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Il segreto di Jack. Il potere dell'amore
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Ebook83 pages52 minutes

Il segreto di Jack. Il potere dell'amore

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Un segreto avvolge la vita di Jack, il cane più curioso che esista; un segreto che Gianna ha tutta l'intenzione di scoprire. Vive da sempre in quella casa, la stessa in cui vive lei da quando è nata. È il suo più caro amico, insieme vivono le escursioni più interessanti, condividono le marachelle più esilaranti e a volte pericolose, ogni volta però l'uno può contare nell'aiuto dell'altro per venirne fuori, proprio come fanno gli amici per la vita.

Una cosa però Gianna non riesce proprio ad accettare, il fatto che lui abbia un segreto. Un segreto che ogni tanto lo porta a sparire nel bosco e a farne ritorno solo dopo alcuni giorni. Cosa lo attrae in quel groviglio di rami proprio non riesce ad immaginarlo.

Ma quando deciderà di seguirlo si troverà immersa in un mondo surreale, le sembrerà di vivere all'interno di un sogno o di una fiaba; scoprirà presto che tutto ciò che avviene intorno a lei ha un senso, basta cercarlo nel profondo delle cose.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateFeb 1, 2022
ISBN9791220386630
Il segreto di Jack. Il potere dell'amore

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    Il segreto di Jack. Il potere dell'amore - Lucia Santucci

    Jack

    Il caldo soffocante di agosto aveva fatto rintanare Jack nella cuccia. Steso, con la testa appoggiata sulle zampe anteriori e la lingua a bandiera, cercava un po’ di sollievo. Adagiata sul dondolo, all’ombra dell’albero accanto al pozzo, Gianna lo guardava pensierosa. Era preoccupata per lui. La notte precedente aveva abbaiato di continuo, facendo svegliare più volte i genitori. Ogni volta, questi, avevano acceso le luci esterne e fatto il giro della casa, senza trovare il motivo di tanta agitazione.

    La bambina prese una ciotola piena d’acqua fresca e gliela posò accanto.

    «Che c’è Jack?» gli chiese guardandolo con dolcezza. «Cosa ti succede? Non ti senti bene? Hai caldo?»

    Il cane mosse appena la coda e la guardò con gli occhi teneri, come sapeva fare lui quando era grato per qualcosa.

    «Non devi aver paura, ci sono io, lo sai che mi prendo cura di te» gli sussurrò nell’orecchio continuando ad accarezzarlo sulla testa e sul collo per rassicurarlo.

    Gianna non ricordava un momento della vita senza Jack, lui faceva parte della sua storia e ciò che la preoccupava di più era che i cani non vivessero quanto gli uomini e, lei, prima o poi sarebbe rimasta sola. Senza di lui. Una sera l’aveva sentito dire dal padre subito dopo aver finito di cenare. Gianna aveva sentito il cuore stringersi fino a farle male. Da allora si soffermava spesso a pensare alla possibilità che lui potesse un giorno venirle a mancare e questo le provocava ogni volta uno stato di prostrazione da impedirle, a volte, di dormire.

    Immersa nei suoi pensieri continuava ad accarezzare il cane facendo scorrere il lungo pelo tra le dita. aveva il corpo bollente e umido; il caldo eccessivo di quell’estate lo stava tormentando e gli toglieva le forze.

    «Vieni Jack, vieni con me» gli disse mettendosi in piedi. Lui la guardò senza accennare ad alzarsi.

    «Vieni, ti rinfresco con l’acqua del pozzo!»

    Gli dette un bacio sulla fronte e lo spinse per farlo alzare.

    «Vedrai, dopo starai meglio. Dai!»

    Il cane si alzò a fatica e la seguì lento.

    La bambina raccolse sulla nuca i lunghi capelli, ai quali il sole aveva donato un colore dorato, e li legò con un elastico di spugna verde, che portava intorno al polso. Le piaceva il verde. Quando Gina, la madre, andava a fare la spesa, gliene comprava sempre di nuovi; sapeva che amava portarli come bracciali e, quando le chiedeva come li volesse, lei rispondeva sempre:

    «Verde».

    Così, i polsi di Gianna si riempivano di elastici spugnosi di tutte le sfumature di quel colore.

    Arrivò al pozzo, prese il tubo di gomma che era collegato alla pompa, accese il motorino e si avvicinò a Jack. Il cane che aveva osservato con attenzione ogni movimento della bambina, si allontanò di corsa.

    «Vieni qui, Jack, come è possibile avere tanta paura dell’acqua!» Jack continuò a guardare preoccupato la gomma che Gianna aveva in mano e che continuava a torcersi come un serpente impazzito.

    «Vieni qui Jack, vieni. È solo acqua!»

    Jack, invece di avvicinarsi, si allontanò ancora un po’ e dopo aver raggiunto l’opportuna distanza si fermò, si voltò e iniziò ad abbaiare contro quel serpente senza testa che sembrava volerlo rincorrere.

    «Ogni volta ti spaventi. Non hai ancora capito che non è un serpente?» gli urlò Gianna continuando a ridere. «Sei un fifone, vieni qui!» Poi alzò l’estremità del tubo e face arrivare a Jack uno spruzzo d’acqua che si rivelò più violento di quanto lei si aspettasse. Per un attimo il cane rimase immobile, con un’espressione inebetita sul muso.

    «Scusami Jack, scusami» gli urlò lei dispiaciuta, ma senza riuscire a smettere di ridere.

    «Sei così buffo, che non posso non ridere».

    Jack era immobile con la coda e le orecchie abbassate e un’espressione di avvilita rassegnazione. Poi, piano piano la bambina lo raggiunse e lo guidò accanto al pozzo. L’acqua dapprima scivolò sulla sua pelliccia senza penetrare, poi lentamente impregnò i peli fino a raggiungere la pelle, procurandogli una piacevole sensazione di refrigerio. Gianna lo vide alzare il muso, ed esprimere tutta la sua soddisfazione per il beneficio che quell’acqua fresca gli procurava. Quando il getto d’acqua finì, lui rimase per alcuni secondi immobile, poi aprì lentamente gli occhi e la bambina gli sorrise.

    «Hai visto? Ora ti senti meglio. Devi avere fiducia in me. L’acqua non ha mai fatto male a nessuno». Non finì la frase che una montagna di schizzi la investì, bagnandole il corpo

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