La comunicazione politica nella società emotiva
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L’intento di questo lavoro è quello di articolare una teoria dell’emotività sociale come chiave di lettura per ridefinire pratiche e relazioni sociali, individuando nuove formule e nuovi strumenti della politica per comunicare e interagire, per “essere” nelle mutevoli declinazioni emozionali del presente.
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Book preview
La comunicazione politica nella società emotiva - Chiara Moroni
Chiara Moroni
La comunicazione politica nella società emotiva
Tutte le proposte di pubblicazione vengono sottoposte alla procedura di referaggio (peer review), fondata su una valutazione che viene espressa da parte di due referee anonimi, selezionati fra docenti universitari e/o esperti dell’argomento.
In copertina: Salvador Dalì, Il cavallo di Troia, 1970
Ebook realizzato da Cristina D'Andrassi nell'ambito del progetto di collaborazione DISUCOM, Università degli Studi della Tuscia
isbn: 978-88-7853-898-6
isbn eBook: 978-88-7853-899-3
Impaginazione: Fabiana Ceccariglia
Redazione: Magdalena Butnariu
© Progetto grafico: Andrea Venanzi
per Studio Tramaglio
www.tramaglio.it
© 2020 Sette Città
Via Mazzini 87 - 01100 Viterbo
www. settecitta. eu
ISBN: 9788878538993
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
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Indice dei contenuti
INTRODUZIONE
Capitolo 1. DAL PRIVATO AL PUBBLICO E VICEVERSA: LA MESSA IN SCENA DELLE EMOZIONI
1.1 Immaginario e simboli: gli strumenti del senti-mento sociale
1.2 Coinvolgere, emozionare, raccontare: quali sono le strategie del consenso nella società emotiva
Capitolo 2. LA NORMALIZZAZIONE DELLA LEADERSHIP POLITICA: L'USO DELLE IMMAGINI
2.1 La seduzione dell’eccezionalità: il corpo mistico
2.2 La confessione biografica: il corpo mediale
2.3 La normalità rassicurante: il corpo normalizzato
Capitolo 3. EMOZIONI E IMMAGINARIO BELLE NUOVE PRATICHE COMUNICATIVE: GLI EMOJI E I MEME
3.1 Gli emoji come frame emozionale della conver-sazione digitale
3.2 Gli emoji nella comunicazione politica
3.3 Ricontestualizzazione dell’immaginario colletti-vo: la natura dei meme
3.4 I meme e la narrazione politica
BIBLIOGRAFIA
INTRODUZIONE
La dimensione razionale della modernità, con il suo portato di azioni utilitaristiche e finalizzate, nella contemporaneità ha ceduto il passo ad un contesto sociale nel quale l’eterogeneità, la disarticolazione e l’incertezza, non lasciandosi dominare dalla programmazione né dalle visioni ideologiche fisse e immutabili, hanno spinto gli individui e la loro azione sociale a sperimentare il predominio del sentire sul capire . Le emozioni, a partire da quella passione originaria
che definisce la matrice emotiva dello stare insieme nelle complesse dinamiche della comunità, hanno dispiegato i loro effetti nello spazio pubblico: rappresentano scorciatoie cognitive, ma anche alimento per quelle effervescenze sociali che, pur essenzialmente istintuali ed estemporanee, rappresentano forme dell’agire collettivo. Comprendere attraverso il sentire, percepire, esperire significa muoversi nello spazio pubblico, fisico e virtuale, alla ricerca di una comunione di sentimento.
Le emozioni costituiscono esperienze complesse, perché hanno radici neurobiologiche, sono dotate di importanti significati in connessione con interessi e scopi e hanno una valenza sociale nelle relazioni con gli altri. Esse possiedono una declinazione sociale perché sono definite dalla cultura di appartenenza.
L’emozione – intesa sia come espressione di desiderio e piacere sia come feeling relazionale – è diventata la chiave semantica e simbolica attraverso la quale interpretare il mondo e in esso agire in senso relazionale. La dimensione del politico non può che essere travolta
dall’onda emotiva che domina il quotidiano e l’ordinario degli individui, proprio perché è dalle emozioni che scaturisce l’agire individuale e sociale coinvolgendo tanto lo spazio privato quanto quello pubblico.
Ma se le pratiche sociali e politiche dei singoli individui si spostano sulla dimensione propria di quel contesto che possiamo definire quotidiano emotivo, in che modo i sistemi sociali agiscono per rimane attivi, comprensibili e legittimati? Essi utilizzano pratiche e strategie comunicative e relazionali, canali e linguaggi, immaginario comune e simboli che rappresentano attraverso la dimensione del sentimento anche ciò che appartiene ad una sfera più razionale, pensata e organizzata perché renda la società il più possibile prevedibile e governabile. In tal modo molti fattori, pubblici e privati, e molti soggetti, individuali e collettivi, contribuiscono a delineare quella che definiremo una società emotiva.
Viviamo in una società emotiva, nella quale le emozioni hanno sopravanzato la cognizione, l’esperienza emotiva del mondo ha sostituito l’analisi razionale per la sua comprensione anche in ambiti che al contrario necessitano di argomentazioni, analisi della complessità e valutazioni critiche. L’irrompere della normalità, della quotidianità, accompagnato dalla perdita dell’eccezionalità del politico e delle sue funzioni sociali, ha trascinato con sé la prevalenza emotiva che quel quotidiano caratterizza, così come la percezione del mondo schiacciata sul tempo e sul luogo di tale quotidianità. In un contesto così complesso e mutevole qual è lo spazio pubblico contemporaneo e le sue diverse declinazioni fisiche, digitali e immaginarie, la dimensione del politico può oggi essere analizzata andando oltre la sua dimensione storico-ideologica e interpretandola come uno dei tanti aspetti della vita quotidiana: un insieme di suggestioni e immagini, di parole e emozioni. In questo senso gli elementi democratici di un sistema politico – leader, comunicazione, partecipazione – diventano oggetti e soggetti di un immaginario collettivo condiviso, fanno perno su immagini e riferimenti culturali tanto del sistema culturale classico quanto dell’industria culturale. L’emozione prevale sulla ragione secondo forme narrative e di partecipazione che nascono dal basso. I flussi esperienziali e comunicativi si fanno reciproci e orizzontali, la politica prende in prestito dal quotidiano pratiche espressive, linguaggi e immagini per abitare alla pari nuovi e vecchi ambienti sociali, reali e virtuali, diretti e mediati.
L’intento di questo lavoro è quello di articolare una teoria dell’emotività sociale come chiave di lettura per ridefinire pratiche e relazioni sociali, individuando nuove formule e nuovi strumenti del politico per comunicare e interagire, per essere
nelle mutevoli declinazioni emozionali del presente.
A Ersilia, per stabile i rapporti che reggono la vita della città, gli abitanti tendono dei fili tra gli spigoli delle case, bianchi o neri o grigi o bianco-e-neri a seconda che segnano relazioni di parentela, scambi, autorità, rappresentanza. Quando i fili sono tanti che non si può più passare in mezzo, gli abitanti vanno via: le case vengono smontate; restano solo i fili e i sostegni dei fili.
Dalla costa di un monte, accampati con le masserizie, i profughi di Ersilia guardano l’intrico di fili tesi e pali che si innalza nella pianura. È quello ancora la città di Ersilia, e loro sono niente.
Riedificano Ersilia altrove. Tessono con i fili una figura simile che vorrebbero più complicata e insieme più regolare dell’altra. Poi l’abbandonano e trasportano ancora più lontano sé e le case.
Così viaggiando nel territorio di Ersilia incontri le rovine delle città abbandonate, senza le mura che non durano, senza le ossa dei morti che il vento fa rotolare: ragnatele dei rapporti intricati che cercano una forma.
Le città invisibili
Italia Calvino
Capitolo 1. DAL PRIVATO AL PUBBLICO E VICEVERSA: LA MESSA IN SCENA DELLE EMOZIONI
Controlliamo il mondo meno di quanto lo sentiamo
(Maffesoli, 2009, p. 144). La natura del legame sociale prima di essere razionale e utilitaristico è passionale ed emozionale. La passione è il motore del quotidiano individuale e del legame sociale, anche attraverso quel principio che già Eraclito individuava come Polemos , la divinità del destino e del conflitto che domina ogni aspetto della vita. Il conflitto come motore relazionale non è affatto razionale, ma si fonda sulla passione: anche le idee, sono spesso frutto della polemica, del confronto emotivamente spinto. Non a caso il pensiero politico è anche un gioco di pro e contro, di tesi e antitesi. Ma ciò che vale per la dimensione politica è a fortiori valido per il quotidiano nel quale si dispiega la vita sociale: il lavoro, il privato, la spinta a migliorare se tessi e la propria comunità sono animati da un sentimento passionale universale. La politica, comunque incarnata, dovrebbe fare del governo delle passioni sociali la propria spinta ideale e pratica, permettendo l’accentuazione ora di una ora dell’altra delle due dimensioni della vita sociale: la società , nei suoi aspetti più razionali e istituzionali e la socialità nella connotazione emozionale che le è propria. In un momento in cui il politico sembra essersi ridotto nel significato, ma soprattutto nella sua funzione organizzatrice e regolatrice, la tendenza è che prevalga la socialità sulla società, la contingenza sulla programmazione e