Il Complesso Funerario del Re Unas a Saqqara
By Pietro Testa
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Con quest’asserzione tratta dai testi sacri che istoriavano la sua piramide, il re Unas se ne andava negli spazi stellari non da defunto, ma come un vivente. Il sovrano fu l’ultimo regnante della V dinastia e si fece erigere un complesso funerario a Saqqâra, fra i monumenti funebri dei re Joser e Sekhem-khet della III dinastia, quindi a contatto con i grandi antenati. I complessi funerari comprendenti un tempio a valle, una rampa cerimoniale, un tempio superiore, la piramide reale ed eventualmente delle piramidi sussidiare, iniziano ad apparire alla fine della III dinastia con l’episodio di Meidum, per poi svilupparsi con leggere varianti distributive nella IV, V e VI dinastia.
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Il Complesso Funerario del Re Unas a Saqqara - Pietro Testa
PIETRO TESTA
IL COMLESSO FUNERARIO
DEL RE UNAS A SAQQARA
Tutti i diritti riservati alla Harmakis Edizioni DivisioneS.E.A. Servizi Editoriali Avanzati,
Sede Legale Località Casavecchia, 109 - Cavriglia (Ar)
Sede Operativa, la medesima sopra citata.
Direttore Editoriale Paola Agnolucci
www.harmakisedizioni.org - info@harmakisedizioni.org
I fatti e le opinioni riportate in questo libro impegnano esclusivamente l’Autore.
Possono essere pubblicati nell’Opera varie informazioni, comunque di pubblico dominio,
salvo d ove diversamente specificato.
ISBN: 9788831427760
© 2021
© Impaginazione ed elaborazione grafica: Leonardo Paolo Lovari
A coloro che mi precedettero
PREFAZIONE
"Oh, Unas! Tu non sei andato certo morto, ma sei andato vivo!" ¹
Con quest’asserzione tratta dai testi sacri che istoriavano la sua piramide, il re Unas se ne andava negli spazi stellari non da defunto, ma come un vivente.
Il sovrano fu l’ultimo regnante della V dinastia e si fece erigere un complesso funerario a Saqqâra, fra i monumenti funebri dei re Joser e Sekhem-khet della III dinastia, quindi a contatto con i grandi antenati.
I complessi funerari comprendenti un tempio a valle, una rampa cerimoniale, un tempio superiore, la piramide reale ed eventualmente delle piramidi sussidiare, iniziano ad apparire alla fine della III dinastia con l’episodio di Meidum, per poi svilupparsi con leggere varianti distributive nella IV, V e VI dinastia.
Come vedremo dai grafici, l’episodio architettonico del re Unas, argomento di questo studio, presenta una svolta decisiva nella distribuzione degli appartamenti della piramide, del tempio funerario e di quello a valle.
La novità presente nelle camere della piramide reale è la presenza dei Testi delle Piramidi, messa in scrittura del rituale funerario recitato durante la cerimonia d’inumazione e a disposizione eternamente magica dell’illustre defunto. Questo complesso rituale era l’eredità di cerimonie funebri orali risalenti al periodo proto dinastico che si svilupparono nel tempo fino a essere poste in forma scritta per la prima volta proprio nella piramide di questo re come viatico e accompagnamento nel viaggio e nella permanenza nell’aldilà.
Con questa breve premessa, lo scopo di questo libro è di far conoscere al lettore cos’era un complesso funerario reale a piramide dell’Antico Regno sul filo conduttore del progetto originale, dei volumi architettonici, delle scene che istoriavano le sue pareti, del significato delle funzioni: tutto ciò accompagnato di grafici CAD e ricostruzioni virtuali realizzate a fotogrammi.
Purtroppo il tempo e gli uomini hanno rovinato il monumento, in modo particolare i delicati bassorilievi che ne ornavano le pareti. La restituzione dei volumi e di alcuni rilievi parietali sono desunti dagli episodi del re Sahu-Ra a Abu-Sir e di Pepi II a Saqqâra. I ‘fotogrammi’ virtuali presenti in questo studio, anche se disadorni delle rappresentazioni murali, faranno rendere conto al lettore delle proporzioni volumetriche delle varie funzioni del monumento. Per il colore dell’intero complesso ho scelto il bianco, poiché sicuramente esso doveva spiccare sui colori circostanti. Infine i testi geroglifici sono eseguiti con il software JSesh.
Si aprirà così un mondo che mostrerà le conoscenze dei ‘progettisti’ egiziani, piccoli grandi uomini che ci hanno lasciato esempi di cristallizzazione della natura e del pensiero religioso espressi nella pietra.
Pietro Testa
Napoli 2017
CAPITOLO 1
I COMPLESSI FUNERARI A PIRAMIDE.
L’UNITÀ DI MISURA DELL’ANTICO EGITTO
1.1. Breve introduzione ai complessi funerari a piramide
L’antico Egitto ha prodotto una quantità enorme di edifici religiosi e profani: templi, palazzi reali, case, città. Le architetture importanti, cioè destinate agli dei, erano realizzate in pietra con qualche funzione secondaria in mattoni crudi. Essendo abitazioni della divinità dovevano essere eterne e, in teoria, solo la pietra poteva soddisfare questa esigenza: purtroppo, più che il tempo, è stato l’uomo a rovinare le antiche vestigia. Il resto delle costruzioni, palazzi reali, abitazioni e residenze erano realizzate in mattoni crudi con qualche elemento portante in pietra, dovendo esse durare l’arco di una o qualche generazione.
Lo sforzo e l’impiego delle forze mentali e fisiche furono orientati, quindi, principalmente verso l’architettura religiosa, terrena e ultraterrena: templi e tombe. Dagli albori della storia dell’architettura sacra egiziana vediamo il passaggio nella III dinastia dall’impiego massiccio del mattone crudo all’uso della pietra: il complesso funerario del re Joser (2592-2566 a.C.) a Saqqâra ne fa fede, esempio d’impianto distributivo di sacre funzioni che dovevano soddisfare la committenza del re e della religione.
La realizzazione di questo imponente complesso funerario mostra per la prima volta una piramide a gradoni, cristallizzazione forse della collina primordiale, pullulante di vita, emersa dalle acque dell’oceano primigenio. Il re vi fu sepolto e, se in vita era garante della salute del suo popolo, poteva continuare a esserlo anche nell’aldilà, risiedendo la sua salma nel simbolo piramidale della vita eterna. Questo sarà il concetto fondamentale che caratterizzerà i complessi a piramide dell’Antico Regno e, in parte, del Medio Regno.
La novità del complesso di Joser, quasi sicuramente opera del genio dell’architetto Im-hotep, fu seguita dal figlio Sekhem-khet ² e probabilmente dai re dinastici Khaba e Nebka. Questo tipo di struttura funeraria contempla tutte le funzioni cultuali intorno alla piramide e chiuse da un recinto sacro.
Con l’episodio di Meidum vediamo la piramide con il piccolo tempio funerario nel recinto sacro e una rampa cerimoniale collegata al tempio a valle (del quale non restano tracce). La piramide di Meidum, attribuita, o meno, a Huny (ultimo re della III dinastia) presenta una struttura originaria a gradoni, voluta poi a forma di piramide perfetta dal figlio Snefru: questa trasformazione provocò il crollo dell’aggiunta postuma. ³
Il re Snefru (IV dinastia) si gettò nell’impresa della piramide compiuta, con due tentativi a Dahshûr: a sud abbiamo la cosiddetta piramide romboidale e a nord la piramide rossa. La prima ha due angolazioni differenti delle facce, forse per prudenza, mentre la seconda è compiuta, ma con inclinazione delle facce di poco più di 43°.
Solo con il re Kheope abbiamo il primo esempio di piramide compiuta e un assetto di complesso templare ben definito nella necropoli di Giza con tempio funerario per i riti sacri, lunga rampa cerimoniale collegata al tempio a valle sulla riva di un canale collegato al Nilo. I complessi funerari si ergevano sempre sugli altipiani a occidente del fiume per cui il tempio a valle si trovava a quota più bassa.
I complessi funerari a piramide della IV dinastia seguirono l’esempio di Kheope per la distribuzione interna dei templi a monte e a valle, ma con leggere varianti derivanti dai voleri della committenza. L’unico tempio a valle ben conservato di questo periodo è quello del complesso del re Khefren, un maestoso e perfetto monumento eretto con opera muraria di granito, i cui blocchi sono squadrati esattamente rivelando una mano d’opera molto specializzata.
Nella V dinastia abbiamo un’organizzazione leggermente differente del complesso funerario. La piramide diminuisce di volume e anche la sua struttura muraria non è più