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Leyendas
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Ebook88 pages1 hour

Leyendas

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La promessa e altre leggende raccoglie sei racconti (o meglio, leyendas) di Gustavo Adolfo Bécquer, uno dei più grandi autori del Romanticismo spagnolo. Sei racconti in cui l’amore, spesso destinato alla sconfitta, ma non sempre alla tragedia, ci farà da guida tra le strade di una Spagna in bilico tra storia e leggenda.
Che sia l’amore provato da un locandiere per la sua amata o quello di un uomo per i suoi animali, Bécquer concede a tutti pari valore e, dunque, pari poesia. 
LanguageItaliano
Release dateSep 27, 2021
ISBN9788833468846
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    Leyendas - Gustavo Adolfo Bécquer

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    Leyendas

    di Gustavo Adolfo Bécquer

    Traduzione a cura di Cleide Lanzetta

    Direttore di Redazione: Jason R. Forbus

    Progetto grafico e impaginazione: Sara Calmosi

    ISBN 9788833468846

    Pubblicato da Ali Ribelli Edizioni, Gaeta 2021©

    Narrativa – Classici internazionali

    www.aliribelli.com – redazione@aliribelli.com

    È severamente vietato riprodurre, in parte o nella sua interezza, il testo riportato in questo libro senza l’espressa autorizzazione dell’Editore.

    Leyendas

    Gustavo Adolfo Bécquer

    Traduzione a cura di Cleide Lanzetta

    AliRibelli

    Indice

    Presentazione

    Introduzione. In viaggio con Bécquer

    La grotta della mora

    La rosa della Passione

    La promessa

    Il Cristo del teschio

    Alla Locanda dei gatti

    Che strano!

    Ringraziamenti

    Presentazione

    La scrittura narrativa di Gustavo Adolfo Bécquer ha da sempre affascinato i lettori di tutte le età, ma questo piacere sembra ancora in gran parte privilegio di coloro che conoscono la lingua spagnola, perché sono poche, e di non facile accesso, le traduzioni delle sue opere, nonostante l’importanza assoluta che rivestono nella storia della letteratura occidentale.

    Bello, giovane, affascinante e coltissimo, ma anche passionale e di salute cagionevole, Bécquer è l’esempio ideale dello scrittore bohémien che a Madrid cerca il successo in un’epoca, a metà dell’Ottocento, in cui la scrittura letteraria e in particolare quella narrativa poteva contare su un canale di diffusione nuovo ed estremamente capillare che era costituito dalla stampa periodica. In qualità di collaboratore di varie riviste, il poeta scrive articoli di politica o di costume riuscendo al tempo stesso a coltivare la sua profonda vena artistica attraverso la pubblicazione di racconti tratti dalla tradizione popolare e riscritti con una piena sensibilità romantica. Le Leggende si collocano all’interno di questa grande stagione narrativa che trova in Poe, Hoffmann e tanti altri autori del periodo un’estetica comune legata alla ricerca di un modello di scrittura apparentemente poco impegnativa, destinata all’intrattenimento di lettori e lettrici delle più diverse estrazioni sociali e culturali, costituendo di fatto un’alternativa amena alla lettura degli articoli di politica e di cronaca. Questa narrativa cerca di allontanare il lettore dalla realtà quotidiana, per immergerlo in una dimensione spesso onirica, a volte drammatica o addirittura terrificante, secondo il gusto crescente della cultura dell’epoca. Non a caso, è stato notato, molti racconti di Bécquer sono legati ad eventi o date celebrative vicine al giorno in cui dovevano essere pubblicati, costituendo proprio il tentativo di distacco dal dato storico per permettere al lettore uno sguardo diverso sulla quotidianità. Nonostante il carattere estemporaneo di questi scritti, pensati per una fruizione rapida ed effimera, le Leggende presentano spesso una incredibile qualità letteraria che di fatto costituisce il modello indiscusso di tanti grandi narratori degli anni successivi. Si è parlato di prosa poetica, del tutto coerente con lo stile e la prospettiva artistica dell’autore delle Rimas, e di una fama che giunge oltre oceano e contribuisce a creare, assieme alla sua poesia, le basi della scrittura modernista, riscrivendo di fatto una lunga tradizione di racconti leggendari e fantastici che costituivano da tempo la principale fonte di approvvigionamento del lettore alla ricerca di una scrittura disimpegnata e di evasione. Bécquer, fedele al proprio compito come artista, reinventa il genere, esplorando il proprio mondo interiore alla ricerca del limite tra verità e finzione: a volte confonde volutamente il lettore passando da una modalità realista ad una idealista, dal quotidiano allo straordinario attraverso il verosimile, e gioca in modo magistrale con l’istanza narrativa. Tutto questo non gli impedisce di mantenere un’attenzione rigorosa nei confronti dei modelli leggendari che si promette di tramandare, in una costante dialettica tra continuità ed innovazione. Per questo e molti altri motivi, il modo di raccontare di Gustavo Adolfo Bécquer coinvolge immediatamente il lettore trasportandolo altrove con le sue storie di amore e morte, spesso sullo sfondo del conflitto antico tra le tre religioni della Spagna multiculturale in una società patriarcale in cui la donna ha un ruolo subalterno. I luoghi delle Leggende sono quelli della sua terra spagnola, delle aree geografiche in cui visse o che conobbe personalmente, ma i contenuti rifuggono dal localismo, cercando un’astrazione e una sintesi universale che segue l’immaginazione romantica europea. Le Leggende offrono al lettore un’esperienza totalizzante che coinvolge una dimensione acustica e soprattutto visuale, a volte direttamente evocata attraverso un riferimento pittorico, o più spesso grazie alle magistrali descrizioni di paesaggi e scenari che provocano nel lettore una più immediata e coinvolgente contestualizzazione della storia narrata; ma è il gioco fantasmagorico tra l’immagine e la realtà che resta centrale nella sua reinvenzione delle leggende popolari della Spagna profonda in cui è cresciuto.

    Questo libro è un dono che Cleide Lanzetta offre al lettore italiano, perché contribuisce a colmare una lacuna nella speranza di diffondere maggiormente tra i conoscitori della nostra lingua questa peculiare e avvincente scrittura narrativa. Ho avuto il piacere di condividere con Cleide, sia pure con ruoli diversi, splendidi anni universitari presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna, ed ho potuto apprezzare la profondità del suo approccio nei confronti del testo letterario e dei problemi traduttivi. La selezione che propone è molto peculiare, e corrisponde evidentemente alla sua sensibilità e a una lettura molto personale dell’opera di Bécquer. L’attenta e valida traduzione, frutto di un intenso lavoro di cui siamo molto grati, ci permette di godere oggi della prosa di un grande autore e di conoscerne meglio la prospettiva artistica; è il più bello dei risultati di un processo formativo, quello che passa dalla produzione della conoscenza alla sua trasmissione.

    Marco Presotto

    Introduzione

    In viaggio con Bécquer

    Eso soy yo, que al acaso

    Cruzo el mundo sin pensar

    De dónde vengo ni a dónde

    Mis pasos me llevarán.

    (Rima II)

    Con queste parole, Gustavo Adolfo Bécquer si presenta nella seconda rima della sua raccolta poetica: «Questo sono io, che vago per il mondo, senza pensare da dove vengo né dove i miei passi mi porteranno». Emerge subito l’immagine di un viaggiatore, non solo dello spazio, ma anche dello spirito. Un’anima inquieta e sempre in cammino, a volte con malinconia, altre con ironica leggerezza, l’anima dell’artista romantico. Bécquer è, senza alcun dubbio, uno degli autori spagnoli imprescindibili per gli appassionati e gli studiosi di questo periodo artistico e letterario. Con questa edizione, tuttavia, nutriamo la speranza di poter raggiungere anche un pubblico che vada oltre il mondo accademico, in cui l’autore è noto e apprezzato, ma spesso circoscritto, affinché qualsiasi lettore o lettrice che nutra la passione per il folklore e le leggende possa (ri)scoprire questo

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