Mediazione per tutti. Concetti di base sulla mediazione
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Book preview
Mediazione per tutti. Concetti di base sulla mediazione - Lucia Giuseppa Di Palermo Laura Brambilla
Avvertenze per la lettura
Queste pagine sono state scritte con la convinzione che ogni libro debba adattarsi alle esigenze del lettore. Seguendo il filo dei diritti tracciati da Daniel Pennac, chi le legge ha il diritto di saltare le pagine, il diritto di non finire il libro, il diritto di rileggere, il diritto di spizzicare e il diritto di leggere ad alta voce.
Le autrici si rivolgono al lettore in modo diretto, con un lin- guaggio semplice e immediato. Sono fermamente convinte che il mediatore debba facilitare la comunicazione in tutte le sue forme, compresa quella scritta.
Mediazione per tutti, Il mediatore e le emozioni, Il mediatore e l’ascolto attivo, fanno parte di un concept book. L’idea è quella di contribuire a creare e a diffondere la cultura della media- zione, facilitando la comunicazione scritta.
Prefazione
di Chiara Bevilacqua
Nell’approcciare questo volume mi sono chiesta: a chi si rivolge? A cosa serve?
Per rispondere ho rivolto il quesito a me stessa, e queste brevi righe costituiscono il frutto delle emozioni che mi ha susci- tato, ho inserito qualcosa di più e di mio rispetto a quanto troverete leggendo l’intero elaborato.
L’esperienza professionale da banchiera e giurista nei paesi di common law, mi ha insegnato che i conflitti e le com- plessità che si creano nei rapporti interpersonali possono es- sere risolti anche attraverso procedimenti alternativi rispetto al contenzioso giudiziale.
Tornata in Italia, ho appreso che tali strumenti, essenzial- mente mutuati dagli ordinamenti americani e nordeuropei, stavano tentando di introdurre all’interno del nostro Paese una visione maggiormente pragmatica e assai meno gerarchizzata della risoluzione del contenzioso in campo civili- stico, grazie al ricorso ai principi essenziali di common law. Tant’è che hanno incontrato e continuano ad incontrare nel nostro ordinamento, come del resto francamente ci si aspet- tava, notevoli resistenze sia in ambito di una adeguata codi- fica operata dal legislatore, sia nella procedura di applica- zione degli stessi negli ambiti di uso comune. La prolungata mancanza di alternative è uno dei motivi per cui il nostro si- stema giudiziario è saturo e paralizzato.
In questo volume noterete un registro linguistico volutamente diretto e immediato, in modo da renderne accessi- bile la comprensione a chiunque voglia comprenderne l’es- senzialità. Gli istituti della mediazione civile e familiare ven- gono illustrati nella loro funzione, scopo, vantaggi, nonché profili amministrativi.
Nella trattazione della gestione del conflitto interper- sonale, un ruolo centrale assume il procedimento di forma- zione ed esplicazione del volere delle parti, che genera l’ac- cordo: un patto dalle stesse voluto, creato e per questo destinato a essere rispettato e durevole. Sono le stesse parti a essere i soggetti più idonei a creare una soluzione personaliz- zata e adattabile alle proprie esigenze. Il giudice è pur sem- pre un soggetto terzo, vincolato alle norme sostanziali e alle tecniche processuali.
Occorre sottolineare che in questo contesto il ruolo dell’avvocato è cruciale fin dal momento in cui riceve la parte assistita nello studio e, dopo averla ascoltata, suggerisce l’al- ternativa più opportuna tra contenzioso, negoziazione assi- stita e procedimento di mediazione.
Nella mia esperienza ho notato una certa sfiducia da parte del cittadino nel sistema giudiziario, una sorta di rassegna- zione nel veder negata l’effettiva tutela dei propri diritti. Io stessa evitavo il conflitto, eludendo le situazioni in cui ve- devo prevalere l’arroganza a scapito della meritocrazia, del dialogo, della comprensione reciproca, mi sentivo imbri- gliata in un sistema rigido e irrispettoso del diritto.
Attualmente il contesto è mutato, si sta creando una coscienza civile che considera il ricorso al sistema giudiziario non più come l’unica strada percorribile. Rimanere ancorati al passato significherebbe privarsi della possibilità di percorrere la strada del cambiamento che comunque è già in atto anche nel nostro sistema. Ciò implica la collaborazione non- ché la fiducia reciproca tra le diverse figure professionali, creando una rete di competenze che si completano e si raffor- zano vicendevolmente, in una prospettiva sistemica di inter- dipendenza.
Questo testo è pervaso da emozioni, ma anche da ele- menti pratici e funzionali per l’accesso alla mediazione. Ri- tengo che l’arte del mediare, dell’ascolto reciproco, dovrebbe far parte dei programmi educativi, lo sviluppo dell’intelli- genza emotiva è insito nel percorso di crescita di ciascuno.
Premesse queste brevi riflessioni, posso ora fornire una risposta al quesito iniziale. Questo scritto si rivolge cer- tamente a me come professionista e come persona, ma anche a tutti noi, ognuno affronta quotidianamente conflitti di di- versa importanza. Il mediatore ha gli strumenti e le compe- tenze che ci permettono di «stare nel conflitto» e conseguen- temente «stare nella relazione», nel rispetto dei bisogni di tutti coloro che ne sono coinvolti.
In prima battuta può sembrare un percorso lineare e privo di contraddizioni. In realtà non è così: il conflitto blocca le parti in una posizione critica e dolorosa; la mediazione ci insegna che essere in conflitto con qualcuno significa anche chiarire i propri bisogni, riesaminare le proprie posizioni e sviluppare una maggiore capacità di concretizzare i propri valori e principi etici fondamentali.
Accettare il conflitto, cercare di individuare alternative allo scontro, perlopiù concordate con il nostro «avversa- rio», seppur con l’ausilio e il ruolo di facilitatore assolto dal mediatore, richiede disponibilità d’animo, un approccio che può apparire inizialmente scomodo, siamo abituati e rassicu- rati nell’incasellare tutto in modo binario, torto o ragione, mediare significa anche individuare tutte le diverse sfuma- ture all’interno di codeste categorie.
Il fine