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Programma dIstruzione: Scritti sulla scuola e sull'educazione
Programma dIstruzione: Scritti sulla scuola e sull'educazione
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Programma dIstruzione: Scritti sulla scuola e sull'educazione

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About this ebook

Lo sfascio dell'istituzione scolastica narrato da chi vi ha insegnato per oltre un ventennio.

Un libro che induce a riflettere sulla degenerazione che affligge l'istruzione statale da decenni, sulle dinamiche diseducative che la caratterizzano, sulle pressioni che su di essa esercitano enti, associazioni e fondazioni, sui conflitti di interesse in settori strategici come quello dell’educazione alimentare, sul processo di aziendalizzazione e privatizzazione mascherata che sta erodendo le sue fondamenta grazie a discutibili iniziative (Alternanza Scuola-Lavoro) o i "Buoni Scuola" di Coop, Esselunga e McDonald’s, e sull'assottigliamento che la tanto decantata libertà di insegnamento, prevista dalla Costituzione, sta subendo.

Un libro scritto da un insegnante che, dopo ventisette anni di docenza, ha preferito ritirarsi, piuttosto che sentirsi complice del crollo di un’istituzione così importante e strategica come la nostra Scuola.

LanguageItaliano
Release dateJul 9, 2020
ISBN9788869346675
Programma dIstruzione: Scritti sulla scuola e sull'educazione
Author

Pietro Ratto

Pietro Ratto è filosofo, saggista, giornalista e scrittore. Laureato in Filosofia e Informatica, è professore di Filosofia, Storia e Psicologia. Pietro Ratto ha al suo attivo numerosi libri e ha vinto diversi premi letterari di Narrativa e Giornalismo ed ha partecipato a svariati Convegni filosofici. In ambito filosofico ha scritto La Passeggiata al tramonto. Vita e scritti di Immanuel Kant (2014-2019), la raccolta di suoi saggi BoscoCeduo. La Rivoluzione comincia dal Principio (2017) e il saggio Come mi cambiano la vita Socrate, Platone e Aristotele (2020). In ambito storico ha scritto: Cronache di una pandemia. I primi nove mesi di un incubo (2020), L'Industria della vaccinazione- Storia e contro-Storia (2020), Le Pagine strappate (2014-2020), I Rothschild e gli Altri (2015), L'Honda anomala. Il rapimento Moro, una lettera anonima e un ispettore con le mani legate (2017), La Storia dei vincitori e i suoi Miti (2018), Rockefeller - Warburg. I grandi alleati dei Rothschild (2019) e Il gioco dell’Oca. I retroscena segreti del processo al riformatore Jan Hus (2014-2020). Ha pubblicato anche i romanzi La Scuola nel Bosco di Gelsi (2017), Senet (2018), Il Treno (2019) e Il Testimone (2020), oltre alla raccolta di saggi polemici sulla degenerazione della scuola pubblica e le lobbies che la gestiscono, intitolata Programma dIstruzione (2020). Gestisce i siti BoscoCeduo.it e IN-CONTRO/STORIA, oltre a un affollatissimo canale YouTube e a una vivace pagina Facebook, chiamati entrambi BoscoCeduo. Dal 2019 amministra una piattaforma di contenuti di aggiornamento e approfondimento delle tematiche affrontate nei suoi libri, BoscoCeduoPro.

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    Programma dIstruzione - Pietro Ratto

    © Bibliotheka Edizioni

    Piazza Antonio Mancini, 4 – 00196 Roma

    tel: +39 06.4543 2424

    info@bibliotheka.it

    www.bibliotheka.it

    I edizione, luglio 2020

    e-Isbn 9788869346675

    È vietata la copia e la pubblicazione, totale o parziale,

    del materiale se non a fronte di esplicita autorizzazione scritta

    dell’editore e con citazione esplicita della fonte.

    Curatore della collana: Pietro Ratto

    Disegno di copertina: Paolo Niutta

    www.capselling.it

    Progetto grafico: Riccardo Brozzolo

    Pietro Ratto

    Filosofo, storico, giornalista e scrittore, Pietro Ratto ha al suo attivo numerosi libri.

    In ambito filosofico ha scritto La Passeggiata al tramonto. Vita e scritti di Immanuel Kant (2014-2019), la raccolta di suoi saggi BoscoCeduo. La Rivoluzione comincia dal Principio (2017) e il saggio Come mi cambiano la vita Socrate, Platone e Aristotele (2020) e in ambito storico: Le Pagine strappate (2014-2020), I Rothschild e gli Altri (2015), L’Honda anomala. Il rapimento Moro, una lettera anonima e un ispettore con le mani legate (2017), La Storia dei vincitori e i suoi Miti (2018), Rockefeller - Warburg. I grandi alleati dei Rothschild (2019) e Il gioco dell’Oca. I retroscena segreti del processo al riformatore Jan Hus (2014-2020) L’industria della vaccinazione. Storia e contro-Storia (2020).

    Ha pubblicato inoltre i romanzi La Scuola nel Bosco di Gelsi (2017), Senet (2018), Il Treno (2019) e Il Testimone (2020).

    Gestisce i siti BoscoCeduo.it e IN-CONTRO/STORIA, oltre a un affollatissimo canale YouTube e a una vivace pagina Facebook, chiamati entrambi BoscoCeduo.

    Skepsis

    Skepsis una collana editoriale che raccoglie studi e saggi nati da una voglia matta di rimettere in discussione tutti quei temi e tutti quei contesti che, da troppo tempo, la nostra cultura trasmette in maniera disincantata e stereotipata.

    Argomenti tutt’altro che scontati come quelli dell’educazione dei giovani, della didattica, della ricerca del significato dell’esistenza umana in tutte le sue declinazioni e della sua affascinante comprensione filosofica.

    Una collana frizzante e vivace cui accostarsi con genuino entusiasmo e onesta apertura mentale.

    L’importanza strategica della Scuola pubblica l’hanno capita in pochi. Più o meno gli stessi che si sono affrettati a controllarla e a monopolizzarla

    Pietro Ratto

    Involuzione, Indottrinamento, Ipocrisia

    Post 1

    Le loro menti limitate hanno partorito un sistema scolastico atto a forgiare personalità fragili, suggestionabili, sprovvedute, incapaci di esprimersi e difendersi. Hanno riempito le città di cadaveri che fanno la coda nei supermercati, illudendosi così di essere vivi. In tal modo, servendosi di pseudo-giornalisti tutti sottomessi al loro potere, hanno potuto improvvisare una propaganda mediatica rozza, scontata, così spudoratamente manifesta da risultare persino imbarazzante.

    Non hanno fatto, però, i conti con i pochi che, in questi anni, hanno mantenuto attivo, perfettamente efficiente, il proprio cervello. Quei pochi che hanno intuito fin troppo bene i loro obiettivi, che quotidianamente smascherano ogni loro trucco da quattro soldi. Quei pochi che non accetteranno mai di farsi prendere in giro.

    Quei pochi che mai acconsentiranno a svendere la propria libertà.

    3 dicembre 2017

    Le vere finalità dell’Autonomia scolastica e le otto mosse per raggiungerle

    La cosiddetta Autonomia scolastica, messa a punto dalla Riforma Berlinguer nel 1999, ha scaraventato l’istruzione pubblica italiana in un baratro senza fine. I mass media, però, si sono ostinati ad occultare sistematicamente gli espedienti, le motivazioni e le finalità di questa perversamente geniale trasformazione del mondo della Scuola in una gigantesca azienda, in una colossale e vergognosa fabbrica dell’ignoranza dei molti e del profitto economico dei soliti pochi, che ormai persegue gli stessi identici obiettivi di una banca o di una multinazionale. Quello che segue è l’ottalogo che riassume alcuni dei punti fondamentali dell’allucinante progetto tramite cui, questa diabolica distruzione della cultura di un Paese, è stata meticolosamente messa in atto, nel corso degli ultimi quindici anni.

    1. Elaborare e mettere in atto un Sistema scolastico in virtù di cui ogni Istituto sia, almeno in apparenza, AUTONOMO. Soprattutto da un punto di vista economico: ogni scuola riceverà infatti ogni anno un tot di soldi con cui dovrà gestirsi autonomamente nel corso dell’intero periodo;

    2. Far dipendere però i finanziamenti ministeriali destinati annualmente a ciascuna scuola, dall’effettivo numero di studenti iscritti e dalle strategie opportunamente approntate per attirarli. Meglio ancora: attenuare progressivamente la differenza tra pubblico e privato, consentendo agli imprenditori che monopolizzano la politica del Paese di influenzare la didattica attraverso i propri fondi, così da permetter loro di investire proficuamente nel sistema istruzione sia per ricavarne guadagni diretti, sia per plasmare la mentalità e la formazione dei giovani che diventeranno i loro futuri dipendenti;

    3. Spingere così i singoli Istituti scolastici statali a competere tra loro per accaparrare clienti, elaborando Progetti sempre più accattivanti, settimane corte, viaggi, corsi aggiuntivi stimolanti e non impegnativi (il tutto con enormi guadagni da parte delle aziende private dislocate nel territorio) e, contemporaneamente, attenuando sempre più i carichi di lavoro degli alunni, la severità delle verifiche e delle norme disciplinari a cui attenersi e, di conseguenza, abbassando radicalmente la media annuale degli alunni respinti;

    4. A tale scopo, trasformare i Presidi in Dirigenti concentrati soprattutto sugli aspetti economici e burocratici delle loro scuole. Dirigenti ben consapevoli dell’importanza di aumentare, di anno in anno, il numero di studenti ottenendo in cambio più fondi per l’Istituto e, per questo stesso motivo, il più possibile schierati con le famiglie e con gli alunni contro i docenti troppo esigenti. Dirigenti che, come tali, non godono di alcuna tutela sindacale e che quindi possono essere ricattati dall’alto, tenuti costantemente sotto la minaccia di venir sospesi, se non trovano il modo di indurre la maggioranza dei loro Collegi docenti – con ogni mezzo e con qualsiasi forma di ricompensa – a votare quei provvedimenti che il Ministero pretende, ma che, per salvare le democratiche apparenze, debbono risultare decisi dal basso. Dirigenti blindati, tanto ricattabili dall’alto quanto inattaccabili dal basso, autorizzati dal Ministero a comportamenti anti-sindacali (come il mancato pagamento di permessi o congedi retribuiti, o come – in concomitanza di uno sciopero – lo spostamento di quelle stesse iniziative contro cui l’agitazione è stata proclamata), indotti così a prendere decisioni anche illegittime nei confronti del personale, nella consapevolezza che i sindacati ufficiali molto difficilmente si metteranno contro di loro. Dirigenti più che certi che, anche nella improbabile eventualità che un loro dipendente si spingesse fino al punto di trascinarli in tribunale per veder tutelati i propri diritti e che, in ragione di ciò, un Giudice decidesse di condannarli, il pagamento dei danni e delle spese processuali non toccherebbe a loro, ma al Ministero, cioè allo Stato. Cioè ai cittadini, lavoratore ricorrente compreso. Non a caso, sempre più spesso l’insegnante vittima di un’ingiustizia si sente sfidare dal proprio Dirigente Scolastico con frasi del tipo: "Se ritiene, apra pure un contenzioso contro di me";

    5. Screditare di fronte all’opinione pubblica i docenti quanto alle loro conoscenze e alle loro capacità didattiche e educative, sottoponendoli a rigidi controlli, a intimidatorie valutazioni ed ispezioni esterne ed all’esplicitazione e formalizzazione di qualsiasi loro scelta didattica o valutativa tramite sterili e ansiogene griglie, verbali, piani di lavoro, programmi, elenchi di obiettivi didattici e educativi, moduli, ecc. alimentando in essi il timore di eventuali ricorsi da parte di alunni i cui risultati scolastici non soddisfacenti non siano stati ampiamente giustificati. Irregimentare, insomma, ogni attività di docenza in un sistema di regole sempre più soffocanti e puramente formali, ricorrendo anche allo strumento dei Dipartimenti, tramite cui il Dirigente possa obbligare ogni insegnante ad attenersi a criteri comuni in ogni suo passo, impedendo così pericolose forme di individualismo o di personalismo che, a qualunque titolo, possano compromettere – mediante valutazioni non sempre indulgenti o atteggiamenti non troppo permissivi – il progressivo accaparramento di alunni e fondi. Per indebolire al massimo la posizione degli stessi insegnanti nei confronti del Dirigente, precarizzare il più possibile il loro lavoro, così da sviluppare succubanza e sottomissione. Con la complicità dei sindacati, trasformare infine il docente in un impiegato che meccanicamente timbra, somministra, applica griglie, recupera, compila moduli e ri-timbra. In generale dividere i colleghi, indurli a forme di competizione reciproca, ad atteggiamenti delatori, a forme di vicendevole boicottaggio, in un clima in cui nessuno osi più dire apertamente ciò che pensa. Atteggiamento, questo, che proficuamente si trasferisce da docenti ad alunni. I quali imparano a scrivere nei temi ciò che vuole l’insegnante, che a sua volta ha predisposto le tracce secondo i parametri del Dipartimento, che ha applicato le norme del Dirigente, che decide secondo l’Ordinanza Ministeriale.

    6. Ridurre così l’alunno a cliente da coccolare, vezzeggiare, attirare in tutti i modi, aspettandosi sempre meno dalla sua preparazione, provvedendo

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