviso.

    Jaren!esclamò. Lasciò la treccia che stava raccogliendo e corse tra le sue braccia.

    Oh Dio, ero così preoccupata! Quando sei arrivato?

    Solo pochi minuti fa.rispose. Tutto è finito. Likara si è arresa e gli attacchi a Vianta non ce ne saranno mai più.

    Sylvaen afferrò Jaren per il viso e lo baciò intensamente, quasi disperatamente, come se in qualche modo avesse intuito quello che stava per accadere e volesse approfittare degli ultimi momenti di desiderio che si era scatenato dal primo momento. Ma Sylvaen non sapeva niente, e in quel momento per la felicità che appariva nei suoi occhi, non sembrava nemmeno prendere in considerazione l'opzione. Spostò la ciocca di capelli che le cadeva sul viso e fissò con i suoi occhi scuri quelli di Jaren, cercando di mostrare una calma che non sentiva.

    Sei feritomormorò, accarezzando il sangue che ancora colava sul viso del giovane. Siediti, ti ricucirò quel taglio.

    Obbedì senza fare domande, cercando di trovare dentro di sé le parole per comunicarle ciò che era venuto a dirle. In numerose occasioni avevano discusso circa la questione, come lui stesso aveva ricordato ad Erik, ma Sylvaen fingeva che quelle conversazioni non fossero mai avvenute, omettendo quella parte della vita di Jaren che non gli piaceva e su cui non fantasticava.

    Il principe la guardava mentre preparava gli strumenti per curare la sua ferita, come aveva fatto tante volte prima. Sylvaen non passava inosservata alla maggior parte dei giovani di Vianta, e l'aveva constatato lui stesso di persona nei tre mesi che era stato lì: occhi scuri, capelli rossi lisci, pelle chiara, labbra carnose, curve generose. Cosa si può chiedere di più?pensava. Ma al di là della semplice attrazione tra di loro, Jaren non aveva mai sentito quello che sentiva lei, quello che voleva Erik stesso. Sylvaen era sempre stata un angelo per lui, come il resto di Vianta. In numerose occasioni gli aveva offerto un piatto di cibo caldo e lo aveva tenuto sveglio nelle notti in cui era stato ferito e aveva la febbre dopo gli attacchi subiti nel villaggio. Rendersi conto di tutto questo e non riuscire ad innamorarsi di lei, come avrebbe voluto Erik, lo portò a chiedersi se fosse mai possibile che potesse provare qualcosa di sincero , importante e vero, non solo per Sylvaen stessa, ma per qualsiasi giovane donna, al di là della semplice attrazione e del divertimento che aveva cercato fino ad allora in loro, trovandolo un modo così facile che a volte lo faceva stare male con se stesso.

    Cedevano al suo fascino, e non in poche, o cedevano solo al titolo che deteneva? Con dei bellissimi occhi verdi e capelli castani, Jaren si era guadagnato la predilezione di molte principesse come prima opzione alla pressione dei suoi genitori. I loro matrimoni sarebbero stati, come il suo, atti organizzati per soddisfare gli alleati e raggiungere obiettivi lontani dalla loro felicità, in modo che il minimo che potessero sperare fosse assegnarle a uno dei principi più desiderabili di quelle vaste terre. Forse, pensava, innamorarsi non era qualcosa di destinato a lui, e siccome era fidanzato con una ragazza che non conosceva nemmeno, forse era meglio così, perché come avrebbe poi portato avanti il suo fidanzamento se era innamorato di qualcun'altra? Non si era nemmeno curato di sapere come fosse quella giovane donna che non aveva mai visto in vita sua e che probabilmente avrebbe incontrato non appena fosse tornato a Isalia.

    Questo ti farà male. la voce di Sylvaen lo ridestò dai suoi pensieri. Annuì e sentì immediatamente l'ago perforargli la tempia. Chiuse gli occhi per il dolore e sbuffò. Mi dispiacesi scusò lei.

    Non preoccuparti.

    Prometto di farmi perdonare. Domani possiamo passare la mattinata alla cascata, e poi ho pensato che potremmo mangiare al lago Issen.La giovane donna lo guardò, fermandosi un attimo.

    Non ci basterà una vita per poterti ringraziare di tutto quello che hai fatto per noi, Jaren.consluse, prima di baciarlo ancora sulle labbra.

    Sylvaen, devo tornare ad Isalia.

    Si fermò di nuovo e senza aprire bocca, senza fare il minimo gesto, Jaren vide che le sue parole furono come uno schiaffo, l'avevano fatta tornare a quella realtà che Sylvaen ignorava con tanto accanimento.

    Te ne vai?

    Mio padre ci ha ordinato di tornare subito, ora che tutto è finito. Lascerò alcune guardie al confine finché tutto non si sarà sistemato, ma devo ritornare a casa.

    Con sollievo di Jaren, Sylvaen continuò a risanare la sua ferita fino a quando non ebbe finito in un paio di minuti. Poi incrociò le braccia davanti a lui e la sua espressione si trasformò in un blocco di ghiaccio, lottò con le lacrime che cercava di trattenere.

    E...noi?alla fine osò chiedere.

    Jaren si alzò.

    Mi dispiace. Ne avevamo già parlato prima. Devo tornare.

    Chiederti...di portarmi con te sarebbe assurdo, vero?

    Sylvaen lo sai cosa mi aspetta a Isalia.

    Lei sorrise e scosse la testa.

    Stai ancora pensando di sposarla?

    Non ho scelta. Non è qualcosa che ho deciso io.

    Ma tu lo accetti e basta.

    E cosa potrei fare?

    Non posso credere che tu sia così bellicoso in battaglia e così diligente con il re.

    Non è in gioco solo il mio futuro, ma quello di Isalia. L'alleanza con Esteona conviene al regno di mio padre. La guerra si è complicata e ha bisogno di alleati che...

    Sylvaen si avvicinò a lui, che quasi inciampò con la sedia dietro di lei e lo abbracciò forte, coprendogli di baci il viso, le labbra, il collo. Jaren chiuse gli occhi e cercò dentro di sé un modo per troncare lì. Forse ascoltare Erik era stato un errore, e dare a Sylvaen l'opportunità di provare a convincerlo avrebbe finito per ferire di più la giovane donna.

    Sylvaen, ti prego...

    Ti amo Jaren. Lo so che è una follia, tu sei un principe e io...io una contadina, ma ti amo. Non lasciarmi, ti prego.

    La porta si aprì in quel momento e Sylvaen si allontanò, davanti al muto ringraziamento di Jaren alla persona appena arrivata: Elessa, la madre della ragazza e di Erik, una donna dal corpo voluminoso, che aveva fatto perdere la testa a molti uomini di Jaren.

    Maestà!esclamò con entusiasmo

    In due lunghi passi la donna fu accanto al ragazzo e lo abbracciò forte dandogli una pacca sulla schiena con tanta veemenza, che le poche parti del corpo che non gli facevano male cominciarono a farlo.

    Mia signora...

    Ho appena scoperto che è tutto finito!esclamò con il suo vocione. Congratulazioni, e che gli dei ti benedicano!

    Grazie. Abbiamo solo fatto il nostro dovere.

    Si, si...Lunga vita al re di Isalia, e a suo figlio, ovviamente, al suo glorioso esercito. Ho sentito che ve ne andrete a breve. Spero che almeno stasera rimanete a festeggiare.

    Certo.

    Sylvaenurlò di nuovo. E' pronta la cena. Jaren potrebbe restare con noi oggi.

    Lo apprezzo, mia signora, ma vorrei fare un bagno e riposarmi un po'. Ceneremo durante la celebrazione, quindi Sylvaen non dovrà preoccuparsi di cucinare nulla.

    Per lei non è un fastidio, ma un onore, vero, figlia?

    La donna mise un braccio intorno alla figlia e la strinse contro il suo petto, mentre guardava Jaren, con volto imperscrutabile.

    Esatto.mormorò, quasi senza voce.

    Comunqueinsistettenon ce n'è bisogno.

    Va beneconcordò la donnaCi vediamo stasera allora.

    Jaren indietreggiò lentamente e salutò con un silenzioso cenno del capo. Uscendo di casa, si appoggiò al muro e chiuse gli occhi. L'immagine di Sylvaen che lo supplicava di portarla con sé riecheggiava nella sua testa più e più volte. Avrebbe dovuto averlo previsto prima di accettare la richiesta di Erik di andare a salutarla, anzi, quello che non avrebbe mai dovuto accettare era di abbandonarsi tra le braccia di Sylvaen o di qualsiasi altra ragazza di quel luogo, dove solo il più severo dovere avrebbe dovuto portarlo. Non erano pochi i soldati che avevano fatto lo stesso con tante altre ragazze del paese, molte di loro ingannate solo dall'idea di farli innamorare e farsi portare a Isalia, lontano da Vianta e dalle poche possibilità che il villaggio offriva. Obiettivo che molte ragazze si erano proposte verso lo stesso Jaren. Lui lo sapeva, ma sebbene avesse cercato di essere chiaro con loro sin dall'inizio, pensava anche che fosse inevitabile per loro mantenere la speranza nel fare innamorare il principe e farsi portare a Isalia, affrontando il re e qualunque altra cosa necessitasse, o almeno, farsi portare a vivere nel castello o in qualsiasi altra bella casa, potendo usufruire del denaro necessario per garantire il loro benessere per il resto della vita. Inoltre non usciva vuoto da quegli incontri con quelle giovani donne, dalle quali aveva ottenuto momenti piacevoli e divertenti senza impegni, ma quando si era imbattuto nella sorella di Erik le cose erano cambiate. Il ragazzo era diventato come un fratello per lui, e trattare Sylvaen nello stesso modo di qualsiasi altra giovane sarebbe stato offensivo nei confronti di Erik, che inizialmente era sospettoso riguardo a ciò che sua sorella potesse aspettarsi dal principe. Jaren aveva rinunciato ad altre possibilità e prolungato troppo il suo divertimento con Sylvaen, qualcosa che lei aveva comprensibilmente interpretato in modo diverso.

    Nel mezzo dei suoi pensieri, Jaren sussultò quando l'anta della finestra sbatté contro il muro a pochi centimetri dalla sua testa e poté udire le voci di Sylvaen ed Elessa.

    Domani partirà e lo farà da solo con la sua genteesclamava quest'ultima, mentre la sua mano batteva furiosamente sul tavolo. Era l'unica opportunità che avevamo per uscire da tutta questa miseria, per abbandonare tutta questa povertà e marciume, e tu l'hai sprecata. Non sei più brutta delle altre, ragazza, e non capisco perché non hai saputo mettere un po' più della tua parte invece di limitarti ad essere una di quelle che gli scaldano il letto.

    Non sono stata una di quelle!si difese Sylvaen.Jaren ha avuto con me molto di più di quanto non abbia avuto con chiunque altra e questo è già un gran trionfo.

    E a cosa servirà questo trionfo se non ti porta con sé o non ti prende come moglie?Non ti capiterà mai più un principe sotto il tetto di questa disgustosa capanna, capisci?Non fai nemmeno in modo che qualcuno ti prenda in moglie.

    Madre, è determinato a sposare quella nobildonna. Non posso fare nient'altro. Ho sempre seguito le tue istruzioni ma...

    "Ma niente. Non te ne rendi conto?Lo faccio per te e tuo fratello. A Isalia potrebbero curarlo i migliori guaritori.

    Erik dice che Jaren glielo ha promesso e mio fratello gli crede sulla parola.

    Sciocchezze!Credi che quando il principe se ne sarà andato da qui si ricorderà di noi?

    Beh, se sei cosi disperata da voler lasciare Vianta e raggiungere Isalia, dovrai accontentarti di quell'altro soldato, Atsel. Pende dalle mie labbra, mamma, e potrebbe darci una bella vita.

    Un soldato...quando abbiamo un principe. Stai abbassando di molto il livello, non credi? Abbiamo un'ultima opportunità. Digli che sei incinta, che aspetti un figlio suo, un nipote del re. Non potrà disinteressarsi così.

    Madre, non è un idiota. Se ne accorgerà.

    Come? Non hai fatto tutto ciò che deve esser fatto perché ciò accada? Una volta che ti accetta, se non sei incinta, vai avanti e se non ne vuole più sapere di te, rivolgiti al tuo soldato per darti quella prole.

    Jaren si raddrizzò e si allontanò lentamente e serenamente, disgustato da tutto ciò che aveva sentito. Poteva aspettarsi simili trucchi da tante giovani donne lì che, spinte dal bisogno cercavano di capire come procurarsi una vita migliore, ma da Elessa, Sylvaen e quindi da Erik non se lo sarebbe mai aspettato. Si scostò i capelli dal viso e accelerò il passo, non prestando più attenzione alle persone che ancora lo ringraziavano per la pace raggiunta passandogli accanto. L'accampamento era a nord del villaggio, e tutto ciò che voleva era sdraiarsi nella sua tenda, chiudere gli occhi e dimenticare il mondo per un pò.

    Ma era riuscito a fare a malapena qualche passo quando la voce familiare di un bambino lo fece fermare e voltare.

    Jaren gridava mentre correvaJaren devi venire a vedere!.

    Che c'è Phileas?

    Lora è morta rispose il ragazzo. Il suo respiro era ancora accelerato per la corsa che aveva fatto per arrivare fino a lì, probabilmente dalla vecchia fattoria di Lora, situata dall'altra parte del ponte, fuori Vianta. Le dicerie si erano diffuse rapidamente, come le voci della pace giorni prima, o all'arrivo del principe di Isalia in persona più di tre mesi prima. La felicità era durata solo pochi minuti e di nuovo un evento oscuro incombeva sul villaggio. Le donne si portarono le mani alla bocca, inorridite dalla notizia che quel ragazzo stava portando, e nemmeno gli uomini nascosero la loro espressione di grave preoccupazione.

    Avevi detto che la guerra era finita! esclamò una voce dal tumulto che si era creato lì.

    Jaren afferrò Phileas per il braccio e camminò, con lunghi passi, nella stessa direzione da cui era venuto.

    Porta il mio cavallodisse.

    *****

    Stava davanti al corpo senza vita di Lora, la vecchia con cui aveva parlato solo un paio di volte, dato che la sua fattoria non si trovava nel villaggio, ma un po' più lontano, dall'altra parte del ponte. Tuttavia gli occhi verdi di Jaren si erano persi nel nulla, incapace com'era stato, di continuare a guardare. Andava in guerra da quando aveva quattordici anni, la prima volta che suo padre l' aveva mandato, ma nessun cadavere l'aveva impressionato in quel modo, perché non aveva idea di cosa potesse averla uccisa.

    Giaceva supina in cucina, i suoi occhi vitrei rivolti al soffitto e una successioni di enormi morsi sul viso, sul collo e su tutto il corpo. Il sangue aveva sporcato tutto, nonostante alcune donne avessero cercato di ripulirlo. Jaren si mise a sedere e si guardò intorno, la piccola stanza dove lo scialle della vecchia, anch'esso macchiato di sangue, indicava che qualunque cosa fosse accaduta, l'avevano portata fino a lì. Tuttavia tutto era in ordine. Non dava la sensazione che qualcuno fosse entrato a rubare, e le ferite che avevano causato la morte di Lora lo confermavano. Doveva trattarsi di un animale, senza dubbio, ma come aveva fatto ad entrare in casa per fare tutto quello alla povera donna? Jaren entrò in soggiorno e si fermò sulla soglia della porta che era rimasta aperta. Notò allora che la fattoria si trovava sorprendentemente vicino alla foresta, ma in tutto il tempo che era stato lì non aveva mai incontrato lupi o altri animali che avrebbero potuto fare tutto ciò. Sette dei suoi uomini camminavano avanti e indietro, cercando di trovare qualcosa che li aiutasse a capire cosa fosse successo; alcuni abitanti del villaggio li avevano accompagnati, e sebbene fossero riusciti ad individuare alcune tracce nel fango, la pioggia persistente che era caduta durante la prima mattinata ne aveva cancellate una buona parte.

    Goriath arrivò e si fermò accanto a Jaren, Era uno dei soldati più veterani, un generale dell'esercito di Isalia, a cui il re aveva affidato l'addestramento di Jaren in combattimento e il compito di guidare il proprio esercito. Il rapporto con lui non era facile per il giovane principe, poiché Goriath odiava dover finire per essere l'ombra di Jaren sul campo di battaglia, dove lo aveva più volte incolpato della morte di molti dei suoi uomini, per la particolare attenzione che doveva prestare alla sua sicurezza. Il re poteva accettare la morte di un soldato, ma non la morte del proprio figlio, almeno non mentre era sotto la tutela di Goriath.

    Lupi disse l'uomo "E' già sciocco collocare qui la fattoria, ma se ci cammini di notte, stai gridando a gran voce di voler essere la loro cena.

    Dentro la casa? Pensi che un lupo avrebbe potuto farlo?

    Uno o più.rispose Goriath. Iniziò a camminare lentamente verso il recinto dove erano legati i cavalli, ci passò sotto e si avvicinò per preparare il suo cavallo.

    Sai che i lupi vanno raramente da soli. Ma in ogni caso non c'è nessun tipo di mistero qui. Una perdita di tempo la camminata fino a qui. Qualcuno dovrebbe dare a quel ragazzo qualche frustata.

    Jaren cercò con lo sguardo Phileas, il ragazzo che li aveva informati dell'accaduto e lo localizzò dall'altra parte, vicino agli uomini che stavano esaminando le impronte, attaccato alla recinzione e con lo sguardo lacrimante. Poteva vedere il tremito delle sue mani e la forza con cui le sue dita stringevano il legno. Goriath sciolse le redini del suo cavallo e lo montò.

    Ritorno all'accampamentoannunciò bruscamente. Dirò ai ragazzi di fare le valigie e di prepararsi per la marcia. Il re ci ha esortati a tornare il prima possibile. Suppongo che i preparativi per il tuo matrimonio siano pronti.

    Il matrimonio? Già!.

    E' quello che diceva la lettera di sua Maestà.Stavano per ritornare all'accampamento, ma purtroppo questo...sfortunato imprevisto è venuto fuori. Tutto è programmato per il nostro ritorno, che non dovrebbe richiedere più di qualche giorno. Congratulazioni.

    Poi spronò il cavallo e tornò al villaggio. Jaren sapeva da diverse settimane del suo fidanzamento con la principessa di Esteona, ma fino a quel momento, l'evento era solo un atto prestabilito nella sua vita, una vita senza un proprio controllo, diretta a colpi di convenienza, d'obblighi. Tuttavia sentire la vicinanza della data del matrimonio gli provocò un disagio e un contenuto desiderio di ribellione. Inspirò profondamente ed assistette all'arrivo di un carro da cui discesero un uomo e una donna, che aiutarono poi a scendere un vecchio dall'aspetto debole e fragile: il vecchio Hans. Lo aveva incontrato solo un paio di volte, ma sapeva benissimo che era il vedovo di Lora, e dovette fare grandi sforzi per non sentirsi male vedendo l'espressione del vecchio mentre correva verso la casa. Ansimò sconsolato e chiuse gli occhi, aprendoli all'istante all'udire una nuova voce.

    Possiamo ritirarci Jaren?chiese Atsel.

    Jaren girò la testa, senza spostarsi e lo guardò con rammarico. Era uno dei soldati più giovani dell'esercito di Isalia, o almeno rispetto agli altri uomini che comandava, scelto da Elessa e Sylvaen per concepire quella creatura che in seguito avrebbero fatto passare per suo figlio.

    Hai scoperto qualcosa?chiese, cercando di concentrarsi su altre questioni.

    Ci sono impronte di cavallo e anche impronte umane. Niente che possa essere collegato a quello che è successo a quella povera donna.

    Goriath pensa che siano lupi. Ma come avrebbero potuto arrivarci senza lasciare impronte all'uscita del bosco?

    Non lo so, Jaren. Ma ad essere sincero l'unica cosa che mi preoccupa a questo punto è tornare alla mia Isalia, dormire tre giorni di seguito, ubriacarmi fino a scoppiare nella taverna di Aurea e tornare alla prossima guerra che il re deciderà.

    Jaren fece un sorriso effimero.

    L'idea di sposarti e condurre una vita più tranquilla non ti passa mai per la testa?

    Atsel ricambiò il sorriso, sebbene la sua espressione fosse più aperta e sincera.

    No rispose seccamente, Non voglio mai più vedere una donna, nemmeno da lontano.

    L'effimero sorrise di Jaren era già svanito e il suo sguardo, fisso su Atsel, fece capire al ragazzo perché il suo principe gli aveva fatto quella domanda.

    Lei ha scelto te.rispose e io lo accetto. Basta. Non ho intenzione di drammatizzare.

    Lei e io non...

    Lo so, Jaren. Sei impegnato, ma in questo caso non è solo quello che vuoi o che smetti di volere che conta. Se Sylvaen sta con te è perché non mi ama. Non ho bisogno di sapere di più. E se sei determinato a tenere uno di quei discorsi che odio, ti dirò che sto bene. Non troverei nulla qui che non riuscirei a trovare anche ad Isalia.

    Jaren rimase in silenzio.

    Possiamo tornare all'accampamento?

    Certo. Io vengo fra un attimo.

    Mentre lo guardava comandare il resto dei suoi uomini e poi andarsene a cavallo, Jaren non poté fare a meno di sentirsi un volgare traditore.

    Non aveva la minima idea di cosa ci fosse tra Sylvaen e Atsel finché non aveva sentito la giovane donna parlare a sua madre, ma Atsel sapeva cosa c'era tra il principe e la ragazza che aveva risvegliato qualcosa in lui. Jaren odiava il fatto che il suo ruolo gli concedesse benefici che gli altri non potevano nemmeno sognare, e dovevano allontanarsi quando lui posava gli occhi su una ragazza su cui in precedenza l'aveva già fatto uno di loro. Se fosse stato uno come tanti, se lo vedessero come uno come tanti, combatterebbero con lui per attirare l'attenzione della suddetta, invece gli lasciavano via libera, e incapaci di vederlo come qualcuno di diverso dal figlio di un re, non avrebbero esitato ad accettare il cambiamento.

    Inspirò profondamente, poi guardò l'uomo che gli si avvicinava. Era lo stesso che era arrivato sul carro poco prima con una donna e il vecchio Hans.

    Sua maestàdisse quando lo raggiunse Mio nonno vorrebbe parlare con voi, se non è sconveniente.

    Certo

    Jaren rientrò nella casa, controllando che il corpo di Lora non fosse più lì. Gli abitanti del villaggio si erano presi la briga di avvolgerlo in un lenzuolo bianco e prepararlo per la cremazione, che sarebbe avvenuta dopo che il corpo della sfortunata donna fosse stato vegliato nel tempio di Vianta. Hans sedeva sulla vecchia sedia a dondolo, fissando il caminetto che era spento.

    Mi dispiace molto per quello che è successo.gli disse Jaren, senza fare un solo passo.

    Il vecchio si voltò e lo guardò, poi gli fece cenno di avvicinarsi e Jaren obbedì. Gli si avvicinò e si accovacciò accanto a lui.

    Non mi hanno nemmeno permesso di vederla.mormorò Hans come se parlasse a se stesso.

    E' meglio che tu non l'abbia vista, che la ricordi com'era in vita.

    Dopo sessant'anni insieme avevo almeno il diritto di salutarla, non credi?

    Mio padre tende a rimproverarmi perché non accompagno mai mio fratello al Pantheon a vegliare sul riposo di mia madre.rispose Jaren dopo un lungo silenzio.Non credo che lei sia lì, e né che tua moglie sia in quel lenzuolo, né in quel tempio, né credo sarà sulla pira che prepareranno per la sua cremazione.

    Il vecchio alzò lo sguardo e scrutò gli occhi verdi di Jaren.

    Allora dove pensi che stiano tua madre e mia moglie?

    Non saprei dirti dove sia mia madre. Perché ero piccolo quando è morta e riesco a malapena a ricordarmela. Ma tua moglie è in questa casa, nel vostro carro, in luiaggiunse indicando con la testa il cane che giaceva a terra con la testa china e gli occhi tristi, come se percepisse o come se avesse vissuto la tragica morte della sua proprietaria. Tua moglie è in tutto ciò che avete condiviso, in ogni luogo in cui hai respirato la stessa aria, nei tuoi figli e nipoti, in ciò che resta, nei suoi ricordi. Credo che una persona sia un'essenza oltre al corpo, Hans. Soffermarsi sui resti significa scegliere la parte più insignificante, e questo non è giusto. Questo è quello che credo.

    L'anziano cercò invano di fare un sorriso con le sue labbra sottili, ma la tristezza che si irradiava dai suoi occhi oscurava ogni altro sentimento.

    Mi piace pensarlo.rispose con un filo di voce. Jaren lo guardò, incapace di aggiungere altro, perché sapeva che in quel momento, con quel recente dolore, tutto quello che avrebbe potuto dire sarebbe stato formale, qualcosa di cui era già stufo. Devi aiutarci.aggiunse poi Hans.

    Cosa?

    Non puoi andartene adesso. Guarda cosa hanno fatto a mia moglie.

    Hans, sono sicuramente lupi. Tu...tua moglie avrebbe dovuto essere più attenta e se accetti un consiglio, dovresti trasferirti al villaggio. Questa fattoria è troppo isolata, vicino alla foresta

    "Per favore, ragazzo. Nessuno si preoccuperà per noi come te. Posticipa la

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