Le parole dell'inclusione e la didattica inclusiva
By Monica Votta
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Le parole dell'inclusione e la didattica inclusiva - Monica Votta
Le parole dell’inclusione e la didattica inclusiva
di Monica Votta
Direttore di Redazione: Jason R. Forbus
ISBN 978-88-3346-946-1
Pubblicato da Ali Ribelli Edizioni, Gaeta 2022©
Saggistica – Società
www.aliribelli.com – redazione@aliribelli.com
È severamente vietato riprodurre, in parte o nella sua interezza, il testo riportato in questo libro senza l’espressa autorizzazione dell’Editore.
Monica Votta
Le parole dell’inclusione e la didattica inclusiva
AliRibelli
Sommario
Introduzione
CAPITOLO 1 – Inserimento, integrazione, inclusione
1.1 I DSA: conoscerli e riconoscerli
1.1.1. La dislessia
1.1.2. La disgrafia
1.1.3. La disortografia
1.1.4. La discalculia
1.2 Dall’integrazione all’inclusione
1.3. La normativa di riferimento e la nuova legge sull’inclusione
1.4 Personalizzare e individualizzare
CAPITOLO 2 – La didattica inclusiva: metodologie
2.1. Le relazioni inclusive
2.1.1. Il docente inclusivo
2.1.2. Il gruppo classe
2.1.3. Scuola e famiglia
2.2. Gli strumenti compensativi e le misure dispensative
2.3. Le metodologie
2.3.1. Il Cooperative Learning
2.3.2. Peer Education
2.3.3. La Didattica Metacognitiva
2.3.5. L’uso delle tecnologie in ottica inclusiva
2.3.6. Flipped Classroom
2.4. La valutazione
Conclusioni
Allegati
Bibliografia
«…non solo i bambini ma anche gli esseri umani di tutte le età sono oltremodo felici e in grado di estrinsecare le loro capacità con il maggior vantaggio possibile quando sono sicuri che dietro di loro ci sono una o più persone che li possono aiutare in caso di difficoltà. La persona fidata fornisce una base sicura su cui appoggiarsi per potere agire»
J. Bowlby, 1973
Introduzione
Nelle Linee Guida, l’UNESCO (2009) suggerisce che: «La scuola inclusiva è un processo di fortificazione delle capacità del sistema di istruzione di raggiungere tutti gli studenti. … Un sistema scolastico incluso
può essere creato solamente se le scuole comuni diventano più inclusive. In altre parole, se diventano migliori nell’educazione di tutti i bambini della loro comunità». Ragionare in questi termini significa avvicinarsi a una differente e nuova visione della scuola. Essa, infatti, assolve nel momento attuale ad un compito assai più impegnativo che nel passato, dovendosi confrontare con l’impianto, il modo di essere e le logiche di una società diversificata¹. Inoltre, sembra che il nostro tempo abbia sviluppato un astio profondo verso la cultura intesa come «formazione culturale nell’aprire la mente e nel rendere cittadini consapevoli»: il valore dell’istruzione è, in questo senso, svalutato. Il mondo della scuola sta vivendo, dunque, un momento di forte criticità, all’interno del quale si stanno dimostrando sempre meno efficaci metodi di intervento da tempo consolidati. Assistiamo allo scontro di esigenze, idee, problemi educativi e sociali che interessano genitori, studenti, docenti e personale scolastico tutto². Famiglia e scuola, in quanto gruppi primari, sono chiamati ad una profonda revisione della loro opera educativa: sono sollecitati a ripensare le proprie modalità pedagogiche e a renderle funzionali alle esigenze attuali³. L’istituzione scolastica, dal canto suo, risponde sperimentando nuove metodologie di insegnamento, revisionando i curricoli, le materie e i libri di testo, nonché la valutazione dei processi formativi, andando progressivamente ad abbracciare un modello basato sul concetto di qualità che vede protagonisti l’alunno, il ruolo e la professionalità del docente.
In questo quadro si colloca la didattica in quanto scienza che definisce metodi e tecniche dell’insegnamento perché, se è vero che apprendere è un processo che deriva principalmente dall’esperienza, esso è nel contempo fortemente collegato all’insegnamento, ovvero alla messa in campo di attività specifiche e con precise finalità, quali imparare a leggere, a scrivere, ecc. Compito della didattica diventa allora quello di utilizzare metodi di insegnamento appropriati e in accordo sia con l’evolvere dei tempi, ma anche con il cambiare delle generazioni e delle aspettative.
Relazione, comunicazione, prevenzione e inclusione, sono le parole chiave che guideranno la nostra trattazione.
Nel Capitolo 1, introduttivo, cercheremo di chiarire cosa definisce l’ampia categoria dei Bisogni Educativi Speciali (BES) e il concetto di inclusione, differenziandolo da quello di inserimento e integrazione. «Non è compito della scuola certificare gli alunni con bisogni educativi speciali, ma individuare quelli per i quali è opportuna e necessaria l’adozione di particolari strategie didattiche»⁴, avendo ben chiaro che tali difficoltà possono essere dovute alla presenza di un disturbo specifico o essere secondari ad altri tipi di difficoltà (ansia, problemi emotivi o disturbi linguistici). Possono altresì essere dovuti a situazioni emotivamente stressanti o in aggiunta a problematiche linguistiche in caso di recente immigrazione o appartenenza ad un contesto socioculturale svantaggiato⁵. A tutti, però, è doveroso «offrire maggiori opportunità formative attraverso la flessibilità dei percorsi»⁶.
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