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Sullo zero
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In ogni esistenza umana c’è un attimo preciso in cui – all’improvviso, a tradimento – percepiamo la distanza tra «quella cosa enorme che è la vita» e quell’altra cosa, «balorda, del tutto casuale, dell’essere vivi». È un’illuminazione nella miseria, uno spavento stretto e traballante come un ponte di corde che per un momento si tende sull’abisso tra le due sponde: di qua c’è un uomo solo, uno con tanti pensieri in testa e tante esperienze in corpo, pesi che di colpo appaiono inutili, un patrimonio che separa – e di là c’è qualcosa che somiglia a un respiro profondo, al vento che muove le cime degli alberi e cambia la forma delle nuvole, che unisce dentro una misura misteriosa le ombre e le luci dell’essere. È il sentimento della morte, probabilmente, a invitarci su quella passerella scricchiolante per arrivare di là, dove ciò che nasce ha un senso come ciò che svanisce, e dove forse non ci sarà più quell’angoscia di percepirsi separati e assurdi come una cosa gettata nel mare.
«La faccenda della morte / comunque / è cominciata troppo presto» scrive Giulio Casale in questo suo libro di poesie che sono piccoli passi sullo strapiombo, parole che sono esse stesse le corde e le tavole dondolanti nel vento. (dall’introduzione di Marco Lodoli)
LanguageItaliano
Release dateFeb 11, 2014
ISBN9788898475483
Sullo zero
Author

Giulio Casale

Giulio Casale nasce a Treviso da famiglia milanese nel 1971. Nel '91 lascia una carriera da giocatore di basket e fonda la band Estra. Nel 2000 pubblica la prima edizione di Sullo Zero, poemetto in versi, che diventa anche un concerto-reading più avanti documentato su Cd. Con la partecipazione, nel 2004 al Festival Teatro Canzone Giorgio Gaber getta le basi per il suo nuovo percorso artistico, che lo porta a pubblicare nel 2005 il miniCd da solista L’uomo col futuro di dietro. Nel 2006 pubblica Se ci fosse un uomo – gli anni affollati del Signor Gaber e riporta in scena lo spettacolo di teatro-canzone "Polli di allevamento" di Gaber e Luporini. Nel 2008 porta in scena lo spettacolo “Formidabili quegli anni” e lo stesso anno pubblica la raccolta di racconti Intanto corro (Garzanti). Nel 2009 torna a teatro con "La canzone di nanda", spettacolo basato sui diari di Nanda Pivano e nel 2010 scrive una canzone per il film di Aldo Giovanni & Giacomo, "La banda dei babbi natale". Sempre nel 2010 presenta un nuovo spettacolo "The Beat goes on". Nel 2012 è uscito Dalla parte del torto, disco di inediti che segna un ritorno al rock.

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    Sullo zero - Giulio Casale

    Prefazione

    di Marco Lodoli

    In ogni esistenza umana c’è un attimo preciso in cui – all’improvviso, a tradimento – percepiamo la distanza tra «quella cosa enorme che è la vita» e quell’altra cosa, «balorda, del tutto casuale, dell’essere vivi». È un’illuminazione nella miseria, uno spavento stretto e traballante come un ponte di corde che per un momento si tende sull’abisso tra le due sponde: di qua c’è un uomo solo, uno con tanti pensieri in testa e tante esperienze in corpo, pesi che di colpo appaiono inutili, un patrimonio che separa – e di là c’è qualcosa che somiglia a un respiro profondo, al vento che muove le cime degli alberi e cambia la forma delle nuvole, che unisce dentro una misura misteriosa le ombre e le luci dell’essere. È il sentimento della morte, probabilmente, a invitarci su quella passerella scricchiolante per arrivare di là, dove ciò che nasce ha un senso come ciò che svanisce, e dove forse non ci sarà più quell’angoscia di percepirsi separati e assurdi come una cosa gettata nel mare.

    «La faccenda della morte / comunque / è cominciata troppo presto» scrive Giulio Casale in questo suo libro di poesie che sono piccoli passi sullo strapiombo, parole che sono esse stesse le corde e le tavole dondolanti nel vento. Troppo presto, quasi subito, appena finita la pienezza dell’infanzia, quando il bambino e il mondo sono ancora dentro lo stesso stupore. Basta che crepi un gatto in mezzo alla strada, che un compagno di giochi non torni più nel cortile, e basta anche meno: pulcini che non superano la notte, e meno ancora, un bicchiere che cade e si infrange, una crepa sul muro di casa, le sagome dei genitori che litigano oltre un vetro smerigliato, e la domanda si pianta in noi come un coltello che farà sangue per tutta la vita. Allora le mille divisioni che gli uomini stabiliscono tra loro non significano nulla. Non

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