Malkrun!
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Fantasy - romanzo breve (57 pagine) - In età Pre Hyboriana il Barbaro sfida gli Stregoni di Lemuria. Acciaio contro magia. Una classica sfida eroica Sword & Sorcery.
Malkrun, esule di Atlantide, ha trovato rifugio nel continente preistorico centrale di Grondahar. Ed è diventato re nella città-stato di Kemal. Ma dall’arcipelago orientale di Lemuria incombe un pericolo per l’antico regno civilizzato: il Cerchio Nero degli stregoni, capeggiati da Rothak, vuole estendere il suo dominio sul continente. Un viaggio nell’Estremo Oriente in compagnia di un giovane ladro, Istvan, e di un torturatore di nome Grendel, sarà necessario per far fronte alla minaccia imminente.
Alberto Henriet è nato ad Aosta il 14 ottobre 1962. Ha pubblicato racconti sulle riviste L’Eternauta, Futuro Europa, Nova SF, NeXT e Dimensione Cosmica. Si è classificato secondo al Premio letterario Thoth-Amon 2018 con il racconto Oriental fantasy Il guerriero di Samarcanda. Suoi racconti sono compresi nelle antologie collettive: Vlad (Ailus, 2017), Il barone immaginario (Mursia, 2018), Mediterranea (Italian Sword & Sorcery Books, 2018), Thanatolia (Watson, 2018), Impero (Watson, 2018), Folklore (Watson, 2018), Sui mari d’acciaio (Letterelettriche, 2020) e La Terra degli Anunnaki (Italian Sword & Sorcery Books, 2020). Ha pubblicato il western horror Dead Django (Edizioni Scudo, 2017) e i romanzi brevi fantasy: Ulric di Oxenton (Edizioni Scudo, 2016), Le Cronache del Sole Mortale (Italian Sword & Sorcery Books, 2018) e Virgilio Mago (Heroic Fantasy Italia – Delos Digital, 2019).
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Anteprima del libro
Malkrun! - Alberto Henriet
Dramatis personæ
Malkrun, esule di Atlantide, re di Kemal
Ildar, duca e comandante dell’esercito reale
Istvan, il ladro
Felknar, stregone e spettro
Rothak, sommo stregone del Cerchio Nero di Lemuria
La Lince Bianca, incantatrice
Grendel, il torturatore
Amaric, nobile della Terra di Acheron
Arkh, il demone
Uomini serpente di Lemuria
Uomini falco della città di Lorn
Capitan Serpente, pirata e spettro
Keon, dio dell’Oltretomba
La forma è ombra, la sostanza è illusione, la materia è sogno; l’uomo esiste perché crede di esistere; che cos’è l’uomo se non il sogno degli dèi?
Robert E. Howard, Gli specchi di Tuzun Thune (1929)
Coloro che cavalcano oltre l’Aurora, non ritornano!
Detto popolare di Grondahar
1. La Casa dei Cristalli Arcani
18.000 a. Nell’era antidiluviana di Atlantide, del continente di Grondahar e delle isole di Lemuria…
Malkrun emerse dalle nebbie di sangue spiraleggianti del tramonto, si fermò e alzò l’ascia sopra di sé in un arco perfetto, con un movimento fluido ed elegante. Il barbaro catturò in modo istintivo quell’istante misterioso e selvaggio, che è il confine sottile tra la luce e le tenebre nel quale le forze profonde della natura si manifestano in modo arcano. Il suo pensiero andò al dio Valken, ma solo per un fuggevole istante. Aveva imparato da tempo a farsi avanti nella vita senza l’aiuto degli dèi. Il filo della lama scintillò ai riflessi di rame del sole morente. Era in piedi su una collina di roccia da cui si godeva la vista ampia di un pianoro montano, dominato da una città di acciaio, pietra e cristallo splendente.
Si trovava nell’antico continente preistorico di Grondahar. Era un esule di Atlantide, l’isola barbarica situata nell’oceano occidentale. Era alto, aveva spalle larghe, il torace possente. Sembrava la statua di un dio della guerra insanguinata. Occhi grigi come schegge d’acciaio e freddi come il ghiaccio delle maestose solitudini polari nordiche là dove albergavano gli dèi solari. Capelli simili alla criniera di un leone nero. Un guerriero dinamico e muscoloso, pronto all’azione e veloce come una tigre.
Montò a cavallo, e fece ritorno a Kemal, la capitale dell’antico regno omonimo. Alle sue spalle, il mantello regale di velluto cremisi aleggiava come una macchia di sangue nel galoppo. La sua fronte era cinta da una corona ad anello in oro scuro, ornata di opali. Alle dita portava anelli dalle gemme brillanti.
Osservandosi nello specchio magico del passato, Malkrun poteva vedere nuovamente il momento in cui era arrivato in Grondahar. Provava un fascino particolare nel guardare se stesso nell’atto di vivere esperienze che avevano segnato la propria vita in modo permanente. E ancora una volta il re barbaro si chiese se il vero Malkrun fosse l’immagine nello specchio, o l’osservatore distaccato, intento a scrutare ciò che avveniva all’interno della magica superficie riflettente.
Dopo la morte del mago nero Felknar, Malkrun aveva continuato a visitare regolarmente la sua Casa dei Mille Specchi. Era attratto dal mistero che si nascondeva dietro quelle lucide superfici che creavano un labirinto stregato, che sembrava dare accesso a mondi situati in altre dimensioni. Era un gioco pericoloso, quello. Ma il re barbaro non riusciva a resistere alla tentazione di venire a conoscenza del segreto che si celava in quella dimora.
Il passato e il futuro sono reali come i sogni degli spettri!
Questo lo sapeva. Ma comunque avrebbe voluto visitare di persona quelle lande. Ed era sicuro che, continuando a tornare nella casa dello stregone, prima o poi, avrebbe trovato il modo di varcare la soglia di cristallo.
Malkrun sapeva che Felknar era stato uno degli stregoni del Cerchio Nero di Lemuria, il cui sommo capo era il terribile Rothak. In realtà, non aveva mai fatto visita alle oscure isole orientali. Lo aveva scoperto però quando aveva trovato un idolo d’argento fosforescente e dagli occhi di rubino, in una delle sale più nascoste della Casa dei Mille Specchi. Quella era incontrovertibilmente la statua di uno degli dèi del Caos dell’arcipelago dominato dalla stregoneria.
Il re atlantide si affacciò su un balcone marmoreo, e osservò le profonde acque color indaco del misterioso Lago delle Visioni sulle cui rive era stata costruita la casa del mago. Da quel punto di osservazione poteva scorgere sull’altra sponda le torri purpuree e le guglie dorate della città di Kemal, una delle capitali più importanti del continente di Grondahar, antico, raffinato e decadente. In quel momento, la vita di corte e le tipiche preoccupazioni di un re, che doveva guardarsi continuamente le spalle dai complotti di potere orditi dai nobili, gli parevano estranee. Il duca Ildar, comandante dell’esercito reale e amico fidato, si trovava nel palazzo. Nel caso in cui Malkrun si fosse assentato troppo a lungo, come talora accadeva, avrebbe agito come sovrano fino al suo ritorno.
L’atmosfera indefinibile e soprannaturale della dimora del mago di Lemuria aveva catturato il suo spirito più di quanto avesse immaginato fino ad allora. In alcuni momenti particolari, aveva persino avvistato la sagoma sfuggente di Felknar aggirarsi furtivamente nella villa. Lo spettro dello stregone, ammantato in una veste rosso carminio scintillante, e con la mano destra che brillava come se fosse arsa da una fiamma aurea. Non era riuscito però ad avvicinarsi troppo all’incantatore. E non gli aveva parlato. Ma la sua visione lo aveva stregato. Questi momenti particolari erano collegati al crepuscolo. L’ora più favorevole per una diretta comunicazione tra il mondo terreno e quello dell’Oltretomba.
2. Il mago di Lemuria
Malkrun si era attardato nella villa sulla riva del Lago delle Visioni, e non si era reso conto che il sole era ormai sceso oltre l’orizzonte. Il