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L'infanzia al centro della politica: Mozione Infanzia approvata dalla Camera dei deputati
L'infanzia al centro della politica: Mozione Infanzia approvata dalla Camera dei deputati
L'infanzia al centro della politica: Mozione Infanzia approvata dalla Camera dei deputati
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L'infanzia al centro della politica: Mozione Infanzia approvata dalla Camera dei deputati

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Questo libro, dal titolo "L'Infanzia al centro della politica. Mozione Infanzia approvata dalla Camera dei deputati", raccoglie gli interventi in aula di Paolo Siani, Paolo Lattanzio, Debora Serracchiani e la "Mozione infanzia" approvata dalla Camera con i suoi 54 punti analitici e i 23 impegni per il Governo della Repubblica. È importante oggi diffondere questi atti parlamentari, perché essi assumono una natura politica in senso proprio e alto, perché non nascono, dal purtroppo ricorrente calcolo immediato o da equilibri o conflitti propri delle dinamiche tra partiti o da voglia di mostrarsi sui media, ma parlano della nostra "polis". Hanno origine, infatti, per una volta, dall'urgenza che viene dal profondo della comunità nazionale e che riguarda i nostri figli e figlie, che non votano ma che sono il futuro comune. Questi atti parlamentari rappresentano, perciò, la voce di una volontà di riscatto e di riparazione politica che, raccolta nel Paese, entra nel Parlamento e dice qual è lo stato delle cose che sta mettendo a rischio il futuro e la vita di centinaia di migliaia di bambini/e e ragazzi/e e qual è l'indirizzo da prendere e cosa è possibile fare.
LanguageItaliano
PublisherIOD srl
Release dateFeb 5, 2022
ISBN9791280118530
L'infanzia al centro della politica: Mozione Infanzia approvata dalla Camera dei deputati

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    L'infanzia al centro della politica - SERRACCHIANI DEBORA

    PREFAZIONE

    di Marco Rossi-Doria

    ¹

    La promessa di bambini/e e ragazzi/e al centro della politica

    Gli interventi in aula di Paolo Siani, Paolo Lattanzio, Debora Serracchiani qui raccolti e la Mozione infanzia approvata dalla Camera, con i suoi 54 punti analitici e i 23 impegni per il Governo della Repubblica, rappresentano, da un lato, lo specchio di una lunga e difficilissima battaglia attuata da centinaia di migliaia di persone in ogni parte del Paese, per dare voce e peso politico alle nuove generazioni escluse da diritti e da opportunità di sviluppo personale e dal partecipare alla ricchezza del Paese. Dall’altro lato, rappresentano la testimonianza, portata in Parlamento, di una speranza e di una sfida ancora in corso – e non facile – per dare un senso al nostro comune futuro. Non è affatto detto, infatti, che i proponimenti qui raccolti – l’infanzia davvero messa al centro e quel che impegna il governo a tal fine – saranno attuati o che lo saranno in modo costante negli anni a venire, con una ricaduta effettiva sulla vita delle nostre comunità.

    È più probabile che la battaglia sia ancora lunga, complessa e che richieda tenacia politica, cura delle alleanze, spinta ideale e impegno civile. Ed è soprattutto per quest’ultima considerazione che è importante oggi diffondere questi atti parlamentari, perché essi assumono una natura politica in senso proprio e alto, perché non nascono dal purtroppo ricorrente calcolo immediato o da equilibri o conflitti propri delle dinamiche tra partiti o da voglia di mostrarsi sui media, ma parlano della nostra polis. Hanno origine, infatti, per una volta, dall’urgenza che viene dal profondo della comunità nazionale e che riguarda i nostri figli e figlie, che non votano ma che sono il futuro comune. Questi atti parlamentari rappresentano, perciò, la voce di una volontà di riscatto e di riparazione politica che, raccolta nel Paese, entra nel Parlamento e dice qual è lo stato delle cose che sta mettendo a rischio il futuro e la vita di centinaia di migliaia di bambini/e e ragazzi/e e qual è l’indirizzo da prendere e cosa è possibile fare.

    La voce di Siani, Serracchiani, Lattanzio e l’impegno autentico dei parlamentari firmatari della mozione rappresentano l’eco, nelle aule del Parlamento, di una voce più larga di loro, forte e diffusa in ogni parte d’Italia, una voce di indignazione e di proposta che si leva da chi si è occupato dell’esclusione precoce nel nostro Paese. E assume un’importanza speciale perché viene dopo anni, tristi e faticosi, nei quali le parole sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza venivano, di fatto, messe a lato nel nostro Parlamento.

    L’origine di queste voci, documentate e sensate, che risuonano alla Camera viene da un tempo, molto lungo, iniziato ben prima della crisi pandemica, segnato, dolorosamente, dai costanti disinvestimenti in scuola e in servizi di welfare dedicati a infanzia e adolescenza che si sono sommati a politiche economiche che hanno aumentato le disuguaglianze tra regioni, tra comuni, tra quartieri, tra persone, penalizzando ogni volta i più deboli, in primo luogo i bambini e, tra questi, in primo luogo quelli meno fortunati: poveri, abitanti delle periferie e delle aree interne, disabili, stranieri, con bisogni speciali e fragilità di qualsiasi tipo. Questi interventi in Parlamento sono importanti proprio perché finalmente riconoscono i danni terribili avvenuti durante decenni nei quali è stata attaccata tutta l’infanzia e l’adolescenza ma molto di più i/le bambini/e e ragazzi/e che non erano già protetti dal reddito o dalla rendita di famiglia, togliendo loro ore di scuola, di assistenza sanitaria e sociale, occasioni di cultura e di prossimità nei loro quartieri, possibilità di socialità, gioco, vacanze, alimentazione sana. Per gli adulti dediti a cura ed educazione è stato un tempo terribile, durante il quale chiunque si occupasse di infanzia e adolescenza a rischio di esclusione è stato messo ai margini delle determinazioni pubbliche e anche – va detto – dell’attenzione mediatica.

    Tanto è vero che ci siamo trovati, al momento di avvio della crisi pandemica e, poi, durante il suo sviluppo, con il portato negativo di questo tempo lungo, che nasce con la progressiva riduzione degli investimenti in welfare già nel secolo scorso, esplosi, poi, a causa dei grandi disinvestimenti nell’azione pubblica seguiti alla crisi finanziaria. Il Covid ha, dunque, aggravato una situazione già critica. Così, la povertà è cresciuta sia in termini familiari (dal già alto 6,4% del 2019 al 7,7% del 2020) che individuali (dal 7,7% al 9,4%), con oltre 2 milioni di famiglie e oltre 5 milioni di individui che non hanno accesso a un paniere essenziale di beni e servizi.

    Il paesaggio che ha determinato questo grido di dolore – che chiede al Parlamento e al Governo di mettere l’infanzia al centro – vede l’indice di vecchiaia tra i più alti del mondo (ogni 100 bambini/e e ragazzini/e tra 0 e 15 anni vi sono 184,1 persone di età superiore ai 65) e in gravissima crisi di natalità, con poco più di 9.400.000 persone di età minore di 18 anni; vede i minori che vivono in povertà assoluta più che triplicato in 15 anni, passando dal 3,9% del 2005 al 13,5% del 2020, da 375.000 a 1.273.000 persone in crescita; vede i minori

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