La storia della mafia siciliana prima parte
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La storia della mafia siciliana prima parte - Pierluigi Pirone
La storia della mafia siciliana prima parte
Immagine di copertina: Shutterstock
Copyright © 2021 Pierluigi Pirone and SAGA Egmont
All rights reserved
ISBN: 9788726970166
1st ebook edition
Format: EPUB 3.0
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PREFAZIONE
Questo libro è un'analisi di quel fenomeno che è conosciuto con il nome generico di Mafia, ma che i suoi affiliati chiamano Cosa Nostra. Non la Cosa Nostra americana, che pure discende dalla Cosa Nostra originale, ma solo del fenomeno criminale nato in Sicilia e poi sviluppatosi, come i tentacoli di una piovra, in tutte le direzioni. Né parleremo di altre organizzazioni criminali italiane, come la Sacra Corona Unita, la 'Ndrangheta o la Camorra, questo è esclusivamente un libro su Cosa Nostra, sul suo modo di pensare e sul suo modus operandi
. Al di là delle inevitabili lacune presenti nella storia della Mafia, presenteremo un'analisi dettagliata della nascita e dello sviluppo di quest'organizzazione criminale. I suoi intrecci con il tessuto sociale e politico, le strategie e l'efficiente gestione, paragonabile a quella applicata nelle più organizzate multinazionali, che ne fanno ancora oggi un avversario temibile per la sicurezza dello Stato. Racconteremo l'onore
mafioso che poco ha a che fare con l'accezione classica che il termine assume nel normale lessico e del sentimento di appartenenza che anima gli affiliati a Cosa Nostra.
Analizzeremo il pruriginoso
rapporto con la fede cristiana a cui molti mafiosi si dicono credenti e, parallelamente, i loro rapporti con la Chiesa Cattolica.
Un quadro complicato e semplice allo stesso tempo, in cui alcune verità appariranno lapalissiane nella loro semplicità, mentre altre renderanno più evidente il modo di pensare di uomini che hanno fatto dell'appartenenza ad un'organizzazione criminale segreta la propria ragione di vita. Perché essere mafiosi è, prima di tutto, un modo di pensare e di essere.
LA GENESI
È il maggio 1860 quando Giuseppe Garibaldi e le sue camicie rosse
invadono la Sicilia. Un mese dopo i soldati del Regno delle Due Sicilie, in ritirata, lasciano l'isola in direzione di Napoli. È la fine della dominazione borbonica sull'isola. Il 26 ottobre 1860 Garibaldi incontra il re a Teano e gli consegna i territori del Sud Italia.
Dopo un colloquio breve e dai toni piuttosto freddi i due eserciti si separano e Garibaldi si ritira a Caprera.
Il sogno dei Savoia di regnare su un'Italia unita sta per realizzarsi, ma quello che il re non sa ancora è che la Sicilia diventerà il suo incubo. L'isola è conosciuta, da sempre, per l'animo rivoluzionario che anima i suoi abitanti e l'arrivo del nizzardo ha aperto la strada a questi ideali. I siciliani hanno ingrossato le fila dell'esercito creato da Garibaldi, ma quando tutto finisce, passato l'entusiasmo iniziale per l'impresa, risulta tremendamente chiaro che la rivolta del 1860 è stata l'inizio di un periodo molto complesso.
I punti di rottura sono evidenti fin da subito: l'entourage del re è composto, in larga misura, da proprietari terrieri conservatori del Nord Italia che aspirano a coinvolgere nel governo i massimi esponenti della buona società dell'isola. L'intento è quello di creare un sistema di governo rafforzato dalla condivisione di vedute e di interessi, ma ciò che trovano va esattamente nella direzione opposta. L'aristocrazia e il clero provano sentimenti altalenanti fra un'autonomia tutta isolana e simpatie per quello che era stato il dominio borbonico; bande criminali appoggiano personaggi che aspirano a ideali repubblicani e, dulcis in fundo, gli esponenti politici locali agiscono alla stregua del peggiore banditismo gli uni contro gli altri, non disdegnando l'omicidio. La tassazione viene considerata dai più come un'onta dello Stato che invece di essere riconoscente ai siciliani, per il