Figlia della meraviglia
By Enzo Amoruso
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La scrittura dunque è negazione del moto dialettico (come appare dal mito della sue invenzione al Dio egiziano Theuth) essa non arreca alcun giovamento agli uomini perché, confidando nella scrittura, l'uomo non c'era più in se con uno sforzo interiore di pervenire alla verità. Al più, la scrittura può avere valore ipomnematico (ovvero il conpito di rammentare), ma certo non produce sapienza.
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Figlia della meraviglia - Enzo Amoruso
Presentazione di Bianca Fasano
Enzo Amoruso è nato a Napoli l'otto maggio 1933. A parlargli sottovoce
, magari davanti ad una tazza di caffè, al Vomero, si scopre sempre qualcosa di nuovo. Anche di vecchio: come i ricordi del suo passato che ti trasportano in tempi passatissimi, che ha l’abilità di far divenire presenti, come la figura del nonno, cui era molto legato. Al figlio Andrea ha dedicato nel suo racconto: Il giorno che dovremo 'perdere'
una lunga lettera che fa coincidere il dolore con la speranza. Di questo autore anche: Assassini brava gente
. Laddove, al tempo, mi disse: Per rispettare la giustizia bisogna infrangerla
.
Oggi leggo, con molta attenzione e mantenendomi bene in sella, questo suo nuovo lavoro. Una bella impresa alla sua età in cui, con il suo metodo complesso
di scompigliare i rapporti tra letteratura e vita, fra verosimile e assurdo, tra fantasia e realtà.
rende difficile inserirsi in un tempo preciso, in un adesso e ieri
, laddove anche l’ieri potrebbe essere il 1916, o un giorno prima. Neanche ama delimitare la realtà dalla fantasia e tra dove finisca la storia dell’autore e l’autore stesso.
D'altronde sappiamo che in un testo letterario confluiscono verità e fantasia, esperienze personali ed acquisite ed è una linea fragile, scomposta, frammentata, saltuaria, a definire le une e le altre. Figlia della meraviglia
scopro essere la filosofia che accompagna il lettore per tutto il percorso, facendo sì che Socrate non appaia molto distante dai personaggi attuali
della storia così come nelle sue ultime parole riportate da un Socratico:- E adesso andiamo, io a morire, voi a vivere, chi di noi avrà una sorte migliore, lo sa solo Dio
.I personaggi della sua storia vanno a vivere
e ne passano davvero tante di esperienze, mentre lo scrittore lascia i suoi appunti (quelli del libro sulla filosofia cui stava lavorando), come pressato da questi suoi nuovi personaggi in cerca d’autore
, alla Pirandello.Anche in questa storia girerà il mondo, partendo dal Vomero, per raggiungere una delle splendide isole delle Cayman: la Grand Cayman, giacché : -
Avevo promesso a Lena, la splendida moglie, che sarei partito quanto prima, alla ricerca del marito, per Gran Cayman Il nostro autore è un napoletano del Vomero, nono di dieci figli di un’importante famiglia di costruttori edili. Di questa
Figlia della meraviglia, che da il titolo al libro, tra ricerche, incontri, viaggi e passaggi tra presente e passato, continueremo a ritrovare traccia per tutto il libro di cui, ovviamente, non voglio raccontarvi l’intera vicenda laddove vi toccherà discernere, nell’abile gioco di
realtà e fantasia" di Amoruso, ciò che è vero, dal falso, a cavallo della sua fantasia e della sua conoscenza della filosofia.
Buona lettura!
Introduzione
Scrivo questo libro al raggiungimento dei novanta anni suonati. Esso rappresenta l’inizio di un racconto che avevo già iniziato tanti e tanti anni fa. Ma un intuizione di nonno Carlo fermò la mia penna inducendomi ad aspettare tempi più opportuni, dato l’argomento. Se non oggi, che addirittura si parla di realtà virtuale, quando, essendo finalmente
abbastanza vecchio per scrivere questa storia con tutta sincerità, ben sapendo che cosa significa?
La mia dolcissima amica Bianca Fasano, commise un piccolo
errore all’atto della presentazione di questo libro, in quanto, avrebbe dovuto scrivere: Enzo Amoruso è rinato
a Napoli l’8 maggio1933. La scuso: (nemmeno io lo sapevo), me ne accorsi soltanto a diciotto anni.
Socrate asseriva che l’età della ragione, inizia a sette anni, la mia iniziò a quattordici, quando mio nonno paterno, nonno Carlo, mi regalò il mio primo libro importante: L’apologia di Socrate, di Platone. Ma dovetti aspettare ancora quattro anni per poter affermare che fossi vissuto prima di allora, che la mia anima abbia avuto una esistenza antecedente. Io ne sono più che convinto, ma non vorrei essere frainteso con la tendenza comune a tutta l’umanità, a cui indulgono le persone dotate di fervida immaginazione. Premetto che sono uno scrittore
sognatore, so però che, a coloro che sognano di giorno, sfuggono molte cose rispetto ad un sognatore notturno, è fu in uno di questi sogni che, risvegliandomi, mi trovai al limite del grande segreto: La prima parte della mia vita. Tutto ciò non potrà essere ininfluente sulla seconda parte della mia della nostra
esistenza: L’essere in vita. (Sono entrato ed ho visto le cose segrete, annunciava il millenario Papiro di Nu) La situazione più evidente che ne scaturisce, è che la morte, l’ultimo, per modo di dire, evento della nostra vita biologica, possa venire procrastinata di giorni, se non di anni. Ed ecco che si affaccia una possibilità, circa il concetto di morte, ancora per poco: ineluttabile, quella di scoprire, o modificare, questa vita , con altre forme di vita possibili, che potranno perpetuarsi, senza gli attuali cicli biologici: Nascita. Vita e morte. Considerando quest’ultima non come una coincidenza del: fine vita
, bensì con l’inizio del dopo vita
considerando ancora la possibilità reale di un ritorno in vita
, rallentando il più possibile i processi biologici dell’invecchiamento, sostituendoli con tecniche (anche se ancora non perfettamente collaudate), ma non possiamo, non dobbiamo fermarci proprio adesso..
L’immortalità dell’anima
La chiave che da Platone, è questa:
Dopo la morte, ogni anima è destinata a reincarnarsi, scegliendo in un luogo al di là dello spazio e del tempo, le caratteristiche fondamentali di quella che sarà la propria nuova vita terrena.
Fisiologia
Ma, abbiamo noi avuto una vita antecedente? Mistero. E nondimeno, si, ho sentito spesso qualche cosa che mi parlava di un esistenza trascorsa, se altri uomini serbino o no questa fede, non lo so, ho cercato prove in qualche modo particolari per rendere verosimile una storia inverosimile, ovvero, per passare dal sogno alla realtà. Se ci sono riuscito, non lo so ancora, ad ogni modo, questo è tutto ciò che sono riuscito a ricavare.
Avevo sempre sperato che sarebbe arrivato questo momento, erano trascorsi ormai tanti anni, troppi forse. Non ne avevo fatto parola con nessuno, nemmeno coi miei cari, trattandosi di un libro che sembrava scaturire dalla mia labile
fantasia, ma che invece dimostra essere una realtà fino ad oggi sconosciuta.
Quella sera non avevo nessuna intenzione di andare a letto, (nonostante avessi sbattuto le palpebre non meno di tre o quattro volte) Ma il sonno venne lo stesso, e mi appisolai senza accorgermene.
Fu allora che sognai.
Mi trovavo in un paesino sovrastato da un grande castello, camminavo per molte strade, strette, e tortuose, alla ricerca di qualcuno che avevo in qualche modo rivisto soltanto in sogno, e tuttavia sapevo che lo avrei riconosciuto, una volta trovatolo. (mi sembrava addirittura del tutto normale conoscere il nome della persona del mio sogno e sapere qualcosa della sua storia). Passavo da una stradina all’altra senza il timore di perdermi, stavo per infilarmi in un dedalo quando ne lessi la targa di marmo: Via Tragara.
Oh Cristo santo, Ero a Capri,
Percorsi tutta la strada in discesa, fatta di tante rampe di scale, e mi trovai davanti al cancello della Canzone del Mare, la splendida piscina di marina piccola. Entrai, e chiesi al barman un cappuccino. Avrei dovuto fargli una domanda, ma era troppo giovane, e non avrebbe potuto rispondere al tipo di domanda che mi premeva conoscere.
Gli dissi che erano diversi anni che venivo qui, e se per caso vi fosse il proprietario che , guarda caso, in quel momento saliva una scaletta dopo aver tirato a riva assieme a due inservienti, la sua barchetta.
Mi riconobbe, e ne fui felice, ci sedemmo a un tavolino dopo che aveva chiesto al barman di portarci due caffè. Iniziammo a parlare dei tempi belli di una volta, quando, prendendo la palla al balzo gli chiesi: Vi ricordate di Gildò, il cantante francese che veniva quasi tutti i giorni qui in piscina, e che la sera si esibiva alla buca di Bacco?
Eccome no.
Vi ricordate, per caso di che anno stiamo parlando?:
Certamente.
Vediamo un po vediamo un po. Ha, era il 1915. Rimase tutto l’anno. (Tombola), ma non lo dissi ad alta voce, avevo diciotto anni
.
Ma le cose non andarono esattamente nel modo in cui mi avete raccontato, mi ricordo molto bene di lei e di quanto le accadde.
Ma come…cominciai a tremare come una foglia, era dunque li, la verità che avevo ormai disperato di conoscere, stavo per scoprire finalmente tutto.
Fui subito pronto a credere a ciò che mi avrebbe detto.
Adesso ve lo ricordo io: Eravate giù in spiaggia, quando la risacca si risucchiò tre bambine che giocavano sul bagnasciuga, lei fu il primo a tuffarsi e trarne a riva due, altri si tuffarono con lei, ma la corrente si era già portata via l’altra. Ora ricordo, mi rituffai contento che la corrente mi avrebbe portato verso l’altra bimba, poi…poi non ricordo più niente. ..( Si disse pure che eravate cardiopatico). E che nonostante tutto foste il primo a tuffarvi.
Ironia della sorte, sul Sandolino che partì immediatamente alla sua ricerca, c’era un medico e due suoi amici, ma la ripescarono troppo tardi. Il medico, era un cardiologo, Questa una sua dichiarazione: (A quei tempi, non conoscevo questo giovane, adesso si, eccome, sono pronto a testimoniare dopo varie indagini espletate, che era proprio l’alter ego del mio attuale paziente).
Rinacqui a Napoli l’otto Maggio 1933 (la vita attuale in cui sono arzillo
novantenne).
Napoli 5 Aprile 2022
FIGLIA DELLA MERAVIGLIA
Esauritasi la prima edizione di questo libro, sono venuto alla determinazione di riscriverlo in gran parte da capo, lasciando inalterati i fatti essenziali di cui il racconto si basa. Questa nota, che ora appare in prima pagina, mi sembrò non proprio necessaria all’epoca della prima stesura, ma i molti mesi trascorsi dalla scomparsa del mio amico Franco: L’ing. Franco Sarno, rendono opportuna pubblicarla. Pertanto, tutti gli elementi, per quanto