Passaggi evolutivi
By Rocco Zappia
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Passaggi evolutivi - Rocco Zappia
INTRODUZIONE
L’idea di scrivere questo libro l’ho concepita in un giorno di marzo, quando un vento gagliardo strappa con potenza il recinto appena costruito, il muro di cinta del mio giardino. Il forte vento ha frantumato ed abbattuto il recinto costruito il giorno prima sul terrazzo ed ha spazzato via tutto. Nella stessa notte faccio un sogno in cui mi vedo cadere con la bici che si frantuma in mille pezzi, forse la forza dello Spirito vuole frantumare la mia testardaggine?
Sto forse camminando sulla strada sbagliata? Due mesi dopo il sogno cado realmente dalla bici che si rompe, insieme a due costole. Sto bloccato per un mese. Fermo fisicamente, sono adesso costretto a ripensare e riorientare il mio cammino vocazionale. Dopo questo incidente ho capito che bisogna fermarsi per riflettere meglio. Bisogna fermarsi ogni tanto per ricapitolare in Cristo tutta la nostra vita. E leggerla secondo la sua "sapienza".
"Non doveva forse soffrire prima di entrare nella sua gloria?" dice Gesù ai due amici diretti a Emmaus! "Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo." (Luca 24, 16). Dobbiamo imparare a vedere con occhi nuovi
la realtà quotidiana, dobbiamo vedere Dio in mezzo a noi, a cominciare dalle "relazioni" umane, dalle persone che incontriamo. Dobbiamo imparare a vivere la vita come un continuo ricominciare, un continuo inizio. È ora di ricominciare e, soprattutto, di agire e camminare per la strada decisa da Dio per noi. Ma quale è questa strada? Come fare a capire quale è la volontà di Dio per me? Ma cosa vuol dire ricapitolare la nostra vita in Cristo?
Ricapitolare, riposare, rivedere, ricercare, leggere, studiare, rivisitare, riflettere, rivalutare, riconsiderare, tutto quello che comprende un RI evoca il ritorno, e quindi una conversione. La ricapitolazione può portarci indietro in una situazione del passato, in modo che possiamo rettificare i suoi effetti, il che porta ovviamente all’interno di noi stessi. Solo lì possiamo vedere la relazione tra il mondo interiore dell’anima ciò che si è manifestato nella vita, la realtà in cui ci troviamo. Con la ricapitolazione è bene rivedere molti aspetti della nostra vita, prima di prendere decisioni drastiche o cambiare lavoro, relazioni o altro. Ricapitolare vuol dire revisione e non azione.¹
Quando attiviamo questo tempo di ri-capitolazione potremmo notare come persone del passato riappaiono – vecchi amici, ex partner, colleghi etc. Gioite di queste riconnessioni e riflettete su quello che significano per voi, tenendo a mente che non è necessariamente una brutta cosa che siano riapparsi.
Qualsiasi ri-torno è generalmente considerato benefico in quanto porta luce alle nostre vite, riconnettendoci con parti di noi rimaste al buio, almeno per l’opportunità che offre di comprendere. In alcuni casi, tuttavia, bisogna stare attenti e usare il proprio discernimento per assicurarsi che non sia un modello negativo del passato che si riaffaccia e ritorna a noi per testare la nostra autostima e vedere se abbiamo superato quella determinata situazione. Tutto ha la tendenza a rivelarsi nel tempo della ricapitolazione. La psicologia di questo periodo è che il tempo che viviamo può tirare fuori dal mondo interiore tutte quelle situazioni che è necessario riportare in superficie per poter guarire e riprendere il cammino della vita con il rinnovamento della gioia. Forse è arrivato il tempo di cambiare atteggiamento in modo da evitare di non sprecare più energie e tempo invano per pescare sul lato sbagliato della barca?
L’alba della risurrezione ed il nuovo inizio
Anche il termine ri-surrezione ha in sé la radice del RI. E quindi indica anch’esso un modo nuovo di ricapitolare la nostra vita. Tutta l’esistenza è un tendere, un cercare, un desiderare, un volere ed un camminare. Il masso del sepolcro rotolato la notte di Pasqua è l’inizio del nuovo. La Risurrezione di Cristo libererà quella vita bloccata, ghiacciata, pietrificata e respinta che giace nelle nostre profondità: ecco il motivo della gioia della risurrezione.
Ma prima dobbiamo lasciar andare il passato oscuro, gli attaccamenti familiari, le vecchie amicizie ed ogni condizionamento. Il Signore vuole condurci alla libertà dei figli di Dio per realizzare i suoi benevoli disegni. Dobbiamo ricevere la sua presenza e la sua pace nel segno del fuoco della brace che riscalda, nutre, vivifica e rivitalizza.
Cristo Risorto appare ai suoi donando la pace, quella che scaturisce dalla liberazione da una prigionia e che nasce da una lunga tensione che si scioglie; occorre abbandonare i problemi che ci coinvolgono e sbrigarsi a risolverli, è anche indispensabile perdonare gli altri, il nostro passato e noi stessi per essere finalmente liberi da vincoli senza più pesi da portare per l’avvenire. Vivere liberi dal peso delle colpe del passato vuol dire vivere da riconciliati, da reintegrati, risanati e ricostituiti nella grazia e nell’originaria innocenza dell’infanzia perduta. Come la pioggia libera l’atmosfera dal cumulo d’acqua, così il fuoco dell’amore di Cristo libera le nostre coscienze dal tappo che opprime il nostro cuore. Se siete risorti con Cristo pensate e puntate in alto alle cose del cielo e dopo esservi svincolati dalle preoccupazioni terrene che vi ancorano al suolo liberate lo spirito verso la divina volontà.
Chissà in quanti modi con i nostri egoismi, le nostre meschinità e le nostre paure abbiamo ucciso la vita, ma Dio, in noi, la resuscita e la ripristina in ogni sua forma. Perdonando gli sbagli altrui e dimenticando i propri risentimenti, senza infliggere castighi, si raggiunge la pace, si rilassano i muscoli, si distendono i nervi e si guarisce il sistema difensivo: l’allerta e lo stress prolungato cessano e ritorna la pace. È questa la genesi positiva della guarigione pasquale.
Il lutto della separazione e della perdita dell’amore che abbiamo vissuto nelle diverse "vie Crucis" della nostra vita ora lascia il posto alla gioia. Dobbiamo sempre fare i conti con le nostre paure, i nostri distacchi e le nostre separazioni non elaborate perché bloccano il cammino spirituale, ma Gesù vuole portarci oltre il senso degli avvenimenti e guarirci dalla patologica nostalgia del passato che frena continuamente il progredire verso il la terra promessa.
Adesso però è tempo di riflettere per elaborare il lutto del distacco ed affrontiamo il sale delle nostre lacrime: esse possono essere l’effetto della mancanza d’amore o della privazione d’una figura di riferimento, o della assenza d’amore offerto da un padre e da una madre! Come un lago esaurisce la sua acqua dopo averla fatta evaporare a causa nella calura estiva, così la nostra anima si trova ora senza più risorse alla stessa maniera di quando ci troviamo in una valle oscura ed abbiamo perso il cammino.
Come Maria la mattina di Pasqua sta fuori dal sepolcro e piange la perdita del maestro, anche noi fuori dal suo intimo contatto siamo tristi. Le lacrime di Maria sono le nostre lacrime perché abbiamo perso il senso della vita. Abbiamo smarrito la via del nuovo e ci rifugiamo nel passato, nella nostalgia.
Chi sono io e cosa devo fare nella vita, sono le domande che assillano la nostra anima!
Senza una guida siamo immersi nelle tenebre. In questo buio non bisogna disperare ma aspettare fiduciosi un segnale dall’alto. Bisogna perseverare perché ci saranno eventi particolari, non determinati dalle volontà umane, che alla fine porteranno ad un qualche cambiamento di prospettiva. A volte nella vita siamo soli col nostro dolore, fermi in una situazione di sterilità e d’aridità: per ora non c’è luce, tutto è incomprensibile e non si capisce che direzione dobbiamo prendere. L’aiuto dall’esterno non arriva e si resta bloccati in questa condizione e fino a che la difficoltà non scompare si sta in disparte, fuori dal sepolcro.
Gli Angeli del nuovo inizio
Ma arriva l’ora x, il tempo compiuto, e arrivano due angeli che parlano. Anche nelle situazioni più penose si trovano Angeli pronti ad aiutarci. Gli angeli, come dei moderni psicoanalisti, permettono a Maria di conoscere meglio la sua anima al fine di comprendere la motivazione del suo pianto, della sua amarezza e della sua tristezza. Vuoi capire perché piangi? Sia gli angeli che Gesù chiedono a Maria perché piangi?
, ma Gesù va oltre dicendo: chi cerchi?
, indicando così la causa del pianto. Senza Dio la nostra vita è vuota e triste.
Occorre andare oltre la situazione che vediamo con i nostri cinque sensi e non bisogna trarre conclusioni solo perché il nostro cuore vede tutto nero. Gesù, maestro e Signore della nostra vita, non è più in un sepolcro e non è più morto ma è vivo: di più, per adesso, non c’è dato di capire. Maria risponde: voglio sapere dove hanno deposto il corpo di Gesù! Da questa risposta si evince che ancora non ha superato i limiti della conoscenza carnale e non può ancora approdare al mistero sublime della risurrezione. Gesù chiama per nome Maria dimostrandole di essere lo stesso uomo di prima ed ella risponde chiamandolo "Rabbunì", maestro, perché Egli è tale e lo sarà anche dopo essere risorto. Gesù dice a Maria di non trattenerlo con le lacrime della nostalgia perché è arrivato il tempo di andare oltre il senso degli avvenimenti per cercarlo nelle strade del mondo. Egli, inoltre, la invita ad informare i discepoli di questo incontro e ad annunciare la prossima tappa di questo mistero: la salita al padre mio e padre vostro. Un nuovo inizio nella vita nuova da Risorto!
Il dono dello Spirito
Come il tuono viene dal cielo così Dio dona il suo Spirito agli uomini perché possano ottenere la grazia della conversione e la liberazione dai peccati. Questo dono si realizza nella pienezza dei tempi con Gesù che è il canale attraverso cui passa la volontà di Dio e le cui parole sono in perfetta sincronia con le parole del Padre e soffiate per mezzo dello Spirito Santo e seminate in tutte le culture. Gesù è il nuovo Mosè che guida il popolo verso la liberazione e la salvezza. La liberazione è il rinnovamento della vita dopo la remissione dei peccati, la riconciliazione ed il ritorno alla sua amicizia. Essere liberati dai lacci delle passioni ci permette di vivere da veri figli in comunione col Padre e gli uomini che Dio ci mette accanto. Quando il cielo e la terra si liberano dal fumo del peccato, allora sopraggiungono tuono e pioggia. Quando arrivano tuono e pioggia, infatti, i semi dei frutti delle virtù, le gemme dei doni dello spirito, si aprono e cominciano a germinare. Il tempo della liberazione pasquale è il punto focale della nuova vita: solo il Signore ha il potere di perdonare gli errori e rimettere le colpe. La remissione e la liberazione dalle impurità dell’anima danno al cuore nuovo slancio verso un nuovo inizio. Una strada fuoriesce da un torrente ed una strada Dio prepara anche sopra il mare: come il lampo libera la tensione di una tempesta, così una grazia divina apre il cuore al nuovo entusiasmo, linfa vitale per un ricominciamento.
Quando crediamo fino in fondo che Dio ci ha riconciliati veramente, allora è giunto il momento in cui è necessario emanciparsi dalle paure e sollevarsi da pressioni ed angosce. Nel momento in cui saremo liberati dai lacci del peccato, grazie alla potenza del risorto, allora il Signore potrà compiere prodigi nella nostra vita. Bisogna orientare i nostri interessi ed i nostri desideri in alto, nel cielo, solo dopo esserci liberati delle preoccupazioni che ci tengono ancorati al suolo. Agiamo sempre in maniera distaccata, equanime e libera ed allora ogni impresa riuscirà ed ogni gioia rifiorirà. Liberarsi da alcune schiavitù (sepolcri interiori) è essenziale per camminare spediti sulla via del Signore. Spesso alcune paure, fragilità e legami malsani possono impedire l’esercizio della libertà che è, invece, essenziale per compiere il volere di Dio.
"Erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni; li ricondurrò a fiumi ricchi d’acqua per una strada dritta in cui non inciamperanno, perché io sono un padre per Israele, Efrain è il mio primogenito." (Ger. 31, 7-9).
I fiumi ricchi d’acqua sono le ricchezze abbondanti delle grazie di Dio che si riversano sulla terra e sopra l’anima di ciascuno di noi. È il fiume d’acqua viva in noi dove sgorga la forza dello Spirito e che sazia ogni desiderio ed ogni aspirazione. Sono ricchi d’acqua divina quei filoni aurei della nostra personalità che aspettano di essere ridestati e rimessi in circolazione per il bene nostro e delle anime. Quanto è importante per il corpo mistico di Cristo diventare fonte per dissetare e gioia da condividere, ma quanta malattia e quanta fragilità blocca la nostra esistenza a tal punto da rimanere prigionieri del vizio e del peccato.
Il Signore ci prende per mano e come ha risollevato il Popolo dalla schiavitù in Babilonia così oggi ci risolleva dalla paura, dallo scoraggiamento e dalle delusioni. "Osa il nuovo inizio", dice Gesù al cieco di Gerico, alzati dal tuo sepolcro così bene costruito sul giaciglio delle tue abitudini e grida forte la tua voglia di vivere. Dio è vicino a chi ha il coraggio di rimettersi in gioco anche dopo anni di estenuanti lotte e di innumerevoli cadute che gli hanno tolto tutte le forze. Alzati Israele, sei stato guarito e sei stato riconciliato con i fratelli e la Chiesa: nessuno escluso, tutti siamo familiari di Dio.
L’inizio di una nuova vita in Giobbe
"Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del loro fratello maggiore, quand’ecco un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto: ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti" (Gb. 1, 18-19).
La distruzione operata dai quattro elementi (quattro