VIVERE LE RELIGIONI IN CARCERE Il progetto Simurgh - Conoscere e gestire il pluralismo religioso negli istituti di pena lombardi (2017-2019)
By AA.VV.
()
About this ebook
Read more from Aa.Vv.
Il Libro di Enoch Rating: 1 out of 5 stars1/5Design Navale e Nautico: dieci anni magistrali Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'Inferno e il suo lato terribile: Quello che ogni cristiano dovrebbe sapere Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsEcclesiologia Dal Vaticano II: Studi in onore di Cettina Militello Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'aspetto esoterico del sesso Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCanzoniere eBook: 100 Supersuccessi testi e accordi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSepher Yetzirah: Libro della Formazione o Libro della Creazione Rating: 4 out of 5 stars4/5Formulario del condominio Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsVini d'Italia 2022 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsProntuario di Diritto Commerciale Rating: 0 out of 5 stars0 ratings750 anni dalla nascita di Dante Alighieri [Apice 1/2016] Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsProntuario delle locazioni Rating: 0 out of 5 stars0 ratings43 poesie per Genova Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsBhagavad Gita: il canto del Beato Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPietra su Pietra - anno 63 n.2 2016 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCodice dell'edilizia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFunghi in cucina: Il ricettario del Gruppo Micologico Castellano Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFata Morgana 30. Italia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsStorie e altre storie - racconti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRacconti nello zaino: Ventitré storie fuoriclasse Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl ritorno del Barone immaginario Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFiabe da sogno Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl modernismo - Antologia dal concorso dedicato a Ezra Pound Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsVini d'Italia 2019 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDizionario Romagnolo Italiano Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Related to VIVERE LE RELIGIONI IN CARCERE Il progetto Simurgh - Conoscere e gestire il pluralismo religioso negli istituti di pena lombardi (2017-2019)
Related ebooks
Riscontri. Rivista di cultura e di attualità: N. 1 (GENNAIO-APRILE 2022) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsQuarta generazione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsStudium - Carcere e Cultura Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe requisizioni di Giorgio La Pira. Analisi storico-giuridica Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe più potenti famiglie della mafia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl diritto penale come etica pubblica: Considerazioni sul politico quale “tipo d'autore” Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLuoghi Migranti. Tra clandestinità e spazi pubblici Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa ricerca della libertà: Libertà, democrazia e totalitarismo nell’epoca della Quarta rivoluzione industriale Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa giustizia non può attendere!: A proposito di persone, carcere, diritti, democrazia in tempi di pandemia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDroga. Storie che ci riguardano Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAccompagnare i condannati invisibili: come fare volontariato accanto alle persone condannate alle pene di comunità Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDal mio punto di vista: Sensazioni e pensieri di un comune cittadino Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa Folla - Studio di Psicologia collettiva e di Diritto penale Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRiscontri. Rivista di cultura e di attualità: N. 1 (GENNAIO-APRILE 2019) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsel mona sa tutto Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl carcere spiegato ai ragazzi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIn nome dei pubblici ministeri: Dalla Costituente a Tangentopoli: storia di leggi sbagliate Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPsyops Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl delitto, la legge, la pena: La contro-idea abolizionista Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRipensare l'età dei diritti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNé sesso né lavoro: Politiche sulla prostituzione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsle regole del gioco Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLinee guida per l'attuazione dei diritti umani Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAntimafia senza divisa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl lessico delle armi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDemocrazia Avanzata Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl vangelo secondo Don Stilo: Il prete scomodo che per forza doveva essere mafioso Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNondemocrazia. Il sistema in cui viviamo dipende solo da noi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa fine del Nuovo Ordine Mondiale: La caduta dell'élite globale Rating: 4 out of 5 stars4/5
Social Science For You
Proverbi ebraici antichi (translated) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMussolini e gli Illuminati: Da Piazza San Sepolcro al rito sacrificale di Piazzale Loreto Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsQuando eravamo i padroni del mondo: Roma: l'impero infinito Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPrendila con filosofia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIo Tu Noi Lucio: Le canzoni non comuni per i giorni comuni di Lucio Battisti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCabalà per massoni Volume 1 - L'Albero e le Sefirot Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLife. La mia storia nella Storia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsV-19 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMitologia delle piante inebrianti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsItalian Sword&Sorcery: La via italiana all'heroic fantasy Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI numeri sacri. Pitagorismo massonico: Compendio Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSimbologia Massonica Vol.I: Simbologia e Tradizione esoterica liberomuratoria Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsViaggio nelle energie del Femminile Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsGli Illuminati: La realtà oltre il mito Rating: 5 out of 5 stars5/5Ettore Loizzo Confessioni di un Gran Maestro Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsApprendista libero muratore. Manuale ad uso degli iniziati Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl viaggio esoterico dell’uomo nelle lame dei Tarocchi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMa chi me lo fa fare? Come il lavoro ci ha illuso: la fine dell'incantesimo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLiberati della brava bambina: Otto storie per fiorire Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMaestro Libero Muratore. Manuale ad uso degli iniziati Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI segreti della massoneria in Italia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDiavolo e demòni (un approccio storico) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMille musiche diverse - Manuale pratico di Musicoterapia Rating: 5 out of 5 stars5/5Antinfluencer: contro i nuovi persuasori del nulla Rating: 5 out of 5 stars5/5Fake news dell'antica Roma: 2000 anni di propaganda, inganni e bugie Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMiti, leggende e superstizioni del Medio Evo (Edizione integrale in 2 volumi) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLezioni di Mitologia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsItalia: un paese 1000 Maschere Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'umorismo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsProverbi Italiani: I migliori proverbi italiani, divisi per regione, nella lingua dialettale e con il loro significato Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Reviews for VIVERE LE RELIGIONI IN CARCERE Il progetto Simurgh - Conoscere e gestire il pluralismo religioso negli istituti di pena lombardi (2017-2019)
0 ratings0 reviews
Book preview
VIVERE LE RELIGIONI IN CARCERE Il progetto Simurgh - Conoscere e gestire il pluralismo religioso negli istituti di pena lombardi (2017-2019) - AA.VV.
Non si ripeterà mai abbastanza
Luigi Ferrarella
Corriere della Sera
Non si ripeterà mai abbastanza che, se fosse una fabbrica
chiamata a produrre
una merce che si chiama sicurezza
, il carcere (inteso, come amano osannarlo gli entusiasti della pena detentiva, quale unica modalità di sanzione di chi abbia infranto la legge) sarebbe già fallito, perché il suo prodotto
sarebbe già stato snobbato e rifiutato dagli insoddisfatti cittadini consumatori
di sicurezza. I condannati che espiano la pena in carcere tornano infatti a delinquere nel 68% dei casi, contro il 19% di chi invece abbia scontato parte della pena in misure alternative alla detenzione, percentuale che ulteriormente crolla all’1% – mostrano le ricerche sulla recidiva – tra i pochi condannati che durante l’espiazione della pena hanno la fortuna di essere inseriti in un circuito lavorativo. La controprova è che le persone presenti in carcere con già altre condanne alle spalle sono più di 26.000 su 60.000, quasi 3 su 4 fra i detenuti italiani, oltre 6.000 addirittura con più di 5 precedenti carcerazioni.
E tuttavia, se questa verità ancora non si impone abbagliante, è perché il procedimento penale, e ancor più la fase della esecuzione della pena, sono diventati un dispositivo di costruzione e di rafforzamento di identità su cui coagulare un consenso al mercato politico, a costo quasi zero e comunque incomparabilmente inferiore ad altri più faticosi interventi che richiederebbero invece cospicui investimenti a bilancio. Con l’effetto che, se ciò che conta è la capitalizzazione del dividendo politico ricavabile, allora il tipo di comunicazione diventa conseguente.
Il processo? Lo si fa decidere al televoto dei parenti delle vittime, tanto più strumentalizzate nel loro dolore quanto meno aiutate a comprendere il significato di una sentenza.
Il giudice? Se si discosta dalla pretesa volontà popolare lo si può minacciare, senza che ciò desti scandalo come invece si denunciava (giustamente) in altre stagioni politiche.
Il carcere? Parola di ministri, è un posto dove si devono fare marcire
le persone. Persone, appunto. E invece la novità è che un condannato definitivo smette di restare persona, da sottoporre alla pena inflittagli per aver commesso un reato, ma è fatto passare attraverso un sovrappiù di rituale di degradazione, scandito proprio dai titolari della sicurezza pubblica a colpi di maledetto
e infame
e disgustoso
. E ciò avviene nel nome (profanato) delle vittime, cinicamente fingendo di dimenticare che altrettanti familiari si sgolino a spiegare invece, pur con pari dignità di sofferenza, di non sentirsi vendicati o risarciti dal carcere del buttare le chiavi
.
Una temperie psicologica dalla quale peraltro non paiono immuni persino settori significativi della magistratura, sensibili alle sirene di preclusioni automatiche e rigide presunzioni di permanente pericolosità percepite come coperta di Linus
con la quale difendersi dal rischio di dover decidere, dalla complessità di dover fare una prognosi sul cambiamento o meno di una persona in carcere, dal travaglio di doversi assumere una responsabilità. Con l’unica attenuante, va riconosciuto, di vedersi poi pregiudizialmente massacrare dalla politica e soprattutto dai mass media quella dolorosa volta (pur statisticamente infrequente) in cui a ricommettere un grave reato sia proprio un detenuto ammesso a qualche beneficio o misura alternativa al carcere.
Nell’abortita riforma dell’ordinamento penitenziario, lasciata incompiuta proprio all’ultimo momento dal centrosinistra e poi cestinata dalla maggioranza grilloleghista, la responsabilizzazione dei detenuti e la ridefinizione delle misure alternative di comunità non tralasciavano, alla lettera V del comma 85, la «Revisione delle attuali previsioni in materia di libertà di culto e dei diritti ad essa connessi» nelle carceri. Tema condizionato, negli anni scorsi, dalla constatazione che proprio l’universo detentivo, per sua natura chiuso e totalizzante, avesse talvolta facilitato il proselitismo in cella o costituito terreno fertile per non poche traiettorie di radicalizzazione di detenuti nell’estremismo violento di malintesa matrice islamica. La religione, del resto, in carcere può funzionare da puntello di identità personali fragili e dunque accelerare il rischio di avvitamenti nel fondamentalismo; oppure, al contrario, può detonare da punto di rottura di quell’identità debole, e aprirne un pertugio a una riflessione che recuperi il concetto di responsabilità.
Non a caso, dal 2018 nel testo «Norme e normalità: standard per l’esecuzione penale detentiva degli adulti», il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute prospetta la raccomandazione che, anche nelle sezioni dove siano detenute persone già radicalizzate o sotto osservazione per comportamenti a rischio di fondamentalismo, ogni controllo dei contatti, delle comunicazioni o delle visite «rispetti il criterio di proporzionalità e gli standard nazionali e internazionali, così come stabilito dalle Linee guida per i servizi penitenziari sulla radicalizzazione e l’estremismo violento adottate dal Consiglio d’Europa, e dalla Regola 24 delle Regole penitenziarie europee». Nella convinzione che il migliore strumento per sconfiggere il rischio di radicalizzazione sia la normale applicazione delle regole dell’istituzione nel rigoroso rispetto della dignità e dei diritti delle persone.
"Non fatemi vedere i vostri palazzi
ma le vostre carceri"
Anita Pirovano
Presidente Sottocommissione Carceri Pene e Restrizioni
del Comune di Milano
Tante sono le ragioni che mi hanno portato a scegliere il carcere come uno dei temi prioritari di attenzione e impegno nell’ambito della mia esperienza istituzionale come consigliere comunale. Ragioni di diverso ordine politico ed etico indirizzate alla promozione dei diritti fondamentali e delle libertà sancite dalla nostra Carta, nonché, parimenti, l’attualità delle parole di Voltaire Non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri, poiché è da esse che si misura il grado di civiltà di una Nazione
.
A Milano la centralità anche geografica della Casa Circondariale di San Vittore ci ricorda quotidianamente che gli istituti di pena (oltre a San Vittore, l’istituto Penale minorile Beccaria, le Case di reclusione di Bollate e Opera e ICAM) sono a tutti gli effetti parte integrante della città. Una metropoli disarticolata tra tante disuguaglianze economiche, sociali e culturali; una città composita tra generi e generazioni, differenze fluide in uno scenario di vecchie e nuove migrazioni. Un mondo dentro una città, quartiere per quartiere. In questa moltitudine variegata vivono e convivono alcune migliaia di cittadini di cui facciamo fatica anche solo a tenere a mente l’esistenza e le cui vite finiscono per essere rimosse, oltreché ristrette. Cittadini che hanno esigenze sociali, culturali, formative, economiche, occupazionali, abitative e che sono portatori di bisogni primari legati alla salute e alle altre sfere dell’esistenza, persone che troppo spesso rimangono sullo sfondo, quando non fuori campo. Anzi, la stessa collocazione urbana (quasi unica nel panorama urbano italiano ed europeo) della Casa Circondariale di San Vittore viene in ogni occasione elettorale o di dibattito sulla pianificazione territoriale rimessa in discussione perché sarebbe bene che il carcere e i suoi abitanti
si spostassero in periferia come sarebbe naturale, anzi giusto.
Viviamo del resto una fase storica complessa in cui affermazioni come buttare la chiave
, dovevano pensarci prima
, impicchiamoli più in alto
fotografano un sentire diffuso anche in una città all’avanguardia nelle conquiste per i diritti. La stessa Milano, peraltro, aveva dato i natali a Cesare Beccaria che secoli fa scriveva parole profetiche e illuminanti: Perché ogni pena non sia una violenza di uno o di molti contro un privato cittadino, dev’essere essenzialmente pubblica, pronta, necessaria, la minima delle possibili nelle date circostanze, proporzionata a’ delitti, dettata dalle leggi
.
Non dobbiamo e non possiamo però limitarci al senso comune nella descrizione del quadro contemporaneo ma,