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Manuale di Cucina BioEvolutiva
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Ebook648 pages4 hours

Manuale di Cucina BioEvolutiva

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About this ebook

Cucina BioEvolutiva, all’avanguardia sul web per quel che riguarda le tematiche di alimentazione e salute, ti guida con squisite ricette dal crudismo al fruttarismo attraverso l’igiene naturale, per uno stile di vita sano ed etico, a bassissimo impatto ambientale.

La parte teorica di questo manuale contiene utili informazioni sull’arte culinaria crudista che utilizza al posto della cottura una seria di tecniche per la preparazione del cibo: ammollo, germinazione, pressatura, fermentazione, disidratazione, marinatura,frullatura, centrifugazione, sminuzzamento e tagli speciali.

Le 150 ricette sono corredate da foto a colori e video tutorial.
LanguageItaliano
Publishermylife
Release dateOct 21, 2015
ISBN9788863867008
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    Book preview

    Manuale di Cucina BioEvolutiva - Elisa Averna

    Prefazione

    La Natural Hygiene non è un sistema dietologico, né un complesso di diete particolari, ma un sistema di precetti sullo stile di vita.

    La Natural Hygiene non è un sistema di cure per curare (rimediare) alle malattie, ma un programma di vita.

    La Natural Hygiene non sostituisce le medicine con le diete,

    il digiuno, i bagni di sole e il movimento, ma utilizza i fattori della salute in quanto bisogni primordiali di vita.

    H.M. Shelton

    Sono contento di scrivere la Prefazione di questo libro che può essere considerato a buon diritto il primo manuale pratico italiano per avvicinarsi a un’alimentazione vegana/crudista/fruttariana, d’impronta igienista, e sul come e perché praticarla.

    L’alimentazione, intesa nel suo insieme per come e cosa si mangia, qualità e quantità del cibo, le sequenze, le combinazioni, gli orari migliori ecc., è uno dei cardini su cui si fonda l’approccio alla salute della Natural Hygiene, igienismo o igiene naturale in Italia.

    Per l’igienismo, l’alimentazione è uno dei fattori che condiziona la salute, è uno strumento da utilizzare al meglio per raggiungere con più facilità i nostri obiettivi, irrealizzabili in uno stato di salute precario, minacciato costantemente da scelte alimentari sbagliate.

    Insieme all’alimentazione, l’igienismo tiene conto poi di altri importanti elementi, quali le convinzioni, gli atteggiamenti emotivi e la postura/riposo/movimento.

    Il fulcro dell’igienismo è la salvaguardia dei livelli di energia, e anche l’alimentazione rientra in questo quadro.

    Se non si hanno energie sufficienti per smaltire la tossiemia (presenza nel sangue di sostanze tossiche di origine endogena), le scorie metaboliche si accumulano oltre i limiti di tolleranza. Superati questi limiti l’organismo, per gestire questa emergenza, utilizza strategie alternative per abbassare la tossiemia. Queste strategie sono chiamate malattie acute (tentativo di bruciare con febbre, infiammazioni, eruzioni cutanee, diarrea ecc.); se la malattia acuta non dà risultati, l’organismo si organizza per gestire la tossiemia all’interno con creazioni di condizioni (malattie) cronico-degenerative.

    Da questi presupposti si comprende l’importanza dell’alimentazione nella gestione della tossiemia: mangiando meglio sia nel contenuto che nel modo forniamo alle cellule un nutrimento migliore e nello stesso tempo sprechiamo meno energie per il processo digestivo, energie che possiamo mettere a disposizione degli organi della disintossicazione, che svolgono in questo modo il loro lavoro al meglio.

    L’igienismo considera la malattia come strumento per recuperare benessere, perciò in quest’ottica i significati di salute e malattia sono ribaltati, le nuove presupposizioni sembrano andare contro il comune senso della logica.

    Il primo assunto è che la salute è la condizione normale degli organismi viventi.

    La malattia, intesa come corredo sintomatologico, è interpretata come una strategia dell’organismo per ritornare ad uno stato di salute ottimale, una scelta vitale e fisiologica finalizzata alla sopravvivenza.

    I consigli che trovi nel Manuale di cucina Bioevolutiva sono importanti e sono esaustivi rispetto a una alimentazione in perfetta sintonia con i presupposti igienisti e i bisogni fisiologici dell’organismo umano.

    Dottor Giuseppe Cocca

    Cucina bioevolutiva®

    Nasciamo in rete nel gennaio 2013 come azienda di divulgazione di ricette etiche e salutiste. La cucina che proponiamo, dunque, esclude gli ingredienti animali e di origine animale, i cibi industriali contenenti conservanti e additivi chimici e utilizza solo alimenti coerenti con una scelta di vita non violenta e principi salutistici.

    Ci siamo fatti conoscere grazie a preparazioni d’avanguardia nel campo del raw food, come la prima pasta corta crudista, il riso crudista, la cioccolateria fruttariana, le sfoglie fruttariane per dolci ecc. La cucina alla quale ci dedichiamo percorre gli ultimi tre step della scala evolutiva alimentare (veganesimo, crudismo, fruttarianismo), proponendo passaggi graduali dall’uno all’altro sistema alimentare, sulla scorta delle nostre esperienze personali e avvalendoci della collaborazione di medici naturopati, specialisti in nutrizionismo igienista, crudismo e fruttarianismo. L’obiettivo finale è quello di offrire una via facilitata alla migliore alimentazione adatta all’essere umano: la dieta vegan crudista – fruttariana igienista.

    Il nostro team è costituito da tre persone: la Creator of a New Raw Cooking Art (Elisa Averna) ormai instradata verso il crudismo, il grafico, ora tendente al fruttarianismo e un collaboratore esterno, fruttariano radicato ormai in Thailandia. La bio-evoluzione alimentare ha coinvolto e continua a coinvolgere ognuno di noi che l’ha vissuta e la vive ogni giorno sul proprio corpo e nella propria mente, condividendo l’idea che l’esperienza diretta sia superiore a ogni ipotesi e teoria. Non siamo legati a nessun condizionamento religioso e a nessuna ideologia new age, non siamo satelliti di nessuna azienda, non facciamo parte di nessun gruppo o setta, ma siamo semplicemente persone libere e autonome, unite tra di noi da una visione del mondo non antropocentrica e da un solo punto fermo nelle nostre scelte: la non violenza.

    CAPITOLO I

    INTRODUZIONE AL CRUDISMO

    Che cos’è il crudismo?

    Il crudismo è un sistema alimentare energetico, alcalinizzante (impedisce cioè che il pH dell’organismo devi verso l’acidità, stato che può favorire o accompagnare la gran parte delle patologie), stabilmente depurativo e chelante (riduttivo dei metalli pesanti, tossici per l’organismo e presenti nell’ambiente e nel cibo). È volto quindi a rafforzare il sistema immunitario in modo che questo possa lavorare al suo massimo potenziale. Tuttavia è semplicistico definire il crudismo solo come sistema alimentare, perché è uno stile di vita che ha a che fare con tanti aspetti del nostro esistere. I benefici che se ne traggono non riguardano pertanto soltanto il corpo e la mente dell’individuo, ma anche e soprattutto, come vedremo meglio più avanti, l’ambiente e la collettività. Nutrirsi di cibo non cotto è dunque un’importante prerogativa del crudismo, ma non è la sola e non va considerata isolatamente.

    La cucina crudista

    Precisiamo subito due punti importanti sulla cucina crudista rivolti soprattutto a chi non è particolarmente ferrato in materia o a chi proprio non ne sa nulla ma ne è comunque incuriosito.

    I) Mangiare crudo non significa necessariamente mangiare freddo, ma mangiare cibo non cotto nel senso tradizionale (che prevede una temperatura superiore ai 42°C). Con una cottura non superiore ai 42°C, si mantengono vive tutte le proprietà nutritive degli alimenti, che le alte temperature in gran parte distruggono. I cibi, nel crudismo, possono essere scaldati senza per questo far disperdere le vitamine, i minerali, gli enzimi e le altre sostanze nutritive. Il sistema più adottato per scaldare è quello del bagnomaria che, con l’aiuto di un termometro per alimenti, permette di avere un maggiore controllo sulla temperatura da non superare. Nel caso delle zuppe si può anche scegliere di ottenere il tepore desiderato con l’aggiunta di un po’ di acqua calda direttamente nel preparato.

    II) Mangiare crudo non significa non cucinare, per chi ama farlo, perché esiste una specifica arte culinaria crudista che utilizza al posto della cottura tutta una seria di tecniche per la preparazione del cibo (ammollo, germinazione, pressatura, fermentazione, disidratazione, marinatura, frullatura, centrifugazione, sminuzzamento e tagli speciali ecc.), che rendono le pietanze molto appetitose e la loro preparazione stimolante.

    La cucina crudista è uno sfoggio di colori e sapori. La cottura, infatti, spegne i colori e i sapori. Tutto ciò che nella cottura diventa profumo viene trattenuto in gusto e sostanza nel cibo crudo. Se il cibo cotto emana profumo, il cibo crudo lo trattiene in sé come gusto, non lo disperde, ragione per cui il cibo crudo è tutto sapore. Ci sono dunque infinite possibilità di preparare attraenti pietanze crude, dolci e salate. E allora perché molti ancora hanno una forte resistenza nei confronti del cibo crudo? Il problema non è tanto visivo, perché la differenza tra una mela cotta morta nella cottura e una mela cruda viva e fragrante è palese. Il problema sta proprio nella percezione del sapore. Se il gusto è viziato da anni e anni di cibi e condimenti cotti, il palato è insensibile alle sfumature. Ad esempio, come il sapore di una carota cruda per un accanito fumatore non è nemmeno paragonabile a quello avvertito da un non fumatore, così, il sapore di una carota cruda per un non fumatore avvezzo alla cucina cotta non sarà mai lo stesso di quello sentito da un crudista puro. Per il palato di un crudista quella stessa carota ha un sapore 2-3 volte più intenso. Il gusto va gradualmente stimolato nella sua capacità di assorbire sapori nuovi.

    Gli alimenti cotti per un crudista non hanno la minima attrattiva, perché non sanno più di nulla e risultano senza nerbo. Benché siano i profumi ad attrarre per primi, il crudista preferisce godere di quel profumo in bocca, trasformato in gusto intensificato. La soluzione per apprezzare sempre più la cucina crudista consiste appunto nell’abituare il palato ad apprezzare il sapore vivo della natura. Il gusto quindi è un senso che non va mortificato ma semplicemente rieducato.

    Che cosa mangiano i crudisti?

    I crudisti non si fanno mancare il meglio che la natura può offrire, vale a dire frutta, verdure, noci, semi, germogli coltivati in maniera biologica ed ecosostenibile. Mangiano dunque solo cibi naturali per la dieta umana, come è giusto che sia, anche a prescindere dalle origini frugivore dell’essere umano, costituzionalmente e morfologicamente adatto a una dieta a base di frutta e semi (vedi conformazione della mascella, lunghezza dell’intestino, apparato digerente e altre peculiarità della sua fisiologia), ma soprattutto guardando alla nostra attuale anatomia (assenza di artigli, di denti aguzzi e taglienti ecc.) e alla sua evoluzione.

    I crudisti consumano dal 35 al 60 per cento di frutta fresca, dal 20 al 40 per cento di verdura (soprattutto a foglia verde), dal 5 al 20 per cento di noci, semi e germogli, il 10 per cento di frutta secca e di condimenti di vario genere. La frutta e la verdura dunque rappresentano la parte principale del sistema alimentare di un crudista, essendo le noci, i semi e i germogli consumati in misura minore. Proteine, grassi e amidi, presenti in quantità differenti in tutti gli alimenti, sono assunti in modo limitato, secondo il corretto fabbisogno del corpo umano e conformemente a una dieta ben bilanciata (normalmente seguono la proporzione 80 per cento carboidrati, 10 per cento grassi, 10 per cento proteine). I crudisti, consumando una grande varietà di vegetali, si assicurano l’apporto di tutti gli aminoacidi che servono alla creazione delle proteine necessarie.

    I crudisti mangiano tutta una serie di superalimenti, fonti importantissime di energia, che nel sistema alimentare tradizionale purtroppo vengono spesso ignorati.

    I crudisti assumono per lo meno l’80 per cento di cibo che nelle reazioni metaboliche è alcalino e questo perché i livelli elevati degli acidi possono compromettere il buon funzionamento dell’organismo. Pertanto essi evitano i cibi acidificanti, ossia tutti quelli innaturali per l’essere umano:

    tutti i prodotti animali (carne, uova, latte e derivati). L’uomo non è fisiologicamente adatto a metabolizzare le proteine animali, infatti queste producono una forte acidosi nell’organismo che, per contrastarla, si trova a prelevare minerali di riserva, come per esempio il calcio dalle ossa (osteoporosi);

    cibi industrialie cibi spazzatura (merendine, bibite gassate, dadi con glutammato ecc.);

    alcol e sostanze eccitanti;

    cibi elaborati artificialmente o non commestibili crudi allo stato naturale (es.: cereali). Nel crudismo si parte da un semplice principio: più un alimento ha bisogno di essere manipolato dall’uomo, meno questo è adatto alla sua alimentazione. Tutto ciò che necessita di trasformazioni eccessive, cottura compresa, è dunque escluso. Pensiamo al grano, più adatto all’apparato digerente di un granivoro e non certo a quello umano, se consideriamo tutto il processo di lavorazione che deve subire un chicco di grano per essere digeribile all’uomo. I granivori con il loro apparato digerente riescono a fare quello che l’uomo fa con le macine.

    Perché mangiare crudo?

    Più la temperatura sale oltre i 42°C più indebolisce le sostanze organolettiche termolabili e idrosolubili, fino a distruggerle. Dai 60°-70°C queste sostanze vengono totalmente inattivate. Vitamine, minerali, proteine ed enzimi perdono il loro potere: non sono efficienti nel combattere le malattie croniche e la buona digestione ne è compromessa.

    Inoltre, certi tipi di cottura aumentano la tossicità del cibo, come la cottura alla griglia o alla brace notoriamente cancerogene.

    Per capire meglio che la vitalità di un alimento si mantiene perfettamente integra fino ai 42°C, ci basti riflettere su un semplice ragionamento: se piantiamo un seme crudo, il seme germoglierà e diventerà una bella pianta; ma se seminiamo un seme cotto, non crescerà proprio un bel niente, perché il seme cotto oltre 44°C è un seme morto. Ne deduciamo che il calore artificiale prodotto dal fuoco denatura il cibo e ne abbatte le proprietà o comunque le compromette seriamente. Inoltre la cottura rende l’alimento pesante, obbligando il nostro corpo a uno sforzo digestivo non indifferente per digerirlo: una mela cruda, per esempio, si digerisce in un’ora, una mela cotta in tre. La cottura artificiale non aggiunge nulla di realmente positivo all’alimento naturale.

    Il cibo crudo, al contrario, mantiene una grande quantità di fitonutrienti e di minerali che aiutano gli organi eliminatori (colon, reni, pelle e polmoni) a espellere le tossine1, trattenendo però tutte le sostanze di cui hanno bisogno per svolgere il loro lavoro e quindi mantenere la buona salute dell’organismo.

    Assumere cibo crudo facilita la digestione, essendo il tratto digestivo alleggerito da molte scorie, cosa che implica una miriade di effetti benefici che più avanti vedremo (ricordiamoci che, come ci insegnano i padri dell’igienismo, siamo ciò che digeriamo e assimiliamo).

    L’essere umano è l’unico animale a cuocere i propri cibi e a complicarsi quindi la digestione. I cibi cotti, infatti, sono meno digeribili in quanto provocano la formazione di un acido dannoso che i cibi allo stato naturale, quello crudo appunto, non provocherebbero. L’ingerimento di cibo cotto, come la biochimica insegna (v. studi di Kouchakoff, C. Lusignani, Lino Businco ecc.), è un’aggressione al nostro organismo, perché, finito il pasto, i globuli bianchi aumentano. Ogni aumento di globuli bianchi nel sangue è una risposta del nostro sistema immunitario a un vero e proprio attacco. Ogni attacco è una lotta interna che deve riportare il sistema in equilibrio con il conseguente indebolimento del sistema immunitario, e ogni indebolimento è causa di malattie. Questo fenomeno di aggressione viene di molto attenuato se almeno, prima di un pasto cotto, si prepara lo stomaco e la digestione con un antipasto crudo. Perché quindi costringere il nostro corpo ogni giorno a battagliare per ripristinare il suo equilibrio? Un crudista, dopo il pasto, non subisce alcun aumento di globuli bianchi e mantiene in automatico il sistema in equilibrio. L’equilibrio chimico del corpo è di primaria importanza. Le malattie degenerative proliferano in ambienti acidi, mentre la salute si rafforza in un ambiente alcalino.

    Il cibo crudo favorisce la buona circolazione sanguigna. Grazie alla grande quantità di acqua e di clorofilla consumata durante un pasto crudo e a un apporto di calorie più leggero rispetto a un pasto tradizionale classico, la digestione necessita di meno sangue, avvantaggiando così la rigenerazione e l’ossigenazione dei muscoli e del cervello2. Inoltre le proteine contenute nelle verdure a foglia, nei germogli e nei legumi germogliati, essendo facili da digerire, offrono un migliore rendimento energetico.

    Mangiare crudo significa mantenere un pH equilibrato (il livello ottimale del pH ematico nell’essere umano ha un valore intorno a 7.4), e vivere in un corpo disintossicato e rigenerato significa avere il massimo riguardo verso noi stessi, i nostri affetti e la società in cui viviamo. Una società in salute non può che essere una società produttiva e felice.

    La cucina crudista viene definita anche vibrazionale, perché come dimostrato negli anni Trenta dall’ingegnere francese André Simoneton, esperto di elettromagnetismo, gli alimenti oltre al loro potere calorico (chimico-energetico) possiedono un potere elettromagnetico (vibrazionale), presente nella massima misura in frutta e verdure fresche e crude fino a degradarsi e annullarsi negli alimenti proteici animali, nel processo di cottura e nelle preparazioni industriali. Più vitale è un organismo, più alte sono le sue vibrazioni. Maggiore è dunque l’assunzione di cibi con alte vibrazioni energetiche, vale a dire cibi vegetali freschissimi e crudi, più sani siamo.

    Benefici del crudismo

    I benefici che si ricavano da un’alimentazione crudista sono davvero innumerevoli e ognuno li può constatare con i propri occhi man mano che procede con l’assunzione di cibo crudo. Alcuni di questi benefici danno anche molta soddisfazione sul piano estetico.

    Benefici individuali

    Raggiungimento del peso forma: corpo agile, privo di gonfiori e adipe in eccesso.

    Disintossicazione progressiva dell’organismo.

    Nessun senso di privazione: si mangia di meno, perché si assimilano più sostanze nutritive.

    Ritardo visibile dei segni dell’invecchiamento.

    Pelle più sana e luminosa a seguito della depurazione del fegato.

    Regressione di malattie anche gravi, croniche, degenerative, neoplastiche (quando la dieta crudista è alternata a digiuni periodici, riesce ad avere un vantaggio sulla rapidità dello sviluppo della malattia).

    Progressiva riduzione o cessazione dell’uso di farmaci.

    Raggiungimento di una forma fisica smagliante e quindi capacità di reagire positivamente a effetti dannosi (fatica, freddo, caldo ecc.), minore o nessuna incidenza delle malattie ed eventuale rapida guarigione.

    Riduzione degli stati ansiosi e maggior calma interiore.

    Aumento dell’energia mentale e fisica.

    Migliori prestazioni atletiche.

    Riduzione fino alla cessazione degli odori corporei intensi.

    Regolazione della pressione sanguigna.

    Stabilizzazione degli zuccheri e dei grassi nel sangue.

    Ciclo mestruale ridotto e indolore.

    Regolazione del sonno e nessuna sonnolenza postprandiale.

    Movimenti intestinali regolari, senza costipazione o indigestione.

    Capelli più folti e luminosi, riduzione dei capelli bianchi e della caduta (dovuta questa soprattutto all’eliminazione del glutine) e rapida remineralizzazione per la crescita di nuovi capelli.

    Buon umore.

    Maggiore capacità di concentrazione.

    Come abbiamo accennato, lo stile di vita vegan-crudista comporta inoltre benefici anche per la società e migliora noi stessi come individui.

    Benefici per la società

    Si sprecano meno risorse.

    Si producono meno rifiuti solidi di imballaggio.

    Si offre un reale contributo nel ridurre la sofferenza inflitta agli animali.

    Si esce dalla mentalità consumistica.

    Se lo stile di vita vegan-crudista coinvolgesse ciascuno di noi, si avrebbe un sorprendente processo di miglioramento del mondo, di deinquinamento, soprattutto con la scomparsa degli allevamenti intensivi (la carne è infatti uno dei prodotti più dispendiosi, inefficienti e inquinanti con un consumo molto elevato di risorse: 1 kg di carne equivale a 35 metri quadrati di foresta, 15 kg di cereali, 15.500 litri di acqua e comporta l’emissione nell’atmosfera di 36 kg di CO2).

    La dieta crudista al momento rappresenta il regime migliore per vincere lo spettro della denutrizione nei Paesi sottosviluppati. Se un determinato appezzamento di terra è in grado di assicurare cibo a 10 persone che seguono una dieta onnivora, questo medesimo spazio è in grado di nutrire da 80 a 100 vegetariani, ma è anche sufficiente per saziare minimo 200 uomini che seguono la dieta naturale per la specie umana. Il numero di questi uomini aumenterebbe maggiormente se il regime alimentare fosse basato largamente sul consumo di frutta cruda3.

    Chiunque può diventare crudista o fare in modo che la sua dieta comprenda un’alta percentuale di cibo crudo, da anteporre a quello cotto di più lenta digestione. Certamente ci vuole tempo e perseveranza nell’imparare a godere del cibo crudo, soprattutto dopo anni e anni di cattive abitudini.

    È naturale in una fase di transizione accusare un senso di vuoto dovuto soprattutto alla mancanza dei carboidrati cotti. Nel tempo, però, il senso di fame si attenua e viene a sostituirsi un’appagante sensazione di leggerezza e purificazione dell’organismo.

    In questa transizione possono verificarsi alcuni temporanei effetti fastidiosi (da un giorno a una settimana), variabili da persona a persona (febbri, sfoghi cutanei e malesseri generali). Tali disturbi fisici e/o sensazioni emotive particolari sono dati sia dal processo di disintossicazione sia dall’apparato digerente che deve realizzare la sua totale efficienza. Le crisi di depurazione sono talvolta scatenate dalla convinzione dello stesso soggetto di dover necessariamente andarvi incontro come segnale che il suo corpo sta iniziando a liberarsi di tutte le tossine e veleni accumulati in anni di assunzione di cibi malsani. La remissione totale delle tossine può durare anche anni, a seconda del livello di intossicazione personale.

    La fase di detossificazione è delicata, perché l’organismo deve dirottare l’energia, altrimenti impegnata nelle digestioni laboriose, verso l’autoguarigione. Una volta iniziato il processo, è bene non interromperlo per non rallentarne l’evoluzione o ricadere nello stato tossico. Il muco comincerà a essere espulso dal corpo e si avvertirà un benessere sconosciuto. Superata questa fase si sperimenteranno tutti i benefici già descritti.

    Come cambiare gradualmente alimentazione

    La gradualità nel passaggio dal cibo malsano al cibo salutare è un metodo vincente, a meno che non si debba urgentemente cambiare sistema alimentare per via di gravi malattie.

    Normalmente si procede in questo modo:

    si eliminano i prodotti animali, a cominciare dalle carni, prima le rosse, poi le bianche, quindi il pesce e via via anche i derivati animali, sostituendoli con prodotti vegan;

    si eliminano i prodotti industriali e si incrementa l’uso di frutta e verdura;

    si eliminano fritti, soffritti e tutti i sistemi di cottura peggiori (cottura alla brace, alla griglia, al microonde, bollitura ecc.) a favore delle cotture migliori (al vapore, al forno, al cartoccio, su pietra ollare ecc.) e si usano condimenti a crudo;

    si sostituiscono i carboidrati cotti, i cereali con glutine (grano, orzo ecc.) con i cerali senza glutine (riso, miglio, mais ecc.) o con gli pseudo-cereali (quinoa, amaranto, grano saraceno ecc.). Poi si passa alle patate cotte al vapore, condite con gli stessi condimenti usati per la pasta. Le patate sostituiranno gradualmente la pasta. Queste infatti sono un ottimo piatto ponte verso il crudismo, perché danno un immediato senso di sazietà. Dopodiché la strada è spianata, con il tempo non si sentirà più l’esigenza delle patate, ma un richiamo irresistibile verso frutta e verdura fresche e crude.

    L’importante nel passaggio da una dieta all’altra è affrontare la disintossicazione in modo graduale, per un percorso verso un’alimentazione sana e senza traumi. Se non ci si sente pronti a un passo successivo, bisogna attendere e rispettare i propri tempi, per evitare inutili ricadute. Sarà lo stesso organismo a richiedere i cibi più sani e a rifiutare quelli insani.

    Alcune buone regole da seguire

    Mantenere un rapporto equilibrato tra i macronutrienti (carboidrati, proteine e grassi). Non consumare troppi grassi (cibi grassi: noci, semi, avocado e oli sono sì importanti fonti energetiche ma andrebbero limitati al 10 per cento o, al massimo, al 20 per cento). Una dieta crudista tipo, di 2.000 calorie al giorno, prevede il consumo di un piccolo avocado o, in alternativa, una piccola manciata di noci/semi, oppure 2-3 cucchiai di burro di nocciole o di tahin o di olio.

    Mangiare abbondante frutta fresca, che tra le tante altre cose costituisce un’importante fonte di carboidrati, soprattutto una volta eliminati i carboidrati cotti. La frutta fresca è da prediligere sempre alla frutta secca e ai datteri, che vanno consumati con moderazione.

    Consumare un quantitativo di calorie sufficienti. Le verdure crude hanno un basso contenuto calorico; contengono pochissimi grassi e carboidrati. Anche se sono straordinarie fonti di vitamine e minerali, non possono essere la sola fonte di calorie e vanno integrate con la frutta. Con le sole verdure non si riesce ad arrivare a un appropriato apporto calorico quotidiano.

    Consumare quantità sufficienti di verdure, soprattutto quelle a foglia verde, perché ricche di minerali (calcio, magnesio, sodio ecc.). La clorofilla presente nelle verdure a foglia verde è molto importante.

    Non eccedere con certe spezie, condimenti, aglio e peperoncino che possono disturbare la digestione. Ridurre al minimo il sale, se proprio non si riesce a evitarne il consumo, fermo restando che si possono salare i cibi con sedano o pomodori essiccati e polverizzati.

    Prestare adeguata attenzione alle combinazioni alimentari nei periodi immediatamente precedenti e successivi a un detox igienista, prima di tornare a un’alimentazione standard. Anche se in un’alimentazione crudista la questione delle combinazioni risulta notevolmente semplificata, l’uso di alcuni semplici accorgimenti può contribuire a facilitare

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